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Autore: marziolina86    29/05/2011    12 recensioni
I sentimenti non sono qualcosa che si può decidere a tavolino, i sentimenti non possono essere imposti, è giunto il momento di mettersi in gioco, di non dare nulla per scontato, di lottare con le unghie e con i denti per le persone che si amano, per le persone a cui teniamo, senza che il destino ci metta lo zampino.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Capitolo 3 – Il filo della vita

Quando la sorte si impadronisce del destino dell'uomo, non usa né pietà né giustizia.
Charlie Chaplin

 
Nel cielo splendeva il sole quella mattina, un sole caldo che riscaldava i cuori.
Una leggera brezza proveniente dall’oceano stava donando alla città di Tokyo un clima mite e sereno, con il cinguettio degli uccelli che facevano da sottofondo alla vita frenetica degli abitanti della capitale giapponese.
Usagi, Minako, Ami e Makoto rimasero a dormire al tempio dopo la festa, nella camera che Rei aveva preparato, Mamoru invece dormì nella sala riservata agli ospiti, in cui era già stato molto tempo prima, quando la sua casa venne distrutta per una disattenzione di Usagi e delle sue amiche, quando credevano che stesse scoppiando un incendio, tanto da indurle ad utilizzare un estintore di cui non c’era alcun bisogno, provocando la diffusione nella sala della polvere bianca* presente al suo interno.
La guerriera di Marte fu una delle prime a svegliarsi. Si sistemò i capelli, spazzolandoseli leggermente e in seguito indossò il suo abito da miko.
Dopo essersi sistemata, Rei si recò in cucina mettendosi a preparare qualcosa da mangiare da poter offrire alle altre non appena si fossero alzate.
Credeva di essere sola al tempio ma, non appena uscì per rilassarsi un po’ e per godere dell’aria pura che si poteva respirare, notò Usagi seduta sulle scale presenti all’entrata. Vedendo le si avvicinò con il sorriso sulle labbra, poggiando una mano sulla sua spalla, attirando la sua attenzione.

“Usa – chan, come mai sei qui?”

Rei era davvero stupita nel trovare Usagi già sveglia, poichè era conosciuta come una ragazza pigra e dormigliona.

“Ho sentito il cinguettio degli uccellini così sono uscita”. 

Usagi amava la natura, adorava quello spettacolo di suoni, luci e colori che era in grado di offrirle, era anche per questo che non si era mai tirata indietro quando era il momento di salvare la Terra. Non voleva che tali meraviglie venissero distrutte.

“Hai fatto bene, oggi è una splendida giornata non trovi?”

“Si, hai proprio ragione!” – dopo quelle parole Usagi riprese a parlare – “Senti Rei – chan … ancora non ti ho ringraziato per quello che hai fatto per me.”

Rei domandò per quale motivo l’avesse ringraziata: “E per cosa? Io non ho fatto nulla. Perché mi ringrazi?”

“Per essermi stata accanto, per avermi chiesto di Mamo, per esserti preoccupata per me, per avermi fatto capire che dovevo chiarire definitivamente i miei sentimenti con Seiya, per fargli capire che per me esisteva, esiste ed esisterà solo Mamo. Io credevo che lui mi avesse abbandonato, che non mi amasse più, invece tu mi hai aperto gli occhi, facendomi capire che magari gli poteva essere successo qualcosa. La mia mente era annebbiata, non capivo, o non volevo capire come mai non mi scrivesse. Ti ringrazio per essermi stata vicino. È stato il periodo più brutto della mia vita”.

“Sai Usa, in realtà non mi devi ringraziare, non ce n’è bisogno, anzi ti dovrei rimproverare” con un leggero sorriso sul volto di Rei.
“... Se ti fossi confidata con tutte noi, avremmo indagato e forse avremmo capito prima ciò che era successo. Nessuno avrebbe mai immaginato che Mamoru fosse stato il primo ad essere colpito da Galaxia. Perché non ne hai mai parlato con noi? Di cosa avevi paura?”

“Oh Rei … io non pensavo che Mamo fosse morto. Non lo potevo immaginare. Credevo che lui fosse talmente  impegnato con i suoi studi, che non poteva perdere tempo a scrivermi. Credevo che prima o poi si sarebbe fatto sentire. Non vi volevo far stare in ansia. Non volevo farvi preoccupare. Per questo non ve ne ho parlato. Volevo cavarmela da sola. Dovevo farcela da sola”.

“Capisco e ammiro la tua incredibile forza di volontà, ma noi siamo tue amiche, quasi sorelle, potevi dircelo”.
Usagi annuì. Rei aveva ragione, se si fosse confidata con loro forse avrebbero capito prima ciò che era accaduto. Così, dopo essersi confidate, la ragazza dai lunghi capelli corvini, si alzò tornando in cucina dove trovò le altre che finalmente si erano alzate.
 
“Che tristezza … oggi Yaten, il mio adorato Yaten, se ne va, chissà se potrò mai rivederlo un giorno o l’altro. Non è giusto! Come sono triste!” con le lacrime agli occhi Minako pronunciò quelle parole.

“Anche Taiki se ne va, credo che sentirò molto la sua mancanza. Studiavo così bene insieme a lui, è un ragazzo molto intelligente ma soprattutto bello”. Tutte la guardarono con aria stupita, non era da Ami fare quel genere di commenti .
Le due guerriere, di Mercurio e di Venere, si erano molto affezionate a quei ragazzi provenienti dal cielo. Avevano regalato loro dei momenti di vera felicità e allegria.
Ami adorava Taiki per la sua intelligenza, Minako adorava Yaten per la sua bellezza.

***********


Quella mattina anche Yaten e Taiki si svegliarono presto e, notando l’assenza di Seiya, lo andarono a cercare.
Dopo qualche ora in giro per la città si ritrovarono al parco e, vedendo una figura con un lungo codino nero stesa su una panchina, vi si avvicinarono. Notarono che Seiya stava ancora dormendo.

“Ehi Seiya, svegliati, sono Yaten”.

“Seiya dobbiamo partire non ricordi?”

Taiki iniziò a scuoterlo per farlo svegliare. Dopo qualche tentativo, il ragazzo aprì gli occhi.

“Ma perché mi avete svegliato! Stavo facendo un sogno bellissimo con la mia testolina buffa”.

Mettendosi a ridere i due fratelli Kou gli fecero notare che la realtà era ben diversa dai suoi sogni.

“Vedi che Usagi non è tua …”

“… già, e non credo lo potrà mai essere, Seiya te ne devi fare una ragione, ora il suo ragazzo è tornato e sembra molto felice con lui. Ti conviene accettarlo. Non te la prendere per le cose che ti sto dicendo, ma mi dispiace molto vederti in questo stato di profonda tristezza. Se continui a pensare a lei come a qualcosa di più di un’amica, soffrirai.” aggiunse Taiki alle parole di Yaten, alquanto rammaricato.

“E a quanto pare quei due son destinati a stare insieme”.

“Cosa? Ma che stai dicendo Yaten! Che vuol dire? Forse se avessi avuto più tempo o se l’avessi conosciuta prima di lui, avrei avuto una qualche possibilità con lei.” Seiya era molto amareggiato, e rivolse lo sguardo al cielo, il luogo da cui proveniva. Sapeva che Usagi gli voleva molto bene ma lui ne era innamorato ed era difficile accettare quella situazione.

“Non credo sarebbe stato possibile, Seiya, mi dispiace” – Taiki era molto amareggiato – “ … devi sapere che in realtà Usagi e Mamoru sono Serenity e Endymion, la principessa della Luna e il principe della Terra, è difficile, se non impossibile separare la Terra e la Luna.”
 
Anche il fratello dai lunghi capelli argentati riprese a parlare:

“Seiya, forse è meglio che la dimentichi!”

“Non lo farò Yaten! È come se vi chiedessi di dimenticare Ami e Minako. Ci tenete molto a loro, non è vero?”
 
 Seiya era veramente nervoso, non voleva accettare le prediche e le osservazioni dei suoi fratelli.

Taiki si rivolse a Yaten, posando lo sguardo verso l’asfalto della strada e ammettendo che Seiya aveva perfettamente ragione, anche loro si erano affezionati alle due ragazze. Sono state due persone molto importanti per loro, persone che gli hanno aperto gli occhi riguardo la loro vita, ma soprattutto riguardo i loro sogni.

“Vedete? Ho ragione, voi ci tenete a loro. Per cui non venitemi a rimproverare per i miei sentimenti. Non accetto le vostre prediche, io amo Usagi e anche se questo mi farà soffrire, non la voglio dimenticare. Spero solo che la lontananza allevi il dolore. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, è questo quello che affermano gli abitanti di questo pianeta, no? Spero che almeno abbiano ragione”. Ma tutti sapevano che per Seiya sarebbe stato molto difficile, bastava guardarlo negli occhi per capire che sarebbe stato difficile per lui cancellare il dolce ricordo di Usagi dal suo cuore.

Si alzarono così dalla panchina, recandosi a scuola, dove li attendeva Kakyuu.

*************


Non appena arrivarono, i tre fratelli trovarono Usagi e le sue amiche insieme a Mamoru e li videro parlare con la loro principessa.

“Spero che ora riusciate a ricostruire il vostro pianeta e se avete bisogno, sapete dove trovarci”.

“Grazie Usagi, ti ringrazio davvero, credo che ora ce la caveremo, però voglio davvero dirti che senza il tuo … il vostro aiuto, non saremmo qui a parlare”.

“Usagi sarà anche una ragazzina ingenua e pasticciona” – la biondina non poté fare a meno che lanciare un’aria di sfida a Rei, così la ragazza dai lunghi capelli nero – corvino continuò “però
ha anche un gran cuore, è lei che ha salvato questo pianeta più di una volta”.

Taiki e Yaten si avvicinarono al gruppetto:

“Anche noi vi vogliamo ringraziare …”
“Ci avete restituito la speranza, senza di voi non ce l’avremmo mai fatta”. Yaten si rivolse in particolare a Minako, guardandola negli occhi.

Usagi, vedendo Seiya in lontananza, si avvicinò a lui:

“Grazie Seiya …”

Il ragazzo dai lunghi capelli neri, meravigliato da quelle parole, le rispose:
“Di cosa testolina buffa?” sorrise, rivolgendosi alla biondina.

“Di essermi stato accanto, di avermi appoggiato, di aver creduto in me per tutto questo tempo, senza di te non ce l’avrei mai fatta a salvare questo pianeta e l’intero universo. Non potrò mai dimenticare l’aiuto che mi hai dato durante l’ultima battaglia insieme ai tuoi fratelli. Ti voglio bene, saremo amici per sempre”.

Il sorriso che aveva dipinto il volto del ragazzo scomparve a quelle parole. Un sentimento di delusione si impadronì di lui.

“Usagi … per me è stato un piacere, ma non sono queste le parole che avrei voluto sentire da te, io non posso fingere di non provare nulla per te, per me non sei semplicemente un’amica.” Il suo sguardo si posò spontaneamente sulla ragazza.

Vedendo le sue gote diventare rosse come pomodori, riprese “Non ti preoccupare Usagi, so che tu non mi ami, che per te esiste solo Mamo, me lo hai già detto la sera dell’ultimo concerto. Sentivo però la necessità di dirtelo di nuovo, per potermene andare sereno da questo pianeta. Devi sapere però che io e i miei fratelli cancelleremo ogni ricordo del nostro passaggio sul pianeta Terra”.

“Cosa? Ma io non voglio dimenticarvi … siete stati preziosi per noi”.

“Anche io non lo vorrei ma è necessario, sarebbero troppe le domande che si porrebbero i terrestri non sentendo più parlare di noi, gli verrebbero dei sospetti e noi non ci possiamo permettere di essere scoperti”.

“Però non è giusto …” Usagi era davvero triste, così Seiya continuò:

“Non essere triste, ora c’è Mamoru al tuo fianco. Hai visto, alla fine il tuo ragazzo è tornato sano e salvo, non ti aveva abbandonato. Spero che ora sarai felice con lui”.

“Si Seiya, ora che Mamoru è tornato da me sono la persona più felice del mondo, lo amo tantissimo, più della mia stessa vita”.
Mamoru, vedendo Usagi parlare con Seiya, si avvicinò a loro.

“Prenditi cura di lei, Mamoru, ti ama tantissimo”.

“Si, questo lo so, e anche io la amo” - girandosi verso Usagi per guardarla dritta negli occhi - “Più di me stesso. L’ho sempre protetta, nei secoli dei secoli, e lo farò fino alla fine dei miei giorni”. Rispose Mamoru con un tono sereno e sincero, stringendo la mano di Usagi che aveva preso poco prima.

Una voce li interruppe.

“Seiya! È giunto il momento di partire!”

“Si, arrivo Yaten!”

Prima di andarsene, Seiya rivolse un ultimo saluto a colei che aveva catturato il suo cuore.
“Addio testolina buffa …”

Si voltò, nascondendo le lacrime che uscivano spontanee dai suoi occhi e recandosi verso la ringhiera della terrazza dove vi erano Yaten, Taiki e Kakyuu.
Prima di partire, i tre fratelli assunsero le loro vere sembianze di Fighter, Maker e Healer.
Salutando un’ultima volta le ragazze che gli avevano cambiato la vita, partirono alla volta del cielo, assumendo l’aspetto di quattro stelle cadenti. Avrebbero ricostruito il loro Pianeta. Kinmoku.

***********


In un luogo oscuro, tenebroso e misterioso, situato all’interno della Terra, vi erano tre donne anziane che lo servivano. Quello era il mondo degli Inferi.
Le Parche, donne fredde, distaccate e scorbutiche, erano le testimoni silenziose di ciò che succede nel mondo.
Erano tre vecchie filatrici, con vesti lunghissime e nere come abiti. Cloto era colei che, tenendo in mano il filo e la conocchia**, filava lo stame della vita, Lachesi lo svolgeva sul fuso e Atropo lo recideva.
In base alla lunghezza del filo assegnavano la durata della vita agli esseri umani, controllavano il loro destino, determinando la nascita, la vita e la morte di ogni individuo.
Avevano un potere superiore, gli dei dovevano sottostare al loro volere. Non si potevano opporre al destino, poiché loro garantivano l’ordine sulla Terra e la Via Lattea.
Alle Parche non interessava nulla della vita delle persone, dei loro problemi, della loro sofferenza, del loro dolore. Lo scopo della loro presenza era solo quello di limitarsi a controllare il destino degli esseri umani, incuranti delle conseguenze delle loro decisioni.
Solo una volta nella loro storia fecero qualcosa per qualcuno.

Erano passati molti secoli da allora da quell’evento infausto, da quando Metaria era stata bandita dalla via Lattea, rifugiandosi in un Universo parallelo dove non esisteva alcuna divinità che potesse controllare la sua vita ma soprattutto il suo destino.
Metaria era stata colei che aveva minacciato l’ordine che regnava ormai da sempre nell’Universo conosciuto.
Quest’entità malvagia, dopo qualche tempo, riuscì a raggiungere la Terra, inosservata. Si impossessò della mente e del cuore di Beryl, che regnava sulla Terra, influenzando tutti i suoi comportamenti e decisioni. Anche i terrestri caddero ai suoi piedi. Solo un principe, valoroso e coraggioso, di nome Endymion, vi si oppose.
Aveva gli occhi blu e profondi come l’oceano, simbolo del suo pianeta, la Terra, e i capelli neri.
Si innamorò perdutamente di Serenity, la principessa della Luna, dagli occhi azzurri e i capelli biondi, che sembravano dei fili dorati.
L’avevano colpito il suo fascino genuino e la sua gioia di vivere, fu un vero colpo di fulmine.

Serenity adorava passare il tempo ad osservare il pianeta blu, perché guardandolo vedeva riflesso in lui il viso del suo amato principe. Tuttavia, il loro era un amore proibito, nessun abitante della Terra avrebbe mai dovuto stringere rapporti con un abitante della Luna.
Benché Terra e Luna siano strettamente legate fra loro, l’amore tra gli abitanti dei due corpi celesti era vietato.
Per Endymion e Serenity però fu troppo tardi, si conobbero e si innamorarono perdutamente, andando contro ogni legge divina, contro ogni logica. Vivevano l’uno per l’altro, non si sarebbero mai separati.

Serenity scendeva di nascosto sulla Terra per poter trascorrere il suo tempo con il suo amato principe. Ogni volta che ritornava a palazzo veniva però rimproverata dalle sue guardiane, le guerriere Sailor. Lei non voleva sentire ragioni: amava Endymion, e nessuno le avrebbe impedito di vederlo, baciarlo e trascorrere veri attimi di passione con lui. Nessuno.

Il loro rapporto però scateno l’invidia di Beryl. Era gelosa dei due amanti, lei amava Endymion e non accettava che qualcuna potesse portarglielo via. Tantomeno Serenity. La riteneva insignificante. Spinta da questo sentimento di odio e rancore, la regina dai lunghi capelli rossi scatenò una guerra contro gli abitanti della Luna. Serenity e Endymion si ritrovarono così fra due fuochi, due schieramenti opposti.
Il principe non voleva cedere alla regina del male, non voleva che si scatenasse una guerra che avrebbe provocato solo morte e distruzione, dolore e sofferenza.
Doveva agire personalmente e subito.
Una sera, prima dell’attacco decisivo di Beryl, Endymion si travestì indossando uno smoking nero, assumendo le sembianze di Tuxedo Kamen, per recarsi dalla principessa senza essere catturato dalle guardie reali.
I controlli erano sempre più serrati ed era diventato quasi impossibile penetrare nel regno.
Una volta a palazzo, non appena vide Serenity scendere le scale per recarsi nella sala da ballo, le si avvicinò chiedendole di ballare un’ultima volta, poiché momenti tragici li attendevano. Le disse della guerra.
A vederli ballare sembravano il ritratto della serenità, della pace interiore, della passione che andava contro ogni logica. Erano bellissimi e tutti gli invitati a palazzo si fermarono ad osservarli, incantati dai loro movimenti. Nessuno si poteva immaginare che di lì a poco si sarebbe verificata una tragedia, causando la distruzione del regno della Luna.
Alla fine del ballo Serenity e Endymion uscirono dal palazzo, si recarono su una terrazza poco lontano che affacciava sulla Terra. Il principe dai capelli corvini chiese aiuto alla principessa per contrastare la minaccia che si stava abbattendo su di loro: dovevano salvare i loro due regni, quello della Terra e quello della Luna.
Fu una battaglia sanguinosa e cruenta.
Molte furono le vite spezzate a causa della folle gelosia di Beryl sia nei confronti dei due amanti, sia nei confronti degli abitanti della Luna: invidiava la loro possibilità di non invecchiare col tempo, voleva il potere del Silver Crystal.
Proprio mentre la donna dai lunghi capelli rossi stava per attaccare la Principessa Serenity, una rosa rossa colpì la regina malvagia, era Endymion.
Endymion minacciò Beryl, affermando che non avrebbe dovuto torcere nemmeno un capello alla principessa. Gli si scagliò contro sguainando la spada. Tuttavia, il potere di Beryl, sommato a quello di Metaria, era troppo forte anche per lui, così venne colpito.
Vedendo la scena, la povera principessa dai lunghi capelli dorati saltò nel vuoto cercando di raggiungere il suo amato principe, gridando il suo nome con tutta la voce che aveva in corpo.
Non si voleva separare da lui, se dovevano morire, voleva morire insieme a lui.
La vita senza Endymion per Serenity non aveva alcun senso.
Proprio mentre lo stava per raggiungere sfiorandogli la mano, Beryl li colpì con i suoi raggi malefici, causando la loro tragica fine.
Impotente, la regina Serenity***, con l’aiuto del  Silver Crystal, di Kronos, ma soprattutto grazie al consenso delle Parche, riuscì in un certo modo a salvare sua figlia Serenity e il suo amato principe, dando a  Serenity e Endymion una seconda possibilità.
I fusi dei due amanti vennero collegati con un filo, il filo rosso del destino, capace di legare due persone per l’eternità.
Solo pochi eletti hanno questo privilegio.
Furono così le Parche a permettere la rinascita dei due amanti sulla Terra, nei corpi di Usagi e Mamoru. Avrebbero dovuto affrontare la loro nuova vita lontano dalla Luna, senza influenze e intromissioni dal passato.  Li  fecero rinascere, cancellando ogni singolo ricordo che i due giovani avevano della loro vita precedente, soprattutto cancellarono l’amore che li legava l’un l’altro. Gli avevano dato la possibilità di rincontrarsi e di far rivivere questo amore nei corpi di Usagi e Mamoru. Senza però dar loro alcuna possibilità di scelta.

Ora però avevano qualche dubbio su quello che avevano fatto.

“E se avessimo sbagliato a collegare i destini di Serenity e Endymion? A consentire la loro rinascita nei corpi di Usagi e Mamoru? In fondo l’abbiamo fatto solo per Kronos … E di solito noi lavoriamo solo per noi stesse. Non per gli altri”. Lachesi parlò con aria grave.

“Non abbiamo avuto scelta”.  Fece notare Atropo.

“La verità è che non avremmo mai dovuto consentire la loro rinascita. Inoltre quei due ragazzi non mi piacciono. Sembra tutto molto scontato per loro, soprattutto da quando sono venuti a conoscenza del futuro. Dovevamo impedirlo. Dovevamo fare in modo che i loro ricordi venissero cancellati senza dar loro la possibilità di risvegliarsi. Tuttavia, credo che sia il caso di aspettare e di vedere le loro prossime mosse. Se le nostre aspettative non verranno soddisfatte, agiremo. Li metteremo alla prova. Metteremo alla prova il loro amore”.
 


Note:

Moire o Parche: fonti a cui ho fatto riferimento
http://tarocchi-in-allegria.forumattivo.it/t1683-le-tre-parche-ed-il-filo-della-vita
http://pontitibetani.wordpress.com/2009/11/18/furie-erinni-parche-moire-gorgoni-ananke-intro-violenza-sulle-donne-13/
http://it.wikipedia.org/wiki/Moire_(mitologia)http://www.inpsico.org/2010/04/parche-moire.html
http://www.sapere.it/enciclopedia/Cl%C3%B2to.html
*= La polvere utilizzata per spegnere gli incendi è solitamente a base di fosfato di monoammonio, oppure, a base di bicarbonato di sodio e potassio, con l'aggiunta di additivi per aumentarne la fluidità.
**= Arnese per filare, detto anche rocca, intorno al quale si avvolge il pennecchio di lino, canapa o altro.http://www.antoniocosola.it/GRANDI/ALTRO/conocchia2.jpg
***= madre della Principessa Serenity

L’angolo dell’autrice
La stesura di questo capitolo è stato un autentico parto, e tuttora non mi convince. Ho dovuto fare un po’ di ricerche per introdurre e descrivere le tre donne anziane che avranno un ruolo decisivo nei prossimi avvenimenti che interesseranno i nostri eroi.
La storia di Metaria è inventata per motivi di trama, e per poter spiegare perché le Parche non avevano nessuna influenza su di lei.
Spero di non avervi deluso e che sia tutto chiaro. Se avete delle osservazioni da farmi sia positive che negative, non esitate a chiedere, io sono qui.
 
 
   
 
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