Cogli l’attimo e stringilo forte

PROLOGO

Seduta sul vecchio ponticello abbandonato osservo con attenzione il debole filo d’acqua che scorre sotto di me. Un tempo il lago era corposo e abbondava d’acqua, ora ne è rimasto solo questo breve emissario che bagna a stento la terra che lo ospita.

Sorrido, ricordando dell’estate in cui scoprii questo posto.

Non troppo lontano dalla Tana, ma fin troppo nascosto e abbandonato per essere conosciuto.

“Rose”.

Al suono della voce familiare di Scorpius mi volto e lo vedo trottare baldanzoso verso di me.

Si ferma accanto alla mia figura e si affretta a sedersi accanto a me, con le gambe penzoloni, che evitano di toccare l’acqua per pochi metri.

“Che fai qui?” mi domanda lui osservandomi ed io mi stringo nelle spalle.

“Pensavo a quella famosa estate in cui tutto è cominciato” mormoro con un sospiro e lui sorride afferrandomi la mano e accarezzandola piano.

“Sono passati anni, ormai” mormora con la solita strafottenza ed io gli faccio un sorrisino.

“è vero, sono passati sei anni, eppure è grazie a quell’estate se ora ci troviamo dove siamo” gli mormoro e lui annuisce.

“Non posso crederci, sono passati sei anni da quell’estate in cui ti baciai per la prima volta e in cui, per la prima volta nella mia vita, mi beccai un pugno sul naso” mormora divertito ed entrambi ridiamo.

“E domani ci sarà il matrimonio” conclude lui con un sospiro ed io mi stringo nelle spalle e resto un po’ in silenzio a godermi i caldi raggi di sole di quelle ultime giornate estive di inizio Settembre.

Resto ferma, con gli occhi chiusi, assaporando il rassicurante odore di Scorpius, fermo accanto a me e il calore della sua mano che stringe la mia.

“Ricordi che caldo fece quell’estate, Scorpius?” gli mormoro perdendomi in dolci ricordi.