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Autore: DiNozzo323    31/05/2011    3 recensioni
Una normale ragazza, appassionata dei libri di Tolkien, si ritroverà nel suo mondo immaginario preferito con il compito di aiutare i membri della Compagnia a portare a termine la loro missione.
La storia è già stata conclusa e deve solo essere postata, quindi niente attese di mesi senza pubblicazione, è una promessa.
...Era tarda notte quando si sentì un leggero tonfo provenire da una stanza da letto illuminata appena da una candela al profumo di vaniglia. Il tonfo che si era appena udito era quello di un libro bello doppio che veniva chiuso dopo essere stato letto... [to be continued]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frodo, Gandalf, Merry, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buongiorno a tutti! Bella giornata, non è vero?

Vi lascio al penultimo capitolo di questa non-troppo-lunga storia. Un bacione grande a tutti e come sempre un grazie a coloro che mi leggono silenziosamente e coloro che mi recensiscono (spesso le vostre recensioni sono più bella della stessa ff =) )

E un grazie in particolare a

nini superga e Aquamarine e NiNieL82 che hanno messo la mia storia fra i preferiti;

Eruanne e elepaddy85 e belial_die e Elfosnape e blackpearl_ e Archangel 06 e fede95 che l'hanno messa fra le seguite.

A domani! *_*





Gandalf, Gimli, Aragorn, Eomer e Legolas discutevano su cosa fare.

-Diecimila Orchi ora si trovano tra Frodo e il Monte Fato. L'ho mandato alla morte.- Disse Gandalf, pieno di rimorso.

-No. C'è ancora speranza per Frodo. Ha bisogno di tempo e di passare al sicuro attraverso le pianure di Gorgoroth. Questo possiamo darglielo noi.- Disse Aragorn.

-Come?- chiese Gimli.

-Attiriamo gli eserciti di Sauron. Svuotiamo le sue terre. Poi raduniamo le nostre forze e marciamo verso il Nero Cancello.-

-Non possiamo ottenere la vittoria con la forza delle armi.- fece notare Eomer, conscio come tutti che erano di gran lunga inferiori di numero.

-Non per noi stessi, ma possiamo dare a Frodo una possibilità se teniamo l'Occhio di Sauron fisso su di noi. Renderlo cieco a ogni altra cosa che si muove.-

-Un diversivo- concordò Legolas.

-Certezza di morte, scarse possibilità di successo. Che cosa aspettiamo?- disse Gimli serio.

-Sauron sospetterà una trappola. Non abboccherà all'amo.- Disse Gandalf, pessimista.

-Oh, io credo di si.-

Quel pomeriggio stesso Aragorn prese il Palantir che era di Saruman e si mostrò a Sauron per quello che era in realtà: erede di Isildur e futuro Re di Gondor.

Per due giorni la città fu in preda ai preparativi per la partenza dell'esercito. Gandalf stesso informò Lilia della cosa, anche se lei, ovviamente, ne era già a conoscenza.

-Ragazzi- esordì una volta raggiunti i due amici nella stanza dove Merry veniva curato. -Tra due giorni si parte per Mordor, per dare a Frodo la possibilità di distruggere l'Anello creando un diversivo. In settemila partiremo.-

-Io vengo.-

-E anche io.-

-No Merry, tu ancora non sei guarito. Non puoi venire con noi. Pipino rappresenterà la Conta. Tu hai già fatto moltissimo.-

-Io non posso restare qui da solo.-

-Merry...-

-No Lil! Tu non capisci! Voi andrete in battaglia e io non saprò nulla. Potreste morire e io sarei qui a letto perché non posso venire. Non posso pensare di vivere una cosa simile. È troppo doloroso.-

-Merry, noi non moriremo. Noi non moriremo.- Lilia lo abbracciò stretto assieme a Pipino e ripeté questa frase per alcuni secondi, quasi volesse convincere sé stessa più che Merry.

Due giorni dopo, il 18 marzo, l'esercito abbandona Minas Tirith per dirigersi verso il Morannor. Merry, Eowyn e Faramir guardarono gli amici allontanarsi, speranzosi per il futuro e tristi nell'essere relegati in quelle mura, condannati a soffrire per la loro disinformazione circa le sorti dell'esercito.


Frodo e Sam stavano attraversando Mordor, diretti al Monte Fato, quando si accorsero che gli eserciti di Sauron si stavano spostando verso il Nero Cancello, come attirati da qualcosa. Per loro fu un gran colpo di fortuna, che però finì tanto velocemente quanto era arrivato. Mentre camminavano furono visti da da un plotone di Orchi che si stava dirigendo verso il Morannor, e che li costrinse a unirsi a loro, in quanto erano vestiti da Orchetti e non erano stati riconosciuti. Camminarono per un po' assieme agli Orchi, poi però l'Anello si fece troppo pesante e Frodo non ce la fece più. Con un abile stratagemma riuscirono a creare abbastanza scompiglio e sparire senza essere visti, in modo da rimettersi in marcia verso il Monte. Quando furono alle pendici dell'Orodruin Frodo si accasciò sulle rocce. Era sfinito e non sarebbe riuscito a proseguire. L'Anello si era fatto pesantissimo e aveva lasciato sul collo dell'Hobbit un livido che si estendeva al di sotto della catena. Si liberarono dei vestiti che avevano indosso, rimanendo solo in camicia e pantaloni e si riposarono, lì, su quelle nude rocce, al freddo. Fu probabilmente in quel luogo, durante la loro traversata finale, che Sam si rese conto, e ammise a se stesso, che il viaggio di ritorno, in cui lui tanto sperava, non vi sarebbe mai stato e che loro sarebbero morti lì, per salvare l'intera Terra di Mezzo. Mentre il loro cammino era quasi giunto al termine, l'Occhio li vide. Vide Frodo e Sam ai pendii del Monte e li osservò per quella che gli sembrò un'infinità di tempo, poi, come attirato da qualcos'altro, distolse lo sguardo, dirigendolo verso il Nero Cancello e lasciando i due Hobbit liberi di proseguire.


Intanto l'esercito dell'Ovest era arrivato ai confini di Mordor e, dopo essersi allineati, poiché apparentemente non vi era nessuno e non si sentiva alcun rumore, Gandalf, Aragorn, Gimli, Legolas, Pipino, Lilia, Eomer e un porta-bandiera si diressero al cancello.

-Che il Signore della Terra Nera venga avanti! Che giustizia sia fatta su di lui.- Gridò Aragorn al Cancello chiuso. Questo, come richiamato dalle sue parole, si aprì, facendo uscire la creatura più ripugnante che esistesse, sempre che si potesse definire creatura: la Bocca di Sauron. Lilia decisamente non lo immaginava così. Era molto peggio di quanto avesse mai immaginato anche nei suoi incubi peggiori.

-Il mio padrone, Sauron il Grande vi porge il benvenuto.-

Si, grande sto *censura*... Mamma mia quanto è brutto questo.”

-Vi è qualcuno in questa folla con l'autorità di trattare con me?-

-Noi non veniamo per trattare con Sauron, infedele e maledetto. Dì questo al tuo padrone: le armate di Mordor devono disperdersi. Egli deve lasciare queste terre e non farvi ritorno.-

-Ah. Vecchio Barbagrigia. Ho un pegno che mi è stato ordinato di mostrarvi.- Cacciò da sotto il mantello la cotta di Mithril di Frodo e la lanciò verso Gandalf, lasciando tutti sconvolti, soprattutto Pipino. Lilia sapeva che non era morto, ma per il momento preferì non far sapere al nemico che lei sapeva molto più di tutti loro messi assieme.

-Il Mezzuomo era caro a voi, vedo. Sappiate che ha sofferto grandemente per mano di chi l'ha ospitato. Chi avrebbe detto che un essere così piccolo potesse sopportare tanto dolore... E lo ha fatto, Gandalf. Lo ha fatto...- Aragorn intanto si avvicinò lentamente al cavallo del mostro.

-E chi è costui? L'erede di Isildur? Per fare un Re non basta una lama elfica spezzata...- Queste furono le sue ultime parole, perché Aragorn gli tagliò la testa con un gesto secco attirando l'Occhio su di loro.

-Conclusione delle trattative.- Mormorò Gimli gongolante.

-Io non ci credo! Non ci crederò.- Poi guardò Lilia, come aspettando una conferma.

-Tutto ciò era stato descritto in questo esatto modo, quindi non posso che pensare che nulla sia cambiato e che Frodo e Sam si trovino a un passo dal distruggere l'Anello. Dobbiamo aiutarli!-

Ciò bastò a tutti i presenti, nonostante molti non ne potessero comprendere appieno il significato. Bastò soprattutto ad Aragorn, che, mentre gli Orchetti iniziavano ad avanzare verso di loro, ripiegò assieme agli altri verso i soldati e tenne il discorso che sarebbe stato ricordato nelle Ere a venire.

-Figli di Gondor! Di Rohan! Fratelli miei... vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore... Ci sarà un giorno in cui il coraggio degli Uomini cederà, in cui abbandoneremo gli amici e spezzeremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno! Ci sarà l'ora dei lupi... e degli scudi frantumati quando l'Era degli Uomini arriverà al crollo, ma non è questo il giorno! Quest'oggi combattiamo! Per tutto ciò che ritenete caro su questa bella terra! V'invito a resistere... Uomini dell'Ovest!-

Tutti sguainarono le spade e attesero che gli Orchi e i Troll e i Sudroni e tutti coloro che componevano l'esercito di Mordor si avvicinassero, sperando di tenere distratto l'Occhio da Frodo.


Frodo e Sam erano quasi arrivati in cima al Monte, spinti da quella strana forza che ti prende quando sei a un passo dall'adempiere al tuo compito, quella forza che non ti abbandona nonostante tu sia stanco e le tue ossa implorino pietà e tutto ciò che desideri è di stenderti e non muoverti più per mesi, quella forza che spesso aiuta a compiere gesta eroiche.

-Coraggio padron Frodo! Non posso portare l'Anello per voi, ma posso portare voi!- Sam si caricò Frodo sulle spalle e avanzò verso la Bocca di Fuoco. Senza lui Frodo sarebbe stato perduto. Erano quasi arrivati al passaggio che avrebbe significato per loro la fine di tutto quando vennero attaccati da Gollum che non voleva avanzassero ancora e distruggessero il suo tesoro. Prima tentò di strangolare Frodo, poi intraprese una lotta con Sam che cercava di proteggere il padrone. Quando Sam si girò, dopo aver colpito ancora la creatura, si accorse che Frodo era lontano e stava correndo, con le ultime forze che gli restavano, verso l'imboccatura del passaggio.

Quando Sam entrò nella bocca del monte vide Frodo, sull'orlo del passaggio, fermo, immobile, pronto a distruggerlo. Aveva la catena dell'Anello in mano ed era pronto a farla cadere, ma purtroppo l'Anello aveva una volontà sua che sicuramente non comprendeva l'essere distrutto. Irretì la mente di Frodo e proprio sull'ultimo lo spinse a tirare su la catena e indossare l'Anello. Sam gridò per la disperazione, con le lacrime agli occhi, ma non ebbe modo di fare nulla che venne colpito alla testa da una pietra. Gollum l'aveva colpito e, seguendo le impronte che comparivano sulla pietra ricoperta di polvere, saltò sulle spalle di Frodo. Lottarono per chi doveva possedere l'Anello, ma, a un certo punto, Frodo tornò visibile. Gollum saltellava felice con il dito di Frodo, con tanto di Anello, stretto nella mano. Frodo corse verso Smeagol e entrambi caddero verso il fuoco. Sam si affacciò disperato per la perdita del suo padrone, ma lo trovò appeso alla roccia e lo aiutò a salire, entrambi invece osservarono Gollum con l'Anello in mano, scivolare nella lava. Era tutto finito.

  
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