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Autore: cutuletta    31/05/2011    13 recensioni
Finalmente Kate riesce a risolvere il mistero che si cela dietro la morte di sua madre. Per lei e per Castle si profila un nuovo inizio.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel capitolo precedente …
-Ho un appuntamento tra mezz’ora, Rick. Devo andare. E’ un impegno che non posso rimandare.
Lei lo guardò come non aveva mai fatto prima, in un modo così intenso come se volesse imprimersi quell’immagine nella mente, poi disse:
-Ciao Rick!
Quel ciao aveva il sapore di un addio …
 
Passaggio di consegne
L’appuntamento di Kate era al distretto con Lanie, Ryan ed Esposito. Aveva chiamato la sua squadra di sabato mattina, destando nei tre una certa preoccupazione.

Arrivò di corsa e trovò i ragazzi ad aspettarla, dubbiosi sulla natura di quella convocazione a sorpresa.

-Eccomi, scusate il ritardo, ho avuto un imprevisto! – Disse mal celando un sorriso; Castle era tutt’altro che un imprevisto, piuttosto un piacevole diversivo! Poi si ricompose e proseguì:

-Mi dispiace avervi disturbato di sabato mattina, ma non ho potuto fare altrimenti. Ho parecchie cose di cui occuparmi e poco tempo per sbrigarle tutte. Inoltre era necessario vedersi qui, perché ho dei documenti da darvi.

Non c’erano casi improrogabili da risolvere, eppure la richiesta di Kate di incontrarsi al distretto era sembrata necessaria, quasi vitale. Il tono di voce con cui aveva invitato i tre a presentarsi in ufficio faceva trasparire urgenza, non solo in termini di tempo, ma necessità di comunicare qualcosa; come se la donna sentisse il bisogno di togliersi un peso. Almeno Ryan e Lanie avevano avuto la sensibilità di cogliere questo aspetto, forse perché avevano parlato direttamente con Kate, invece Esposito era piuttosto seccato, per essere stato convocato di sabato e soprattutto per essere stato interrotto con Lanie in un romantico momento a deux.

Fu proprio il detective dal temperamento latino a rompere quel silenzio, come se nessun altro avesse voglia di fare domande, per paura di non saper gestire le risposte:
-Stai dicendo che dobbiamo lavorare anche di sabato?
Kate non rispose, si avvicinò alla sua scrivania, prese una pesante pila di scartoffie e tornò dai suoi colleghi. Appoggiò i documenti sullo scrittoio di Ryan e cominciò a separarli in due mucchi distinti.
-Non esattamente – Aggiunse. E, dopo che ebbe finito con la divisione delle carte, aggiunse:
-Fatto! Bene ragazzi, questa è la parte difficile.
Si fermò un attimo e fece un gran sospiro
-Questi documenti sono per te Ryan, sono in ordine di importanza, ci sono alcune deposizioni da ricontrollare e alcuni rapporti da scrivere. Questi, invece, sono per te Esposito. Mi raccomando con l’interrogatorio del caso Miller di lunedì, vorrei che fossi incisivo ma senza esagerare; niente colpi di testa!
-Non capisco, non te ne occupi tu? E perché ci stai dando il tuo lavoro?  - Chiese Javier
Ryan e Lanie rimasero dubbiosi ad osservare in silenzio
-Ho chiesto un periodo di ferie a Montgomery, avevo 20 giorni arretrati e in più ho chiesto un periodo di aspettativa. Dovrete occuparvi voi di tutto … D’ora in poi!

L’ultima parte della frase lasciò i tre sempre più sgomenti. Cosa voleva dire “d’ora in poi”? Non aveva detto che quell’incombenza sarebbe stata sulle loro spalle per un po’; d’ora in poi era un periodo lungo, un lasso di tempo che suonava definitivo!
-Aspettativa? Di quanto? – Chiese Lanie ancora un po’ stordita
-6 mesi almeno, rinnovabile fino ad un massimo di tre anni!
Il silenzio scese al distretto.
Ryan, dei tre “moschettieri” di Beckett, sembrava il più ottimista:
-Dai scherzi, ti annoierai a morte a casa per sei mesi, tu hai questo lavoro nel sangue, non resisterai così a lungo. E poi vorrai mica lasciarci qui con Castle? Noi tre da soli non riusciremo mai a smontare le sue assurde teorie.

A Kate venne un nodo alla gola, non solo perché in quel momento razionalizzò tutto quello che stava per lasciarsi alle spalle, ma sentire il nome di Castle, pensare a lui, in quel momento, era la cosa più dolorosa.

-Ci ho pensato a lungo, non è stato facile ma è l’unica decisione che credo abbia senso … Da quando ho risolto il caso di mia madre non ho più stimoli, non mi sento più motivata. Vado avanti per inerzia ed è come se avessi perso interesse per il mio lavoro.
-E cosa hai intenzione di fare? Non ti ci vedo a fare la casalinga disperata, tesoro! –Disse Lanie, abbastanza contrariata.

Lanie aveva conosciuto Beckett nei suoi primi anni in accademia. La ricordava come una ragazza determinata e riservata, ma anche incredibilmente grintosa. Una donna in un ambiente a così alto tasso di testosterone è oggetto di continue battutine e uscite poco eleganti; Beckett aveva sempre avuto la capacità di mettere in riga chiunque provasse a metterla a disagio, con stile e fermezza.
Lanie all’epoca era una tirocinante, ma aveva capito subito che kate avrebbe fatto strada!
Diventarono amiche solo una volta che la giovane detective arrivò al dodicesimo. A Lanie piaceva l’idea che ci fosse un’altra donna a lavorare al suo fianco, a guardarle le spalle.
Tra di loro si era creato un legame speciale, fatto di rispetto e sostegno reciproco, un legame che l’anatomopatologa aveva dannatamente paura di perdere.

-Quando avevo 19 anni avevo così tante idee per il mio futuro, avrei voluto fare la giornalista, l’insegnante, studiare letteratura, viaggiare, trasferirmi in Europa, comprarmi un cane! E qualche mese dopo sono finita in accademia, senza passare dal via, senza aver potuto scegliere. Gli eventi hanno scelto per me …
-Avranno anche scelto gli eventi, mia cara, ma non cambia ciò che sei. Tu sei la migliore detective del distretto, sei intelligente e hai un’empatia con le vittime che non ha eguali. Forse non hai scelto, ma questo non vuol dire che tu non stia già facendo quello che eri destinata a fare. – Disse Lanie, al limite del pianto, con gli occhi lucidi e la voce rotta.
-Il destino ce lo creiamo noi Lanie, con le scelte che facciamo. L’unico motivo per cui ho iniziato a fare la poliziotta è stato trovare il responsabile dell’omicidio di mia madre. Ora che la partita è chiusa non c’è motivo che io resti!
-Quindi hai deciso? Vuoi mollare? –Chiese Ryan, con la voce triste
-Non lo so Ryan, so solo che per una volta nella vita, voglio avere la facoltà di scegliere. Ho decine di opzioni e voglio vagliarle tutte.
-Non potevi iniziare dal cane? – Disse Esposito e si guadagnò le occhiatacce di tutti gli altri – Che c’è? Ha detto che voleva un cane, io avrei iniziato da quello …
-Come pensi di restare fuori da tutto rimanendo a New York, è da pazzi! - Chiese Lanie, con fare scettico, scuotendo la testa
-Infatti non ho detto che resto!

Il viso dei tre, finora confuso, divenne improvvisamente serio e ombroso
-Che vuol dire che non resti? – Chiese Lanie, spaventata da quello che l’amica stava per dire
-C’è un aereo per Boston alle 16 di oggi, un altro per Chicago alle 17, uno per Londra alle 17:30 e persino uno per Tokyo alle 19:00, devo solo scegliere. Ho già liberato il mio appartamento e riconsegnato le chiavi al portiere. E’ tutto deciso, meta a parte … So che ho bisogno di allontanarmi, di cambiare vita!
I tre rimasero in silenzio, Kate guardò quei musi lunghi e aggiunse:
-Oh, andiamo ragazzi, cosa sono quelle facce? Parlo soprattutto a voi due –Disse indicando Ryan ed Esposito – Sapete che questo significa che uno di voi prenderà il mio posto?
I due si guardarono perplessi
-Ho lasciato un foglio a Montgomery con una mia personale valutazione. L’ultima parola spetta a lui, ma c’è odore di promozione nell’aria.

Quell’uscita di Kate non rasserenò gli animi; né Ryan né Esposito avevano voglia di esplorare a fondo le ripercussioni di quell’ultima frase, erano ancora troppo devastati dalla notizia

-Forza ragazzi, vi chiamerò spesso, ci sentiremo … Vi prego non voglio ricordarmi di voi con questi visi tristi, sono assolutamente convinta della scelta che ho fatto e per la prima volta da giorni mi sento serena. Dovreste essere contenti per me!
I tre si guardarono cercando di trarre reciproco conforto dai loro sguardi. Esposito diede inizio ai saluti …
-Avevamo quella scommessa in sospeso sul vincitore di “Dancing with the stars”, te lo ricordi? –Disse Esposito, cercando di non piangere
-Voi due guardate Dancing with the stars? –Chiese Ryan, trasalendo
-Yo amico, lo sai come sono i turni di notte… Se non ci sono casi il tempo non passa mai, fortuna che c’è la tv!
-Prometto che, se dovessi perdere, ti farò un bonifico … Ma tanto vincerà la mia coppia! – Disse Kate che si avvicinò ad Esposito per abbracciarlo e poi disse piano ad un orecchio:
-Prenditi cura di Lanie! Se la fai soffrire salgo sul primo volo, torno e ti spezzo le gambe!
-Ricevuto! –Sussurrò lui, stringendola forte. Quando sciolsero l’abbraccio, Esposito disse a voce alta: -Abbi cura di te!
Fu il turno di Ryan, un altro abbraccio e poi l’irlandese aggiunse:
-Mi sposo ad Ottobre, devi tornare e essere in prima fila
-Non me lo perderei per niente al mondo, Jenny è una donna fortunata – Disse e Ryan iniziò a piangere come un bambino, mentre Kate cercò di trattenere le lacrime, accarezzando dolcemente la spalla del collega.
-Eccoci a noi – Disse in direzione di Lanie, sapendo che lei sarebbe stata la persona più difficile da salutare
-Ti odio Katherine Beckett, non puoi mollarmi da sola in questo covo di maschilisti
-Mi mancherai da morire dottoressa Parish!
-Anche tu – E si abbracciarono. Lacrime rigarono il volto di entrambe.

Ryan continuava a singhiozzare senza sosta, incurante di manifestare il cedimento della propria mascolinità, invece Esposito, non volendo scalfire la sua aria da macho, preferì defilarsi
-Yo, Ryan, iniziamo a sistemare queste carte. Non vorrei doverti dare altro lavoro Lunedì, quando mi nomineranno detective capo! – Disse corrugando la fronte in segno di soddisfazione e annuendo. Kate e Lanie sciolsero l’abbraccio, li guardarono e sorrisero
-E chi ti dice che sarai tu il nuovo detective capo? –Replicò l’irlandese, strofinandosi gli occhi

I due continuarono a punzecchiarsi, avviandosi verso l’archivio. Camminando si voltarono per un ultimo cenno in direzione di Beckett, che sollevò la mano a fatica, quasi il dolore di quell’addio le stesse straziando il corpo. Lanie si accorse di quanto Kate fosse devastata da quella decisione, e lei stessa lo era, ma cercò di rendere quel saluto meno amaro, provando a strapparle un sorriso, mentre Kate continuava a fissare i suoi colleghi allontanarsi:
-Dimmi che nella valutazione che hai lasciato al Capitano chiedi di licenziarli entrambi, ti prego!
Risero e dopo un attimo di silenzio, Lanie riprese
-Chiama appena arrivi, in qualunque parte del mondo tu sia, ok?
-Promesso!
-Ti serve una mano con i preparativi? Hai ultimato tutto? Salutato tutti?
-Sì, è tutto pronto, devo solo caricare le valigie su un taxi e andare all’aeroporto!
-Castle lo sa?

Di nuovo lui, di nuovo una fitta allo stomaco che le impedì quasi di respirare. Castle era l’unico motivo per cui non sarebbe andata via, era il suo tormento più grande, ed era l’unica persona a cui non era riuscita a dire addio. Kate non rispose alla domanda, si limitò a guardare il pavimento, sentendosi una codarda, e quel silenzio era la risposta più eloquente che potesse dare.

***

Castle nel frattempo era tornato a casa, memore di quel momento di intimità con Kate. Sentiva ancora il suo profumo, ricordava l’intensità del suo tocco, del suo calore, del suo corpo sul suo. Un senso di beatitudine lo investì completamente, era come anestetizzato; si muoveva in una bolla ovattata, in cui qualunque altra cosa al di fuori del nome Kate non lo scalfiva minimamente. Quando aprì la porta e si recò in cucina, trovò le altre due donne della sua vita a fare colazione.

Negli ultimi giorni avevano visto Rick spegnersi lentamente, erano così preoccupate e tristi di non poter alleviare il suo tormento e non si aspettavano di certo che le cose fossero cambiate, ma il nuovo Castle rivitalizzato le lasciò senza parole:

-Le mie fantastiche donne di casa. Le mie adorate, figlia – Disse baciando Alexis sulla guancia – e madre – disse abbracciando la donna, che guardò perplessa Alexis, altrettanto confusa.
-Rich… Richard, stai bene? – Chiese Martha
-Mai stato meglio madre! Hai cambiato pettinatura? Stai benissimo!
-Mi ha appena fatto un complimento? –Disse in direzione della nipote
-Vado di sopra, mie giovani dame!
-Ha appena detto che sei giovane, nonna!
-Ora inizio a preoccuparmi davvero! –Disse Martha con fare teatrale
-Vado a radermi. Anzi no! Non trovate che stia bene con un po’ di barba incolta?
Poi trotterellò al piano di sopra, volteggiando per le scale come se stesse danzando
-Credi che si sia drogato? –Chiese Alexis alla nonna
-Non so che pensare, mia cara!
-La barba? Oddio non vorrà farsela crescere! Ti ricordi quando si ostinava a portare i baffi?
-Voleva assomigliare a Magnum PI, per questo si comprò la Ferrari!
-Oddio, l’altra sera abbiamo visto Batman e l’attore aveva la barba …
-Tesoro, prepariamoci a far posto in garage alla bat-mobile!



Ciao a tutti,
ebbene sì, Kate parte! Qualcuno di voi l'aveva intuito ... Sono pronta alle sfuriate delle fan di Stana, alle quali posso solo dire: abbiate fede!
Grazie a tutti per la lettura e i commenti, se vorrete lasciarne.

Remember: keep calm, there's a season four! (sarà il mio mantra fino a settembre)
   
 
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