Lo so, dopo una presentazione lunga due kilometri non avete più voglia di ascoltarmi, però comunque vi rubo un minutino! U.U
Questa raccolta per adesso è composta solo da capitoli ambientati in un contesto AU che a seconda dei casi varia (quando due capitoli saranno collegati ovviamente ve lo dirò!). Naturalmente non escludo che prossimamente, prima di arrivare alle fantomatiche dieci one-shot, io non riesca a fare qualcosa di ambientato effettivamente nel manga ma fino ad allora aspettatevi una pioggia di AU.
Oltretutto se come me siete incuriositi od appassionati da questa (folle) coppia saprete bene che i due non sono tipi da smacerie o coccole, anzi! Con quei due vicini la zuffa è sostanzialmente assicurata, quindi non sarà certo un a vera e propria raccolta di storie "d'ammmore" (con tre M, sì!) e neppure una vera e propria raccolta sentimentale. É una raccolta, punto. Un esperimento, diaciamo!
Bene, ultima cosa poi prometto che smetto di abusare della vostra pazienza: i capitoli sono brevi perchè avendo sempre scritto poco sul fandom di Naruto ho paura che a dilungarmi troppo io finisca con il rendere la lettura noiosa e rendere OOC i personaggi trattati e visto che non ho nessuna voglia che succeda opto per one-shot brevi, che spero valgano almeno un po' la vostra attenzione.
Ok, ora ho davvero finito! Vi lascio alla lettura!



Gatti ninja (I).
-Irritante-


Entrò sbuffando e poggiò con malagrazia il pentolino di ferro che conteneva ancora del latte.
“Mi hanno attaccato!” bofonchiò abbastanza innervosito ed accompagnando a quelle parole un gesto stizzito “Mi si sono arrampicati sui jeans manco fossero dei ninja quei gatti!” esalò in fine.
“Forse” una voce si intromise nel suo monologo “È perché puzzi di pesce, mia cara sirenetta” continuò.
Suigetsu si voltò con uno scatto ed osservò intensamente chi aveva parlato.
A pochi passi da lui, comodamente seduta in una delle vecchie poltroncine che adornavano quella sala, se ne stava Karin con le gambe accavallate e uno strano sorrisetto divertito dipinto sul volto.
“Prego, miss zitella?” domandò con fare abbastanza arrogate il ragazzo stampandosi in faccia, a sua volta, un sorriso derisorio.
Sul volto della rossa, che si era prontamente inviperita, il sorriso sparì repentinamente e una strana tinta purpurea andò a macchiargli le guance, segno che stava per passare come sempre alle maniere forti, ma prima che la ragazza riuscisse anche solo ad alzarsi la porta si aprì e l’ingombrante sagoma di Juugo si delineò oltre la porta.
Quando alzò lo sguardo si lasciò scappare un leggero sbuffo che tradiva una marcata nota di sconsolatezza.
Karin e Suigetsu, per quanto entrambi lavorassero in quella clinica come assistenti di Sasuke Uchiha -rinomato veterinario- da circa un anno non si erano mai sopportati e non avevano mai imparato a gestire la loro convivenza in maniera adeguata.
Passavano quasi tutte le loro giornate a provocarsi ed a malmenarsi. O meglio il classico schema era che Suigetsu provocava Karin la quale dopo qualcosa come soli venti secondi di sopportazione passava alle sberle ed al lancio di vari oggetti.
A lui non davano propriamente fastidio, in fondo non era mai stato tirato in mezzo in quelle loro infantili beghe, ma sapeva che con i loro schiamazzi finivano sempre per far agitare gli animali che alloggiavano nella clinica ed era proprio per questo motivo che Sasuke, stanco di doverli minacciare e riprendere a vuoto, aveva predisposto che quei due non finissero mai con il fare i turni notturni assieme.
Sarebbe stato come buttare della polvere da sparo affianco ad un pagliaio costantemente in fiamme.
“Karin, Sasuke ti ha richiesta” mormorò ignorando volutamente l’aria che già puzzava di lite alle otto e venti del mattino.
La rossa a quelle parole scattò subito sull’attenti alzandosi velocemente dalla poltroncina, non senza aver prima lanciato un’ultima occhiata omicida al collega dai capelli azzurri, e con passo rapido si diresse nello studio del capo, curiosa di sapere questa volta cosa avrebbe dovuto fare.
Chiuse la porta dietro di sé con la stessa delicatezza di un orso inferocito e una volta che se ne fu uscita Suigetsu si lasciò sfuggire un risatina.
Juugo lo osservò attentamente e poi dirigendosi verso la macchinetta del caffè espresse in un commento laconico la domanda che da tempo gli frullava in testa.
“Se sai che si arrabbia tanto, perché la provochi sempre?” chiese anche se una parte di sé sapeva perfettamente quale sarebbe potuta essere la risposta.
Suigtetsu alzò le spalle con fare scialbo.
“Perché è divertente farla arrabbiare” ammise spensieratamente con un sorrisetto sbieco impresso in faccia.
Il suo interlocutore si lasciò sfuggire un altro sospiro, quei due erano davvero senza speranza.
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