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Autore: Ulisse85    01/06/2011    7 recensioni
Dopo la duna sulla quale erano saliti, e su cui li aveva appena raggiunti Chiara, c'era una scogliera rocciosa, che sembrava scolpita con un'arma affilata per le linee nette, definite, quasi violente che tagliavano il paesaggio e delimitavano mare e orizzonte.
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mara era accucciata vicino la porta della propria camera e spiava al suo interno Cinzia che con le proprie lunghe mani affusolate, e le unghie delicate smaltate di bianco, sfilava la camicia dal corpo di suo marito Sebastiano. Era stupita, ma nemmeno tanto. Si ricordava bene come lo sfiorava maliziosa in spiaggia l'altro giorno, come lo guardava. Ne ricordava i lievi commenti e i contatti lascivi quanto sfuggenti. Ma non pensava arrivasse a tanto! Dopo anni di amicizia... decenni di storia insieme, ora lei, quella lurida sgualdrina, stava adescando suo marito!

 

Le amiche servono a questo, no? A portarsi a letto tuo marito....

 

Cinzia aveva indosso solo gli shorts del pigiama, leggeri di sottile quanto trasparente lino bianco. Sopra indossava un top viola come i suoi slip, con un disegno di strass al centro di un fiore tropicale. Camminava per la stanza della propria camera nervosamente, ma a passi lentissimi, come un felino che aspetti il momento di scagliarsi sulla preda. Giacomo, suo marito, dormiva profondamente... come sempre basta che dorme lui... nel loro letto matrimoniale.

Le lenzuola scostate a forza di calci per il caldo, le braccia divaricate ad invadere il suo spazio... perchè tu questo fai, ti rubi il mio spazio... il pigiamo storto come sempre e quel sorriso adorabile da bravo ragazzo dipinto in volto anche mentre dormiva... non c'è niente da sorridere … tu rubi il mio sonno...

 

Ma d'altra parte è normale... Perchè loro fanno così: dormono.

 

Il primo istinto di Mara fu quello di entrare sbattendo la porta e scaraventarsi sui due, sputare in faccia a Sebastiano per il vile tradimento e poi picchiare Cinzia... ucciderla magari... ma si trattenne: voleva sperare.

Voleva sperare che si fermassero, che Cinzia dopo la camicia non sfilasse anche il pantaloncini di suo marito. Voleva credere che il proprio consorte o la migliore amica di sempre sarebbero rinsaviti prima di commettere l'irreparabile. Non voleva essere lei a fermarli: dovevano essere capaci di fermarsi da soli. Anche se questo poteva voler dire rimanere ad osservarli mentre il tradimento si consumava.

 

E i mariti si sa, fanno così... anche con le tue migliori amiche...

 

Cinzia salì sul proprio lato del letto come camminando carponi, a quattro zampe. Sembrava sempre di più un felino a caccia della propria preda. Annusava l'odore del proprio marito addormentato, sentiva la sua tranquillità... non hai niente da temere, dormi... o forse hai molto da temere ma.. dormi lo stesso.. tanto è questo che sai fare... mentre io invece non posso.. non riesco.. io conto le gocce del rubinetto che perde.. tu dormi.. io cullo tua figlia che piange... tu dormi.... io ascolto il ticchettio zoppo e irregolare di un orologio in cucina e tu continui a dormire, invece di ascoltare con me... Cinzia era ormai su Giacomo, china, poggiate sulle ginocchia, le mani poggiate all'altezza delle proprie spalle vicino la testa di lui... il viso che scende a pochi millimetri dal viso dell'uomo... un lieve sussurro umido e roco... dormi...

 

Lui fa così: dorme....

 

Cinzia non sembrava intenzionata a fermarsi e si sfilò agile e sinuosa gli shorts blu che tanto contrastavano con la sua abbronzatura dorata. Li lasciò cadere lungo le gambe ben depilate e sode, affusolate e lunghe. Non grasse come le mie... o “morbide” come dice sempre quel traditore... infame.. prima mi dici che ti piaccio “burrosa” e ora ti lasci incantare da quella nevrotica bionda senza ripieno... Le dita di Cinzia scorrevano sui propri bottoni più lente di come erano su quelli di Sebastiano, ma non certo esitanti, semmai languide e sicure di se. Rallentavano per eccitare, si ostinavano nel celare per far desiderare maggiormente. E Sebastiano la afferrò, per i fianchi, serrandola al suo petto nudo e accaldato per sentire la pelle della sua pancia tesa e piatta contro il proprio petto. Non mi afferri mai così...

 

ma afferra volentieri la tua migliore amica...

 

Ora Cinzia è seduta per terra, gli shorts troppo sottili lasciano passare il freddo del pavimento e lei lo percepisce sulle gambe. E' seduta ai piedi del letto, dal lato di Giacomo, a pochi centimetri da lui. Di sottofondo sempre più insistente la lancetta dei minuti rincorre sé stessa lì in cucina, e la goccia del rubinetto sembra seguire il ritmo dei suoi battiti cardiaci per poi accelerarli.

La notte è buia e profonda, ma i suoi occhi si stanno abituando lentamente all'assenza di luce... così come mi sono abituata all'assenza di sonno.. perchè non si può parlare di dormire o di riposare se si tratta solo di svenire alle 4 di notte dopo aver fissato il soffito per ore, e poi alzarsi alle 6 ed essere la tua mogliettina fottutamente perfetta...

Era ora in piedi e fissava Giacomo scorrendo con un unghia bianca un solco rosso sulla fronte imperlata di sudore...

 

Lui non ti ama, non gli servi.. sei parte del suo puzzle perfetto.. il tassello biondo.. solo quello....

 

Mara comincia ormai a graffiare la porta con le unghie, la voglia di urlare, si intervenire, di sbranare quelle cagna e quel traditore sono ormai sempre più forti. Cinzia scosta Sebastiano sciogliendosi dall'abbraccio di lui ma solo per terminare di levarsi la camicia e chinarsi quindi per sfilare i pantaloncini verdi del marito di Mara.

Nemmeno vi ammazzo ora...mi limiterò ad avvelenarti brutto bastardo ma prima ti taglierò la gola brutta cagna...

Cinzia, dopo aver spogliato completamente Sebastiano, la cui eccitazione era ormai visibile quanto piena, si mosse elegantemente verso di lui, portando le mani dietro la schiena per slacciare il reggiseno e mettere in mostra un seno piccolo e perfetto.. perchè tu brutta cagna non hai dovuto allattare due bambini...

 

Lei se ne frega dei tuoi bambini, lei vuole tuo marito... se lo sta prendendo...

 

Cinzia era immobile da qualche minuto, riprendendo fiato dopo aver percorso rapidamente le scale... per fare cosa? Non ricordava nemmeno di aver deciso di allontanarsi dal letto … per prendere qualcosa, ma ora era di nuovo lì... e tanto tu non ti sei mosso.. non ti accorgi nemmeno se ci sono o no? E se mi togliessi la vita qui. Ora? Te ne accorgeresti? No, perchè tu dormi... e dormiresti con il mio cadavere vicino al letto.. domattina scopriresti che sono morta perchè nessuno ti sta preparando la colazione, vero?

Cinzia puntò in tono accusatorio contro il marito il braccio teso con in mano un coltello da cucina. Ecco che cosa ero andata a prendere in cucina.. che bel coltello... se lo passò sulla pelle scoperta, apprezzandone il freddo metallo.

Sorrise lievemente, reclinando leggermente la testa di lato.

Alzò il coltello all'altezza delle labbra, passo la lingua sulla lama tagliandosi leggermente. Se proprio ti piace tanto dormire, perchè svegliarsi....

 

Non farlo svegliare, fallo per lui... fallo ora..

 

Sebastiano era immobile, desideroso di lei. Cinzia si chinò quindi maliziosa, afferrò i bordi dei propri slip e li lascio calare giù lungo le gambe, cosi come le lacrime scendevano silenziose e lievi sulle guance di Mara che la osservava.

Un passo avanti... Cinzia era più vicina a Sebastiano.

Ancora un passo.

Poggiò un ginocchio sul letto spingendo lui a distendersi.

Stava per poggiare anche l'altra gamba, un sorriso freddo come il metallo sul suo volto.

 

Mara urlò con quanto fiato aveva in gola lanciandosi verso Cinzia, ormai completamente nuda, per punirla... per ucciderla...

Ma si risvegliò completamente sudata sul proprio letto.

Lo scatto fatto per aggredire Cinzia la aveva fatta sedere e l'urlo aveva svegliato suo marito.

 

Amore.. tutto ben.?” non finì la frase che Mara gli sferrò uno schiaffo di piena potenza, lasciandolo un po' dolorante e molto sorpreso

 

che caz...” ma lei era già tra le sue braccia, consapevole che era stato solo un sogno... ma non del tutto, sentiva infatti ancora il bisogno di punirlo. Si staccò da lui.

 

mi hai tradita?”

 

eh? Ma che domande fai? No!” era ancora dolorante e in parte arrabbiato, ma soprattutto sempre più perplesso dal comportamento della moglie.

Lo attribuì però all'assurda disavventura di Veronica della notte precedente... “dai, calmati ora...” lui tentò di baciarla sulle labbra.

Lei esplose in un altro schiaffo e scattò fuori dal letto.

 

Sebastiano era sempre più perplesso. Rimase di stucco quando Mara, senza nemmeno una parola, corse di fuori, direttamente nella sua vestaglia da notte a tratti quasi trasparente a causa del sudore. La inseguì fuori dalla stanza, quindi fuori di casa.

 

Mara afferrò al volo la “chiave di sicurezza” per la casa di Cinzia.

Voglio vederla in faccia, solo così saprò se era un incubo o no... e se non fosse un incubo? Se avessero scopato mentre non c'eri? Lo saprò.. lo capirò... mi fido di .. quella cagna? E mi fido di mio marito... è un uomo! Non puoi fidarti di un uomo....

La mamma di Marco fece letteralmente irruzione in casa di Cinzia, aprì rapidamente la porta e salì le scale, seguita a qualche passo dal marito ormai totalmente basito dal comportamento della moglie.

 

Arrivarono in camera di Cinzia e Giacomo.

 

Cinzia era sopra di lui, come un felino che ha agguantato la preda.

Il marito addormentato non si stava accorgendo di niente, lei si alzò sulle ginocchia, tenute larghe intorno alla vita di lui.

Busto dritto, mani unite sopra la testa ad impugnare il coltello, che nel buio infinito di quel momento rifletteva la poco luce della stanza...ancora tre gocce di rubinetto e potrai dormire per sempre, visto che ti piace tanto...

 

Mara non riuscì nemmeno a urlare davanti a quella scena: un urlo le si strozzò in gola. Sebastiano arrivato qualche secondo dopo di leì e scoppiò invece in un improvviso “Cinziaaa!!!”

 

La bionda che in quel momento sorrideva lievemente , si girò di scatto vedendo i due intrusi.

 

Giacomo si svegliò e trovò la moglie eretta su di lui.

Non fece nemmeno in tempo a dire qualcosa o a notare il pugnale.

 

Cinzia emise un verso come il soffio di un gatto prima di attaccare e vibrò il colpo sul marito, il cui sangue fuoriuscì a macchiare le lenzuola candide, colando in grosse gocce sul pavimento accanto al corpo di Cinzia, svenuta non appena vibrato il colpo.

   
 
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