Acqua.
La tua sola richiesta è stata questa.
Acqua.
Nonostante lo sconvolgimento, ho corso più che potevo per trovarla e sono tornata con un bicchiere.
Ma nell’istante stesso in cui sono tornata da te, sei stato tu a lasciare me.
Il bicchiere mi è scivolato dalle mani rompendosi in mille pezzi sulla strada.
Ma non solo il bicchiere.
Anche la mia anima si è frantumata in mille pezzi.
Mille minuscoli pezzi.
Colpita all’altezza del cuore.
Pure la mente è andata in frantumi.
Per un attimo mi si è appannata la vista e mi stavano per cedere le gambe.
Poi ho ceduto veramente.
La mia mente non poteva accettarlo.
Il mio cuore non poteva accettarlo.
Non potevi essertene andato.
O sì…?
Sì….era così…
Ma nessun problema. Ti avrei seguito subito.
Se avessi avuto un pugnale a portata di mano, me lo sarei infilzato dritto nel cuore, come Giulietta.
Giulietta, ho sempre riso e storto il naso per il modo in cui è morta.
Si è uccisa per amore.
Bhà.
Che assurdità.
Ho sempre pensato che mai e poi mai avrei fatto una cosa simile.
E’ da pazzi.
E invece eccomi qui, con lo stato d’animo adatto per farlo anch’io.
Perché io sono pazza.
Pazza di dolore.
E se non posso morire, lasciatemi impazzire.
Lasciatemi impazzire per questo dolore che mi attanaglia il cuore, mi mozza il respiro e assorbe tutte le mie forze al punto che non riesco neppure a piangere…
Ma la verità è che io non sono capace di piangere.
Piangere, il verbo più proibito.
Le lacrime, la cosa più vergognosa per un uomo, un vero uomo non piange.
Ma ora come ora, io sono una donna che ha perso la cosa più importante della sua vita.
Nonostante ciò, non una lacrima.
Il viso è asciutto.
Le mie labbra immobili, incapaci di pronunciare alcun suono.
La morte sì, è la situazione migliore.
Se tu non puoi tornare da me, verrò io da te.
Avevamo deciso così no? D’ora in poi saremmo stati insieme, sempre e comunque, di qua o di là.
E dunque, ecco qui.
Però… però ho una sottile paura… di che poi, non lo so…ma…
Ecco, sento i colpi dei cannoni, la battaglia infuria, sento il suo richiamo, il richiamo della morte.
Mi pongo davanti ai miei soldati e alle bocche dei cannoni, con la spada sguainata urlo l’attacco.
Il volo di una candida colomba per un attimo mi distrae, ed è l’attimo fatale.
Una pioggia di proiettili mi investe ma non provo dolore.
Niente può farmi ormai più dolore dell’averti perso, sono insensibile a tutto il resto,e mi accascio e terra in silenzio.
Tutti mi si affollano intorno ma io li mando via, esortandoli a continuare il combattimento.
Io ho finito.
Posso mettere la parola fine a questa ,ormai, insopportabile vita.
Amore, la morte ti ha portato via in pace…?
Se questa è la stessa sofferenza che hai dovuto sopportare tu, ti mostrerò che sono capace di resistere anch’io.
Prendimi per mano Amore, cosi non perderò il coraggio…
Ti prego, stringimi forte…!