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Autore: Elly93    25/02/2006    2 recensioni
Ginny si crede invisibile, sta morendo, o almeno tutti lo credono e sola su un letto d'ospedale, senza poter proferire parola, la più piccola dei Weasley scongiura i suoi amici, i suoi parenti, ma soprattutto Harry di non decidere per lei.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Invisibile

Invisibile

 

Ecco io vi vedo, ma voi vedete me? Non credo, se no non stareste piangendo davanti a quel letto,

perché piangete dunque? Io davvero non lo so, io sono qui con voi.

Forse perché non mi muovo?

O forse perché sento le forze abbandonarmi?

Mi sento invisibile.

Voi non mi guardate, no. So che lo state facendo, ma mi guardate come se tutto fosse finito, in questa

 guerra sono finite tante, troppe, vite, ma vi giuro la mia non è tra queste, non piangete qualcosa che

non è ancora successo, non lasciate che il latte si versi, fate qualcosa, reggetelo, aiutatemi, vorrei dirvi .

Vi prego non lasciatemi andare via così, tristemente, sola. Perché dai almeno siate sinceri, voi non mi state

aiutando, state li fermi a piangere come se tutto fosse da buttare, fosse solo un ricordo. Forse sono io a

 dovere aiutare voi, sebbene non capisca come, lo voglio fare, devo dirvi di non piangere, ma non posso

 farlo se mi considerate, invisibile.

Dovete guardarmi come se non fossi spacciata, non sono morta, sono qui, sono viva.

Vi sento, mentre sostenete che non c’è nulla da fare, ma fino a prova contraria decido io, se non vi crea

 problemi.

E’ la mia vita, non potete decidere ti togliermela così, perché credete che sto soffrendo, non potete e

 non dovete, perché io non sto soffrendo, non certo per qualche maledizione di troppo, dopo un

 basilisco, mangiamorte a bizzeffe, non sarà un Cruciatus a mandarmi a quel paese. Io sto soffrendo

 perché voi state scegliendo della mia vita. Non sono più piccola, non sono più indifesa, sono grande, ho

 la mia vita e voi non farete nulla per togliermela, non potreste neanche staccando la spina, certo sarà

 più difficile resistere allora, ma ce la farò, perché semplicemente non posso, non devo morire. Non è

 ancora il tempo né il luogo per lasciare la mia vita.

Io sono una Grifondoro, non voglio morire in questo modo, non voglio morire in letto d’ospedale,

 voglio morire con gli altri, quando sarò vecchia e i miei nipotini mi racconteranno ciò che gli è successo

e poi mi pregheranno chiedendomi di raccontargli la storia del nonno, e allora lui entrerà nella stanza e

giocosamente li redarguirà dicendogli di lasciarmi stare, dicendogli che sarò stanca ed io mi alzerò e gli

ricorderò che è lui il più vecchio e scoppieremo a ridere ricordando i bei tempi mentre i bimbi

 rabbrividiranno al sentire le battaglie che abbiamo combattuto.

Ecco questa è la mia vita, come potete togliermela, come potete. Con che cuore tornereste poi a casa, e

 cosa direte ai piccoli, che la zia è morta per una maledizioncina da strapazzo?

Come potete soltanto credere che vi presteranno fede, quando sanno ciò che ho fatto. Io non ero

 invisibile, quando vi ho aiutato ad uccidere Voldemort, io c’ero e mi ricordo, quando mi abbracciasti

Harry, la domanda è se tu lo ricordi. Forse l’hai rimosso, quel ricordo doloroso. Perché dopo fui colpita

alle spalle, strano no come allora piansi disperato dicendomi, pregandomi di restare tra voi e adesso

 preghi che me ne vada, che vi lasci per non soffrire più.

Ma soffriresti te amore, come potrei andarmene sapendo che ti ho gettato nell’oblio?

Con che coraggio mi presenterei davanti a Lily, James, Sirius e tanti altri? Me lo puoi dire?

Ma non sei solo tu Harry caro, sento che non sono l’unica invisibile nella stanza, c’è anche lei vero?

Dove sei amore della mamma?

Vieni fuori.

Una lacrima salta fuori dei miei occhi, se mi guardate capirete che c’è qualcosa da fare, su dai

 osservatemi, Harry almeno tu guardami.

-Mamma, non piangere. Sono qui, vicino a te- dice un pigolio, piccola, tu non vuoi che me ne vada

 vero? No, tu sei come me, vuoi tutto dalla vita e adesso più di ogni altra cosa vuoi me. E io ti voglio

accontentare, ma se sono invisibile, come faccio? Diglielo tu che ci sono, che li sento e che non voglio

 morire, spiegaglielo tu che voglio restare con te e con tuo padre. Piangi, strepita, urla, ma ti scongiuro

fai qualcosa!

-La mamma piange- silenzio, che mi vedano ora? Che mi stiano guardando con la sua stessa, meticolosa

 e amorevole attenzione? Dai non è difficile, vedo che avete smesso di guardarmi come se fossi un

 fantasma invisibile, mi guardate come se fossi io, finalmente. Mi vedete.

Non vedete solo un corpo esanime, vedete me. Vedete la mia anima combattiva, vedete che non vi ho

 abbandonato, non posso semplicemente.

Vi vedo diversi e superati dalla mia volontà, vi vedo preoccupati e stravolti, ma da cosa?

-Ginny…?- chiedi incerto, Harry si sono io, ma come te lo dico che ci sono, che non sono invisibile,

 come faccio, non riesco a muovermi ma forse due sole lettere le posso dire, ci provo.

Cerco di schiudere le labbra, che fatica, ma se con la mia volontà sono riuscita a rifarvi vedere, riuscirò

 senz’altro a dire due lettere.

-S…I…- mi guardi, con i tuoi occhi verdi, mi guardi per la prima volta veramente in questi lugubri

 giorni come quella mattina alla stazione, mi guardi come ti guardai io la prima volta che ti vidi, la volta

 che mi innamorai di te, ma tu eri troppo occupato a scoprire chi eri per accorgerti della piccola bambina

 che ti osservava. Ma adesso mi osservi come per capire se sono vera, poi mi abbracci, mi parli

 all’orecchio, mi dici che non vuoi che me ne vada, che sei un egoista, che non te ne frega se soffro,

 perché tu non potresti vivere senza di me, mi dici che per te sono il sole, che in questi giorni ti alzavi

 per vedermi, anche se credevi che io non potessi, ma io ti vedevo e soffrivo perché credevi ti avessi

 abbandonata, credevi che non me andassi per farti soffrire, per farti credere che non mi hai dato

 abbastanza. Volevi che me ne andassi, a quel punto, per farti smettere di soffrire, volevi, ma non potevi,

 perché io non ero invisibile ero lì, con le palpebre abbassate sui miei occhi di cerbiatta, così come era lì

 il nostro, il mio, amore. Non potevi lasciarmi morire, anche perché sapevi che io non lo volevo, però

altri credevano che sarebbe stato meglio.

Discorsi che non avevo udito, che non avevo immaginato, forse volevo credere che tutti se ne fossero

 lavati le mani, che tutti sperassero in una mia morte, ma tu e la mia Lilly no. Voi volevate che restassi

con voi, ma allo stesso tempo concordavate con gli altri, perché dovevo soffrire per un tuo capriccio?

Ti dicevi.

E allora ogni giorno venivi per assicurarti che nessuno staccasse la spina, allora non te ne stavi qui

sperando che ti lasciassi, forse ero io che credevo mi credevo invisibile, perché tu mi guardavi, mi vedevi.

Grazie.

Vorrei ricambiare il tuo amore.

Ma lo sto già facendo vero? Sto vivendo, e ti basta.

E allora Harry ti giuro, e giuro a voi tutti, che presto, prima di quanto possiate immaginare, mi rivedrete

 a casa a giocare con Lilly e a lavorare da Auror come ho sempre fatto, e come ho sempre voluto fare.

Perché io non so no invisibile, io non sto soffrendo, io sono qui.

 

  
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