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Autore: brenda the best    01/06/2011    3 recensioni
Sono passati tre anni ma ancora non riesco a capacitarmi della sua scomparsa. Ora mi trovo davanti alla ruota panoramica, dove l’ho visto per l’ultima volta nella mia vita e ormai come ogni anno mi trovo a pensarlo.
Questa è la mia prima fanfiction, spero che possiate apprezarla!!! Se non va bene ditemelo, cosi non vado più avanti con la storia. Grazie e buona lettura.
NdAmministrazione: secondo il regolamento, l'introduzione deve contenere un accenno alla trama
o una citazione significativa ripresa dalla storia. L'autore deve perciò provvedere a modificare questa
introduzione (può contemporaneamente cancellare in autonomia questo messaggio)
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Per sicurezza furono mandate via tutte le persone che si trovavano intorno alla torre. “Bambini dovete andare via” dissi io. “Perché dobbiamo andare via?” disse Ayumi. “Noi senza Conan non c’è ne andiamo da qui” disse un arrabbiato Mizuhiko. “Già, abbiamo promesso a Conan che noi lo avremmo aspettato, qui” disse Genta. “Su non fate cosi, e per una norma di sicurezza” dissi cercando di convincerli ad andare via. “Che cosa è successo”? disse Ayumi, con le lacrime agli occhi. “Niente bambini, non è successo niente, ma per fare dovete andare via, per favore non disubbidite agli ordini” dissi. “Ma noi…” disse Ayumi. “Basta capricci, fate i bravi bambini, andrà tutto bene, fra poco riabbraccerete Conan va bene?” dissi io interrompendola. “C’è lo prometti?” disse Ayumi che stava per piangere. “Si te lo prometto” dissi io sorridendoli. “Ok, se c’è lo dici tu ti crediamo” disse un Ayumi sorridente. “Bravi bambini” dissi sorridendo. “Sato li accompagno io?” disse Chiba che era appena arrivato. “Sì, grazie Chiba” dissi. Chiba Sali in macchina, con i bambini che sorridevano, salutandomi. Dopo che se ne erano andati, ritornai verso la squadra degli artificieri, che stavano guidando Conan e Takagi nel disinnescare la bomba. Procedeva tutto bene, la bomba era stata quasi disattivata, fino a quando sentii “Che cosa significa che non potete andare avanti? Manca poco per disinnescare la bomba, ora che siete arrivati a questo punto che cos’è che v’impedisce di andare avanti?” disse il capo della squadra di artificieri al telefono con Takagi. Fui presa dell’agitazione, cosi presi il telefono e gridai “Takagi sono Sato, cosa vuol dire che non potete andare avanti? Tu e Conan avete ancora abbastanza tempo”. “Messaggio per l’agente coraggioso, la tua bravura merita un premio, un messaggio sul display della bomba apparirà un messaggio prima di tre secondi dalle esplosioni, cosi da scoprire dove sia l’altra bomba! Queste sono le parole che Conan mi ha detto che sono apparse sul display” disse Takagi. Ogni parola pronunciata da Takagi erano per me come delle pugnalate al cuore che mi riportavano indietro di tre anni. Iniziavano a cadere dai miei occhi amare lacrime e non dissi nulla. L’unico pensiero che albergava la mia mente era che quello che era successo una volta, stava accadendo di nuovo. Non volevo perdere anche lui, che con la sua timidezza pian piano era entrato dentro di me, facendomi ritornare a vivere e a sperare. Iniziavo a credere veramente se in me ci fosse qualche sortilegio, non era possibile che chiunque amassi nella mia vita era destinato ad lasciarmi. Ero incapace di dire una parola, l’unica cosa che riuscivo a fare, era fissare il vuoto e a tremare con il telefono in mano. “Mi dispiace, ho cercato di convincere Conan ad andare via, ma non ci sono riuscito, sai anche tu che l’unica soluzione che abbiamo e che Conan legga quel messaggio e potervi dire tramite messaggio dove si trovi la bomba, facendo in modo che nessuno si faccia male, tu mi capisci, e l’unica soluzione, perdonami” disse Takagi dopo quel breve attimo di silenzio che per me sembrava un’eternità. Incredibile, più ci pensavo e più credevo che fosse impossibile. Pensavo che fosse un brutto sogno e che fra poco mi sarei svegliata. Ma invece era tutto vero. “Addio Sato” mi disse infine Takagi, per poi chiudere la chiamata, senza aspettare che io gli rispondessi. Scoppiai a piangere e persi il controllo. Ormai il mio volto era stracolmo di lacrime, mi cade il telefono a terra e con tutte le mie forze gridai il suo nome “TAKAGIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII”!
  
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