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Autore: kishal    25/02/2006    5 recensioni
E' la storia di un amore creduto impossibile, rifiutato da tutti... ma che poi si è rivelato la salvezza del mondo magico. La vera salvezza. Spero abbiate il buon cuore di dirmi cosa ne pensate, ciaooo!!! ;D
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Strano Destino

 

Non sarebbe mai dovuto accadere.

Non avrebbero dovuto.

Non avrebbero mai dovuto farlo.

Non era giusto.

Non era sensato.

Non era lecito.

Non sarebbe mai dovuto accadere.

Trent’anni di differenza li dividevano.

Opposti ideali li rendevano nemici.

Sangue rivale scorreva nelle loro vene.

Non sarebbe mai dovuto accadere.

Due mondi paralleli non dovrebbero mai toccarsi

Andrebbe contro le leggi della fisica.

Due cuori rivali non dovrebbero mai comprendersi.

Andrebbe contro le leggi dell’amore.

Due esistenze contrapposte non dovrebbero fondersi.

Andrebbe contro le leggi della vita.

Non sarebbe mai dovuto accadere.

Era il tempo in cui la guerra risorgeva dalle viscere dell’Inferno, devastando per la seconda volta il Creato.

Era il tempo in cui due schieramenti micidiali e terribilmente avversi si affrontavano giorno e notte senza tregua.

Era il tempo in cui la giustizia non esistenza più per nessuno, e assassini, innocenti, ignavi morivano fra uguali sofferenze e tormenti.

Non sarebbe mai dovuto accadere.

Tradirono le leggi dell’amore.

Tradirono le leggi dell’amicizia.

Tradirono le leggi della vita.

Tradirono le leggi della fisica.

Tradirono le leggi della guerra.

E non se ne pentirono mai.

Neanche quando quella porta si aprì.

Neanche quando furono scoperti abbracciati insieme, in quel gran lettone che li aveva visti uniti tante volte.

Non se ne pentirono nemmeno quando due raggi verdi si diressero contemporaneamente verso loro.

Non se ne pentirono quando la vita li lasciò

Non sarebbe mai dovuto accadere?

Forse

Ma il Destino è strano.

E’ maligno.

E’ birichino

Al Destino piace giocare.

Al Destino piace scherzare.

Al Destino piace fare ciò che vuole.

Anche a costo di infrangere tutte le leggi che regolano l’universo.

Anche a costo di rovinare vite.

Anche a costo di rendere la morte piacevole.

Al Destino piace fare ciò che vuole,

perché è lui il re.

Non sarebbe mai dovuto accadere.

Queste erano le parole che si ripetevano tutti, nella bocca, nella mente, nel cuore, nello spirito.

Eppure, ciò che non sarebbe mai dovuto accadere, diede a quei tutti la speranza di credere che anche l’impossibile non è poi così invero.

Anche l’impossibile può essere realizzato.

In fondo, questo Fato tiranno, non è poi così astioso, se riesce a dare la speranza laddove ormai essa si è spenta.

Lucius Malfoy e Hermione Granger erano solo due pedine di quell’immane forza.

Ed erano coscienti di esserlo.

Morirono col sorriso sulle labbra, con l’amore nel cuore, con nello spirito l’orgoglio di essere stati più forti di chiunque altro, di qualunque altra cosa.

Non sarebbe mai dovuto accadere.

Ma accadde.

E l’impossibile rese possibile la pace in un popolo rovinato dalla guerra civile.

 

 

 

Harry si bloccò davanti alla stele di marmo, leggendovi le frasi che, quasi diciotto anni prima, sua moglie Ginevra aveva scritto in onore di coloro che, col loro ‘peccato’, avevano aperto gli occhi al mondo magico, permettendogli universalmente di vedere la realtà e di trovarvi rimedio.

Quelle parole fecero comparire sul suo viso pieno di cicatrici un piccolo, amaro sorriso, mentre la mente riandava veloce al ricordo della cara, piccola Hermione.

 

La sua migliore amica.

 

La simpatica saputella di Hogwarts.

 

La sorella che mai aveva avuto.

 

Scusi, posso disturbarla?

Una voce sottile di donna interruppe le sue rimembranze, riportandolo alla realtà. Harry si voltò, puntando il suo sguardo sulla figura che, senza che lui se ne accorgesse, gli si era avvicinata. Era una ragazza giovane, poteva avere al massimo vent’anni, e presentava una disordinata capigliatura bionda e grandi occhi dorati.

Bella di una bellezza che gli colpì il cuore, tanto gli era familiare. Peccato non riuscisse a capire a chi rassomigliasse…

“Certo.”

A quella risposta, un sorriso felice si distese sul bel viso della giovane, che si affrettò ad allungare una mano. “Sono lieta di conoscerla, Harry Potter!”

L’uomo sorrise appena, stringendole la mano. “Piacere mio. Con chi ho a che fare?”

“Sono un’apprendista della Gazzetta del Profeta. A dirla tutta, devo comporre il mio ‘articolo prova’ completamente dedicato al Giorno della Liberazione, e quei tiranni che dirigono il giornale mi hanno fatto capire che, se non scriverò qualcosa di più che strabiliante, posso anche scordarmi il posto! E’ troppo chiederle un aiuto, signor Potter?

Harry la guardò per un po’. Gli stava simpatica, perché non accettare? “Va bene. Di cosa vuole parlare?”

“Avevo deciso di incentrare l’articolo sulla storia dei Due Amanti, Hermione Granger e Lucius Malfoy. Sarebbe disposto a essere intervistato da me?

 

Tutta la propensione che Harry provava per la sconosciuta scomparve all’istante, mentre una morsa gli dilaniava il cuore: tutto, potevano chiedergli di tutto. Ma non quello. “Gli archivi sul caso sono aperti al pubblico nella sezione Seconda Guerra Magica del Ministero della Magia, signorina: potrebbe andare lì.”

“Preferisco le fonti dirette.” Rispose lei, impertinente.

“Bene, non le avrà. Come del resto nessuno le ha mai avute. Arrivederci!” Chiuse l’uomo, scocciato, allontanandosi a passi veloci dalla ragazza.

 

“Volevo solo chiarire una faccenda, signor Potter. Una faccenda di cui lei non ha mai parlato, e che è ancora ignorata dal Mondo Magico. Di chi furono quei due Avada che ammazzarono la coppia?

Harry si bloccò, tornando indietro di scatto e fermandosi ad un passo dalla giovane, che lo fissò negli occhi per niente impaurita dal suo cipiglio arrabbiato. “Le ho detto: tutto ciò che può sapere sta al Ministero, vada a vederselo e non mi disturbi più.”

“Là non c’è scritto nulla.”

“Allora si accontenti di quello che trova!”

“Non capisco quali siano i problemi. Perché non mi vuole parlare dello svolgersi dei fatti?

“Non sono affari suoi, ma soltanto miei, e dunque non la riguardano.”

“Lei non lo può sapere.”

 

L’uomo aggrottò le sopracciglia a quella risposta. “Chi è lei?”

La ragazza lo fissò a lungo negli occhi, senza rispondergli. Sembrava stesse decidendo il da farsi. Poi sorrise di nuovo, anzi, quasi ghignò. “Secondo lei chi sono?”

“Non lo so.”

“Ne è sicuro?”

“Non l’ho mai vista prima d’ora.”

“Oh, questo è certo. Ma possibile che non riesca proprio a indovinare la mia identità?

 

Uno strano senso di disagio s’impossessò di Harry. Guardò con più attenzione la straniera, e ancora quella sensazione di familiarità lo invase. Ma proprio non riusciva a cogliere la realtà che gli stava davanti.

E… se le dicessi che io so benissimo chi ha ucciso i due amanti? Se le dicessi che quella notte, in quella stanza, c’ero anch’io? Forse ero troppo piccola per ricordare ma c’è stato chi mi ha narrato i fatti, chi mi ha spiegato la situazione, chi mi ha allevato con la giusta consapevolezza.”

 

Harry, senza neanche accorgersene, trattenne il respiro, mentre la sua mente scivolava indietro nel tempo, rivangando ricordi che fino allora aveva tentato di seppellire in reconditi anfratti.

Si voltò, poggiando una mano sul freddo marmo della statua, conseguenza ultima di quel triste passato. Che cosa era accaduto prima?

 

Silente, nuovo ministro della magia, aveva fatto erigere a quelli che sarebbero passati alla storia come i “Due Amanti” quella scultura di marmo, al cui interno riposavano le loro ceneri, e vi aveva fatto incidere sopra le parole che la più piccola dei Weasley aveva composto.

Sopra il basamento stavano poggiate due statue: si trattava di due angeli, un uomo e una donna, ritratti con i volti dei due salvatori del mondo magico, che si abbracciavano e si guardavano con un sorriso sulle labbra.

Salvatori sì, proprio salvatori

Lui stesso era rimasto sbalordito quando quella relazione, assieme alla morte dei due implicati, si era venuta a sapere. Ricordava ancora la confusione del momento, non capiva se dovesse piangere perché la sua ‘Mione era morta, o perché lei aveva tessuto per così tanto tempo un legame segreto col braccio destro di Voldemort, Lucius Malfoy.

Ma poi, la consapevolezza aveva illuminato lui e tutti gli altri che si dibattevano in quel tremendo dilemma. Non era la relazione fra quei due a essere sbagliata, quanto piuttosto ciò che impediva che un legame del genere potesse essere stretto alla luce del sole.

Perfino molti mangiamorte lo compresero. Primo fra tutti, Draco Malfoy, e con lui i suoi amici di scuola, che avevano seguito la sua stessa via: Theodore Nott, Blaise Zabini, Pansy Parkinson. Perfino Tiger e Goyle. A loro poi se ne aggiunsero altri.

Fu indetta una tregua segreta. I mangiamorte non avrebbero ucciso più gli auror, e loro avrebbero fatto altrettanto.

Voldemort era all’oscuro di tutto. Nemmeno il suo grande potere riuscì a fargli capire cosa gli accadeva attorno. Era così accecato dal sangue delle vittime di quella tremenda carneficina che aveva causato da non rendersi conto che i suoi adepti gli avevano voltato le spalle.

Pochi mesi dopo, Voldemort fu tradito dai suoi mangiamorte e ucciso da Harry Potter.

E così, il mondo magico si liberò della sua più grande piaga.

 

Ma non era quello ciò che gli era stato chiesto. Aveva rivolto il pensiero a tutt’altro, ancora una volta la sua mente gli aveva negato la possibilità di riportare alla luce l’inizio, il ricordo principale, quello che faceva più male e che aveva tentato più e più volte – invano – di distruggere. Ci era quasi riuscito… ma ora le sue azioni lo tormentavano giorno e notte, incubi malefici di cui non poteva liberarsi.

 

Scale. Una porta ben conosciuta. Una stanza buia dietro essa.

Sul letto, due corpi stretti tra loro. Un sorriso pieno d’amore sulle loro labbra.

Poi confusione, odio, odio e confusione.

Una bacchetta che si alza. Due raggi verdi che colpiscono i due amanti, uno dietro l’altro.

Morte.

 

Una lacrima scese dagli occhi dell’uomo, percorrendo i solchi che le cicatrici delle battaglie passate avevano lasciato sul suo viso. C’era dell’altro? Si sforzò di ricordare, di rivangare pensieri, e con suo grande stupore scoprì che sì, c’era dell’altro.

 

Un lamento, un pianto di neonato che si mischia al suo, a quello di un amico tradito, un fratello oltraggiato…al pianto di un assassino pentito.

Un lamento di cui lui non si era mai curato perché, troppo preso dal dolore, si era subito smaterializzato.

 

“E’ difficile non è vero?” Chiese una dolce voce al suo fianco.

Harry si voltò, fissando le sue iridi verdi su quelle dorate della straniera.

Inaspettatamente lei gli sorrise. “Non si preoccupi, signor Potter. Non voglio che lei soffra, non era questo il motivo della mia visita. Io l’ho perdonata, e sono certa che l’hanno fatto anche i miei genitori. Si avvicinò, e gli mise in mano una pergamena color panna, con incise sopra lettere d’oro.

“Sarei lieta di rivederla. So che mia madre ci teneva tanto a lei, e magari potremmo stare un po’ insieme per parlare di quel periodo. Porti anche sua moglie.

Ronald Weasley ha già accettato il mio invito.

 

A quelle parole, Harry sentì il cuore fermarsi, gli occhi riempirsi ancor più di lacrime.

“Chi è lei?” Chiese con voce flebile.

La ragazza sorrise. Un sorriso strano, conosciuto, pregno di significati nascosti. “Mi chiamo Victoria.”

“Victoria?”

“Victoria Malfoy. E… beh, penso che abbia già capito che non sono la figlia di Draco!

 

   
 
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