Accucciata nell’angolo più remoto del confessionale gioco nervosamente con una ciocca di capelli corvini, socchiudo gli occhi portando le ginocchia al petto mentre appoggio la schiena alle fredde pareti d’acciaio.
Il gioco non valeva più niente per me: il milione era passato in secondo piano, ora la mia priorità... era lui.
Eppure sapevo che non ero pronta ad ammetterlo, nemmeno a me stessa.
In fondo, cosa potevo saperne io dell’Amore? Il vero Amore, quello con la “A” maiuscola, io non l’avevo mai provato.
Nessuno era mai riuscito ad abbattere gli spessi muri del mio cuore di ghiaccio, migliaia di domande mi affollavano la mente: Che senso aveva vivere? Perchè vincere il milione se non posso essere in pace con me stessa?
Mi stringo nelle spalle lottando contro le lacrime amare, quelle lacrime che ho soppresso per troppo tempo. Sconfitta, chiudo gli occhi e lascio che quelle salate gocce si confondano con il mio viso, mi bagnino le labbra e cadano a terra, come un eroe dopo la battaglia.
Ma nessun uomo meritava le mie lacrime, il mio dolore. Nessuno, tranne lui.
E se fosse tutto vero e non solo parole? Il cuore mi batte forte nel petto a quel pensiero così vicino, eppure così distante.
Sfioro distrattamente il pavimento, tormentata dalla visione angelica del suo viso, i suoi occhi, il suo sorriso.
Quel sorriso distratto e irresistibile.
Non giocare con i miei sentimenti.
Ricordo ogni singolo momento in cui avrei voluto dirtelo.
Non giocare con il mio cuore.
Tu lo sai, l’hai sempre saputo o, forse, l’hai solo sperato.
Io ti amo.
Sai quanto mi costa ammetterlo.
E le notti in cui speravo venissi da me, illusa, ti ho aspettato, ti ho amato, ti ho dimenticato.
Adios, Alejandro.