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Autore: KairiXDD    01/06/2011    2 recensioni
Kaori è una giovane liceale. Vive in una famiglia non particolarmente benestante, con un padre musicista e la madre insegnante. La cosa che più ama fare è sorseggiare del tè verde all'ombra del suo engawa che dà direttamente al giardino, costellato da meravigliosi alberi di ciliegio. Il corso degli eventi, però, cambierà presto le sue abitudini, e Kaori, da silenziosa e solitaria che è, si troverà costretta a condividere la casa con delle persone semisconosciute. Sarà questa la sua giusta occasione per esprimere i sentimenti che prova, da tempo sigillati nelle pagine di un vecchio diario?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Messaggio dall'autrice: Allora, innanzitutto, grazie di cuore a tutte e due per i vostri splendidi commenti! *imbarazzata* Mi dispiace di non essere riuscita a pubblicare prima di oggi il secondo capitolo, ma in questi ultimi mesi la scuola mi ha tenuta molto occupata, e perciò scrivere si è fatto davvero difficile... spero comunque possiate apprezzare lo stesso la storia! Buona lettura!

-Kao-chan, svegliati, è il tuo primo giorno di scuola-
Dei graziosi usignoli cinguettavano fuori dalla finestra. Ma Kaori non ne voleva sapere di alzarsi dal suo caldo e accogliente futon.
“Nemmeno se per colazione ci fosse una bella tazza di tè.” Pensava, precisando.
Sua madre sembrava aver capito quello che voleva dirle.
-Farai tardi a scuola…-
Kaori si rivoltò nelle coperte ed appoggiò il cuscino sopra la sua testa.
-Ancora un minuto, ‘ma…- grugnì.
La mamma sfiorò con la mano l’anta scorrevole. Mosse le labbra, come se stesse cercando di ribattere. Ma conosceva bene sua figlia, era ottusa.
Quindi si limitò a sospirare alzando gli occhi al cielo –forse sperava di poter contare sull’aiuto di qualche buon kami, ma sopra di lei non c’erano che travi di legno, per lo più umidicce, a causa della gelida notte appena passata.
Sentendo sua madre uscire dalla camera, Kaori alzò leggermente il capo e scrutò con occhi vispi il fusuma, quel bianco pannello che separava il suo mondo da quello esterno. Sì, perché era esattamente lì dentro che viveva la sua vita.
Allungò il braccio verso una piccola apertura sul tatami, invisibile agli occhi degli altri, e ne tastò la stuoia. Ancora una rapida occhiata in giro, giusto per essere sicura che nessuno la stesse osservando. Poi estrasse dal pavimento un piccolo diario. Con le gracili mani, prese una penna ed iniziò a scrivere parole d’inchiostro sulle bianche pagine.
Non voleva essere scoperta - aveva paura di essere presa in giro.
A quell’età, conservare ancora un diario? Che cosa infantile!
Eppure era uno dei pochi modi che aveva per sfogarsi: trasformava le sue emozioni in storie - altro motivo per il quale non le avrebbe fatte leggere a nessuno. Lei doveva dimostrarsi una ragazza fredda ed insensibile, non poteva provare alcun sentimento! Già il nome che le avevano dato era imbarazzante. “Profumo”- si addiceva perfettamente ad una ragazza dolce e sensibile. Ma non sarebbe mai voluta apparire così, aveva paura di sentirsi gli occhi della gente puntati addosso, indossare quegli abiti frivoli e vivaci che avrebbero messo in risalto la sua femminilità. Si ricordava ancora di quella volta, quando era alle medie: c’era un ragazzo che le piaceva da morire, e per il giorno di San Valentino gli aveva scritto una poesia, di nascosto. Ma il segreto non durò poi così a lungo: giusto due giorni dopo gran parte della classe era venuta a conoscenza dell’accaduto, perché lei aveva visto il suo amato vantarsi della lettera di fronte agli altri. Poi gli ascoltatori hanno fatto due più due ed avevano capito che il mittente non poteva essere che Kaori, e tutti avevano iniziato a canzonarla. I suoi sentimenti l’avevano resa ridicola; eppure lei pensava di averci messo tutto l’impegno possibile affinché il destinatario recepisse il suo messaggio. Forse ci aveva messo troppa sé stessa? O forse era il suo aspetto ad aver rovinato tutto? –non era poi così carina seppur cercasse di sembrarlo. Forse la femminilità proprio non si addiceva né al suo corpo, né al suo carattere. Così si era tagliata i capelli –un grande cambiamento, per una donna, inizia sempre dalla testa-, aveva rinnovato il suo guardaroba –niente più gonne e vestitini, i jeans sono più comodi-, era diventata un’altra. Una Kaori che non potevano più prendere in giro per via del suo nome, né per il suo modo di apparire e abbigliare.
Sistemò poi il tatami, infilò la penna dentro la cartella e prese sottomano la sua divisa scolastica, scostando le coperte del futon. Un raggio di sole si rifletteva all’interno della stanza per mezzo della grande vetrata che aveva come finestra. Era davvero una stupenda giornata…
Abbassò lo sguardo, e fissò la sua camicia posta sull’avambraccio. Il colletto era adornato da uno splendido fiocco bianco. Ogni ragazza, se avesse visto un completo del genere, avrebbe fatto i balzi di gioia. Beh, tutte tranne Kaori. Lei avrebbe dovuto indossare contro ogni sua volontà la divisa, e, con ogni probabilità, non sarebbe passata inosservata –l’avrebbero nuovamente canzonata come alle medie, pensava. Inclinò il capo e, a testa bassa, si diresse verso la cucina.

Dietro di sé, lasciava la scia di un dolce profumo al caramello.

   
 
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