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Autore: Strekon    25/02/2006    12 recensioni
Se pensate che io non abbia sofferto, vi sbagliate. Vi ho visto raggomitolati e vi ho visto, senza forze, subire tutto il dolore del mondo. Se pensate che non farò nulla per smettere di vedere e sentire tutto ciò...vi sbagliate.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Il treno sbuffò e rallentò ancora fino a fermarsi contro le barriere della stazione di Hogsmeade

Capitolo 5

Binari Paralleli

 

 

Io la sera mi addormento e qualche volta sogno perché so sognare

E mi sogno i tamburi della banda che passano che dovrà passare

Mi sogno la pioggia fredda e dritta sulle mani

I ragazzi della scuola che partono già domani

Mi sogno i sognatori che sognano la primavera, o qualche altra primavera da aspettare ancora

Fra un bicchiere di neve e un caffè come si deve

Quest'inverno passerà

 

                                   I Treni a Vapore, Fiorella Mannoia

 

 

1.

 

Il treno sbuffò e rallentò ancora fino a fermarsi contro le barriere della stazione di Hogsmeade. Le porte si aprirono quasi in sincrono e i passeggeri presero a scendere e salire. Non molti passeggeri, a dire il vero, ma abbastanza da aver permesso la costruzione di un secondo binario.

Hermione rimase accanto alla colonnina di metallo verde, guardandosi in giro, apprensiva. Alto. Un pizzetto leggero sul volto. Occhi scuri e infossati. E il suo nome era…

“Tu sei Hermione?” la domanda la fece sobbalzare e sollevare lo sguardo. Cercava ancora, nella tasca, il foglietto in cui aveva segnato tutte le informazioni dategli da Silente e da Ron sulla persona che avrebbe dovuto ricevere. Sfilò il pezzo di carta dalla tasca dei jeans e lo lesse, squadrando con la coda dell’occhio quell’uomo che l’aveva chiamata per nome.

“Rupert?” l’uomo sorrise in risposta. Un sorriso straordinariamente improvviso e naturale.

“Sì, sono io” allungò la mano e strinse quella di lei “Piacere, Rupert Poe”

“Hermione Granger, lieta di conoscerti” gli sorrise e lo osservò meglio. Capelli crespi, non troppo corti e brizzolati. Un pizzetto curato che circondava un sorriso che sembrava perennemente disegnato sul volto.

“Vieni, ti accompagno al castello” era davvero un uomo, come dire, interessante.

“Tu vivi qui, vero? Ad Hogsmeade?” chiese Rupert seguendo la sua accompagnatrice. Hermione annuì cercando, invano, di prendere almeno una delle grosse valige del nuovo arrivato. Rupert la scansò con un gesto gentile.

“Ci mancherebbe. Non preoccuparti, ce la faccio” prese con vigore i manici rivestiti di pelle e sollevò i bagagli da terra “Allora, dicevo, vivi qui, giusto?”

“Sì, in effetti non da molto…” mantenne la frase a metà per vedere la reazione di Rupert. Lui guardò in avanti e dopo un breve momento di silenzio sorrise sotto i baffi.

“I bisticci politici non mi interessano molto” allargò le spalle e imboccò la strada principale, verso l’esterno del paese “Sono qui soltanto per fare il mio lavoro”

Non che si aspettasse una risposta del genere, ma Hermione fu in ogni caso soddisfatta. E poi quell’uomo la faceva straordinariamente sentire a suo agio.

“E’ per di qua, vero?”

“Come? Eh, sì, certo…sei già stato ad Hogsmeade?” era curiosa di sentire la risposta.

“Prima volta. E’ un bel posto, per quel che vedo” Rupert diede un’occhiata intorno “Oh, prima che mi dimentichi, c’è un ufficio postale? Dovrei spedire un gufo e credo di essere già in ritardo”

“In fondo alla strada. Non è lontano, possiamo passarci adesso se ti va” Rupert annuì di buon grado e seguì Hermione lungo la stradina laterale alla stazione.

L’ufficio postale di Hogsmeade era stato rinnovato da pochi anni. Più centrale e molto meno affollato di gufi. Gli studenti che andavano a scuola al castello avevano, spesso, un gufo personale, e comunque la gufiera di Hogwarts permetteva a tutti i ragazzi di inviare corrispondenza senza il bisogno di un ufficio postale.

Rupert lasciò le valigie sulla soglia ed entrò con un sorriso ad Hermione.

“Ci metterò un attimo” le disse, estraendo di già una lettera dal colore paglierino. Hermione si dondolò sui paletti per le scope in balia dei suoi pensieri. Ron le aveva dato un compito semplice, su consiglio di Silente. Scoprire se questo Rupert fosse affidabile o meno, almeno superficialmente. Non avrebbe dovuto analizzarlo e men che meno infilarsi nella sua mente con un Leggimens, ma comunque il sesto senso di Hermione avrebbe fatto un buon lavoro, almeno questo pensava Ron. E fra l’altro lui era un uomo, e lei una bella donna, come le aveva detto Ron prima di baciarla, la sera prima.

Che stupido…

“Ciao Herm, che fai, parti?”

“Ginny” Hermione strizzò in un abbraccio l’amica “Che fai in giro a quest’ora?” Ginny alzò il bicchiere chiuso da un coperchio con beccuccio.

“Caffè caldo di Renzo. Il suo bar è una manna dal cielo” bevve un sorso della bevanda e le parve di rinascere.

“Dove vai, comunque?” Ginny accennò alle valige di fianco all’amica e bevve ancora un po’ del caffè.

“Queste? Oh, no, non sono mie. E’ arrivato il nuovo professore di divinazione”

“Oh, davvero?” Ginny parve sorpresa. Hermione annuì con uno strano sorriso che incusse timore in Ginny. Si leccò le labbra al sapor di caffè e scambiò una strana occhiata con l’amica.

“Che c’è? Hai quegli occhi da…come quando sapevi una risposta alla domanda di un professore, al contrario degli altri”

“Bè…è carino” Ginny sbarrò gli occhi e trattenne uno sbuffo sofferto.

“Herm ti prego! Ne abbiamo già parlato”

“Ma prova a conoscerlo prima! A me ha colpito molto. E poi se ti senti pronta…”

“Io non sono pronta!” replicò secca Ginny “Sono pronta…in parte, ecco. Oh, ma insomma, tu e mio fratello siete peggio di un’agenzia matrimoniale!”

“Eddai, tanto stasera sarà a cena, prima che torni a Londra. Ci saranno tutti, vieni anche tu, no?”

Ginny rimase perplessa a bere il suo caffè. Guardò in giro, come se cercasse il suggerimento per una risposta sensata alla proposta di Hermione. Non che volesse rimanere in solitudine, però era da un po’ che non usciva con qualcuno. E il terrore di fare brutta figura la frenava ancora prima di provarci.

“Allora?” insistette Hermione, un po’ speranzosa, e un po’ obbligandola ad accettare. Ginny sbuffò ancora un poco. Non era una decisione da prendere alla leggera. Anche se, dopotutto, era solo una cena informale, piena di gente, non sarebbero stati loro al centro dell’attenzione.

“Lettera spedita, possiamo andare” Rupert spuntò dall’uscio dell’ufficio e fece sobbalzare Ginny sul posto. Hermione si voltò di scatto.

Ma non può essere…

“Rupert, bene, possiamo andare. Posso prima presentarti…”

“Questa poi…Ginny Weasley” sorrise l’uomo, fra la barba leggera sul volto.

“Rupert!” Ginny quasi stritolò il povero bicchiere di carta “Io…è…wow, ciao!” Hermione spostò lo sguardo da un all’altro.

“Voi vi conoscete?”

“Sì, è…è strano, è stato…”

“Il viaggio in treno” terminò Rupert per lei. Ginny ammiccò convinta.

“Esatto, solo quello. Nella cabina, il viaggio…” spostò lo sguardo su Hermione in cerca di soccorso. Hermione pensò un paio di secondi su una cosa intelligente da dire.

“Bè, mi dispiace interrompere i vostri ricordi, ma dobbiamo andare al castello. Potete riprendere il discorso stasera”

“Stasera?” indagò Rupert.

“A cena”

“A cena?” la domanda di Ginny sorprese anche se stessa.

“Sì, a cena” sottolineò severa Hermione in risposta a Ginny “Faremo a casa nostra, così non ci saranno troppi fronzoli e potremmo parlare con calma…bè, andiamo”

“Sicuro” Rupert riprese le valigie e le sollevò da terra “Allora a stasera”

Ginny sollevò con uno scatto il braccio, cercando di imitare un cenno naturale, col risultato di rovesciarsi del caffè addosso. Lo schivò per un pelo con un balzo quantomeno ridicolo. Almeno ai suoi occhi. Rupert trattenne una risata e cercò di mantenere il suo solito sorriso.

Hermione fece passare Rupert davanti a se e lanciò un’occhiata all’amica. Sillabò poche parole.

“Alle quattro a casa mia” poi corse dietro al nuovo professore.

Per la prima volta da tempo a Ginny tremarono le gambe.

 

 

2.

 

“Dovresti stare calmo” sottolineo pigramente Eve, seduta sulla panchina della stazione, intenta a torturare pigramente i capelli di Tom. Il ragazzo poggiava la testa sulle gambe della ragazza e si copriva dal sole con un braccio che avvolgeva la testa.

Chris camminò ancora, nervosamente, avanti e indietro.

“Calmo…certo, facile! Calmo…” scosse la testa come se fosse desolato che sua cugina riuscisse a dirgli solo questo.

Tom tentò di far scorrere la mano sulla schiena di Eve, verso il basso, e per tutta risposta sentì uno strattone secco ai capelli. Trattenne un lamento e intravide lo sguardo severo della ragazza. Non lì e non ora.

Tom si alzò in piedi di scatto e bloccò la passeggiata dell’amico.

“Chris, è la tua ragazza! Di che ti devi preoccupare?”

“E se ci ha ripensato?”

“Ma…cosa?!” Tom sembrò più scioccato che altro.

“E viene fino qua per dirti “Oh, scusa, sto con un altro”? Andiamo, credevo fossi tu quello intelligente della famiglia” intervenne Eve, alzandosi in piedi.

“Sicuramente è quello insicuro” rimbeccò Tom

“Non sono insicuro…giusto ho qualche dubbio…” Chris riprese a camminare, agitato come un animale in gabbia.

“Ha qualche dubbio…che scemo” commentò Eve a bassa voce.

“Senti da che pulpito…” Tom lasciò la frase incompiuta, mantenendosi astutamente sul vago.

“E che vorresti dire?”

“Io? Nulla. Perché, tu che hai capito?” continuò Tom, trovandosi d’un tratto al centro di una discussione.

“Mi stai accusando di qualcosa che ho fatto?” il tono di Eve divenne d’un tratto acido e molto vicino al collerico, ma comunque troppo basso perché Chris lo sentisse.

“O che non hai fatto. Comunque è una tua scelta”

Eve stava per replicare quando il fischio di un treno in avvicinamento la zittì all’istante. Diede un sonoro pizzicotto a Tom sul fondo della schiena. La discussione non era certo finita lì.

Quando il treno fischiò per l’ultima volta, finalmente si fermò. Grace fu una delle prime a scendere.

 

 

3.

 

Quando Ron tornò a casa, per un momento pensò di essere entrato nel posto sbagliato.

“Ehilà, è esploso l’armadio?” domandò il rosso raccogliendo da terra un abito da sera che ricordava molto bene. Hermione lo aveva comprato un paio di anni prima per la festa di capodanno al castello. Era la prima festa tranquilla dopo i terribili eventi di poco tempo addietro. Aveva un ricordo parecchio sexy di Hermione con quell’abito.

“Ron? Sei tu?” la voce di Hermione lo richiamò al mondo reale “Vieni di sopra, sono con Ginny”

Ron raccolse il vestito e fece gli scalini due a due. Appoggiato alla balaustra trovò una gonna e un maglioncino beige. Qualcosa non quadrava. Era venuto a casa prima del solito per poter parlare di Hermione e del suo incontro con il nuovo insegnante, ma qualcosa gli faceva credere che non ci sarebbe riuscito.

Attraversò il corridoio ed entrò in camera da letto. Sembrava che i cassetti fossero stati sbalzati a terra e il contenuto con loro. L’armadio era spalancato e i vestiti sembravano franati per la stanza.

“Abbiamo fatto incazzare il ragazzo della tintoria?” ironizzò Ron raccogliendo altri vestiti sparsi a terra e poggiandoli sul letto già molto ingombrato. Hermione spuntò da un lato del letto con stretta in pugno una camicia con scollatura a V.

“Non scherzare, è una questione da donne” sibilò Hermione, alzandosi in piedi e scambiando un bacio col rosso “Tua sorella ha un appuntamento”

“Ha…cosa?!” Ron sembrò più seccato che sorpreso “Come? Con chi?”

“Verrà qua da noi, così lo conoscerai anche tu” Hermione bussò sulla porta del bagno “Tesoro, la camicia” e aprì appena la porta, allungando la camicia.

“Grazie…credo sia meglio mettere dei pantaloni”

“Aspetta” Hermione si ributtò nell’armadio in ricerca “Ecco, sembrano jeans, ma è tessuto elastico” e fece filtrare anche quelli attraverso la stretta fessura della porta.

“Aspetta, aspetta un attimo” Ron si sedette su un angolo del letto “Chi diavolo è? Lo conosci?” Hermione valutò bene che cosa dire.

“Bè, dunque. Sì, da poco, ma lo conosco” sorrise soddisfatta. Ron la guardò stranito.

“Quindi?”

“Quindi cosa?

“Ma chi diavolo è!”

“Il professor Poe” Ginny irruppe nella camera da letto sfoderando un fascino che Ron non le vedeva addosso da parecchio. Poi si rese conto delle parole della sorella. Scattò in piedi.

“Rupert Poe? Tu hai…ma perché?”

“Lo conosceva già” disse Hermione.

“Già” convenne Ginny, guardandosi allo specchio.

“Lo conosceva…come lo conosceva?”

“Senti, è lungo da spiegare, ma molto divertente!” Hermione cercò di metterla sul ridere. Ron sobbalzò frustrato.

“Ma tu dovevi solo capire che tipo era, non farlo uscire con mia sorella!”

“Ehi, lascia stare Hermione” sbottò Ginny “Io ero d’accordo. E poi è solo una cena informale in casa, non un appuntamento. Non c’è bisogno di agitarsi!”

Ron si diede un’occhiata intorno e poi lanciò un sguardo di sbieco ad entrambe.

“Vedo…il ritratto della calma” si rimise a sedere “Si può almeno sapere che tipo è?”

“E’ interessante. Direi intelligente”

“Sì lo è” rincarò Ginny, continuando a specchiarsi. Hermione annuì e si accoccolò sulle gambe di Ron.

“Non sembra abbia molto fraternizzato con Lestrange. Insomma, sembra pulito”

“Sembra…hai detto che viene qua?” domandò Ron pensieroso. Hermione annuì.

“Ron, ti prego” piagnucolò Ginny a mani giunte “Non dire o fare cose che possono mettermi in imbarazzo”

“Ehi, non lo farei mai!”

 

 

E se l'amore che avevo non sa più il mio nome

E se l'amore che avevo non sa più il mio nome
Come i treni a vapore, come i treni a vapore

Di stazione in stazione, e di porta in porta

E di pioggia in pioggia, di dolore in dolore

Il dolore passerà

 

                                   I Treni a Vapore, Fiorella Mannoia

 

4.

 

“Stanno proprio bene insieme” Eve succhiò un altro po’ dalla cannuccia, lanciando sguardi a Chris e Grace seduti lungo l’argine del fiume. Tom infilò una cannuccia nel bicchiere di Eve e bevve il succo fresco.

“Io l’ho trovata un po’ strana”

“Perché?”

“Mhh…non, so. Chiamalo sesto senso” insistette Tom bevendo altro succo. Alzò gli occhi sulla ragazza di fronte a lui e per un attimo anche lei lo guardò. Era così difficile staccare gli occhi. Doveva chiederglielo. Ora o mai più.

“Eve senti…”

“Guarda un po’! Accidenti, finirà per soffocarla!” Eve ridacchiò entusiasta, interrompendo Tom alle soglie del discorso.

“Certo che per baciarsi così. Hai visto?”

“Sì, sì. Abbiamo già fatto la nostra figura da guardoni. Possiamo andare ora?” disse Tom, giusto adocchiando il bacio fra Chris e Grace, troppo distanti per osservarli bene.

“Ti ho chiesto se volevi accompagnarmi, ora non fare il sofferente per piacere!” disse Eve. Tom sbottò.

“Ma se non…” fu interrotto di nuovo dalla voce di Eve.

“Ho un polipo al posto di un cugino. Ma pens…no! Guarda lì! Credo abbia una mano in più, non può essere ovunque!” Tom fu costretto a guardare meglio e dovette ammettere che Chris si dava davvero da fare con quel bacio. Per un attimo ebbe il terrore che volesse andare un po’ troppo oltre. Non sembrava un bacio senza un seguito.

E invece, come a voler contraddire i suoi pensieri, terminarono all’istante. Grace gli carezzò il volto e poi si allontano, verso l’uscita del parco. Chris, incredibilmente, non si mosse da lì e, soltanto quando la vide scomparire dietro agli alberi più bassi, si rimise seduto a due passi dalla riva.

“Bè, che fa?” Tom alzò le spalle alla domanda di Eve. Rimasero un po’ a guardarlo, ma il giovane Chris non diede segno di volersi alzare da lì, e ormai la giornata volgeva alla sera. Eve pagò e trascinò Tom con se.

“Piano, aspetta” Tom la fermò e si misero un poco nascosti dietro una pianta più larga che alta.

“Ma che fa?” la domanda di Eve era innocente, eppure Tom aveva come una brutta sensazione. Le fece un cenno con la mano e si fece avanti. Chris gli dava le spalle e ora aveva il capo chino.

“Ehi?” gli parlò ad una spanna dall’orecchio. Chris non si mosse, alzò giusto un po’ la testa.

“Che vuoi?” rispose senza troppo entusiasmo.

“Ma che è successo?” Tom si sedette accanto all’amico in una posizione identica.

“E’ successo che sono appena stato scaricato”

“Eh? Ma…” a Tom mancarono le parole. Che qualcosa non stesse andando bene quel pomeriggio, lo aveva intuito, ma non avrebbe mai pensato a nulla di così drastico.

“Tranquillo, te l’ho detto che mi aspettavo qualcosa, no?” Chris miagolò con la voce un poco rotta. Tom fece un cenno ad Eve. Piegò la bocca di lato per nulla entusiasta. La ragazza si avvicinò e si accovacciò alle sue spalle.

“Ehi…vieni qui” gli strinse le spalle e gli baciò delicatamente la zazzera. Chris si limitò a piegarsi un poco all’indietro.

“Credo che andrò a casa. Stasera poi mi aspettano e devo ancora andare a prendere il Pulcino…”

“Ma lei come…cioè, dove va?” domandò Tom. Chris alzò le spalle.

“Ha il treno fra poco…torna…sì, insomma” prese un bel respiro in cui Eve lo vide lottare strenuamente per non piangere “Io vado…Pulcino, la cena. Ci vediamo”

Chris si allontanò lasciando i due ragazzi soli, seduto sul praticello. Tom si stese schiena a terra.

“Merda…che stronza!” Eve si mise a ridere e Tom la seguì a ruota.

“Dai, non sappiamo neanche perché. E poi, se non se l’è presa Chris, non dovresti prendertela te” sottolineò Eve, stendendosi anche lei.

“A te sembra che non se la sia presa? Non l’ho visto benissimo. E’ una di quelle cose da suicidio in doccia. Semmai con la bava da pesca” Tom fece un verso strozzato ed Eve rise di nuovo.

“Smettila, dai. Domani gli parliamo con più calma. Adesso è ancora troppo fresca…”

“Ok, domani” rimase un attimo in silenzio prima di prendere coraggio “Senti, che fai stasera?”

“Mamma è fuori” Tom alzò la testa e la guardò negli occhi con desiderio. Fece uno di quei sorriseti alla Bishop che facevano sorridere Eve.

“Vin è in casa” concluse la ragazza, e Tom lanciò un lamento cupo e sprofondò la testa per terra, suscitando la solita risata ad entrambi.

“Vabbè, pizza?”

“Con Vin in casa?” Eve parve perplessa. Tom alzò le spalle.

“Possiamo anche passare una serata tranquilla ogni tanto. Allora, pizza?”

“Prosciutto?”

“Io peperoni”

“Andata” Eve si rimise in piedi e sorrise al ragazzo.

“Andiamo?”

Tom la seguì a cuor leggero. Per ora andava bene così. Per ora.

 

 

5.

 

“Voglio dire, è un ottima scuola, non posso certo lamentarmi” Rupert sorrise cordiale e passò l’insalata alla sua destra, a Hermione. Lei lo ringraziò mentre Ron finì di masticare il suo pasticcio di carne prima di riprendere il discorso. Ginny, però, lo anticipò.

“E hai mai insegnato?” Ron annuì alla domanda della sorella e ondeggiò la testa. Hermione lanciò uno sguardo a Chris. Sembrava strano quella sera. Laurie masticò un boccone troppo grande e finì per tossire per non strozzarsi.

“No, mai a ragazzi. Ho insegnato qualcosa a gente più adulta. Ma soprattutto ho avuto ottimi insegnanti” alzò le spalle, soddisfatto dalla risposta. Scodellò un po’ di patate nel piatto.

“Chris, tua sorella” sibilò Hermione vedendo che Laurie ancora tossiva, ma il ragazzo non sembrava averla sentita. Punzecchiava il cibo senza badare a quello che gli accadeva attorno.

“Chris…” sibilò ancora, mentre Laurie tossiva sempre più forte “Chris!” urlò, infine, Hermione facendo sobbalzare gli altri. Perlomeno il giovane Weasley sembrò dare segno di aver sentito.

“Ah…?” borbottò il ragazzo prima di rendersi conto di Laurie. Gli batté la schiena e le versò un bicchier d’acqua.

“Bevi piano” sussurrò Chris. Hermione infilzò un pezzo di carne e cercò di cambiare argomento.

“Allora, Rupert, che facevi prima di venire qua?”

“Lavoravo al ministero” la risposta serena di Rupert gelò Ron sul posto. Rimase con la forchetta piantata sulla patata.

“Oh…bè, ma pensa” sdrammatizzò Ginny “E così conosci Silente?”

“Di fama. Non ho studiato ad Hogwarts”

Ron torse la forchetta. La patata stava diventato purè. Hermione notò il marito con lo sguardo piantato sulla tortura della patata, e gli diede un colpo leggero col piede. Il rosso sembrò sobbalzare.

“Bene, voglio dire, anche io ho lavorato al ministero” Ron guardò in modo eloquente la sorella. Stava facendo un grande sforzo per comportarsi decentemente, e Ginny sembrò notarlo perché gli boccheggiò un grazie a labbra serrate.

“Oh, lo so, vi conosco per fama. Chi più chi meno” ridacchiò Rupert. Masticò una fetta di pomodoro e riprese “Weasley è stato un ottimo ministro”

“Nostro fratello sarà contento di saperlo” sorrise Ginny e bevve un sorso d’acqua per rinfrescarsi le idee.

“Mamma, io vado di sopra” Chris si alzò in piedi e spostò il tovagliolo.

“Ma non hai toccato cibo” Hermione aveva nasato bene, qualcosa non andava.

“Non ho fame” attraversò la sala e salì le scale. Laurie si alzò di scatto.

“Finito! Vado con lui”

“Ehi, ehi signorina!” Ron non riuscì a fermarla e corse via come il vento. Hermione sospirò rassegnata.

“Adolescenti…” fece un sorriso di circostanza. Ron sospirò a sua volta.

“Piccole donne” ridacchiò, facendo ridere anche gli altri. Hermione si alzò per sbarazzare i piatti dei due ragazzi.

“Aspetta ti do una mano” Ginny prese le due brocche d’acqua da riempire e seguì Hermione in cucina. Chiuse la porta con un colpo di tacco.

“Allora? Come sta andando? Bene, no?” Ginny sembrava molto, troppo, agitata. Hermione sbarazzò i piatti da lavare con un sorriso pronto ad esplodere.

“A Ron verrà l’ulcera, ma sì, credo stia andando bene”

“E poi è simpatico! Dai, credo sia semplicemente sincero e che ci stiamo preoccupando per nulla” Hermione alzò un poco le spalle e ridacchiò.

“Certo che per non essere un appuntamento la stai prendendo molto sul serio” non fece in tempo a finire la frase che Ginny le pizzicò il sedere. Hermione ridacchiò ancora, lanciando un piccolo urlo appena accennato.

“Torno di là, così Ron non ha il tempo di vivisezionarlo” e Ginny attraversò la porta con le brocche piene d’acqua in mano. Hermione sistemò i due piatti rimasti e si asciugò le mani.

“Hermione…Chris non mi parla” la donna si girò di scatto sentendo la voce di Laurie. Non l’aveva sentita scendere dalle scale della cucina, e capì anche il perché. Aveva ai piedi solo i calzini.

“Cosa è successo? Lo hai fatto arrabbiare?” si inginocchiò per scostare un ricciolo castano. Laurie si torturò un dito.

“Ma no! Uffa…e poi sta lì a piangere”

“Chris piange?” Hermione sbarrò gli occhi sorpresa. Laurie confermò annuendo con la testa.

“E poi non mi vuole dire niente di Grace”

“Prima o poi verrà a trovarci, appena suo papà ha un po’ di tempo la accompagnerà qui” Hermione rassicurò Laurie, che però fece una faccia contrariata.

“Ma Grace è stata qui oggi! Ho sentito che lo diceva a Tom!” sbottò Laurie lasciando di stucco Hermione. E la veloce capacità logica della donna le fece fare due più due. Se Grace era venuta fin qua, e Chris stava così male…

Sospirò sapendo ormai di essere arrivata un po’ troppo tardi.

“D’accordo, me lo fai un favore, tesoro?” Laurie annuì a labbra serrate, quasi se le volesse mangiare “Vai nel lettone e saltella finché vuoi” il dolce faccino della bambina si illuminò.

“Davvero posso?”

“Certo! Stai attenta a non farti male, però. Vai” Laurie prese e corse come il vento fino al piano di sopra, ridendo come una matta.

Hermione si rimise in piedi e allungò la testa in sala.

“Scusate, tesoro, problema di livello due” strinse le labbra e alzò gli occhi al cielo. Ron smise di bere dal bicchiere.

“Chris?” Hermione annuì. Ron sospirò.

“Vado io, ma prima o poi parlagli” Ron annuì ed Hermione sparì al di là della porta. Ginny scosse la testa e alzò gli occhi al cielo.

“Livello due?” la domanda di Rupert fu di sincera curiosità.

“E’ un codice che usiamo in famiglia” spiegò Ginny sorridendo, o forse ridendo “Il livello uno è la prima cotta” Rupert annuì sorpreso.

“Il livello due è il primo scaricamento” Ron concluse il discorso per la sorella “Più il livello è alto e più la faccenda è grave”

“Interessante” il professor Poe sorrise divertito “ E c’è anche un terzo livello?” chiese, scherzoso.

“Sì” Ron gli rispose con un tono abbastanza duro per il genere di conversazione che si stava tenendo “Il livello tre è il tradimento” gli piantò gli occhi addosso come se volesse dargli fuoco col pensiero. Ginny respirò e cercò di mantenersi calma. Quel silenzio stava durando fin troppo. Un silenzio imbarazzato che Rupert non riusciva a spezzare nonostante la buona volontà. Ginny pregò perché gli venisse qualcuno in soccorso, dato che Hermione ormai se l’era giocata.

E in quella suonò il campanello.

Grazie al cielo…

Ginny riprese a respirare e bevve un sorso d’acqua. Ron si alzò di scatto.

“Scusatemi torno subito” il rosso lasciò la sala e si infilò per il corridoio che conduceva all’ingresso di casa.

Ginny si guardò intorno cercando di trovare qualcosa di intelligente da dire. Rupert sbuffò una risata, come se l’avesse trattenuta per troppo tempo fra le labbra. E anche Ginny si cacciò a ridere.

“Scusa…mio fratello è…è fatto così” disse Ginny fra i singulti dati dal ridere. Rupert cercò di riprendersi e intanto faceva un cenno consolatorio con la mano.

“Non…non importa…è da un sacco di tempo che non passavo una serata così!” riprese a respirare normalmente e bevve un sorso di vino per schiarirsi l’idea e la voce. Ginny si asciugò gli occhi lacrimanti con la punta del tovagliolo.

“Peccato che sia già finita” disse, poi, Rupert poggiando il suo bicchiere. Ginny alzò le spalle.

“Possiamo anche ripeterla, se vuoi…” con questo aveva osato anche troppo. Il professor Poe la fissò con uno strano sorriso. Ginny conosceva la sua mania per il sorriso, ma quello fu leggermente diverso. Era un sorriso…approfondito. Un sorriso che penetrava bene dentro. Era strano.

 

Ron corse ad aprire la porta. E fu sorpreso di trovarsi davanti Neville Paciock affannato e sudato.

“Neville ma cosa…”

“Felpato…e Lunastorta…” Neville cercò di parlare con la voce rotta dallo sforzo “…hanno avuto guai”

Anche se potevo sembrare scomparso…non lo sono! Scusate il grosso ritardo, ma oltre gli esami impellenti (che non sono andati neanche troppo bene), ci si è messo pure il PC e la connessione ad internet (che ho riattivato da pochi giorni). Insomma, quando le sfighe non viaggiano mai sole, vero? Ma bando alle ciance, vedo che avete atteso in molti, e quindi eccovi il nuovo Capitolo, con la promessa che il prossimo sarà molto più rapido (ho avuto modo di pensare un bel po’… almeno quello non richiede un PC funzionante e una connessione! ^__-)

Well, ringrazio i recensori, tutti e tutti, e rispondo ai loro commenti, proprio ora!! ^ ^

Ladyof Darkness: Mi scuso per l’immenso ritardo! Sì, bè, il tuo ragionamento è praticamente esatto, ora devi solo porti qualche altra domanda…su Bellatrix e co. Ah, e ti assicuro che Luna ha il suo perché, c’è anche della Luna originale lì sotto, solo che crescendo i caratteri mutano, pur partendo dalla stessa base. A risentirci a presto, Ciao ciao ^^

Sunny: Mi sarebbe piaciuto beccarci in Chat, ma il malvagio signor Virgilio mi ha rubato tutti i mega di connessione! In compenso il Signor Libero me li ha restituiti, con un po’ di tempo ma sono arrivati. Remus il pacato ringrazia per l’apprezzamento e fa notare come lui abbia un approccio meno violento alla situazione (anche se Sirius quando ce vò ce vò…^__-) E ti faccio notare che ho messo i Weasley sparsi in diversi punti…sono o no un bravo ragazzo? Ci sentiamo, ciao! ^^

Alewen: Anche io, però per la mia fic ho dovuto evolvere (non cambiare, nota bene) il suo carattere in un genere più dark/thriller. Sarebbe stata un po’ troppo fuori posto, altrimenti. Stay with us! Alla prossima! ^^

Karien: E’ una specie di identificazione col personaggio, capisco! ^ ^ Oh, non fumo neppure io, una brutta storia di quasi 18 anni fa…un giorno la racconterò! ^ ^ So che sai che posso fare di peggio…e tanto lo sai (e lo sapete…) che lo farò…Oh, signore, quanto sono cattivo! : P Ci vediamo!! ^ ^

Serena82: La sferetta..? Bè, da quanto dicono qui in giro, molti pensano sia stata la dolce cugina di Sirius…potrebbe essere dopotutto! ^__- Ah, i libri! Anche tu sei stata colpita dalla malattia di “Guglielmo da Baskerville”? ^__- Tranquilla…qualcosa si otterrà, appena hanno finito di raccogliere tutti i pezzetti! ^ ^ Grazie e alla prossima!

Dorothea: Ma salve! Ho visto l’aggiornamento e lo leggo appena ho un secondo libero! Eh, è vero che c’era un senso di “è tutto troppo facile….”? Già, in effetti non lo era! ^ ^ Fortunatamente a Sirius è tornata in mente la manfrina di tritoni e petardi esplosivi. Luna avrà il suo ruolo, anche se sarà una Luna più adatta al tipo di fic che sto scrivendo (nonostante il carattere di Luna nei libri sia fenomenale! ^ ^) Grazie e alla prossima!

Ellie: Poco per volta, tutto sarà chiaro, e poi io lascio sempre indizi per capire prima tutta la situazione. Certo, ammetto che sono molto difficile da capire/trovare, ma ci sono! L’integrazione di Luna nel gruppo di personaggi vedo che ha riscontrato ottimi risultati, molto bene! Son contento! Ah, e i  “vecchi” ringraziano ^__-. Ciao e alla prossima!  ^ ^

Vale: Eccomi, come vedi, giusto il tempo di sistemare quel che ti dicevo! Oh, well, Luna sana donna di principi. In effetti se lo chiede anche lei perché lo fa…perché è giusto, probabilmente! Ti ho lasciato con l’amaro (Cynar? Vabbè, questa me la potevo risparmiare…-__-) in bocca…e ho fatto la stessa cosa in questo chap! ^ ^ Ah ah, dai presto si saprà qualcosa, giurin giurello! Grazie mille e alla prossima!! ^ ^

Marty92: Tranquilla, Draco è morto. Bwahahahah, adoro dirlo! Scateno il panico fra i recensori (strek si ricompone prendendo un’aria professionale). Dunque dicevo, ah, Luna, come ho detto prima, ho dovuto metterla un pochino più Dark per esigenze di stile della fic. Sarebbe stata troppo fuori luogo altrimenti. Ma avrà le sue epifanie, ogni tanto ^ ^ E poi…non sono cattivo…è che mi disegnano così ^__- Ciao e alla prossima!!

Pan_z: Panuzza cara! Che piacere risentirti! Gradito ritorno, tranquilla, prendi fiato e leggi con calma. Ci sentiamo al prossimo capitolo…ciao ciao ! ^ ^

Ale: Ma salve carissima! E’ una Luna più adatta a quel che scrivo, ma ogni tanto avrà le sue uscite, tranquilla…è sempre Luna. E poi sai che butto tutto sul dark/tragico! Well, a proposito di adolescenza, ci sono stati interessanti sviluppi in questo chap…senza contare le zampe di Bellatrix sempre un metro avanti agli altri…tanta carne al fuoco, bisogna non perdere l’ordine delle cose e tenere sempre d’occhio gli indizi che spargo…Grazie mille per la recensione e alla prossima!! ^ ^

Sorti: No, Luna è solo settata per la mia fic. Avrà i suoi momenti, ma questa fic è meno Rowlingiana…sarebbe stata fuori posto come personaggio, e piuttosto che crearne uno nuovo ho sistemato Luna. E’ evoluta e cresciuta, ma è sempre lei. Se vedemu! ^^

Belial: Un nuovo recensore! Strek si inchina e ti ringrazia per cotanto sforzo di lettura e ti da ragione, la situazione è partita più calma del solito, ma vedrai che le cose cambieranno. Voglio dire, a furia di trattenersi poi si esplode… una similitudine azzeccata direi. Quanti capitoli? Oddio, non ti so dire davvero, cmq direi che la tiro per le lunghe come al solito, quindi dovrai sopportarmi per ancora un bel po’… Grazie e alla prossima! ^ ^

 

 

E con questa ho concluso! Vi ringrazio tutti, dal primo all’ultimo, anche chi c’è e non lascia un segno del suo passaggio. E chi mi scrive email…a proposito, ho cambiato gestore, quindi ho cambiato mail. La vecchia mail non esiste più, la mia nuova mail è strekon.giacomo@libero.it  per qualsiasi cosa: regali, insulti, armi di distruzione di massa, buoni pasto, ecc…

 

Alla prossima!

 

 

 

See you again!!!!!

   
 
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