Capitolo 5
Binari Paralleli
“Io la sera mi addormento e qualche volta sogno perché so sognare
E mi sogno i tamburi della banda che passano
che dovrà passare
Mi sogno la pioggia fredda e dritta sulle mani
I ragazzi della scuola che partono già domani
Mi sogno i sognatori che sognano la primavera,
o qualche altra primavera da aspettare ancora
Fra un bicchiere di neve e un caffè come si
deve
Quest'inverno passerà”
I
Treni a Vapore, Fiorella Mannoia
1.
Il treno sbuffò
e rallentò ancora fino a fermarsi contro le barriere della stazione di
Hogsmeade. Le porte si aprirono quasi in sincrono e i passeggeri presero a
scendere e salire. Non molti passeggeri, a dire il vero, ma abbastanza da aver
permesso la costruzione di un secondo binario.
Hermione rimase accanto
alla colonnina di metallo verde, guardandosi in giro, apprensiva. Alto. Un
pizzetto leggero sul volto. Occhi scuri e infossati. E il suo nome era…
“Tu sei
Hermione?” la domanda la fece sobbalzare e sollevare lo sguardo. Cercava
ancora, nella tasca, il foglietto in cui aveva segnato tutte le informazioni
dategli da Silente e da Ron sulla persona che avrebbe dovuto ricevere. Sfilò il
pezzo di carta dalla tasca dei jeans e lo lesse, squadrando con la coda
dell’occhio quell’uomo che l’aveva chiamata per nome.
“Rupert?” l’uomo sorrise in risposta. Un sorriso straordinariamente improvviso e naturale.
“Sì, sono io”
allungò la mano e strinse quella di lei “Piacere, Rupert Poe”
“Hermione
Granger, lieta di conoscerti” gli sorrise e lo osservò meglio. Capelli crespi,
non troppo corti e brizzolati. Un pizzetto curato che circondava un sorriso che
sembrava perennemente disegnato sul volto.
“Vieni, ti
accompagno al castello” era davvero un uomo, come dire, interessante.
“Tu vivi qui,
vero? Ad Hogsmeade?” chiese Rupert seguendo la sua accompagnatrice. Hermione
annuì cercando, invano, di prendere almeno una delle grosse valige del nuovo
arrivato. Rupert la scansò con un gesto gentile.
“Ci mancherebbe.
Non preoccuparti, ce la faccio” prese con vigore i manici rivestiti di pelle e
sollevò i bagagli da terra “Allora, dicevo, vivi qui, giusto?”
“Sì, in effetti
non da molto…” mantenne la frase a metà per vedere la reazione di Rupert. Lui
guardò in avanti e dopo un breve momento di silenzio sorrise sotto i baffi.
“I bisticci
politici non mi interessano molto” allargò le spalle e imboccò la strada
principale, verso l’esterno del paese “Sono qui soltanto per fare il mio
lavoro”
Non che si
aspettasse una risposta del genere, ma Hermione fu in ogni caso soddisfatta. E
poi quell’uomo la faceva straordinariamente sentire a suo agio.
“E’ per di qua,
vero?”
“Come? Eh, sì,
certo…sei già stato ad Hogsmeade?” era curiosa di sentire la risposta.
“Prima volta. E’
un bel posto, per quel che vedo” Rupert diede un’occhiata intorno “Oh, prima
che mi dimentichi, c’è un ufficio postale? Dovrei spedire un gufo e credo di
essere già in ritardo”
“In fondo alla
strada. Non è lontano, possiamo passarci adesso se ti va” Rupert annuì di buon
grado e seguì Hermione lungo la stradina laterale alla stazione.
L’ufficio
postale di Hogsmeade era stato rinnovato da pochi anni. Più centrale e molto
meno affollato di gufi. Gli studenti che andavano a scuola al castello avevano,
spesso, un gufo personale, e comunque la gufiera di Hogwarts permetteva a tutti
i ragazzi di inviare corrispondenza senza il bisogno di un ufficio postale.
Rupert lasciò le
valigie sulla soglia ed entrò con un sorriso ad Hermione.
“Ci metterò un
attimo” le disse, estraendo di già una lettera dal colore paglierino. Hermione
si dondolò sui paletti per le scope in balia dei suoi pensieri. Ron le aveva
dato un compito semplice, su consiglio di Silente. Scoprire se questo Rupert
fosse affidabile o meno, almeno superficialmente. Non avrebbe dovuto
analizzarlo e men che meno infilarsi nella sua mente con un Leggimens, ma
comunque il sesto senso di Hermione avrebbe fatto un buon lavoro, almeno questo
pensava Ron. E fra l’altro lui era un uomo, e lei una bella donna, come le
aveva detto Ron prima di baciarla, la sera prima.
Che stupido…
“Ciao Herm, che
fai, parti?”
“Ginny” Hermione
strizzò in un abbraccio l’amica “Che fai in giro a quest’ora?” Ginny alzò il
bicchiere chiuso da un coperchio con beccuccio.
“Caffè caldo di
Renzo. Il suo bar è una manna dal cielo” bevve un sorso della bevanda e le
parve di rinascere.
“Dove vai,
comunque?” Ginny accennò alle valige di fianco all’amica e bevve ancora un po’
del caffè.
“Queste? Oh, no,
non sono mie. E’ arrivato il nuovo professore di divinazione”
“Oh, davvero?”
Ginny parve sorpresa. Hermione annuì con uno strano sorriso che incusse timore
in Ginny. Si leccò le labbra al sapor di caffè e scambiò una strana occhiata
con l’amica.
“Che c’è? Hai
quegli occhi da…come quando sapevi una risposta alla domanda di un professore,
al contrario degli altri”
“Bè…è carino”
Ginny sbarrò gli occhi e trattenne uno sbuffo sofferto.
“Herm ti prego!
Ne abbiamo già parlato”
“Ma prova a
conoscerlo prima! A me ha colpito molto. E poi se ti senti pronta…”
“Io non sono
pronta!” replicò secca Ginny “Sono pronta…in parte, ecco. Oh, ma insomma, tu e
mio fratello siete peggio di un’agenzia matrimoniale!”
“Eddai, tanto
stasera sarà a cena, prima che torni a Londra. Ci saranno tutti, vieni anche
tu, no?”
Ginny rimase
perplessa a bere il suo caffè. Guardò in giro, come se cercasse il suggerimento
per una risposta sensata alla proposta di Hermione. Non che volesse rimanere in
solitudine, però era da un po’ che non usciva con qualcuno. E il terrore di
fare brutta figura la frenava ancora prima di provarci.
“Allora?”
insistette Hermione, un po’ speranzosa, e un po’ obbligandola ad accettare.
Ginny sbuffò ancora un poco. Non era una decisione da prendere alla leggera.
Anche se, dopotutto, era solo una cena informale, piena di gente, non sarebbero
stati loro al centro dell’attenzione.
“Lettera
spedita, possiamo andare” Rupert spuntò dall’uscio dell’ufficio e fece
sobbalzare Ginny sul posto. Hermione si voltò di scatto.
Ma non può essere…
“Rupert, bene,
possiamo andare. Posso prima presentarti…”
“Questa
poi…Ginny Weasley” sorrise l’uomo, fra la barba leggera sul volto.
“Rupert!” Ginny
quasi stritolò il povero bicchiere di carta “Io…è…wow, ciao!” Hermione spostò
lo sguardo da un all’altro.
“Voi vi
conoscete?”
“Sì, è…è strano,
è stato…”
“Il viaggio in
treno” terminò Rupert per lei. Ginny ammiccò convinta.
“Esatto, solo
quello. Nella cabina, il viaggio…” spostò lo sguardo su Hermione in cerca di
soccorso. Hermione pensò un paio di secondi su una cosa intelligente da dire.
“Bè, mi dispiace
interrompere i vostri ricordi, ma dobbiamo andare al castello. Potete
riprendere il discorso stasera”
“Stasera?”
indagò Rupert.
“A cena”
“A cena?” la
domanda di Ginny sorprese anche se stessa.
“Sì, a cena”
sottolineò severa Hermione in risposta a Ginny “Faremo a casa nostra, così non
ci saranno troppi fronzoli e potremmo parlare con calma…bè, andiamo”
“Sicuro” Rupert
riprese le valigie e le sollevò da terra “Allora a stasera”
Ginny sollevò
con uno scatto il braccio, cercando di imitare un cenno naturale, col risultato
di rovesciarsi del caffè addosso. Lo schivò per un pelo con un balzo quantomeno
ridicolo. Almeno ai suoi occhi. Rupert trattenne una risata e cercò di
mantenere il suo solito sorriso.
Hermione fece
passare Rupert davanti a se e lanciò un’occhiata all’amica. Sillabò poche
parole.
“Alle quattro a
casa mia” poi corse dietro al nuovo professore.
Per la prima
volta da tempo a Ginny tremarono le gambe.
2.
“Dovresti stare
calmo” sottolineo pigramente Eve, seduta sulla panchina della stazione, intenta
a torturare pigramente i capelli di Tom. Il ragazzo poggiava la testa sulle
gambe della ragazza e si copriva dal sole con un braccio che avvolgeva la
testa.
Chris camminò
ancora, nervosamente, avanti e indietro.
“Calmo…certo,
facile! Calmo…” scosse la testa come se fosse desolato che sua cugina riuscisse
a dirgli solo questo.
Tom tentò di far
scorrere la mano sulla schiena di Eve, verso il basso, e per tutta risposta
sentì uno strattone secco ai capelli. Trattenne un lamento e intravide lo
sguardo severo della ragazza. Non lì e non ora.
Tom si alzò in
piedi di scatto e bloccò la passeggiata dell’amico.
“Chris, è la tua
ragazza! Di che ti devi preoccupare?”
“E se ci ha
ripensato?”
“Ma…cosa?!” Tom
sembrò più scioccato che altro.
“E viene fino
qua per dirti “Oh, scusa, sto con un altro”? Andiamo, credevo fossi tu quello
intelligente della famiglia” intervenne Eve, alzandosi in piedi.
“Sicuramente è
quello insicuro” rimbeccò Tom
“Non sono
insicuro…giusto ho qualche dubbio…” Chris riprese a camminare, agitato come un
animale in gabbia.
“Ha qualche
dubbio…che scemo” commentò Eve a bassa voce.
“Senti da che
pulpito…” Tom lasciò la frase incompiuta, mantenendosi astutamente sul vago.
“E che vorresti
dire?”
“Io? Nulla.
Perché, tu che hai capito?” continuò Tom, trovandosi d’un tratto al centro di
una discussione.
“Mi stai
accusando di qualcosa che ho fatto?” il tono di Eve divenne d’un tratto acido e
molto vicino al collerico, ma comunque troppo basso perché Chris lo sentisse.
“O che non hai
fatto. Comunque è una tua scelta”
Eve stava per
replicare quando il fischio di un treno in avvicinamento la zittì all’istante.
Diede un sonoro pizzicotto a Tom sul fondo della schiena. La discussione non
era certo finita lì.
Quando il treno
fischiò per l’ultima volta, finalmente si fermò. Grace fu una delle prime a
scendere.
3.
Quando Ron tornò
a casa, per un momento pensò di essere entrato nel posto sbagliato.
“Ehilà, è esploso l’armadio?” domandò il rosso raccogliendo da terra un abito da sera che ricordava molto bene. Hermione lo aveva comprato un paio di anni prima per la festa di capodanno al castello. Era la prima festa tranquilla dopo i terribili eventi di poco tempo addietro. Aveva un ricordo parecchio sexy di Hermione con quell’abito.
“Ron? Sei tu?”
la voce di Hermione lo richiamò al mondo reale “Vieni di sopra, sono con Ginny”
Ron raccolse il
vestito e fece gli scalini due a due. Appoggiato alla balaustra trovò una gonna
e un maglioncino beige. Qualcosa non quadrava. Era venuto a casa prima del
solito per poter parlare di Hermione e del suo incontro con il nuovo insegnante,
ma qualcosa gli faceva credere che non ci sarebbe riuscito.
Attraversò il
corridoio ed entrò in camera da letto. Sembrava che i cassetti fossero stati
sbalzati a terra e il contenuto con loro. L’armadio era spalancato e i vestiti
sembravano franati per la stanza.
“Abbiamo fatto
incazzare il ragazzo della tintoria?” ironizzò Ron raccogliendo altri vestiti
sparsi a terra e poggiandoli sul letto già molto ingombrato. Hermione spuntò da
un lato del letto con stretta in pugno una camicia con scollatura a V.
“Non scherzare,
è una questione da donne” sibilò Hermione, alzandosi in piedi e scambiando un
bacio col rosso “Tua sorella ha un appuntamento”
“Ha…cosa?!” Ron
sembrò più seccato che sorpreso “Come? Con chi?”
“Verrà qua da
noi, così lo conoscerai anche tu” Hermione bussò sulla porta del bagno “Tesoro,
la camicia” e aprì appena la porta, allungando la camicia.
“Grazie…credo
sia meglio mettere dei pantaloni”
“Aspetta”
Hermione si ributtò nell’armadio in ricerca “Ecco, sembrano jeans, ma è tessuto
elastico” e fece filtrare anche quelli attraverso la stretta fessura della
porta.
“Aspetta,
aspetta un attimo” Ron si sedette su un angolo del letto “Chi diavolo è? Lo
conosci?” Hermione valutò bene che cosa dire.
“Bè, dunque. Sì,
da poco, ma lo conosco” sorrise soddisfatta. Ron la guardò stranito.
“Quindi?”
“Quindi cosa?
“Ma chi diavolo
è!”
“Il professor
Poe” Ginny irruppe nella camera da letto sfoderando un fascino che Ron non le
vedeva addosso da parecchio. Poi si rese conto delle parole della sorella.
Scattò in piedi.
“Rupert Poe? Tu
hai…ma perché?”
“Lo conosceva
già” disse Hermione.
“Già” convenne
Ginny, guardandosi allo specchio.
“Lo
conosceva…come lo conosceva?”
“Senti, è lungo
da spiegare, ma molto divertente!” Hermione cercò di metterla sul ridere. Ron
sobbalzò frustrato.
“Ma tu dovevi
solo capire che tipo era, non farlo uscire con mia sorella!”
“Ehi, lascia
stare Hermione” sbottò Ginny “Io ero d’accordo. E poi è solo una cena informale
in casa, non un appuntamento. Non c’è bisogno di agitarsi!”
Ron si diede un’occhiata intorno e poi lanciò un sguardo di sbieco ad entrambe.
“Vedo…il
ritratto della calma” si rimise a sedere “Si può almeno sapere che tipo è?”
“E’
interessante. Direi intelligente”
“Sì lo è”
rincarò Ginny, continuando a specchiarsi. Hermione annuì e si accoccolò sulle
gambe di Ron.
“Non sembra
abbia molto fraternizzato con Lestrange. Insomma, sembra pulito”
“Sembra…hai
detto che viene qua?” domandò Ron pensieroso. Hermione annuì.
“Ron, ti prego”
piagnucolò Ginny a mani giunte “Non dire o fare cose che possono mettermi in
imbarazzo”
“Ehi, non lo
farei mai!”
“E se l'amore che avevo non sa più il mio nome
E se l'amore che avevo non sa più il mio nome
Come i treni a vapore, come i treni a vapore
Di stazione in stazione, e di porta in porta
E di pioggia in pioggia, di dolore in dolore
Il dolore passerà”
I
Treni a Vapore, Fiorella Mannoia
4.
“Stanno proprio
bene insieme” Eve succhiò un altro po’ dalla cannuccia, lanciando sguardi a
Chris e Grace seduti lungo l’argine del fiume. Tom infilò una cannuccia nel
bicchiere di Eve e bevve il succo fresco.
“Io l’ho trovata
un po’ strana”
“Perché?”
“Mhh…non, so.
Chiamalo sesto senso” insistette Tom bevendo altro succo. Alzò gli occhi sulla
ragazza di fronte a lui e per un attimo anche lei lo guardò. Era così difficile
staccare gli occhi. Doveva chiederglielo. Ora o mai più.
“Eve senti…”
“Guarda un po’!
Accidenti, finirà per soffocarla!” Eve ridacchiò entusiasta, interrompendo Tom
alle soglie del discorso.
“Certo che per
baciarsi così. Hai visto?”
“Sì, sì. Abbiamo
già fatto la nostra figura da guardoni. Possiamo andare ora?” disse Tom, giusto
adocchiando il bacio fra Chris e Grace, troppo distanti per osservarli bene.
“Ti ho chiesto
se volevi accompagnarmi, ora non fare il sofferente per piacere!” disse Eve.
Tom sbottò.
“Ma se non…” fu
interrotto di nuovo dalla voce di Eve.
“Ho un polipo al
posto di un cugino. Ma pens…no! Guarda lì! Credo abbia una mano in più, non può
essere ovunque!” Tom fu costretto a guardare meglio e dovette ammettere che
Chris si dava davvero da fare con quel bacio. Per un attimo ebbe il terrore che
volesse andare un po’ troppo oltre. Non sembrava un bacio senza un seguito.
E invece, come a
voler contraddire i suoi pensieri, terminarono all’istante. Grace gli carezzò
il volto e poi si allontano, verso l’uscita del parco. Chris, incredibilmente,
non si mosse da lì e, soltanto quando la vide scomparire dietro agli alberi più
bassi, si rimise seduto a due passi dalla riva.
“Bè, che fa?”
Tom alzò le spalle alla domanda di Eve. Rimasero un po’ a guardarlo, ma il
giovane Chris non diede segno di volersi alzare da lì, e ormai la giornata
volgeva alla sera. Eve pagò e trascinò Tom con se.
“Piano, aspetta”
Tom la fermò e si misero un poco nascosti dietro una pianta più larga che alta.
“Ma che fa?” la
domanda di Eve era innocente, eppure Tom aveva come una brutta sensazione. Le
fece un cenno con la mano e si fece avanti. Chris gli dava le spalle e ora
aveva il capo chino.
“Ehi?” gli parlò
ad una spanna dall’orecchio. Chris non si mosse, alzò giusto un po’ la testa.
“Che vuoi?”
rispose senza troppo entusiasmo.
“Ma che è
successo?” Tom si sedette accanto all’amico in una posizione identica.
“E’ successo che
sono appena stato scaricato”
“Eh? Ma…” a Tom
mancarono le parole. Che qualcosa non stesse andando bene quel pomeriggio, lo
aveva intuito, ma non avrebbe mai pensato a nulla di così drastico.
“Tranquillo, te
l’ho detto che mi aspettavo qualcosa, no?” Chris miagolò con la voce un poco
rotta. Tom fece un cenno ad Eve. Piegò la bocca di lato per nulla entusiasta.
La ragazza si avvicinò e si accovacciò alle sue spalle.
“Ehi…vieni qui”
gli strinse le spalle e gli baciò delicatamente la zazzera. Chris si limitò a
piegarsi un poco all’indietro.
“Credo che andrò
a casa. Stasera poi mi aspettano e devo ancora andare a prendere il Pulcino…”
“Ma lei
come…cioè, dove va?” domandò Tom. Chris alzò le spalle.
“Ha il treno fra
poco…torna…sì, insomma” prese un bel respiro in cui Eve lo vide lottare
strenuamente per non piangere “Io vado…Pulcino, la cena. Ci vediamo”
Chris si
allontanò lasciando i due ragazzi soli, seduto sul praticello. Tom si stese
schiena a terra.
“Merda…che
stronza!” Eve si mise a ridere e Tom la seguì a ruota.
“Dai, non
sappiamo neanche perché. E poi, se non se l’è presa Chris, non dovresti prendertela
te” sottolineò Eve, stendendosi anche lei.
“A te sembra che
non se la sia presa? Non l’ho visto benissimo. E’ una di quelle cose da
suicidio in doccia. Semmai con la bava da pesca” Tom fece un verso strozzato ed
Eve rise di nuovo.
“Smettila, dai.
Domani gli parliamo con più calma. Adesso è ancora troppo fresca…”
“Ok, domani”
rimase un attimo in silenzio prima di prendere coraggio “Senti, che fai
stasera?”
“Mamma è fuori”
Tom alzò la testa e la guardò negli occhi con desiderio. Fece uno di quei sorriseti
alla Bishop che facevano sorridere Eve.
“Vin è in casa”
concluse la ragazza, e Tom lanciò un lamento cupo e sprofondò la testa per
terra, suscitando la solita risata ad entrambi.
“Vabbè, pizza?”
“Con Vin in
casa?” Eve parve perplessa. Tom alzò le spalle.
“Possiamo anche
passare una serata tranquilla ogni tanto. Allora, pizza?”
“Prosciutto?”
“Io peperoni”
“Andata” Eve si
rimise in piedi e sorrise al ragazzo.
“Andiamo?”
Tom la seguì a
cuor leggero. Per ora andava bene così. Per ora.
5.
“Voglio dire, è
un ottima scuola, non posso certo lamentarmi” Rupert sorrise cordiale e passò
l’insalata alla sua destra, a Hermione. Lei lo ringraziò mentre Ron finì di
masticare il suo pasticcio di carne prima di riprendere il discorso. Ginny,
però, lo anticipò.
“E hai mai
insegnato?” Ron annuì alla domanda della sorella e ondeggiò la testa. Hermione
lanciò uno sguardo a Chris. Sembrava strano quella sera. Laurie masticò un
boccone troppo grande e finì per tossire per non strozzarsi.
“No, mai a
ragazzi. Ho insegnato qualcosa a gente più adulta. Ma soprattutto ho avuto
ottimi insegnanti” alzò le spalle, soddisfatto dalla risposta. Scodellò un po’
di patate nel piatto.
“Chris, tua
sorella” sibilò Hermione vedendo che Laurie ancora tossiva, ma il ragazzo non
sembrava averla sentita. Punzecchiava il cibo senza badare a quello che gli
accadeva attorno.
“Chris…” sibilò
ancora, mentre Laurie tossiva sempre più forte “Chris!” urlò, infine, Hermione
facendo sobbalzare gli altri. Perlomeno il giovane Weasley sembrò dare segno di
aver sentito.
“Ah…?” borbottò
il ragazzo prima di rendersi conto di Laurie. Gli batté la schiena e le versò
un bicchier d’acqua.
“Bevi piano”
sussurrò Chris. Hermione infilzò un pezzo di carne e cercò di cambiare
argomento.
“Allora, Rupert,
che facevi prima di venire qua?”
“Lavoravo al
ministero” la risposta serena di Rupert gelò Ron sul posto. Rimase con la
forchetta piantata sulla patata.
“Oh…bè, ma
pensa” sdrammatizzò Ginny “E così conosci Silente?”
“Di fama. Non ho
studiato ad Hogwarts”
Ron torse la
forchetta. La patata stava diventato purè. Hermione notò il marito con lo
sguardo piantato sulla tortura della patata, e gli diede un colpo leggero col
piede. Il rosso sembrò sobbalzare.
“Bene, voglio
dire, anche io ho lavorato al ministero” Ron guardò in modo eloquente la
sorella. Stava facendo un grande sforzo per comportarsi decentemente, e Ginny
sembrò notarlo perché gli boccheggiò un grazie a labbra serrate.
“Oh, lo so, vi
conosco per fama. Chi più chi meno” ridacchiò Rupert. Masticò una fetta di
pomodoro e riprese “Weasley è stato un ottimo ministro”
“Nostro fratello
sarà contento di saperlo” sorrise Ginny e bevve un sorso d’acqua per
rinfrescarsi le idee.
“Mamma, io vado
di sopra” Chris si alzò in piedi e spostò il tovagliolo.
“Ma non hai toccato
cibo” Hermione aveva nasato bene, qualcosa non andava.
“Non ho fame”
attraversò la sala e salì le scale. Laurie si alzò di scatto.
“Finito! Vado
con lui”
“Ehi, ehi
signorina!” Ron non riuscì a fermarla e corse via come il vento. Hermione
sospirò rassegnata.
“Adolescenti…”
fece un sorriso di circostanza. Ron sospirò a sua volta.
“Piccole donne”
ridacchiò, facendo ridere anche gli altri. Hermione si alzò per sbarazzare i
piatti dei due ragazzi.
“Aspetta ti do
una mano” Ginny prese le due brocche d’acqua da riempire e seguì Hermione in
cucina. Chiuse la porta con un colpo di tacco.
“Allora? Come
sta andando? Bene, no?” Ginny sembrava molto, troppo, agitata. Hermione
sbarazzò i piatti da lavare con un sorriso pronto ad esplodere.
“A Ron verrà
l’ulcera, ma sì, credo stia andando bene”
“E poi è
simpatico! Dai, credo sia semplicemente sincero e che ci stiamo preoccupando
per nulla” Hermione alzò un poco le spalle e ridacchiò.
“Certo che per
non essere un appuntamento la stai prendendo molto sul serio” non fece in tempo
a finire la frase che Ginny le pizzicò il sedere. Hermione ridacchiò ancora,
lanciando un piccolo urlo appena accennato.
“Torno di là,
così Ron non ha il tempo di vivisezionarlo” e Ginny attraversò la porta con le
brocche piene d’acqua in mano. Hermione sistemò i due piatti rimasti e si
asciugò le mani.
“Hermione…Chris
non mi parla” la donna si girò di scatto sentendo la voce di Laurie. Non
l’aveva sentita scendere dalle scale della cucina, e capì anche il perché.
Aveva ai piedi solo i calzini.
“Cosa è
successo? Lo hai fatto arrabbiare?” si inginocchiò per scostare un ricciolo
castano. Laurie si torturò un dito.
“Ma no! Uffa…e
poi sta lì a piangere”
“Chris piange?”
Hermione sbarrò gli occhi sorpresa. Laurie confermò annuendo con la testa.
“E poi non mi
vuole dire niente di Grace”
“Prima o poi
verrà a trovarci, appena suo papà ha un po’ di tempo la accompagnerà qui”
Hermione rassicurò Laurie, che però fece una faccia contrariata.
“Ma Grace è
stata qui oggi! Ho sentito che lo diceva a Tom!” sbottò Laurie lasciando di
stucco Hermione. E la veloce capacità logica della donna le fece fare due più
due. Se Grace era venuta fin qua, e Chris stava così male…
Sospirò sapendo
ormai di essere arrivata un po’ troppo tardi.
“D’accordo, me
lo fai un favore, tesoro?” Laurie annuì a labbra serrate, quasi se le volesse
mangiare “Vai nel lettone e saltella finché vuoi” il dolce faccino della
bambina si illuminò.
“Davvero posso?”
“Certo! Stai
attenta a non farti male, però. Vai” Laurie prese e corse come il vento fino al
piano di sopra, ridendo come una matta.
Hermione si
rimise in piedi e allungò la testa in sala.
“Scusate,
tesoro, problema di livello due” strinse le labbra e alzò gli occhi al cielo.
Ron smise di bere dal bicchiere.
“Chris?”
Hermione annuì. Ron sospirò.
“Vado io, ma
prima o poi parlagli” Ron annuì ed Hermione sparì al di là della porta. Ginny
scosse la testa e alzò gli occhi al cielo.
“Livello due?”
la domanda di Rupert fu di sincera curiosità.
“E’ un codice
che usiamo in famiglia” spiegò Ginny sorridendo, o forse ridendo “Il livello
uno è la prima cotta” Rupert annuì sorpreso.
“Il livello due
è il primo scaricamento” Ron concluse il discorso per la sorella “Più il
livello è alto e più la faccenda è grave”
“Interessante”
il professor Poe sorrise divertito “ E c’è anche un terzo livello?” chiese,
scherzoso.
“Sì” Ron gli
rispose con un tono abbastanza duro per il genere di conversazione che si stava
tenendo “Il livello tre è il tradimento” gli piantò gli occhi addosso come se
volesse dargli fuoco col pensiero. Ginny respirò e cercò di mantenersi calma.
Quel silenzio stava durando fin troppo. Un silenzio imbarazzato che Rupert non
riusciva a spezzare nonostante la buona volontà. Ginny pregò perché gli venisse
qualcuno in soccorso, dato che Hermione ormai se l’era giocata.
E in quella
suonò il campanello.
Grazie al cielo…
Ginny riprese a
respirare e bevve un sorso d’acqua. Ron si alzò di scatto.
“Scusatemi torno
subito” il rosso lasciò la sala e si infilò per il corridoio che conduceva
all’ingresso di casa.
Ginny si guardò
intorno cercando di trovare qualcosa di intelligente da dire. Rupert sbuffò una
risata, come se l’avesse trattenuta per troppo tempo fra le labbra. E anche
Ginny si cacciò a ridere.
“Scusa…mio
fratello è…è fatto così” disse Ginny fra i singulti dati dal ridere. Rupert
cercò di riprendersi e intanto faceva un cenno consolatorio con la mano.
“Non…non
importa…è da un sacco di tempo che non passavo una serata così!” riprese a
respirare normalmente e bevve un sorso di vino per schiarirsi l’idea e la voce.
Ginny si asciugò gli occhi lacrimanti con la punta del tovagliolo.
“Peccato che sia
già finita” disse, poi, Rupert poggiando il suo bicchiere. Ginny alzò le
spalle.
“Possiamo anche
ripeterla, se vuoi…” con questo aveva osato anche troppo. Il professor Poe la
fissò con uno strano sorriso. Ginny conosceva la sua mania per il sorriso, ma
quello fu leggermente diverso. Era un sorriso…approfondito. Un sorriso che
penetrava bene dentro. Era strano.
Ron corse ad
aprire la porta. E fu sorpreso di trovarsi davanti Neville Paciock affannato e
sudato.
“Neville ma
cosa…”
“Felpato…e
Lunastorta…” Neville cercò di parlare con la voce rotta dallo sforzo “…hanno
avuto guai”
Anche se potevo sembrare
scomparso…non lo sono! Scusate il grosso ritardo, ma oltre gli esami impellenti
(che non sono andati neanche troppo bene), ci si è messo pure il PC e la
connessione ad internet (che ho riattivato da pochi giorni). Insomma, quando le
sfighe non viaggiano mai sole, vero? Ma bando alle ciance, vedo che avete
atteso in molti, e quindi eccovi il nuovo Capitolo, con la promessa che il
prossimo sarà molto più rapido (ho avuto modo di pensare un bel po’… almeno
quello non richiede un PC funzionante e una connessione! ^__-)
Well, ringrazio i recensori,
tutti e tutti, e rispondo ai loro commenti, proprio ora!! ^ ^
Ladyof Darkness: Mi scuso
per l’immenso ritardo! Sì, bè, il tuo ragionamento è praticamente esatto, ora
devi solo porti qualche altra domanda…su Bellatrix e co. Ah, e ti assicuro che
Luna ha il suo perché, c’è anche della Luna originale lì sotto, solo che
crescendo i caratteri mutano, pur partendo dalla stessa base. A risentirci a
presto, Ciao ciao ^^
Sunny: Mi sarebbe piaciuto
beccarci in Chat, ma il malvagio signor Virgilio mi ha rubato tutti i mega di
connessione! In compenso il Signor Libero me li ha restituiti, con un po’ di
tempo ma sono arrivati. Remus il pacato ringrazia per l’apprezzamento e fa
notare come lui abbia un approccio meno violento alla situazione (anche se
Sirius quando ce vò ce vò…^__-) E ti faccio notare che ho messo i Weasley
sparsi in diversi punti…sono o no un bravo ragazzo? Ci sentiamo, ciao! ^^
Alewen: Anche io, però per
la mia fic ho dovuto evolvere (non cambiare, nota bene) il suo carattere in un
genere più dark/thriller. Sarebbe stata un po’ troppo fuori posto, altrimenti.
Stay with us! Alla prossima! ^^
Karien: E’ una specie di
identificazione col personaggio, capisco! ^ ^ Oh, non fumo neppure io, una
brutta storia di quasi 18 anni fa…un giorno la racconterò! ^ ^ So che sai che posso
fare di peggio…e tanto lo sai (e lo sapete…) che lo farò…Oh, signore, quanto
sono cattivo! : P Ci vediamo!! ^ ^
Serena82: La sferetta..?
Bè, da quanto dicono qui in giro, molti pensano sia stata la dolce cugina di
Sirius…potrebbe essere dopotutto! ^__- Ah, i libri! Anche tu sei stata colpita
dalla malattia di “Guglielmo da Baskerville”? ^__- Tranquilla…qualcosa si
otterrà, appena hanno finito di raccogliere tutti i pezzetti! ^ ^ Grazie e alla
prossima!
Dorothea: Ma salve! Ho
visto l’aggiornamento e lo leggo appena ho un secondo libero! Eh, è vero che
c’era un senso di “è tutto troppo facile….”? Già, in effetti non lo era! ^ ^
Fortunatamente a Sirius è tornata in mente la manfrina di tritoni e petardi
esplosivi. Luna avrà il suo ruolo, anche se sarà una Luna più adatta al tipo di
fic che sto scrivendo (nonostante il carattere di Luna nei libri sia
fenomenale! ^ ^) Grazie e alla prossima!
Ellie: Poco per volta,
tutto sarà chiaro, e poi io lascio sempre indizi per capire prima tutta la
situazione. Certo, ammetto che sono molto difficile da capire/trovare, ma ci
sono! L’integrazione di Luna nel gruppo di personaggi vedo che ha riscontrato
ottimi risultati, molto bene! Son contento! Ah, e i “vecchi” ringraziano ^__-. Ciao e alla prossima! ^ ^
Vale: Eccomi, come vedi,
giusto il tempo di sistemare quel che ti dicevo! Oh, well, Luna sana donna di
principi. In effetti se lo chiede anche lei perché lo fa…perché è giusto,
probabilmente! Ti ho lasciato con l’amaro (Cynar? Vabbè, questa me la potevo
risparmiare…-__-) in bocca…e ho fatto la stessa cosa in questo chap! ^ ^ Ah ah,
dai presto si saprà qualcosa, giurin giurello! Grazie mille e alla prossima!! ^
^
Marty92: Tranquilla, Draco
è morto. Bwahahahah, adoro dirlo! Scateno il panico fra i recensori (strek si
ricompone prendendo un’aria professionale). Dunque dicevo, ah, Luna, come ho
detto prima, ho dovuto metterla un pochino più Dark per esigenze di stile della
fic. Sarebbe stata troppo fuori luogo altrimenti. Ma avrà le sue epifanie, ogni
tanto ^ ^ E poi…non sono cattivo…è che mi disegnano così ^__- Ciao e alla
prossima!!
Pan_z: Panuzza cara! Che
piacere risentirti! Gradito ritorno, tranquilla, prendi fiato e leggi con
calma. Ci sentiamo al prossimo capitolo…ciao ciao ! ^ ^
Ale: Ma salve carissima!
E’ una Luna più adatta a quel che scrivo, ma ogni tanto avrà le sue uscite,
tranquilla…è sempre Luna. E poi sai che butto tutto sul dark/tragico! Well, a
proposito di adolescenza, ci sono stati interessanti sviluppi in questo
chap…senza contare le zampe di Bellatrix sempre un metro avanti agli
altri…tanta carne al fuoco, bisogna non perdere l’ordine delle cose e tenere
sempre d’occhio gli indizi che spargo…Grazie mille per la recensione e alla
prossima!! ^ ^
Sorti: No, Luna è solo
settata per la mia fic. Avrà i suoi momenti, ma questa fic è meno
Rowlingiana…sarebbe stata fuori posto come personaggio, e piuttosto che crearne
uno nuovo ho sistemato Luna. E’ evoluta e cresciuta, ma è sempre lei. Se
vedemu! ^^
Belial: Un nuovo
recensore! Strek si inchina e ti ringrazia per cotanto sforzo di lettura e ti
da ragione, la situazione è partita più calma del solito, ma vedrai che le cose
cambieranno. Voglio dire, a furia di trattenersi poi si esplode… una
similitudine azzeccata direi. Quanti capitoli? Oddio, non ti so dire davvero,
cmq direi che la tiro per le lunghe come al solito, quindi dovrai sopportarmi
per ancora un bel po’… Grazie e alla prossima! ^ ^
E con questa ho concluso! Vi
ringrazio tutti, dal primo all’ultimo, anche chi c’è e non lascia un segno del
suo passaggio. E chi mi scrive email…a proposito, ho cambiato gestore, quindi
ho cambiato mail. La vecchia mail non esiste più, la mia nuova mail è strekon.giacomo@libero.it per qualsiasi cosa: regali, insulti, armi di
distruzione di massa, buoni pasto, ecc…
Alla prossima!
See you again!!!!!