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Autore: Marguerite    02/06/2011    5 recensioni
Una storia ispirata al testo di "Ti regalerò una rosa"
Transfert è il termine utilizzato per indicare la relazione che si forma tra paziente e psicoterapeuta.
"Il nostro rapporto era iniziato in maniera molto professionale.
Io il medico, lui il paziente.
Ma esplorando nei meandri della sua mente, inizia a provare sentimenti contrastanti.
Si possono provare, nello stesso momento, paura e piacere?
Dalla disperazione più nascere la felicità?"
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara , Sakura Haruno
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Transfert
 



Il nostro rapporto era iniziato in maniera molto professionale.
Io il medico, lui il paziente.
Ma esplorando nei meandri della sua mente, inizia a provare sentimenti contrastanti.
Si possono provare, nello stesso momento, paura e piacere?
Dalla disperazione può nascere la felicità?

  

 

Salve, io sono la Dottoressa Sakura Haruno, mi hanno affidato il tuo caso. Da oggi inizieremo a incontrarci ogni giorno per un ora, dalle 18 fino alle 19. Ci faremo quattro chiacchere e tu avrai l’occasione di raccontarmi un po’ di te.

Nessuna risposta.

 

Mi senti Gaara?

Io non sono più Gaara.

E allora chi sei?

Il mostro.

Ti va di parlarmi?

No.

 

 

“ Mittente: Primario del reparto di psichiatria dell’ospedale di Konoha Tsunade Sama”
Il paziente ha sviluppato una seconda personalità dominante
 in seguito ai numerosi abusi. Si denota che quando il paziente si trova in
condizioni di pericolo o di forte stress, la personalità
da lui definita con il nome di “Mostro”
o “Demone”, prende il controllo. E da ben 18 giorni che il paziente
non è più in se, ma è la sua seconda personalità a prendere le decisioni.
E un caso delicato, ma sono sicura che riuscirai ad
ottenere qualche risultato.

Naturalmente, sei libera di rifiutare”

Sapevi a cosa andavi incontro Sakura, e allora perché sei ancora qui?

 

Non ti va di raccontarmi la tua storia, non credi che ti sarebbe utile?

Io non ho una storia, i demoni non hanno vita. Sono stato creato per proteggerlo.

Ti va, allora, di raccontarmi la vostra storia?

Sakura tu non volevi chiederlo vero.
Sapevi che dopo quel racconto saresti cambiata.
Ogni giorno ti chiedi perché hai scelto di fare la psichiatra,
tu che non sopporti il dolore. Perché Tu sai bene che cos’è il dolore.
Eri curiosa, vero Sakura?
Volevi sapere se dal dolore può nascere amore.
La risposta già la sapevi, Sakura, ma l’hai ignorata

 

Gaara è nato in una piccola cittadina di periferia ed è stato cresciuto da suo padre. Sua madre se ne andò di casa dopo la sua nascita, scappò via con i suoi fratelli, lasciandolo al padre. Gaara la odia per questo, sapeva che uomo era e l’ha abbandonato. E odia anche i miei fratelli perché, in tutti questi anni, non hanno mai cercato di avvicinarlo, tutti loro hanno ignorato la sua esistenza. Per questo li odia. E odia suo padre. Per molto tempo ha odiato anche me, ma poi ha capito che io ero il suo angelo custode.
Dai vostri test ed esami è emerso che Gaara è affetto da un disturbo di doppia personalità, non capisco perché vi c’è voluto tanto. Potevate chiedere, Gaara sa che esisto. Lui potrebbe anche sopprimermi, forse, ma io sono forte. Gaara è debole. Quando il padre lo violentava, m’invocava sempre, ed io non ho potuto mai negargli il mio aiuto. Io sono l’unico che gli vuole bene.

·         Primo punto: Acquistare la fiducia del paziente.

Vedi tu non sei malato, non hai bisogno di aiuto ma Gaara deve essere seguito.
 Perché non permetti che anch’io lo aiuti ad analizzare la sua infanzia.
 Di me puoi fidarti. Non lì faro del male.

Era la stessa cosa che gli diceva il padre quando lo cercava, ubriaco.

Primo tentativo: fallito

 

Io non sono il padre di Gaara, sono un medico, aiutare le persone è il mio lavoro.

E quello dei padri non è forse quello di crescere i figli con amore?

Secondo tentativo: fallito

 

Capisco che fidarti di me ti è difficile ma lasciami parlare un po’ da sola con lui, lasciami fare qualche test, sono sicura che riuscirò a migliorare la sua situazione. Non vogliamo forse la stessa cosa? Entrambi desideriamo che Gaara trovi la felicità. Fammi tentare, per favore.

Il medico che supplica un pazzo, dove si è mai visto, Sakura?
Già perché tu, da brava psichiatra moderna, proveniente dalla
nuova scuola, non credi che la doppia personalità esista.
Credi solo che lui sia pazzo.
Perché tu ne sei ancora convinta, vero Sakura?

Ci penserò.

Terzo tentativo: Quasi Riuscito.

Va bene, continuiamo a parlare ancora un po’?
Io ho già parlato abbastanza, ora parla tu ora.
Ok. Come ti ho già detto sono una dottoressa, ho un gatto di nome Mya
e adoro il gelato al cioccolato.
Sei felice?
Non particolarmente.
Sei sempre così sincera?
Solo quando non mento.
Credi di piacermi di più da quando abbiamo iniziato a parlare,
pensi che io, distratto dal tuo parlare amabilmente
del piu e del meno dimentichi il mio obbiettivo, la mia ragione di esistere?

E questo il punto, tu non esisti.

Limitati a pensarlo, Sakura, altrimenti il tuo progetto andrà in fumo.

Certo che no, ma non vedo che male potrei arrecargli?

Gli esseri umani portano sempre dolore.

Alcuni sono felici.

Credono di esserlo, ma in realtà tutti siamo infelici.

Potrei dire lo stesso: credi che tutti siamo infelici perché non conosci altro,
ma se mi dai la possibilità io posso aiutarlo a conoscere cosa vuol dire
essere felici.

Perché tu lo sai?

Io ho conosciuto entrambi.

 

Allora raccontami la tua storia.

Stai cadendo proprio in basso Sakura.

Sono nata qui in città. Ho una bella famiglia, mio padre e mia madre mi hanno insegnato i valori fondamentali per vivere felici. Eppure per molto tempo sono stata infelice. Da bambina ero insicura, per via del difetto fisico che ancora mi porto dietro, questa fronte maledettamente spaziosa. Ma con il tempo ho imparato ad accettarlo e, quando lo fatto io, gli altri hanno smesso di prendermi in giro. A scuola ero la classica ragazzina popolare che si diverte nel vedere la sofferenza di chi prende in giro.
Abbastanza bella, abbastanza intelligente, abbastanza stronza.
Ho avuto sempre qualche ragazzo che mi girava intorno ma quello che desideravo dalle elementari non mi degnava di uno sguardo. Sasuke Uchiha. O forse sarebbe meglio chiamarlo direttamente bastardo.
Improvvisamente divenni il centro delle sue attenzioni, non ero mai stata così felice.
Avrei dovuto capire che il suo obiettivo era uno solo, situato più precisamente nei miei pantaloni. Conoscevo la sua fama, ma non me ne importava, credevo che sarei riuscita a cambiarlo.

Stupida Sakura, chi nasce tondo non muore quadrato.

Preso quello che voleva mi buttò via. Ero stata un oggetto, un giocattolino che ormai non lo divertiva più.
Passai dei mesi molto tristi, non facevo altro che piangere, la mia autostima era pari a zero. Non mi ricordo più quante volte andai a supplicarlo di riprendermi con sé. Ricevetti solo due parole:
“Sei noiosa”
I miei genitori mi vedevano ogni giorno più depressa, credo che la mamma sospettasse che avessi iniziato a drogarmi addirittura. Cosi mi mandarono da una loro vecchia conoscenza, la psichiatra Tsunade Sama.
Iniziai ad analizzarmi, a scoprire tutto ciò che ero. È buffo sapere che anche noi stessi ignoriamo parti del nostro carattere. Durante quei mesi di terapia capì che anch’io volevo diventare una psichiatra.
Ho rivisto Sasuke, l’anno scorso durante il raduno del nostro anno di liceo, è ancora un fottutissimo bastardo, ma il mio stupido cuore non può non che provare attrazione verso l’Uchiha.
L’ho rifatto insieme a lui quella notte.
Naruto, il mio migliore amico dai tempi delle medie mi definisce masochista, io credo di essere semplicemente innamorata, non di Sasuke, ma dell’amore. Sono innamorata delle sensazioni che si provano quando si ama o si è amati.

Sei debole.

Direi umana.

Anch’io sono debole.

Gaara?

Già.

Come stai?

Come se mi svegliassi da un coma.

Come mai sei tornato?

Avevo voglia di parlare con te, di persona.

Di cosa vuoi parlarmi?

Insegnami ad amare.

Come, scusa?

 Insegnami a provare quelle sensazioni. Da quando sono nato, non ho mai provato amore per nessuno. Nessuno mi ha mai amato ed io non ho mai imparato.

Non è una cosa che s’insegna, si prova e basta.

Mm, quindi potrei innamorarmi in qualsiasi momento e di qualsiasi persona?

È cosi. Strano vero?

Il Mostro non è contento, dice che dovresti smetterla di dirmi simili sciocchezze.

Il Mostro non esiste. E tu lo sai.

Che cosa vuol dire?

Tu non sei debole, semplicemente chiami la tua forza in un altro modo. Fingi che la tua parte forte e la tua parte debole siano due entità distinte ma sei sempre tu. Sei un'unica persona. Sei Gaara Sabaku.

E allora perché sento una voce dentro la mia testa?

Perché sei pazzo.

Quindi questa è malattia mentale e non esiste cura.

Si che esiste, quasi tutte le patologie hanno una cura.

La mia patologia è che son rimasto solo.

Ti sbagli, tu non sei più solo.

Hai ragione.

 

La loro storia iniziò cosi, quel giorno con un abbraccio. Tutt’e due erano come dei bambini, non sapevano cosa voleva dire avere una relazione ma tutto, piano piano, venne con semplicità. Tutti dicevano a Sakura che si stava addentrando nella strada dell’infelicità, ma ogni giorno che passava lei si sentiva sempre più felice. Avvolte le crisi di Gaara, facevano scomparire il suo sorriso, ma bastava un suo bacio per farla sentire bene.

Sakura non sapeva se era davvero felice.
Gaara non sapeva se quello che provava era amore.
Il Mostro non sapeva se fosse mai esistito.

Sakura non era più innamorata dell’amore, era innamorata di Gaara.
E Gaara non odiava più se stesso ma aveva imparato a convivere con le sue personalità.

Ma la morte cambiò tutto.
Mentre adagiava le rose sulla bara chiara che conteneva il corpo di Sakura, Gaara pensava:

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare.
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare.
Ogni piccolo dolore.

 

Vivere è inutile senza di te.
E ti stupisci, Sakura, che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Gaara sa volare.









Finale tragico ma sentivo che non poteva essere altrimenti.
Ditemi cosa ne pensate, se vi va ovvio!
Un bacione, Marghe (:

  
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