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Autore: ary_gg    02/06/2011    11 recensioni
Post lotta Klaus è un piccolo omaggio interamente Delena. Elena e i suoi sentimenti. La morte si sa ci mette di fronte a nuove consapevolezze.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ALBA

 

DECIMO CAPITOLO

 

Elena si svegliò intontita. L'ultima volta che aveva dormito così profondamente era stata...oh bè non se lo ricordava. Si mise seduta sul letto passandosi una mano sul viso assonnato, per poi passare due dita sulle sue labbra. Il suo cuore perse un battito. Odiava averlo lasciato così di nuovo in bilico. Così senza risposte, senza certezze, senza...niente. Ma in realtà lei non aveva nè risposte nè certezze...neanche lei aveva niente. Sapeva solo che quel bacio l'aveva scossa molto. Più di quanto pensasse. In quel momento era certa che lasciare Stefan era stata la cosa più giusta da fare. Non provava più gli stessi sentimenti...ma era così? Insomma chi le assicurava che Damon non fosse un capriccio di una diciottenne idiota? Sbuffò e si lasciò cadere a peso morto sul letto coprendosi la faccia con il cuscino. Sentì bussare alla porta. "Avanti!" Urlò da sotto il cuscino.
"Ancora a letto?" Disse Caroline con le braccia incrociate davanti alla porta.
Elena assunse un'espressione interrogativa "Caroline?" Disse da sotto il cuscino. Finalmente si rimise a sedere sul letto, riacquistando la visuale togliendosi il cuscino dal viso. "Che ci fai qui?"
"Mmm vediamo Bonnie era alquanto seccata stamattina al grill. Ha cominciato a blaterare su quanto tu fossi fuori di senno e su quanto questa storia dei vampiri ti abbia dato alla testa. Che li odierà per sempre, che non vuole avere niente a che fare con tutto ciò che li riguarda e quindi nemmeno con te. Oh si ti ricordi che sono anche io un vampiro? Tornerà nuovamente ad odiarmi!"
Elena seguì a fatica il racconto sconnesso della ragazza. "Cosa? Care, ti prego rallenta, non ho capito niente!"
"Dio, ma dove è finita l'Elena perspicace? Non me ne vado da qui fino a quando non mi dirai che ti prende!"
"Perchè tutti avete questo impellente bisogno di sapere come sto?"
Caroline sbuffò e si sedette sul letto a gambe incrociate. "Ok partiamo dall'inizio. Facevo tranquillamente colazione al Grill con Matt prima che cominciasse il suo turno di lavoro, quando improvvisamente entra Bonnie un pò stranita e si avvicina a noi. Matt ci lascia da sole e Bonnie comincia il suo splendido sproloquio che ti ho prima raccontato. Ma che diavolo è successo? Ieri non eravate a cena tutti insieme per la laurea di Jenna?" Chiese la bionda sgranando gli occhi in cerca di spiegazioni.
Elena abbassò lo sguardo sul cuscino che aveva sulle gambe incrociate. "Elena..." insistette Caroline.
"Si...abbiamo discusso."
"Questo lo avevo capito" disse spazientita la vampira. "Il perchè mi sfugge..."
Elena la guardò triste. "Mi dispiace Caroline...non posso parlarne!" Non poteva. Come poteva farlo? Non ne ho parlato nemmeno con lui, perchè deve essere sempre l'ultimo con cui parlare?
"Oh avanti Elena! Sono io! Non passerete l'estate in lite?! Ti prego, sai che abbiamo bisogno tutti di stare l'uno accanto all'altro! Nell'ultimo anno sono successe troppe cose...non possiamo permetterci di perderci!"
Elena si alzò dal letto nervosa. "Non posso! Dovrei parlarne con lui, non con voi!"
Caroline assunse un'aria interrogativa. "Lui?"
Questo non avrei dovuto dirlo. Pensò Elena. Sentì improvvisamente le guancie scottare, si passò i capelli dietro l'orecchio e abbassò lo sguardo.
"Questo lui...ti prego, dimmi che è un ragazzo molto bello, occhi verdi, espressione perennemente seria, che ha diciassette anni da circa...bè più di un secolo...ti prego...dì di si."
Elena tacque con lo sguardo ancora rivolto al pavimento.
Caroline sospirò. "Di solito si dice chi tace acconsente, ma prenderò il tuo silenzio per una negazione..." disse arrendevole la ragazza.
Elena si sedette sulla panca vicino alla finestra e guardò al di fuori di essa. Il sole caldo le investì il corpo.
"Ok...ora capisco perchè Bonnie fosse così arrabbiata...e...si...noi siamo le ultime persone con cui parlarne." Disse Caroline alzandosi dal letto. Elena la guardò riconoscente.
"Non fare casini..." Disse poi la bionda avviandosi verso la porta.
Troppo tardi. Pensò Elena. Poi le sorrise appena.
"Ci vediamo in giro ok? Cercherò di calmare la strega." Disse Caroline sorridente. "Ti voglio bene." Detto ciò scomparve dalla stanza.
Elena prese il suo diario. Ormai sembrava tornato il tempo in cui ci scriveva ogni giorno...anche più volte al giorno. Era l'unico confidente che non l'avrebbe giudicata. Come al solito lo aprì, lo posizionò sulle gambe e iniziò a scriverci sopra.

Caro diario,
come sempre nelle ultime settimane, sono qui a scriverti della mia confusione sentimentale. Tanto per incasinare le cose ieri sera ho baciato Damon. Non so cosa mi sia preso. Una cosa è certa volevo farlo. Non posso mentire dicendo di non averlo desiderato, di averlo in qualche modo spinto ad avvicinarsi a me. Non sono innocente perchè quel bacio l'ho voluto tanto io quanto lui. Non mi importa che Bonnie ci abbia visti e che ora mi odi. Non mi interessa che Caroline l'abbia capito. Mi interessa di più sapere come sta lui. Mi interessa solo capire se quello che provo è amore o attrazione. Forse entrambi, forse nessuno. Io davvero non lo so. Quando ho incontrato Stefan per la prima volta, tutto era più facile. Il mio cuore non era dilaniato da un altro amore. Era solo distrutto dalla perdita dei miei genitori. Lui ha riportato un pizzico di tranquillità in quel cuore scombussolato. Questa situazione è diversa. Mi trovo consapevolmente in un mondo assurdo. Conosco i loro segreti, conosco i loro tormenti. Il mio cuore è ferito da un amore che probabilmente non è più tale e il solo pensiero di dargli questa certezza mi distrugge. Stefan mi ha aiutato così tanto che ferirlo mi fa sentire enormemente in colpa. Il mio cuore e la mia anima sono presi da questi sentimenti, come faccio a separare da questi un possibile sentimento verso Damon? Non riesco a capire se ciò che mi spinge verso di lui è amore o bisogno di sentire qualcuno accanto a me che non sia Stefan. Che mi faccia capire che io e lui siamo sempre stati destinati. Ma come posso fare questo ad entrambi? In ognuna di queste ipotesi qualcuno soffrirà. E io sarò soltanto una stupida ragazzina che si è presa gioco di uno di loro...o di entrambi.
Ora come ora, sento solo la necessità di vederlo. E' questo che mi porta a pensare che c'è qualcosa che mi lega a lui. Un filo invisibile che si è costruito senza che nemmeno me ne accorgessi. Se pensassi di aver sbagliato, a quest'ora sarei da Stefan a chiedere il suo perdono e da Damon a ferirlo per l'ennesima volta. Invece sono qui a pensare che vorrei vederlo, che vorrei sentire ancora le sue labbra a contatto con le mie, vorrei sapere cosa sente, cosa prova. Egoistico da parte mia chiedergli una cosa del genere. Lui potrebbe fare la stessa cosa con me...ma io non saprei dargli risposta.

Elena chiuse il diario con foga e si diresse in bagno. Si lasciò cullare dall'acqua, fino a quando non decise che era decisamente ora di uscire da lì. Si avvolse nel grande asciugamano bianco e lasciò i capelli bagnati cadere sulle spalle. Si diresse in camera e quasi non le prese un colpo. Ci risiamo. Non mi ci abituerò mai. Damon era seduto sulla panca sotto alla finestra con lo sguardo basso. "Damon." Disse lei con fare di rimprovero. Lui alzò lo sguardo su di lei e sorrise appena. Il sole che filtrava dalla finestra illuminava il suo viso e i suoi occhi assunsero un colore, se possibile, ancora più bello del solito. Elena arrossì violentemente rendendosi conto di essere di fronte a lui con solo un asciugamano addosso. Di certo non era la migliore delle situazioni.
"So che magari avrei dovuto aspettare che ti facessi viva tu, specialmente dopo quello che mi hai detto in macchina una settimana fa, ma..." disse Damon alzandosi.
Elena ancora in imbarazzo lo fermò prima che potesse proseguire. "Ti dispiace se ne parliamo dopo?" Disse Elena sgranando gli occhi, ma evitando il suo sguardo. Damon non aveva fatto troppo caso al fatto che Elena non fosse propriamente vestita. Solo in quel momento riuscì a fare mente locale e cogliere il vistoso imbarazzo della ragazza. A quel punto distolse lo sguardo sorridendo appena, non tanto per lui, quanto per lei. Se c'era qualcuno in imbarazzo lì quello non era lui. Elena prese qualche vestito alla rinfusa e si richiuse in bagno per vestirsi. Ci impiegò più tempo del dovuto. Se lui era pronto ad affrontare quella situazione, lei non lo era. Per lui i suoi sentimenti erano chiari, per lei no. Il volerlo vedere non significava essere pronta a farlo sul serio. Sospirò guardandosi nuovamente allo specchio preoccupata.
"Vuoi uscire di lì o no? Giuro che ho già fatto colazione." Disse Damon spazientito al di là della porta.
Elena aprì torva e con enfasi la porta del bagno e se lo ritrovò praticamente a due centimetri da sè. Se non avesse avuto dei riflessi pronti gli si sarebbe schiantata addosso.
"Non sei divertente." Disse secca. "Sei tu che sei piombato qui." Poi lo superò e si diresse verso il letto dove notò il suo diario. Perfetto. Pensò. Lo prese velocemente e lo ripose sulla sua scrivania.
Damon notò il suo gesto veloce. "Non l'ho letto, sta tranquilla." Disse seccato.
Elena perse un battito e arrossì violentemente. "No?" Disse guardandolo.
Damon accennò un sorriso. "No Elena, non l'ho fatto." Poi tornò serio. "Mi interessa più parlare con te."
Elena sospirò. "Damon non...non avrei dovuto seguirti ieri sera e non avrei..." Elena lasciò la frase in sospeso e si sedette sul letto.
"Sei pentita perchè ami mio fratello o perchè hai paura di ferirlo?" Disse Damon arrabbiato.
Elena alzò lo sguardo su di lui. Aprì la bocca per poter dire qualcosa ma non ci riuscì.
"Lo abbiamo già ferito Elena. Non ha senso..."
"Cosa Damon? Evitare di farlo stare peggio?" Disse Elena alzandosi di scatto con voce tremante e acuta.
Damon le si avvicinò velocemente e la baciò con veemenza. Affondò la mano nei suoi capelli umidi. Quel bacio aveva il sapore di un bacio di disperazione. Passionale ma disperato. Elena si trovò spiazzata da quel gesto, ma non tardò a rispondere al bacio. Elena no! La ragione le urlava di fermarsi, ma il suo cuore era così prepotente. Mi sa che non è solo il cuore. C'è anche una buona dose di ormoni. Pensò poi Elena. Ma era troppo tardi aveva già passato le braccia attorno al collo di lui e la sua mano passò dal collo ai capelli neri. Damon la fece arretrare sempre di più fino a finire sul letto dove passò la sua bocca dalle labbra, alla guancia, al collo, per poi risalire nuovamente e scendere di nuovo fino alla clavicola. Elena era fuori da ogni pensiero. Era completamente in balia di lui che continuava a farla andare fuori di testa, mentre lei vagava con le mani sulla testa e sulle spalle di lui. Risalì velocemente di nuovo fino all'orecchio. "Dovresti evitare di pensare di non ferire lui. In quel caso ferisci me e soprattutto te stessa." Le sussurrò poi nell'orecchio. Elena aprì gli occhi di scatto e vide le sue iridi azzurre che la guardavano piene di desiderio e amore. Poi la baciò a fior di labbra e sparì velocemente. Elena con il fiato corto si mise a sedere sul letto immediatamente, qualche istante dopo sentì bussare alla porta. Elena guardò terrorizzata la porta scosse i capelli ancora umidi e ormai mossi. Aveva il fiato corto e sentiva la pelle del suo viso rossa, così come tutta la zona baciata appassionatamente da...accidenti a me! Jenna si affacciò alla porta aprendola, vedendo la nipote seduta sul letto. "Ehi! Sono appena rientrata, pensavo dormissi ancora, il caffè in cucina era ancora intatto." Disse osservandola.
Elena arrossì e si alzò di fretta. "Si...io...ho appena finito di prepararmi in effetti." Disse la ragazza con voce incerta.
"Tutto ok?" Disse Jenna.
"Si, certo." Disse Elena sorridendo riacquistando un pò di sicurezza.
"Ok, sono di sotto." Disse Jenna sorridendole. Poi richiuse la porta. Elena sospirò pesantemente e si sedette stanca sulla sedia di fronte alla sua scrivania, appoggiando una mano sul suo cuore che non accennava a calmarsi. Dio se non si fosse fermato...cosa diavolo sto combinando? Pensò Elena. Era scioccata da se stessa. Se Damon non si fosse fermato, sarebbe andata fino in fondo ne era certa. Non si sarebbe fermata. Non avrebbe avuto nè forza nè volontà di farlo. Questa consapevolezza la terrorizzava. Ringraziò mentalmente Jenna per essere rientrata. Ma lui? Lui sarebbe andato fino in fondo. Elena ripensò a quello che gli aveva detto. Dovresti evitare di pensare di non ferire lui. In quei momenti ferisci me e soprattutto te stessa. Cos'era? Una stupida prova per farle vedere che anche lei lo voleva tanto quanto lui voleva lei? Probabilmente, ma sicuramente aveva anche sentito salire Jenna. Non sarebbe stato appropriato farsi beccare così, tanto che erano dotati di super udito, tanto valeva usarlo in certi casi! Elena prese a camminare nervosamente per la stanza. Poi prese il cellulare, se lo mise in tasca e uscì di casa. Fece un giro nel parco, respirando profondamente e cercando di razionalizzare le ultime settimane. Settimane? Qui c'è da razionalizzare l'intero ultimo mese! Da quando Klaus è stato fatto fuori! Elena sbuffò e cercò di tranquillizzarsi sedendosi su una panchina.
"Non ti verrà un attacco di panico vero?" Disse Bonnie alle sue spalle.
Elena sussultò e poi si voltò a guardarla. Poi le diede nuovamente le spalle. "Anche se fosse? Cosa t'importerebbe?"
Bonnie fece il giro della panchina e la fissò incrociando le braccia al petto. "Oh avanti non trattarmi come se non mi importasse di te!"
Elena la fulminò con lo sguardo. "Non sono io quella fuori di senno o sbaglio? Non sei tu quella che ha detto di non volere avere niente a che fare con i vampiri e quindi con me?"
Bonnie la guardò spiazzata. "Hai parlato con Caroline?" Elena la fissò sprezzante. Poi Bonnie riprese a parlare. "Ascolta Elena, io non voglio che tu stia male ok? Perchè starai solo male, insomma che sicurezza può darti una...persona così?" Bonnie fece quasi fatica ad usare il termine persona nei confronti di Damon.
Elena lo notò e sorrise ironicamente. "Persona Bonnie, si è una persona anche lui!" Elena si alzò dalla panchina volendosene andare, poi si fermò un momento e si rivolse nuovamente all'amica. "Se ti importasse veramente di me, mi sosterresti! Puoi anche dirmi che per te è sbagliato, ma poi dovresti ascoltarmi, dirmi di fare chiarezza e soprattutto chiedermi cosa mi spinge così tanto verso lui! E' questo che fanno le buone amiche! Invece queste domande devo farmele da sola, perchè non ho qualcuno che si sieda di fronte a me ed eviti di farmi impazzire completamente!" Elena ritornò a respirare a fatica. Aveva sputato quelle parole tutte d'un fiato. Poi si voltò e se ne andò, lasciando Bonnie in mezzo al parco, senza parole.

Erano tutti così bravi a giudicare, tutti pronti a dire cosa era giusto e cosa sbagliato, cosa era meglio, cosa no. Invece di essere appoggiata Elena si sentiva attaccata da tutti i lati. Si sentiva in colpa quasi a provare dei sentimenti verso qualcuno. Mai nascondere l'amore che provi per qualcuno. Si ricordò di averlo detto quando aveva solo dieci anni ad un Jeremy che odiava essere abbracciato e baciato dalla madre o dalla sorella. Quindi? Perchè aveva tanto paura di amare Damon? Di provare dei sentimenti forti che andassero al di là dell'amicizia? Elena tornò velocemente a casa e prese l'auto. Destinazione casa Salvatore. Aveva bisogno di parlare direttamente, faccia a faccia con lui. Basta diari, basta allusioni, basta sogni sconnessi. Scese con foga dall'auto e aprì la porta. Sembrava non ci fosse nessuno, poi salì velocemente le scale e si diresse verso la camera di Damon. Elena lanciò un'occhiata veloce alla stanza di Stefan. La porta era aperta ma era troppo lontana per poter vedere se ci fosse qualcuno dentro. Lasciò perdere e bussò alla porta della stanza di Damon. "Avanti." Disse una voce lontana. Elena entrò ma non c'era nessuno poi lo vide uscire dal bagno con i capelli ancora umidi e mentre finiva di abbottonarsi la camicia a mezze maniche grigia. "A cosa devo la visita?" Disse sarcastico mentre si guardava allo specchio.
"Ho paura." Disse semplicemente Elena con il cuore in gola e gli occhi spaventati.
Damon le lanciò un'occhiata attraverso lo specchio, poi si voltò a guardarla interrogativo. "E' successo qualcosa?" Disse avvicinandosi preoccupato. Avevano tutti passato così tanto tempo ad essere spaventati da qualcosa di concreto, che non poteva immaginare che parlasse di un altro genere di paura.
"No" disse lei scuotendo la testa e avvicinandosi a lui. "Non...ho solo paura di quello che succederà se mi lascerò andare Damon. Io non sono in grado di affrontare una cosa così grande, mi spaventa..."
"Se è di me che hai paura, se sono io che ti spavento, allora non dovresti essere nemmeno qui, perchè dubiteresti dei miei sentimenti verso di te e questo mi ferisce." Disse Damon interrompendola.
"Io non ho paura di te!" Disse Elena seccata per il solo fatto che lui avesse potuto pensare una cosa del genere. "Io...ho solo paura di me stessa." Disse con rassegnazione Elena abbassando lo sguardo. "Mi guardo allo specchio e non mi riconosco. Sono una persona totalmente diversa. Sei tu che mi fai essere diversa." Disse poi Elena con impeto tornandolo a guardare.
"Non ho capito se devo sentirmi ferito per questa cosa o no." Disse ironico lui.
Elena alzò gli occhi al cielo e si avvicinò ancora di più. "Bè, in realtà non lo so nemmeno io. E' per questo che sono spaventata. Non so dove mi porterà tutto questo."
"Porterà?" chiese Damon serio. Porterà...futuro...frase affermativa.
Elena lo guardò incerta, poi si avvicinò. Si aiutò con le punte dei piedi per cercare di arrivare alle sue labbra e intanto chiuse gli occhi. Damon era lì impalato che fissava le sue labbra e sentì il calore del suo respiro sempre più vicino, fin quando sentì il contatto con le sue labbra. A quel punto si lasciò trasportare dalla voglia di lei, voglia troppo forte, voglia che aveva nascosto per tanto tempo. Voleva semplicemente amarla come poteva amarla un uomo. L'attirò a sè passandole una mano dietro la schiena e infilandone una nei capelli profumati e morbidi approfondendo il bacio. Elena si lasciò andare, passò le braccia attorno al suo collo e rispose avidamente al suo bacio stringendosi ancora più a lui. Damon continuò a baciarla e riversò su di lei tutta la passione possibile. Elena si sentì percuotere da una scossa. Ogni suo bacio la lasciava senza fiato era destabilizzante per lei. Si dimenticava di tutto ciò che la circondava, si dimenticava perfino di respirare. Era completamente fuori dal mondo. Damon la avvicinò lentamente al letto facendola stendere mentre continuava a riempirla dei suoi baci. Poi lentamente prese a baciarle il collo e la spalla scoperta dalla maglia estiva. Elena aprì gli occhi improvvisamente. Boccheggiò un momento, non sapeva che fare. Sapeva che andare avanti poteva essere un problema dopo. Ma Damon fece scivolare le sue mani sotto la maglia e ricominciò a stuzzicarle il collo e la sua testa non ragionò più. Elena passò le sue mani sulla schiena di lui mentre lasciava andare indietro la testa per dargli più libero spazio. Damon le sfilò lentamente la maglietta e stranamente Elena si sentì terribilmente in imbarazzo. Era sempre stata abbastanza sicura di sè, ma Damon sembrava ribaltare ogni cosa di lei. Insomma aveva avuto così tante donne in tanti anni, che aveva il terrore di essere messa a confronto, di non essere abbastanza per lui. Oh ma Elena ma quanto sei stupida? Si disse poi. Stava di nuovo, per l'ennesima volta, mettendo in dubbio se stessa. Damon si fermò e la guardò. "Va...va tutto bene?" Disse Damon vedendola esitante. Elena arrossì violentemente. Si sentì un'idiota ad aver interrotto quel momento.
"No...io..." Deglutì a vuoto troppo imbarazzata. Damon le scostò i capelli dal viso ed Elena chiuse gli occhi sospirando. Sospiro che sembrò più gemito e si senti nuovamente in imbarazzo perchè sapeva che lui la stava fissando. Damon accennò un sorriso, si chinò su di lei e la baciò delicatamente sulle labbra. Elena cercò di uscire dall'imbarazzo seguendo l'istinto e si butto praticamente sulle sue labbra, sperando di non aver distrutto quel momento. Al diavolo tutto voleva stare con lui in quell'istante. Al resto avrebbe pensato dopo. Damon di certo non esitò un secondo, tornò ad accarezzarle la schiena nuda ormai priva di maglia, mentre lei iniziava velocemente a sbottonargli la camicia e ad accarezzagli il petto. Stare in quella situazione con Damon era decisamente strano, ma come le aveva dimostrato lui quella stessa mattina, di certo anche lei lo voleva. Elena allacciò la sue gambe alla vita di lui che intanto cominciò a baciarle la gola e a soffermarsi sul suo seno. Elena respirava a fatica sentiva il cuore battere come impazzito fino ad arrivarle in gola, e la sua pelle andare a fuoco ad ogni passaggio di Damon. La stanza si riempì velocemente dei suoi gemiti e lentamente, troppo lentamente, le mani di Damon esploravano il suo corpo facendola andare fuori di testa. Damon la privò dei jeans e le accarezzò le gambe affusolate e i fianchi perfetti, poi indugiò un pò troppo sull'interno coscia ed Elena si lasciò scappare un altro gemito sussultando appena. Riuscì a sentire le labbra di Damon stendersi in un sorriso strafottente mentre le mordicchiava il lobo dell'orecchio. Elena avvicinò ancora di più il suo bacino a quello di lui, segno che voleva sentirlo totalmente essere parte di lei. Damon la privò velocemente degli ultimi e pochi indumenti che le erano rimasti addosso mentre lei faceva lo stesso con lui. Poi entrò dentro di lei e finalmente Elena si sentì completa dopo tanto tempo. Damon si sentì nuovamente vivo, nuovamente umano. I loro respiri si confondevano, i loro gemiti si fusero. E tutto fu come doveva essere, semplice amore che finalmente veniva fuori nella maniera più totalizzante possibile.

La stanza era piombata nel più assoluto silenzio. Elena con gli occhi chiusi si crogiolava nella bolla di sapone in cui si trovava in quel momento. La testa appoggiata al petto di lui, la mano intrecciata alla sua che la accarezzava. Con le punta delle dita dell'altra mano, Damon le lisciva i capelli che si trovavano sul viso di lei, accarezzandone contemporaneamente i lineamenti. Sentiva il respiro caldo di Elena sul suo petto e il battito del suo cuore tornato regolare. La guardava dolcemente in tutta la sua bellezza, in quel momento le sembrava ancora più bella, meravigliosamente perfetta. Ma lei aveva ancora gli occhi chiusi e non stava dormendo, lui lo sapeva bene. Ma non voleva parlare, quella sorta di mondo a parte che si era creato in quella stanza, sarebbe andato perduto. Damon deglutì a vuoto e l'assoluto silenzio che regnava, fece si che Elena lo sentisse. Elena si irrigidì e aprì gli occhi. La bolla di sapone era scoppiata, quel mondo a parte era stato risucchiato velocemente dalla realtà. Elena alzò la testa dal suo petto e si mise a sedere sul letto coprendosi meglio con il lenzuolo. Si passò i lunghi capelli dietro l'orecchio mentre aveva lo sguardo basso fisso su un punto di quel letto troppo grande anche per due persone. Elena cercò di perdersi in quel pensiero quasi a voler sparire in esso. Damon si sistemò con la schiena appoggiata alla spalliera del letto e la osservava un pò tra lo stranito e l'irritato. Poi distolse lo sguardo un pò scocciato da quella situazione. Non era così che doveva essere. C'era qualcosa che le tormentava la testa. "Elena..." cercò di dire lui con rassegnazione, ma lei poi alzò i suoi grandi occhi scuri un pò spaventati e la sua voce si spense.
"Non...non dire niente ti prego." Disse lei quasi in apnea e completamente rossa in viso. Poi guardò distrattamente l'ora e si rese conto che ormai da ore erano chiusi là dentro. Oddio e se Stefan fosse rientrato? In realtà poteva benissimo essere stato in casa appena era entrata in quella camera, ma aveva deciso di non curarsene, mentre ora aveva il terrore che lui fosse sempre stato lì.
"Lui non c'è" disse poi Damon sicuro, vedendola un pò agitata lanciare un sguardo allarmato alla porta. Elena fu scossa dalle sue parole. Era come se le leggesse nella testa, ma non solo, la leggeva sempre, anche molto più in profondità, fin dentro l'anima. E quando lo faceva Elena si sentiva bruciare dentro, perchè apparentemente non avevano condiviso nulla di così intimo in passato. Eppure anche allora, spesso sembrava capirla, leggerla meglio di Stefan. Elena se ne rendeva sempre più conto, chiedendosi come avesse potuto non accorgersene prima.
"Sarà meglio che vada" sussurrò Elena rivestendosi velocemente. Damon la guardò un pò intimorito da quello che stava pensando, ma allo stesso tempo era leggermente irritato dal suo comportamento freddo.
"No, aspetta..." finalmente decise di parlare facendo per alzarsi, ma Elena lo fermò con lo sguardo, poi si avvicinò al letto, salì sul materasso morbido ed enorme con le ginocchia e lo baciò dolcemente. Poi uscì dalla stanza.

 

 

SPAZIO PSEUDO-AUTRICE

 

Allora...bè non c'è granchè da dire...o forse si...insomma il fattaccio è avvenuto. E per quanto la maggior parte di noi si sarebbero intrufolate nel letto del nostro Mr alto bello e moro già dalla prima puntata, me compresa, Elena c'ha messo un bel pò. E' stata istintiva per una volta. O bè voi direte mica tanto siamo al decimo capitolo! Ahahah vero, ma se fosse stata ancora razionale non ci sarebbe stata nemmeno questa volta gli avrebbe parlato del bacio, gli avrebbe detto che non è sicura e bla bla bla...l'ha fatto è vero e lui in tutta risposta l'ha praticamente buttata sul letto facendola impazzire. Ecco il nostro Damon...ricordate però che c'è un minimo di cambiamento...nel senso che per quanto i miei personaggi siano fedeli, o almeno ci provo, ci sono comunque delle linee che seguono percorsi diversi...insomma bisogna tener conto che nella mia testa sono successe tante cose...la battaglia con Klaus per esempio che ha portato alla sua morte, la vita normale e i problemi tra Elena e Stefan...quindi ecco ci sono molte cose da valutare, quindi la reazione di Elena è abbastanza comprensibile. La signorina è scappata...si...cioè ha lasciato Damon lì solo a rimuginare sulla notte anzi pomeriggio di passione...Spendiamo due parole per questa cosa. Innanzitutto Elena è imbarazzata da morire, non chiedetemi perchè ahahah non so Damon mette imbarazzo secondo me...bò è così forte in ogni cosa, ha una personalità così potente, è affascinate, è bello (perchè lo è), è vivo, insomma davanti a uno così non puoi che sentirti sempre piccola piccola...insomma la verità è che sono un pò come Elena e io con uno come Damon mi sentirei davvero sempre un pò così, almeno all'inizio...allo stesso tempo non potrei mai tollerare uno come Stefan accanto a me, per questo non mi spiego come faccia Elena, io vorrei qualcuno che mi vivacizzasse un pò...ok sto divagando...lo so. Vi dico che da ora in poi ci sarà taaaaaaaantissimo Damon ed Elena...io vi avverto...i deboli di cuore smettano di leggere ahahah scherzo...ok lo ammetto sono nervosa...voglio sapere come vi è sembrato...insomma ditemi se ho esagerato e quant'altro, no perchè se ho esagerato qui, devo rivedere tutti i capitoli O__O comunque...io la storia l'ho finita di scrivere...sono in totale 17 capitoli più un extra che pubblicherò come one short quando avrò finito...inizialmente pensavo di continuare a pubblicare una volta a settimana, ma poi ho pensato, che forse è meglio se mi do una mossa. Insomma tra un pò iniziano le vacanze estive e non vorrei perdere dei lettori, insomma ci tengo molto...e quindi credo che pubblicherò presto un altro capitolo...quindi leggete leggete leggete commentate commentate commentate e soprattutto tenete d'occhio la pagina, perchè potrei aggiornare da un momento all'altro...se così non fosse a giovedì prossmo xD Oh mamma che papiro! vi saluto e vado a rispondere...con calma, cioè credo vi risponderò più tardi! Baci Ari

Ps grazie mille a tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate...datemi un vostro parere se vi va <3 

 

   
 
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