Penitenza
< Ma sei
davvero sicura di quello che vuoi fare? >
< Sì >
< Ma,
davvero davvero? >
Sbuffai e
mi sistemai il lucidalabbra.
< Per la
trilionesima volta, sì, Jenny >
< Vuoi
fargliela pagare così spudoratamente? >
<
Ovviamente > ribattei mentre mi guardavo allo specchio per
controllare di essermi vestita bene: dovevo essere perfetta per il
mio piano.
< Ma
credevo aveste chiarito >
<
Infatti >
<
Michelle, io non capisco! > esclamò con un tono di
voce afflitto.
< Non
c'è molto da capire > ribattei sedendomi sul letto
< Robert ha
deciso di aiutare la Summit, questa sera farà un'apparizione
con
Kristen e gli altri al Mc Gowen e noi saremo lì. Direi che
è
semplice >
< Ma
perché vuoi farlo? >
< Perché
voglio farlo ingelosire > risposi maligna.
< Certo
che sei veramente una carogna >
< Sono
vendicativa, tesoro, è diverso >
< Ma tu
sei sicura che lui sarà lì? >
< Me
l'ha detto lui stesso > ribattei accavallando le gambe per
indossare i sandali bianchi, al posto di quelli neri.
< Ma ci
sarà un sacco di gente, come faremo ad entrare? >
< Justin
mi doveva un favore > dissi alludendo al buttafuori <
oggi
pomeriggio passo a prendere le prevendite e mi ha detto di farci
vedere quando arriveremo davanti al locale, cosicché lui
possa farci
entrare subito >
< Hai
proprio pensato a tutto >
< Per
una volta, sì > risposi ghignando e quando guardai
fuori dalla
mia camera vidi Bianca uscire dalla sua < Jenny, devo lasciarti
ora. Ci vediamo questa sera >
< Va
bene, passo a prenderti io sulle dieci >
<
Perfetto > le dissi prima di abbassare lo sportellino del mio
cellulare < oh, mamma? > chiamai Bianca mentre la
rincorrevo.
< Sì? >
< Dove
stai andando? >
< A fare
shopping > rispose mentre cercava le chiavi della mia
macchina, dal momento che la sua era dallo sfasciacarrozze e stava
aspettando che la concessionaria le portasse la nuova.
< Io più
tardi devo passare da un amico a prendere le prevendite per questa
sera e avrei bisogno di un nuovo vestito…posso venire con
te? >
Alla mia
richiesta i suoi occhi brillarono.
< Certo,
certamente! Sarà uno spasso! > esclamò
aprendo la porta di casa
< Ho giusto bisogno di qualcuno che mi dica come sto con il
nuovo
vestito di Dolce&Gabbana! Sarà divertentissimo!
>
Sorrisi
forzatamente mentre dentro di me mi stavo maledicendo, ma quando
uscii di casa vidi Robert che stava entrando nella sua.
<
Buongiorno, signore! > esclamò Robert sorridendoci.
<
Buongiorno a te, Robert > rispose Bianca allegra e mi
guardò <
vallo a salutare, ti aspetto in macchina >
La
ringraziai con un sorriso e mi incamminai verso il portico del mio
ragazzo.
< Come
mai tua madre è così contenta? >
domandò dopo avermi
abbracciato: non potevamo baciarci in luoghi pubblici, dal momento
che Robert era sempre circondato da paparazzi e stavamo fingendo di
esserci lasciati.
< Le ho
chiesto se potevo andare a fare shopping con lei >
< Sta
venendo fuori la Blair che c'è in te? > chiese
ghignando.
< Non
essere ridicolo > ribattei scocciata < Bianca vuole
prendere in
ostaggio la mia macchina, ma io ho bisogno di uscire più
tardi,
quindi il gioco lo conduco io se non vuole tornare a casa in taxi o
in autobus >
< Uhm,
come siamo furbe > disse ridendo < mi dispiace per questa
sera
>
< Non
preoccuparti, davvero > risposi sorridendogli < mi secca
che la
gente dica che la coppia Robsten è nata, ma almeno so che
questa
sera ci saranno gli altri e che Ashley vi terrà d'occhio
>
< Tu,
invece? Cosa farai? >
Gli sorrisi
e alzai le spalle.
< Esco
con Jenny, serata tra donne >
< Buon
divertimento, allora >
< Sì,
sono sicura che mi divertirò un mondo > asserii
sorridendo <
ora è meglio che vada >
Gli baciai
la guancia e mi allontanai verso la mia macchina. Vi entrai dentro,
misi in moto e Bianca mi disse di guidare fino al molo, dove c'era
una via con tutti i negozi di grandi marche.
Fase uno,
terminata.
< Ecco,
questo è il vestito > mi disse Bianca mentre mi
trascinava
davanti alla vetrina di Dolce&Gabbana e mi indicò un
tubino nero
con un ricamo di perline: il vestito era bello, non potevo negarlo,
ma era un vestito per ventenni, non quarantenni.
< Mamma,
è molto bello, ma non mi sembra molto adatto a te >
<
Sciocchezze, entriamo > ribatté trascinandomi nel
negozio.
Una volta
dentro una commessa ci venne incontro.
<
Bianca, ma che bello vederti! > esclamò sorridendo
< Cosa vuoi
che ti mostri, oggi? >
Bianca le
diede le indicazioni per il vestito e trascorsi l'ora successiva
davanti al camerino mentre lei si provava i vestiti. Ne avrà
provati
almeno sessanta.
<
Michelle, cosa ne dici? > chiese facendomi vedere il vestito a
tema floreale che stava indossando.
< Mi
piace > mentii sorridendo.
< E sia,
lo prendo! > esclamò rientrando nel camerino.
Alla cassa
Bianca pagò quel vestito duemilaottocento dollari. Quando
sentii il
prezzo stavo bevendo dell'acqua e mi andò di traverso.
<
Mamma…ma non costa un po' troppo? >
< Oh, ne
ho comprati di più costosi > ribatté
mentre le porgeva la carta
di credito.
Con
duemilaottocento dollari lei si è comprata un vestito, io
con la
stessa cifra me ne compro un centinaio, se non di più, nel
mio
negozio di fiducia.
< Spero
di vederti presto, Bianca > disse la commessa sorridendole e in
quel momento capii perché Bianca era trattata
così carinamente:
ogni volta che entrava lì dentro pagava lo stipendio alle
commesse.
Continuammo
il nostro giro per tutta la via e Bianca spese altri tremila dollari
per il nuovo bauletto di Louis Vuitton e il portafoglio, ottocento
per la gonna da Versace e mille per la camicia da notte di Max Mara;
insomma, in una giornata rischiava di spendere tutti i soldi che i
suoi genitori, nonché miei nonni, avevano faticato ad
ottenere in
sessantanni di lavoro.
< Ti va
un gelato? > le proposi quando ci fermammo davanti ad una
gelateria.
< Non
preferiresti un'insalata? Sai, ti ho guardata ultimamente e sei
dimagrita, ma alla serata di beneficenza quando sei apparsa in
televisione mi sei sembrata un po' pienotta. Ti ricordo che la
televisione ingrassa >
Serrai la
bocca per un attimo per non risponderle male, mentre dentro di me mi
ripetevo che dovevo attenermi al piano.
<
Un'insalata andrà bene lo stesso > risposi con un
falsissimo
sorriso.
Dopo pranzo
continuammo il nostro giro e Bianca mi trascinò in un
negozio che
aveva un sacco di marche diverse. Stavamo facendo un giro nella zona
degli abiti da sera quando i miei occhi ricaddero su un vestito di
seta di colore viola e con lo scollo a V sia sul petto che sulla
schiena.
< Mi
piace! > esclamò Bianca dietro di me e sobbalzai
< dovresti
provarlo, tesoro >
Guardai
l'etichetta e strabuzzai gli occhi.
< Mamma,
costa cinquemila dollari >
< E
allora? Io ne sto provando uno da novemila >
< È
troppo costoso! >
<
Consideralo il mio regalo per il tuo diploma >
Sospirai
rassegnata e mi diressi verso il camerino. Il mio piano non mi
piaceva più.
<
Michelle, come ti va? >
Uscii dal
camerino e mi guardai allo specchio.
< Mi sta
bene, direi >
<
Perfetto! > esclamò battendo le mani <
Toglitelo e lo
prendiamo >
Le sorrisi
e tornai a cambiarmi, ma quando uscii dal camerino Bianca mi
sbatté
un vestito in faccia.
< Ma
cosa…? >
< Che te
ne pare, tesoro? > domandò eccitata.
Presi in
mano il vestito e lo guardai: era di color beige e lungo, lo scollo
era a V e le bretelle erano sottili e al centro c'era un ricamo a
fiori color oro.
< È
molto bello > risposi sorridendole.
< È mio
> disse entusiasta.
< Come?
> domandai senza capire.
< Questo
vestito l'ho disegnato io, è una mia creazione >
< Sei
tornata a lavorare? >
< Sì! >
esclamò sorridendo.
< Perché
non me l'hai detto? > chiesi sconvolta.
< Mi
sono dimenticata. Sai perché la settimana scorsa ero a New
York? Ho
partecipato alla settimana della moda come stilista. L'impero Burnaby
è ufficialmente ricominciato! >
La guardai
senza saper cosa dire. Ero sconvolta e allo stesso tempo incazzata.
Dopo quasi dieci anni ha deciso di prendere in mano l'impero che si
erano costruiti i miei nonni e lei non mi aveva detto niente?
< Mamma,
io ora devo andare > le dissi fredda.
< Ma ci
sono ancora un sacco di negozi da vedere >
< No, ho
un impegno >
Ci
dirigemmo alla cassa, pagammo il mio vestito e un ennesimo che si era
comprata lei e uscimmo dal negozio.
< Ma
cosa ti prende? >
< Cosa
mi prende? > sbottai < Torni a lavorare nell'industria di
moda
dei nonni e non mi dici niente? >
< Ero
convinta di avertene parlato, Mike… >
< Mike
lo sa? > chiesi sconvolta < Lo sa il tuo fidanzato e non
lo so
io, tua figlia?!? >
< Non
farla così tragica >
< Mi
stai prendendo in giro? > chiesi retorica < Hai idea di
come mi
senta? >
<
Esattamente come mi sono sentita io quando ho visto una tua foto con
Robert su Fashion
Police.
Anche tu ti sei dimenticata di dirmi della serata di beneficenza
>
< Tu eri
a New York in quel periodo ed io non ti ho sentito per niente. Ho
provato a chiamarti, ma non ti sei mai preoccupata di richiamarmi
>
< Sono
stata occupata >
< A
lavorare sulla tua sfilata o a sbatterti il fidanzato? >
< Non
usare questo tono con me, signorina! Sono tua… >
< Madre?
> dissi interrompendola < Non usare questa carta, con me
non
attacca. È più madre la signora Samuels che te
>
Smisi di
parlare e mi passai una mano tra i capelli, mentre sentivo gli occhi
pungermi e il naso pizzicarmi.
< Grazie
per il vestito, ma ora me ne vado. Chiama Mike quando hai finito, ho
notato che con lui non hai segreti >
Girai i
tacchi e la lasciai lì da sola, mentre dai miei occhi non
facevano
altro che sgorgare lacrime. Sarebbe stato tutto più semplice
se
fossi andata in un college lontano da lei.
Entrai in
macchina, andai da Justin a prendere le prevendite e quando tornai a
casa vidi Robert, Kristen, Ashley, Nikki e Kellan ridere sotto il
portico di Robert e ignorare i paparazzi nascosti dietro i bidoni.
<
Michelle! > esclamò Ashley alzandosi dalla sedia e
venendomi
incontro < Che bello vederti! > continuò
abbracciandomi.
< Ciao,
Ashley > risposi ricambiando l'abbraccio.
< Ma
stai bene? Hai pianto? > chiese premurosa.
< Non è
niente > risposi mentre guardavo in direzione della casa di
Robert
e lo vidi guardare nella mia direzione e corrucciare le fronte.
< Sei
sicura di stare bene? Vuoi che resti un po' con te? >
< No,
davvero, non ti preoccupare. Torna dagli altri e dì a Robert
di
stare tranquillo. Ho visto come mi sta guardando >
< Sei
sicura? >
<
Sicurissima >
Le sorrisi,
l'abbracciai una seconda volta ed entrai in casa. Salii in camera,
infilai il mio nuovo acquisto nell'armadio e quando scesi di sotto il
mio campanello suonò, trovandomi Robert davanti alla porta
che mi
guardava preoccupato.
< Cosa
ci fai qui? >
< Ashley
è tornata da noi e mi ha detto di venire da te >
< Che
sciocca > dissi mentre lo facevo entrare in casa < non
è
successo niente di che > continuai
dopo aver chiuso la porta.
< E
allora perché stavi piangendo? >
< Ho
discusso con Bianca >
< Vuoi
parlarmene? >
< Non
c'è molto da dire in verità > dissi
scrollando le spalle <
Bianca ha deciso di riaprire l'azienda di moda dei miei nonni, non mi
ha detto niente ed io ci sono rimasta male, specialmente
perché la
settimana scorsa è andata a New York alla settimana della
moda a
presentare i suoi capi. Mike lo sapeva ed io no >
Robert
aspettò che finissi di parlare e poi mi abbracciò.
< Porta
pazienza, lo sai come è fatta >
< Già,
lo so > ribattei mentre nascondevo il viso nell'incavo del suo
collo.
< Forza,
vieni qui > disse prendendomi il viso tra le mani e mi
baciò.
< E tu,
invece? Cosa hai fatto oggi? > chiesi a bacio ultimato.
<
Giornata di relax, sono stato sempre con loro >
< Sei
stato tutto il giorno con Kristen? >
< E con
gli altri, anche >
< Quanti
baci vi siete dati? >
< Per
prima cosa ti dico che eravamo fuori con i paparazzi attorno, quindi
è stato seguito il copione >
< Non
stai rispondendo alla mia domanda >
<
Quattro >
< Quanti
con la lingua? >
< Due >
Storsi la
bocca e distolsi lo sguardo da lui.
< Ma
proprio lei devi baciare? Non sarebbe meglio baciare Nikki, o Ashley?
>
<
Kristen bacia bene > replicò, ma subito si
tappò la bocca,
mentre io lo guardai con gli occhi spalancati.
< Fuori
da casa mia >
<
Ehm…andiamo, Mitchie, stavo scherzando >
< Sei
pure bugiardo! > esclamai puntandogli il dito contro <
Brutto
eretico che non sei altro, vattene da casa mia >
<
Coraggio > disse ridendo < Mitchie, non puoi sbattermi
fuori
così >
< Ma è
quello che sto facendo >
< Ma è
solo una finzione la nostra >
< Non mi
interessa > risposi aprendo la porta < vattene via
>
< Ti
amo, lo sai? >
Lo spinsi
fuori, ma ero troppo debole per riuscirci e poi lui si era impuntato
di non voler andarsene.
< Me lo
dai un bacio? > chiese sorridendomi, ma gli sbattei la porta in
faccia < Ahia, il mio naso! >
< Ben ti
sta > esclamai ridendo.
Verso le
sei il mio telefonino iniziò a vibrare, così
riemersi dalla vasca
da bagno, mi asciugai una mano e lo presi. Robert mi aveva mandato un
messaggio: “Sono
rimasto solo
in casa, vieni un po' da me?”
“Sono
dentro la vasca, spiacente”
scrissi velocemente e dopo averlo appoggiato di nuovo sul mobiletto
portai la testa all'indietro e tentai di rilassarmi. Ma la vibrazione
ricominciò poco dopo.
“Posso
venire?”
Risi e
scossi la testa.
“No”
“Non
ci siamo visti per niente tutt'oggi, voglio stare un po' con te. Non
farti pregare”
Aspettai
una manciata di minuti prima di rispondergli, poi gli scrissi che
poteva venire a patto che tenesse le mani a posto. Cinque minuti dopo
Robert era arrivato in casa mia.
< Ho già
vissuto questo momento > mi disse avvicinandosi alla vasca e
guardandomi.
< Più o
meno, sì > risposi sorridendogli e prima ancora che
potesse dire
altro mi alzai quel tanto che bastava per circondargli le braccia
attorno al collo e bagnargli i vestiti.
< Ah sì?
> rispose prendendomi in braccio e, completamente fradicia, mi
portò in camera.
< No,
dai! > esclamai ridendo < Bagnerò tutto
>
< Hai
bagnato me > ribatté indicandosi.
< Sei
sexy tutto bagnato >
< E tu
sei sexy tutta nuda > ribatté avvicinando il suo viso
al mio
collo < Odori di camelia, delizioso > continuò
baciandomi il
collo e più mi baciava, più si spostava scendeva
verso il basso con
le labbra.
Trattenni
un gemito quando la sua mano toccò il mio seno mentre
continuava
l'esplorazione del mio corpo, finché non si fermò
e posò un
orecchio all'altezza del mio cuore.
< Mi
piace sapere che sono io la causa della tua tachicardia >
Sorrisi e
tentai di alzarmi per baciarlo, ma Robert me lo impedì.
Quando
suonarono al campanello, però, si allontanò da
me, mi passò un
asciugamano e venne con me di sotto.
< Sono
indecisa su cosa mettere per il M… >
< Jenny!
> esclamai interrompendola prima che potesse rovinare il piano.
< Come
mai hai i capelli pieni di balsamo? >
< Colpa
sua > dissi indicando Robert, che salutò la mia amica
con la
mano.
Jenny ci
guardò entrambi.
< Ho
interrotto qualcosa? >
< Niente
di importante > replicai sorridendole e Robert mi diede un
pizzicotto sul fianco.
Jenny rise
ed entrò in casa.
< Vai a
finire il bagno, al tuo fidanzato ci penso io >
< Sì,
capo! > risposi allontanandomi da loro e ritornai di sopra in
bagno, dal quale uscii cinque minuti dopo, dopo essermi sciacquata i
capelli dal balsamo < Che combinate? > chiesi tornando di
sotto.
<
Guardiamo la televisione > rispose Jenny mentre lei e Robert si
stavano ingozzando con i miei
cereali Cap'n
Crunch.
< Giù
le mani! > esclamai mettendomi tra di loro e prendendo i cereali
dalle mani di Jenny.
< Non
credevo fossero così buoni > disse Robert dopo averne
presi un
pugno.
< Io li
adoro > rispose Jenny < l'anno scorso lei ed io per il
corso di
cucina abbiamo portato la torta con questi cereali >
< È
piaciuta? > domandò curioso.
<
Ovviamente > risposi sorridendo.
< Pizza?
> proposi quando guardai l'orologio.
< Sì >
disse Jenny.
< Non
per me > rispose Robert < devo uscire con gli altri a
cena, poi
andremo al Mc Gowen. Anzi, meglio che torni a casa perché
devo
andare a prepararmi. Buona serata, ragazze > continuò
sorridendo
< Jenny, confido in te, tieni d'occhio la piccola Mitchie
>
< Sarà
fatto > rispose ridendo la mia amica.
< Ti
accompagno alla porta > dissi mentre prendevo Robert per la mano
<
Tieni le mani lontano da Kristen, ti prego > lo supplicai
guardandolo negli occhi.
< Ne
abbiamo già parlato >
< Tocca
il sedere a Nikki o Ashley, ma ti prego, non a lei >
Robert rise
e mi baciò.
<
Divertiti questa sera >
< Oh, io
mi divertirò senz'altro > ribattei sorridendogli con
falsa
innocenza.
Quando
restammo sole Jenny mi trascinò in camera mia e mi
mostrò i vestiti
tra i quali era indecisa. Dopo qualche minuto le consigliai il
vestito turchese e le feci vedere il mio acquisto, raccontandole poi
della lite con Bianca.
< Ma ora
dov'è? >
< Sarà
con Mike > risposi alzando le spalle.
Alle otto
il fattorino ci consegnò le pizze e tra una chiacchiera e
l'altra
andammo a prepararci verso le nove, uscendo di casa alle dieci
spaccate.
< Sei
davvero sicura di volerlo fare? > domandò ad un certo
punto.
<
Dobbiamo parlarne ancora? >
< Okay,
okay, mi cucio la bocca >
< E poi
non sono mai stata così determinata in vita mia, te lo
giuro. Sento
una scarica di adrenalina circolarmi dentro, come non mi è
mai
capitato prima d'ora! >
< E come
ci si sente? > domandò curiosa.
< Da Dio
> risposi con un sorrisetto perfido.
Trovammo il
parcheggio non molto distante dal locale, barcollai fino all'entrata
con le mie decolté da dieci centimetri in camoscio grigio
chiaro, e
dopo aver salutato Justin entrammo nel locale.
Appena
fummo dentro cercai Robert tra i tavoli, finché non lo
trovai in un
angolo con accanto Tom Sturridge, che, per la cronaca, non mi aveva
ancora presentato, Kellan, Ashley, Nikki, Taylor e Kristen che era
appoggiata al petto di Robert.
Alt, fermi
tutti. Kristen Stewart appoggiata al petto di Robert?!?!? Del mio
Robert?!?!
<
Michelle, che hai? > domandò preoccupata.
< Hai
visto quella…grrrr! Hai visto dove è
appoggiata?!?!? > urlai
furibonda.
<
Rilassati, stanno recitando >
< Lui
sì, lei no > ribattei con sguardo assassino.
Jenny rise
e mi portò al bancone per prendere qualcosa da bere e mi
fece
accomodare in un tavolo che stava praticamente davanti alla visuale
di Robert. La mia migliore amica era un genio.
< Vuoi
un resoconto dettagliato? > chiese mentre lanciava occhiatine a
Robert e company.
< Spara
>
< Robert
e Tom pare stiano sbavando, Kellan e Taylor stanno ridendo di loro
due, Nikki è indifferente, Ashley sta ridendo e Kristen ti
sta
fulminando con lo sguardo >
< Ah,
quali soavi parole! >
Chiacchierammo
per un altro paio di minuti e la cameriera si avvicinò con
due
Martini e ce li servì.
< Noi
non li abbiamo ordinati >
< Sono
da parte del signor Sturridge > rispose la cameriera indicandolo.
Jenny ed io
ci guardammo all'unisono con la bocca spalancata e poi ci voltammo
verso il tavolo dove si trovavano Tom, Robert e tutti gli altri.
Alzai il bicchiere con il Martini verso Tom e lo ringraziai
sorridendo, gesto al quale Tom rispose immediatamente, mentre Robert
non faceva altro che fissarmi.
< È un
po' imbarazzante > dissi alla mia amica ridendo < ma
voglio
fare un brindisi >
< A
cosa? > chiese alzando il bicchiere.
< Alla
seconda parte del piano >
<
Salute! > esclamò facendo tintinnare i nostri
bicchieri < Ma
ricordami la prima >
< La
prima era trovare un bel vestito, la seconda farmi notare da Robert,
mentre la terza sarà… >
< Farlo
ingelosire >
<
Esatto, sorella > ribattei ghignando.
Stavamo
tranquillamente chiacchierando quando all'improvviso mi
arrivò un
messaggio.
< Chi è?
> domandò curiosa.
< Chi
vuoi che sia? >
<
Leggilo ad alta voce! >
< Il mio
amico vuole venire a rimorchiarti >
< Ma non
sa che sei la sua ragazza? > chiese Jenny.
< Non lo
so, adesso glielo chiedo > risposi mentre scrivevo il messaggio
e
la sua risposta arrivò poco dopo < Robert dice di no
>
“Sei
geloso?”
gli scrissi e
inviai il messaggio.
“Di
Tom? No, non direi proprio. Anche perché non appena
saprà che sei
tu ti lascerà in pace. Da quando ti ha vista non ha fatto
altro che
dire che sei stupenda. E non posso che dargli ragione. Ma cosa ci fai
qui?”
Lessi il
messaggio alla mia amica, la quale mi guardò mentre si
mordeva il
labbro.
< Cosa
gli risponderai? >
< Chi ha
mai detto che voglia farlo? > ribattei ridendo.
Il
classico trucco di tenerlo sulle spine! Ah, Michelle, sei
proprio…
>
< Jenny,
che ti prende? > le chiesi passandole una mano davanti agli
occhi,
visto che si era bloccata ed era improvvisamente impallidita.
<
Credevo fosse in Florida > mi disse guardando verso l'entrata
del
locale.
< Ma
chi? > chiesi curiosa voltandomi e in due nanosecondi sgranai
gli
occhi anche io: Edward Muntz era appena entrato nel locale.
Edward è
stata la mia prima cotta. Frequentavamo le medie inferiori insieme ed
era sempre stato il classico figlio di papà. Crescendo era
diventato
uno dei ragazzi più popolari e trasgressivi di Santa Monica.
Ma
circa due anni fa si era ritirato dal liceo di Santa Monica
perché
voleva spassarsela.
< Non ci
posso credere > dissi d'un fiato.
Non appena
le ragazze si accorsero di lui venne accerchiato da…beh,
erano
perlopiù ragazzine di quindici anni che lo conoscevano per
fama.
< Che tu
ci creda o no pure Kristen Stewart lo sta guardando > disse
Jenny
ridendo.
< Jenny?
>
< Sì? >
< Ti
dispiace se ti lascio sola? > chiesi ghignando.
<
Tranquilla, io vado a fare un saluto a mia cugina laggiù
> disse
facendomi l'occhiolino.
< Che la
terza fase abbia inizio > dissi ad alta voce e mi alzai in
piedi,
lanciai una fugace occhiata a Robert, che mi guardava senza capire, e
mi avvicinai ancheggiando a Edward.
Quando gli
fui abbastanza vicina Edward alzò lo sguardo verso di me e
non
appena si accorse di me sorrise. Mi feci largo tra il gruppetto di
ragazzine, finché non fui vicina a Edward.
<
Ragazze, perché non andate a cercare qualcuno che sia alla
vostra
portata? > dissi rivolta alle ragazze, ma non facevo altro che
guardare lui.
<
Michelle Waldorf, ma quale celesta visione > disse facendo il
baciamano e senza smettere di fissarmi negli occhi.
< Edward
>
< Ne è
passato di tempo > continuò senza lasciare la presa.
< Troppo
>
<
Ragazzi! > disse rivolto ai suoi amici < Andate a fare un
giro,
io offrirò da bere a questa splendida ragazza >
Sorrisi
sensualmente e ci allontanammo dalla folla per sederci in un tavolo a
bere, che, casualmente, era ancora più vicino al tavolo di
Robert.
Mi fece
sedere per primo sulla poltroncina e subito dopo si sedette accanto a
me. Lanciai un secondo sguardo fugace a Robert, il quale ci fissava
con gli occhi ridotti a due fessure.
< Ma che
fine hai fatto, sei sparito >
< Sì,
sai…ho girato il mondo con i miei amici >
< E ti
sei divertito? >
<
Moltissimo. Raccontami qualcosa di te. Stai ancora con quel fesso di
Aaron? >
< Aaron?
Oh, ti prego. Non sto con lui da mesi >
< E ora
ti vedi con qualcuno? > domandò mentre tamburellava
le dita sul
tavolo.
Lanciai
un'altra occhiata in direzione di Robert e poi tornai a guardare
Edward.
< No,
non frequento nessuno ora >
< Gran
bella risposta > disse appoggiando una mano sul mio ginocchio
<
e come sta la nostra cara vecchia scuola? È cambiata?
>
< È
come sempre > risposi scrollando le spalle < Ma sta
aspettando
il tuo ritorno >
< Beh,
tesoro > disse facendosi sempre più vicino a me
< credo
aspetterà in eterno, lei ed io non siamo compatibili >
Spostai
delle ciocche di capelli dietro l'orecchio e guardai Robert, il quale
ricambiava lo sguardo con uno più scocciato e furioso: aveva
addirittura incrociato le braccia. Sorrisi e avvicinai la bocca
all'orecchio di Edward, il quale guardava non i miei occhi, ma la mia
scollatura. Che porco.
< Sono
meglio della scuola? >
< Oh,
Michelle…sei meglio di qualunque ragazza in questo locale
>
ribatté guardandomi intensamente e finsi di arrossire
< Hai più
visto Riley e gli altri? >
< No,
ora non li frequento più >
< Non
posso crederci. Sentivo delle voci di corridoio, ma non credevo fosse
possibile. Sei davvero cambiata? >
< Sì >
<
Peccato, era eccitante il tuo lato oscuro. Poco male, sei molto sexy
anche in versione santarellina >
Sorrisi e
con la coda dell'occhio vidi Robert che fumava di rabbia. Edward mi
guardò negli occhi e si avvicinò per baciarmi, ma
voltai la testa
di lato e mi baciò la guancia.
< Non mi
inviti a ballare? >
< Non mi
piace ballare >
Accavallai
le gambe nella sua direzione e mi strinsi a lui.
<
Andiamo, non farti pregare…fallo per me >
Bevve in un
sorso il suo Martini e poi mi prese la mano.
< Come
tu desideri > rispose alzandosi in piedi e mi
trascinò in pista.
Casualmente
fermammo a ballare in una postazione che era visibile da dove era
seduto Robert e quando iniziammo a ballare Edward appoggiò
le mani
sui miei fianchi . Ci muovevamo a ritmo di musica, senza stonare di
una virgola. Edward aveva appoggiato le mani sui miei fianchi e di
tanto in tanto risaliva il mio profilo e mi accarezzava le braccia,
oppure mi spostava i capelli e mi baciava il collo.
Guardai
Robert per l'ennesima volta e lo vidi mentre si alzava e,
visibilmente incazzato, si allontanava dagli altri. La fase tre era
appena terminata con successo, eppure mi sentivo malissimo.
Smisi di
ballare e guardai il posto rimasto vuoto che Robert aveva occupato
fino a pochi secondi prima.
< Perché
ti sei fermata? > domandò Edward con un sussurro.
< Sono
stanca > mentii sorridendo.
<
Vogliamo andare in un posto più appartato? >
Sorrisi e
mi finsi disponibile.
< Se mi
dai qualche minuto vado in bagno e poi sono tutta tua >
Edward mi
sorrise e mi lasciò libera, cercai Jenny e dopo averla
trovata le
chiesi se volesse andarsene.
<
Michelle, tutto bene? > domandò una volta in macchina.
< Robert
è incazzato come una iena >
< Ne sei
sicura? >
< L'ho
visto andarsene come una furia >
< Te
l'avevo detto > rispose la mia amica < tu stai bene?
>
< Mi
sento terribilmente in colpa > confessai con voce triste
< ti
ho snobbata per tutta la serata e la situazione mi è
sfuggita di
mano: volevo far ingelosire Robert, ma forse ho esagerato >
< Togli
il forse >
Sbuffai e
guardai fuori dal finestrino.
< Sono
un'idiota >
< Sì,
lo sei > ribatté Jenny fermandosi davanti a casa mia
<
chiarisci con Robert, non voglio sentirti frignare >
Le sorrisi
e l'abbracciai.
< Ti
voglio bene, lo sai? >
< Lo so,
lo so. Buonanotte >
< Notte,
Jenny >
Aprii la
porta di casa, ascoltai il messaggio in segreteria di Bianca, la
quale mi avvisava che era partita per la Florida con Mike, e dopo il
messaggio andai in bagno a struccarmi.
< Apri
questa cazzo di porta! > sentii urlare da fuori casa e, allo
stesso tempo, battere con ferocia sulla porta e riconobbi la voce di
Robert.
Scesi le
scale di corsa e quando aprii la porta lui entrò in casa
come una
furia.
< Lui
dov'è? > chiese minaccioso.
< Lui
chi? > domandai senza capire.
< Il
coglione su cui ti sei strusciata per tutta la serata >
<
Edward? Ma che ne so, probabilmente si è trovata qualche
allocca
pronta a passare la notte con lui >
< Stai
dicendo che non è qui? > chiese e smise di tremare.
<
Dovrebbe? >
<
Io…dopo che ti ho visto ballare con lui non ci ho visto
più, sono
andato giù di testa >
< Mi
sono comportata malissimo, mi dispiace. Volevo solo che tu ti
ingelosissi, volevo capissi il disagio che provo io quando vedo nei
giornali i tuoi baci con Kristen, ma la situazione mi è
sfuggita di
mano >
< Sì,
l'ho notato > ribatté mentre faceva respiri profondi.
Lo presi
per mano e lo feci sedere sul divano.
< Hai
vinto > mi disse ad un certo punto.
< Come?
>
< Non
voglio più fingere, non ha senso. Come posso fingere di
stare con
lei se devo trattenermi dal farti delle scenate quando succedono
queste cose? Non posso e non voglio continuare a fingere ancora >
< No,
aspetta > gli dissi prendendogli le mani < mi sono
comportata
davvero male, mi dispiace. Ma non voglio obbligarti a…
>
< Nessun
obbligo > rispose sorridendomi < è vero, hai
esagerato, ma
almeno ho visto le cose dal tuo punto di vista. Insomma, io mi bacio
con Kristen e quando quel tizio ha cercato di baciarti tu ti sei
scansata. Hai fatto un'azione più nobile della mia >
Sorrisi e
mi sporsi per abbracciarlo, gesto al quale rispose immediatamente.
< Ti amo
> gli dissi mentre mi stringevo nel suo abbraccio.
< Anche
io…interessante… >
< Cosa?
>
<
Qualcuno è senza reggiseno >
Risi e
sciolsi l'abbraccio.
<
Guardami! > esclamai mentre mi alzavo in piedi e girai su me
stessa < Ci stava male qui il reggiseno >
Robert
sorrise e allargò le braccia, invitandomi ad accoccolarmi su
di lui.
< Puoi
restare qui questa notte? > chiesi mentre stringevo la sua
camicia
nel mio pugno.
< Con
molto piacere >
<
Promettimi solo una cosa >
< Cosa?
> domandò curioso.
< Non
fare il provolone e lasciami dormire >
Rise e mi
baciò la testa.
<
Scusami, ma conciata così non posso prometterti niente
>
Mi unii
alla sua risata, ma ad un certo punto sbadigliai, così
Robert mi
prese in braccio e mi portò in camera, dopodiché
mi adagiò sul
letto, mi tolse le scarpe, il vestito e mi mise sotto le coperte.
< Vieni?
> domandai con un sussurro e con gli occhi semichiusi lo guardai
mentre si toglieva la giacca, la camicia e i pantaloni, rimanendo in
boxer.
< Vuoi
che ti dia qualcosa da indossare? > domandò mentre
entrava nel
letto e mi abbracciò, facendo combaciare la mia schiena al
suo
petto.
< No,
sto bene così > risposi con la voce impastata dal
sonno.
< Sogni
d'oro, Michelle. E se fai la brava questa notte, domani ti
darò una
bella sorpresa >
< Uhm >
mugugnai sorridendo < mi piacciono le sorprese > dissi
pochi
attimi prima di venir rapita da Morfeo.
Per vostra
fortuna, oggi sarò una donna di poche parole. Lo studio mi
attende.
Ma dal momento che è passata più di una
settimana, ho deciso di
postare.
Spero che
il capitolo vi piaccia e vi ringrazio tanto per le vostre bellissime
recensioni. Mi riempite il cuore di gioia :)
Giulls