Era da  tanto tempo, anzi troppo che Kiba voleva dichiararsi a Naruto, il problema stava nel come farlo…ci aveva provato più e più volte, ma senza successo…ma forse, forse questa volta ce l’avrebbe fatta.
I due stavano camminando, senza fretta, avevano un giorno libero e avevano deciso di passarlo assieme, raggiunsero la vetta di una collina dove si sedettero per ammirare il panorama.
Era il momento giusto, Kiba iniziò a parlare: << Senti Naruto…ti dovrei parlare…io, io mi sento attratto da te, saranno quei bellissimi capelli biondi come il sole, o quella pelle chiara e morbida…ma io ti amo Naruto. Si ne sono convinto, io ti desidero, ti amo…>>
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Naruto si alzò e gli sferro un pugno, fortissimo, in piena faccia. Kiba non poteva crederci, non se lo aspettava, rimase li, fermo e immobile a fissare Naruto che se ne stava andando brontolando brutte offese contro di lui. La stessa sera, quando era ormai rientrato a casa, quel ragazzino biondo si presentò a casa sua…lo fece entrare e gli indico una stanza che poteva essere riconducibile al salotto…se fosse stata più in ordine. Si sedettero entrambi uno di fronte all’altro, si fissavano negli occhi, quasi a volersi comunicare qualcosa attraverso questi, Naruto cominciò a parlare: << Kiba…scusami, non dovevo farlo, mi sono comportato male…tu, tu hai avuto il coraggio di dirmi cosa provi per me, e io non l’ho apprezzato…ma la verità è un’altra, mh…anche io mi sento attratto da te...>>
Dopo aver sentito una cosa del genere l’altro si alzò e si avvicino a Naruto che aveva la testa bassa, gli prese il viso per il mento, e lo tirò su mentre con l’altra mano gli asciugava le lacrime.
Si baciarono. Si baciarono per pochi secondi ma sembravano non finire mai. Appena le labbra dei due si staccarono Naruto si buttò su Kiba e lo strinse, fortissimo, non lo voleva lasciare, per la prima volta entrambi stavano davvero bene…erano riusciti a dichiararsi e a scoprire che uno ricambiava l’altro.
Quella notte si lasciarono trasportare dalla passione, una massa astratta d’amore e di erotismo, qualcosa di spaciale, qualcosa che li univa.