Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: MoMo_Potter    26/02/2006    1 recensioni
"Sarebbe bello se la vita fosse un sogno.Ma anche se provi a viverla come tale,alla fine, essa ti si riversa addosso,ti colpisce con tutta la sua crudele realtà come una doccia d'acqua fredda.E'triste...ma si può sempre sperare di essere salvati..." E'la prima fic seria,spero vi piaccia!
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
5° Capitolo-Love

5° Capitolo-News

 

 

Akane continuava a fissare quella persona con occhi sgranati, senza riuscire a spiccicare una parola.

Ma non ci fu bisogno di parlare, perché l’uomo, in un attimo, si sedette di fronte a lei, facendo frusciare il lungo cappotto di pelle nera che indossava.

Mentre passava Akane respirò un profumo forte, che le fece girare la testa.

- Non è raro vedere dei giapponesi qui a Roma… - cominciò a dire, quando si fu messo comodo sulla sedia. Aveva una voce roca e profonda che piacque molto alla ragazza.

- …ma dovresti portarti come minimo un dizionario! - continuò, mostrandole un sorriso

Akane non parlò subito, stupita com’era dalla velocità degli eventi, ma quando si fu ripresa sbatté le palpebre e disse piuttosto agitata:

- Ah…sì? Bè, forse ha ragione lei! -

E rise piuttosto nervosamente.

Non sapeva perché si sentisse così. Certo, era evidente che quell’uomo doveva essere molto più grande di lei, non sembrava propriamente giovane; in più la osservava attentamente e questo la faceva sentire messa in soggezione.

Però, notò Akane fissandolo a sua volta, aveva uno strano fascino. Da giovane doveva essere stato un bellissimo ragazzo, bè, anche adesso aveva un bell’aspetto, ma i segni dell’età sul suo volto, anche se in piccola parte, si notavano.

La cosa che più la colpì furono gli occhi. In un primo momento aveva pensato che fossero neri, ma, ora che guardava meglio, notò che erano molto più chiari. Quasi…grigi.

- I vostri caffè -

La cameriera di prima era tornata, poggiando sul tavolo un vassoio con sopra due tazzine e due bustine di quello che doveva essere zucchero.

Lo sconosciuto prese una bustina, la strappò, mise lo zucchero, e poi bevve il suo caffè con molta disinvoltura. Poi, notando che la ragazza non si era mossa, disse scherzosamente:

- Non ci ho fatto mettere il veleno, sai? -

Come se avesse preso la scossa, Akane afferrò la tazzina e bevve, ma, subito dopo desiderò non averlo fatto.

Il caffè era amaro.

Fece una faccia schifata e strizzò gli occhi, poi guardò l’altro, aspettandosi che scoppiasse a ridere, ma per fortuna non lo fece.

- Scommetto che eri in gita scolastica e ti sei persa! Vorrei proprio sapere dove hanno la testa i giovani d’oggi… - esclamò, alzando gli occhi al cielo

Akane lo fissò un secondo e poi scoppiò

- Come sarebbe a dire!? Io ho quasi VENT’ANNI! - gridò indignata, sbattendo il caffè sul tavolo e spargendone il liquido tutt’intorno.

Possibile che sembrasse così piccola? Non le andava proprio si essere trattata da bambina! E poi lei neanche lo conosceva, come si permetteva quello…poi la colpì un pensiero improvviso.

E se quello era un maniaco? Come aveva fatto a pensare che quello fosse un tipo affascinante? Forse voleva fare amicizia, attirarla fuori con una scusa e poi farle chissà che cosa…no! Un momento! Non era il caso di farsi prendere dal panico! Doveva trovare un modo per andarsene da lì! Magari passando dal bagno…

- Oh, davvero? Scusami, ma sembri più giovane! - disse l’altro imbarazzato

Poi, vedendo che la ragazza aveva abbassato la testa e guardava a terra esclamò:

- Non ti sarai mica arrabbiata? -

Akane finalmente alzò lo sguardo e lo fissò dritto negli occhi. Forse aveva un po’ esagerato ne pensare che fosse un malintenzionato ma dopotutto non poteva fidarsi completamente di lui.

- Bè , io potrò sembrare anche piccola, ma tu ti comporti da squallido trentenne single che cerca di rimorchiare le ragazze più giovani! Ti consiglio di smetterla, perché con me non attacca! - disse, con tono acido

Questa volta l’uomo si accigliò e sembrò che la stesse guardando quasi con rabbia.

- Ehi, ragazzina, guarda che io ho quarantasei anni! Potrei essere tuo padre! - ribatté, severo.

- QUARANTASEI!?!- disse Akane, ad alta voce, facendo una faccia stupita e sgranando gli occhi.

- Sai, sono le persone come te che mi fanno sentire vecchio – disse l’uomo, fingendosi offeso.

Akane si rese conto di aver commesso una gaffe e arrossì violentemente.

- Oh, ehm… scusa, e che…non li dimostri…- mormorò, con la voce piccola, piccola.

Il volto dell’uomo si aprì in un bellissimo sorriso.

- Grazie – disse , dolcemente

Oh sì , pensò Akane, è davvero un bellissimo sorriso

La ragazza non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Quella persona aveva una strana aura attorno a se, che in qualche modo la attirava in maniera irresistibile. Non sapeva perché provasse quelle sensazioni, ma più lo guardava e più ne rimaneva incantata; i suoi gesti erano posati ed eleganti, il tono di voce caldo e  rassicurante e poi quegli occhi chiari erano magnetici.

- A proposito, io sono Hiroki Kimura. E tu?- chiese lui

Ma Akane non fece in tempo a rispondere perché la porta del locale si spalancò all’improvviso e Noriko e Keiko piombarono su di lei.

- Akane! – gridò Noriko. Aveva la faccia rossa  e stravolta.

- Possibile che ti perdi sempre!? Sei un irresponsabile!! -. Anche Keiko aveva la faccia rossa, ma nel suo caso era perché era furiosa.

Akane non registrò subito le loro parole, né riuscì a capire cosa stesse succedendo.

- Eh… oh, ciao – disse con voce apatica

Le  facce delle altre due si fecero, se possibile, ancora più rosse, ma fu Keiko a scoppiare.

- Come sarebbe a dire “CIAO”!?! Lo sai quanto eravamo preoccupate!? E tu te ne stai lì  a bere tranquillamente il caffè !! – strepitò la ragazza

- Noi…noi eravamo preoccupate…sei crudele… - Noriko invece stava per mettersi a piangere.

- Oh, su dai, ragazze mi dispiace! Ora mi avete trovato quindi non fa niente! – esclamò, tentando di calmarle. Fortunatamente funzionò; Keiko sembrò sgonfiarsi.

- Sì, sì, va bene. Oggi sarò dimagrita dieci chili per correrti dietro! – disse infine, sconfitta

- Ah, a proposito, ragazze, volevo presentarvi una persona…-

Ma quando si girò Kimura era sparito. Per un momento le mancò il fiato ma poi lo vide vicino alla porta.

- Per questa volta offro io. Spero che ci rivedremo Akane – disse, facendo un cenno per salutarla, prima di uscire e sparire.

- S-sì ciao…- borbottò al vuoto

Noriko e Keiko, che avevano assistito alla scena, si avvicinarono ad Akane perplesse.

- Akane… te la fai con i vecchi adesso? – disse Keiko, stupita

La ragazza non le badò; gli era appena venuta in mente una cosa.

Ah! Non gli ho chiesto dove abita! No, un momento, non so nemmeno se ci vive qui in Italia!

Forse non lo rivedrò più…

Uffa, che stupida!

 

 

…………………………………………………………………………………………………………

Shibuya – Giappone

 20 settembre

 

Una ragazza correva freneticamente per la strada, inciampando e urtando i passanti.

Accidenti! Ma sono sempre in ritardo!?

Continuò a correre finché non si dovette per forza fermare davanti ad una folla di gente ferma ad un semaforo.

Quel giorno Akane aveva appuntamento con le sue amiche per andare in giro, ed era in ritardo. Aveva impiegato tempo a prepararsi, e dire che di solito non era lenta, e adesso doveva correre come una matta.

Il suo unico ostacolo ora era quella gente, evidentemente le folle la perseguitavano.

Guardò l’orologio e si accorse che era veramente tardi, a questo punto avrebbe fatto prima a chiamarle per avvertirle. Aveva già quasi preso il cellulare quando si ricordò di una scorciatoia che aveva usato già una volta e che era da quelle parti.

Si guardò intorno e la individuò, era lì sulla destra, poco dopo distante da lei : forse se la prendeva poteva sperare di farcela.

In un attimo, voltò le spalle alla folla, e cominciò a correre a perdifiato; quella stradina era quasi deserta ma valeva la pena di usarla.

Poi, inavvertitamente, andò a scontrarsi con qualcosa, o meglio qualcuno.

Finì a terra e sbatté forte il sedere sull’asfalto, che gli fece un male cane, e quando provò a guardare contro chi era andata a sbattere, la sua  visuale era invasa da piccole stelline.

- Tutto a posto?- chiese una voce preoccupata

Quella voce era familiare.

 

Continua…

 

 

Ciao! Ecco il quinto capitolo!

machi: Scusa il ritardo, ma il comp. purtroppo non è mio, faccio un po’ fatica! Sono contenta di essere riuscita a incuriosirti, bè adesso saprai tutto! Grazie ancora!

Maho: Ahhh…non so cosa scrivere! Evidentemente parliamo troppo in classe!

Quindi ti faccio soltanto i miei ringraziamenti, visto che mi sostieni sempre! TVB

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MoMo_Potter