Can I have this dance?
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Stava
lì, come una candela accesa in un granaio che brucia.
Alessandro Baricco, Castelli di rabbia
Mi ero sempre chiesta che cosa avessi fatto di
male nella mia vita per meritarmi una persona simile al seguito. Perché, sì,
dovunque fossi c’era lui e, qualunque cosa dicessi o facessi, lui era pronto a
commentare. Era una zecca ed una di
quelle fastidiose, per giunta.
A completare l’opera vi era la
profonda amicizia tra lui e mio cugino Albus. Ciò
incrementava ancora di più la sua presenza e gli dava l’ingiusta facoltà di
imbucarsi nella Sala Comune dei Grifondoro quando e
come gli pareva. Anche quando avevo intenzione di studiare nella tranquillità
più assoluta, coricata sul divano rosso davanti ad un fuoco scoppiettante,
puntualmente il ritratto della Signora Grassa – probabilmente e segretamente
invaghita di mio cugino e, di conseguenza, sua complice ormai da anni – si
apriva per far passare quei due manigoldi
e… addio, mia cara pace.
“Weasley!”.
Anche solo sentir pronunciare il mio
nome da quella voce strascicata e allo stesso tempo così sicura di sé, mi dava
sui nervi. Sempre la stessa storia. Ogni tanto decidevo di non risponderlo
affatto. Gli rivolgevo semplicemente uno sguardo sbieco e tornavo a leggere il
mio libro, ma lui era davvero poco accontentabile. Quella sera, al mio ennesimo
silenzio si accomodò al mio fianco. Non seppi come metterla nome. Alzai di
nuovo lo sguardo verso di lui, col viso per metà ancora immerso nel mio libro,
senza dire una parola. Sorrideva.
“Non si saluta, Weasley?”.
Cercai di esaminarlo bene. L’arancio
del fuoco faceva brillare ancora di più i suoi capelli dorati. I lineamenti del
suo volto erano più belli, decorati da quel sorriso… Un sorriso che mi parve
vero. Senza che me ne accorgessi, mi ritrovai a fare lo stesso, al che il suo
si trasformò in una smorfia di scherno.
“Ma che facce fai?”, domandò,
iniziando a ridere.
L’espressione più allegra del mio
repertorio si spense, per lasciarvi il posto ad una furiosa. Chiusi il libro
che avevo in mano e…
“Ahia!”
Sperai ardentemente di aver rotto il
setto nasale a quel dannato Malfoy, mentre, incurante
di aver abbandonato il mio libro al suo destino, mi recavo di sopra nella mia
stanza.
Angolino dell’autrice
E’ niente altro che un inizio, ragazzi
miei. Quando mi prende questa fantasia improvvisa non riesco a fermarmi. Apro
Word ed inizio a scrivere. Ma veniamo a noi! Il titolo della fan fiction non è
casuale, anzi ha un significato notevole che verrà fuori nei prossimi capitoli.
La storia non è nulla di complesso: due ragazzi che si odiano a morte e una
miriade di cugini impiccioni. Ad ogni modo, se vi ispira abbastanza
quest’inizio, non esitate a farmelo sapere. I capitoli saranno tutti più o meno
brevi e concluderò – credo – entro una decina di mini capitoli. Pronti per
altri battibecchi tra Rose e Scorp? ;-)
Alla prossima.
Vale