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Autore: Immortal_Bliss    03/06/2011    4 recensioni
Ciao a tutti, questa è la mia seconda fanfiction! :)
Racchiude alcuni pensieri di Mirtilla Malcontenta, espressi in pochi minuti della sua... vita.
Spero che vi piaccia. E' dedicata a Trich.
Bliss :)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La Persistenza Della Memoria

Buongiorno a tutti, questa è la mia seconda fanfiction, spero che sarete ancora una volta buoni con me... Leggete e recensite in tanti mi raccomando!
Non so se sia venuta bene o meno, l'ho scritta di getto durante l'ora di matematica appena consegnato il compito.
Il titolo della storia è ispirato all'omonimo quadro di Salvador Dalì, uno dei pittori più bravi del mondo, a mio parere.
Mi è tornato in mente oggi, nell'aula di arte, osservando la mia migliore amica che lo dipingeva.
Bellissimo.
Dedico questa storia, che riporta alcuni pensieri di Mirtilla Malcontenta in uno di quei rari momenti in cui non tormenta la gente, alla persona migliore del mondo: la mia dolce (quando vuole) cugina Trich (su Efp).
Ti voglio bene, sappi che non potrei mai vivere senza di te!
E' dedicata a te perchè una volta mi hai raccontato che da piccola, quando alle elementari giocavi con i tuoi compagni di classe a Harry Potter, impersonavi sempre Mirtilla Malcontenta.
Beh, prima che uscisse il quarto film con Cho Chang.
In un certo senso l'hai un po' dimenticata, e mi dispiace. Vorrei poter essere in grado di farla sentire ancora una volta vicina a te.
Perchè in verità un po' ti assomiglia.
Baci, Bliss :)


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Plic.
Plic.

Conto le piccole, limpide gocce d'acqua cadere regolarmente, una ad una, da quel vecchio rubinetto arrugginito, rotto dal lontano '86.
Chissà quando si decideranno a farlo riparare...
Le osservo scivolare lentamente nel lavandino lucido come uno specchio.
Scorrono via nello scarico, ormai sono perse per sempre, si sono andate a mescolare fra tutte le altre; hanno seguito la massa.
Che stupide.
E' il mio passatempo preferito, quello di contare le gocce, che ormai sono diventate per me familiari e rassicuranti come il ticchettio costante dell'orologio che da piccola avevo in camera.
Sono una delle poche cose certe che ho: tutto il resto è un'illusione.
Così come la mia stessa vita, sempre che si possa definire tale. E' una semplice illusione.
In momenti come questo non riesco proprio a credere a ciò che mi è successo, sebbene sia accaduto tanti anni fa. O meglio, non voglio crederci.
Sono un fantasma. Buffo.
Quando avevo dieci anni neanche credevo che esistessero, i fantasmi. Poi mi sono ricreduta, come del resto su tutte le altre cose.
La lettera di Hogwarts che mi comunicava che ero una strega ha infranto tutte le mie convinzioni e le mie certezze, ma ne ha costruite altre altrettanto velocemente.
Era la mia casa, fin dal primo momento in cui la vidi, svoltato l'angolo della stazione di Hogsmeade, da quando il cappello parlante mi annunciò che sarei stata una Corvonero. Wow.
E' stata la mia vera casa, molto più di quella che avevo nel mondo babbano, dove i miei genitori non mi davano ascolto, reputandomi solo una bambina sciocca e pensando di avere altro a cui pensare, problemi ben più importanti dei miei, che credevano potessi risolvere solo agitando la bacchetta.
E infatti è ad Hogwarts che ho deciso di restare, dopo la mia... morte. Non lì. Qui.
Singhiozzo.
Cerco di piangere, mai come ora ho bisogno di sfogarmi, in modo diverso dal tormentare le povere ragazze sconsolate che vengono a frignare nel mio bagno.
Dai, lacrima, esci.
No, niente. non ci riesco. Che le lacrime siano morte con me?
Voglio riuscire di nuovo a piangere, voglio buttare fuori tutte le mie emozioni e sentirmi leggera.
Mi manca la mia vita.
Ero troppo giovane per morire, avevo ancora un futuro davanti. Sarei potuta diventare una ragazza colta, intelligente, simpatica e carismatica. E invece sono rimasta... così.
Mi manca tutto.
Voglio di nuovo ridere con la mia migliore amica, l'unica che riusciva davvero a capirmi.
Voglio ancora spiare Tray Jones con la coda dell'occhio ma lezione di incantesimi, quando si trovava inevitabilmente e inspiegabilmente con le punte dei capelli bruciacchiate.
Voglio inzuppare le mie croccanti patate fritte nel ketchup, e farle scendere ancora una volta giù per la gola.
Voglio correre sotto la pioggia, infilandomi nelle pozzanghere e schizzando tutto intorno.
Voglio respirare, e voglio prendere l'influenza.
Voglio fare nuovamente una figuraccia davanti a tutti.
Voglio arrossire.
Per chi le prova sulla propria pelle tutti i giorni queste piccole, piccolissime cose, possono sembrare banali, scontate.
Non c'è niente di più sbagliato. Me ne sono resa conto quando ho perso tutto, per colpa di quello sguardo, terrificante e magnetico allo stesso tempo.
Gli altri fantasmi sembrano aver dimenticato questi minuscoli frammenti di esistenza.
Ma io no, non lo farò mai. Non voglio diventare come loro, altezzosa e insensibile. Forse lo sono all'apparenza, ma dentro non lo sarò mai.
Voglio persistere nel ricordare.
Non voglio dimenticare.

  
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