Cap. 2 – Preludio.

II

La tempesta infuriava fuori dalle finestre chiuse della sua stanza, il vapore caldo della doccia avvolgeva il suo corpo, le era mancata quella sensazione, dopo aver passato tre giorni viaggiando sotto la pioggia era davvero bello scaldarsi in quel modo.
Uscì dalla doccia e si avvolse in un accappatoio grigio, i lunghi capelli neri le accarezzavano la schiena e le ciocche viola svolazzavano nella corrente, li legò nella solita lunga treccia. Controllò che la fasciatura sul braccio sinistro fosse ben fatta. I suoi occhi si perdevano a guardare nello specchio, il riflesso le restituiva uno sguardo apatico, i suoi occhi turchese e scarlatto, vita e morte. Si curò per bene di far cadere una ciocca scura sull' occhio sinistro e di attorcigliare la sua coda intorno ai fianchi in modo da farla sembrare una cintura.
Qualcuno bussò alla sua porta. Si era vestita e ora aveva una tenuta della Dark Religious, i pantaloni aderenti in pelle nera abbinati agli stivali con tacco a spillo e un corsetto scuro con tanto di spilla che lasciava vedere la parte superiore della schiena, un paio di maniche separate dal corsetto strette sull' avambraccio e larghe sui polsi. Si diresse verso la porta e quando aprì vide Komui e una ragazza con dei cortissimi capelli verdi.
“Si?” Sperava di no, sperava non le toccasse quello.
“Lenalee ti porterà a fare il giro e a conoscere gli altri esorcisti” Mentre la ragazza dai capelli verdi sorrideva Kendra sbuffò stizzita.
“E ci vediamo tra mezz' ora nel mio studio” Komui si rivolse a Kendra, quindi si allontanò.
“Non c'è alcun bisogno, conosco già questo posto.” Come finì la frase la ragazza la prese per il polso e la tirò via dalla sua stanza. Kendra liberò il polso con un movimento brusco mentre nel suo corpo si irradiava un freddo brivido, abbassò lo sguardo cercando di non incrociare la ragazza che la guardava con aria smarrita.
“Andiamo” Il suo tono era freddo. Si mise a camminare, dopo poco sentì i passi di Lenalee seguirla e precederla.
“A quest' ora saranno tutti in mensa.” Disse con un sorriso sincero, la ragazza alzò lo sguardo e incrociò i suoi occhi scuri, il suo sorriso le dava fastidio. Forse perché era abituata a sorrisi falsi e menzogne, il suo era fin troppo dolce.

Arrivarono nella mensa sovraffollata di esorcisti e cercatori, c' era tanta gente ma i posti liberi erano molti.
“Oggi siamo così tanti perché non c'è nessuna missione” Si guadarono tutte e due intorno, una a cercare i suoi amici l' altra per memorizzare i visi dei presenti.
“Dovrò conoscerli tutti oggi?” Kendra si lamentò, Lenalee si voltò a guardarla e sorrise.
“Ma no, li conoscerai con il tempo, intanto...” Non finì di parlare e la prese per la manica, fece una decina di passi avanti, poi si fermò.
“Ho capito, che non ti piace essere toccata” Kendra sussultò, poi si affrettò a rispondere.
“É che non sono abituata...” sussurrò quella scusa ridicola e lo sapeva anche lei stessa.
Lenalee ricominciò a camminare trascinandosela dietro fino a raggiungere un tavolo strapieno di piatti vuoti impilati uno sopra l' altro e altrettanti piatti pieni di roba da mangiare, un ragazzino con i capelli bianchi stava mangiando un piatto di pasta ad una velocità da record, mentre le altre quattro persone sedute allo stesso tavolo mangiavano tenendo il piatto in grembo a causa della mancanza di spazio sufficiente sul tavolo. Seduti al tavolo oltre al ragazzo dai capelli bianchi c'erano una ragazza dal colorito pallido e con scure occhiaie. Tre maschi, uno con un bizzarro ciuffo che ricadeva in avanti e con la pelle di un colore cadaverico, un uomo grosso con la carnagione scura e un ragazzo con capelli rossi con fascia e benda nera su un occhio.
“Ragazzi, lei è Kendra...” non riuscì a continuare la frase che il ragazzo con i capelli rossi era già vicino a loro.
“STRIKE!” disse quella parola con l' occhio spalancato.
“Lavi!” Lenalee aveva preso lavi per un orecchio. “Non è educato comportarsi così” gli altri intanto avevano alzato lo sguardo, l' albino con un pezzo di carne in bocca.
“Come stavo per dire, questi sono Lavi” Indicò il rosso che ancora teneva per l' orecchio e cercava di liberarsi. “Miranda” indicò la ragazza bruna con le occhiaie. “Marie” Indicò l' uomo di colore “Crowley” Indicò quello con il ciuffo bianco “E lui è Allen” Indicò il ragazzo che si stava ingozzando di cibo.
“Piacere di conoscerti!” lo dissero tutti in coro. “Perché non ti siedi con noi?” Allen continuava a parlare con la bocca piena.
“Non credo ci sia abbastanza spazio” disse Kendra. Sul viso di Allen comparì l' espressione tipica di chi ha appena capito in che luogo si trova, si guardò un po' intorno e mentre tutti gli altri ridevano -tutti esclusa Kendra- cercò di fare un po' di spazio sul tavolo.
“Mi spiace” sorrise con la bocca sporca di salsa
“Non importa, non avevo fame e ho dell' altro da fare.” Quindi si voltò e si incamminò verso lo studio di Komui.

 Qualcuno bussò alla porta, una delle due persone sedute lo ignorò, mentre Komui si affrettò ad aprire e a far entrare la ragazza.
Come entrò la prima cosa che notò fu la moltitudine di fogni sparsi per terra, si avviò verso la scrivania cercando di calpestarne il meno possibile, inutilmente, i fogli facevano da tappeto. Si andò a sedere nell' unica sedia libera, guardò la persona seduta affianco a lei era il ragazzo con i capelli scuri con cui aveva combattuto il primo giorno e di cui non ricordava il nome. Lo guardò per qualche secondo e vedendo che lui la ignorava di rivolse al direttore.
“Potrei sapere perché mi ha chiamata?” Bevve un sorso di caffè dalla tazza con il coniglietto
“Missione” disse sorridente “E devo parlarti” Kendra alzò le sopracciglia
“A me?” disse la ragazza indicandosi.
“Si, ma ora parliamo della missione, allora, la destinazione è Venezia, li ci sono degli Akuma di livello uno, due e probabilmente di livello tre, l' intento della missione ovviamente è
recuperare l' Innocence che presumibilmente si trova da quelle parti. Si parte domani” Kendra e il ragazzo lo ascoltavano.
“Quindi...” Kanda iniziò a parlare ma venne subito interrotto
“Andremo in missione insieme?” Sul volto di Komui spuntò un sorriso a trentadue denti.
L' espressione di Kanda non cambiò, si limitò solo a guardare la ragazza. Lei invece lo fissò con il suo occhio scoperto, quello di un turchese magnetico.
“Bene, ora se non ti dispiace Kanda, devo parlare con lei in privato, ah si ci sarà anche Miranda.” Il ragazzo si alzò senza dire niente e si avviò verso l' uscita.
“Come stai Kendra?” lei alzò le sopracciglia senza dire niente, sapeva dove voleva arrivare.
“Fammi vedere il braccio” Le tese la mano che però lei ignorò e rimase in silenzio.
“Ti rimane poco tempo vero?” Il sussurro era bassissimo ma lei lo sentì e un moto di rabbia le invase il petto. Poi finalmente parlò.
“Mi rimane il tempo necessario” Detto questo si alzò e si avviò verso la sua stanza.

Kanda uscì dalla stanza, tormentato dal ricordo dei suoi occhi, quello turchese era bellissimo, puro come il cielo terso. Ma l' altro, quello che aveva scorso per un piccolo istante, quello sempre coperto da ciocche di capelli scuri, quello che non prometteva niente di buono, quello rosso sangue, gli metteva addosso inquietudine e paura. Poi c' era la sua voce, che gli faceva venire in mente un fiore di loto che scivola sull' acqua. 

Angolo dell' autrice: e già questo è il secondo capitolo, ringrazio OrAnGeMaSk per la sua recensione e tutti i lettori silenziosi. Ultimamente mi sono appassionata ai libri di Stephen King... quindi non so bene cosa potrebbe uscire nei prossimi capitoli. Spero solo che ci sia qualche recensione in più, perchè sinceramente non mi piace l' idea di pubblicare una storia che quasi nessuno segue, quindi lettori timidi, recensite anche solo per dire “Bella” ”Brutta” “Fa schifo” “Non mi piace” o “Datti all' ippica” non mi offendo e mi farebbe comunque piacere (più o meno). Grazie.