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Autore: Jales    03/06/2011    3 recensioni
La spada le ferì lievemente la gola ed un rivolo di sangue le colò giù sulla pelle.
- Giuralo allora, sul tuo sangue e in nome dell'angelo. -
Clary non aveva vie d'uscita: era stata sciocca a dire quelle parole senza pensare. Ma d'altronde, se voleva vivere, non poteva far altrimenti.
- Lo giuro. -
- Giuri di perseguire la mia causa fino alla morte, senza indugio alcuno? -
- Lo giuro. -
Un attimo di pausa, poi le parole che l'avrebbero legata a quel giuramento in modo strettamente vincolante.
- In nome dell'Angelo? -
Clary respirò profondamente, prima di rispondere.
- In nome dell'Angelo. -
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Valentine Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Shadowhunters - The city of the broken mirror
Capitolo 4 - In nome dell'Angelo
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Non sapeva dov'era.
Era frustrante, parecchio, ma Clary aveva capito che Valentine voleva farla innervosire. Il perché non lo sapeva, ma la semplice e pura avversione verso il padre bastava a farla rimanere calma -giusto perché non voleva accontentarlo.
Sorrise.
In quello somigliava a Jace, avrebbe detto Isabelle.
Appoggiò la testa alle ginocchia strette al petto, dondolandosi avanti e indietro.
Senza tempo, la vita sembrava non scorrere.
E Clary si dondolava avanti e indietro, canticchiando a labbra chiuse la canzone che Jocelyn le cantava quando era ancora una bambina, mentre le rimboccava le coperte.

Si era sentita chiamare dopo quello che le era parso un tempo infinito.
- Clarissa. -
Aveva sempre quel tono freddo, incolore. Non che lei l'avesse sentito parlare così tante volte, ma l'unica sfumatura di sentimento che aveva avvertito in quella voce che tanto odiava era una frenesia folle, quasi sfrenata, quando parlava di quelli che lui riteneva gli ideali da difendere.
E non si rendeva conto che era soltanto un pazzo visionario, talmente chiuso nella sua utopistica visione del mondo da non accorgersi di avere torto marcio.
- Clarissa. -
Clary alzò il capo tendendo le orecchie, senza rispondere.
Udì un leggero fruscio, e le dita del padre le presero prepotentemente il mento: era quasi certa che le stesse osservando gli occhi, quegli stessi occhi che lui aveva accecato con un chissà quale sigillo.
- Stai rimirando la tua opera? - Disse gelida Clary, spostando il viso e scostandolo dalla mano di Valentine.
Lo sentì ridere.
- Può darsi. Ma tu non lo potrai mai sapere. -
Clary strinse i denti e si trattenne dall'insultarlo: non era esattamente nella posizione migliore per permettersi certe libertà. Rimase dunque in silenzio, in attesa.
- Immagino tu già abbia capito che non sono qui per perdere tempo. -
- Tu non perdi mai tempo, vero? -
D nuovo, Valentine rise.
- Sei testarda e orgogliosa, come tua madre. Ma d'altronde è questa sua qualità che le ammiravo di più, oltre la cieca fedeltà che aveva nei miei confronti. Almeno finché non mi ha voltato le spalle, insieme a quello che credevo il mio migliore amico ed alleato. -
- Ha solo aperto gli occhi. -
- Sicura, Clarissa? E se invece li avesse chiusi, guidata da un Nascosto che vedeva in pericolo tutto il castello di bugie che da millenni reggono il mondo dei Nephilim? -
La voce si fece più vicina, le labbra di Valentine le sfiorarono l'orecchio destro.
- Se fosse il Conclave nel torto? Ci hai mai pensato Clarissa, mettendo per un attimo da parte le lezioncine che ti sono state ripetute dai Lightwood, insegnate loro dal Conclave stesso? -
Clary rabbrividì.
- Gli Shadowhunters sono la razza eletta sopra ogni altra, perciò il mondo ha bisogno di loro. Solo di loro. I Nascosti rovinano la purezza che dovrebbe regnare sul pianeta, dunque vanno eliminati senza pietà alcuna: non è diverso da quello che facevi nell giardino di casa, con le erbacce. Le strappavi per permettere ai tuoi fiori di crescere liberi e sani, forti e belli. Dimmi, in cosa differiscono queste due situazioni? -
Non ricevendo risposta, continuò imperterrito.
- In niente, Clarissa, in niente. Io e te vogliamo la stessa cosa, tu verso le erbacce e io verso i Nascosti. Siamo uguali. -
Clary si tappò le orecchie con le mani, mettendosi a urlare.
- Basta, basta con le tue menzogne! -
Valentine rise, per la terza volta in pochi minuti. Una risata gelida e crudele.
- Lo vedi, Clarissa? Non sei più in grado di ragionare, la mente annebbiata dalle bugie del Conclave. Esci da quella rigida mentalità che loro ti hanno imposto, Clarissa, e capirai. Non essere così cieca ed ottusa, ma apri la tua mente e finalmente comprenderai la grandiosità nel mio disegno. Ti unirai a me, portando a termine al mio fianco quello che tua madre ha rinnegato senza veramente comprendere appieno. -
Le sfiorò la testa con la mano, in un gesto che si sarebbe potuto dire quasi affettuoso, prima di andarsene e chiudersi la porta alle spalle.
Clary strinse i pugni, senza però piangere: era il momento di mettere da parte le lacrime e di agire.
Nel bene o nel male.

Aveva pensato a lungo sul da farsi, senza giungere ad una conclusione.
Ma forse era il caso di buttarsi senza pensare e vedere quello che ne usciva, come faceva Jace -forse era il momento di non essere più razionale, di essere impulsiva proprio come lui.
Già, Jace. Chissà cosa stava facendo: la stava cercando, oppure già immaginava dove trovarla? E in tal caso, cosa stava pensando di fare?
Sospirò, massaggiandosi le tempie con un lento movimento circolare.
Le rimbombavano in testa le parole di Valentine e la testa sembrava sul punto di scoppiare.
- Siamo uguali. -
- Apri la tua mente e finalmente comprenderai la grandiosità nel mio disegno. -
- Ti unirai a me. -
Era in trappola.

- Clarissa. -
- Valentine. -
Inclinò il capo di lato, attendendo le parole del padre.
- È il momento di decidere, Clarissa. O con me o contro di me; o la vita o la morte. -
Clary rise, amara.
- Non ho veramente scelta. -
- Invece sì. Hai davanti due strade, a te sta scegliere quella che ritieni giusta. -
Silenzio.
- Allora? -
La incalzava, impaziente.
E lei cedette, chinando il capo sconfitta.
- Hai vinto. -

Dopo quelle parole era stato un turbinio di sensazioni diverse: un rumore di passi, lo stridio di metalli che sfregavano far loro, l'odore del ferro ed infine la fredda e pungente sensazione di una spada puntata alla gola.
- Giuralo. -
- Hai così timore di essere abbandonato da dover vincolare con giuramenti coloro che ti promettono fedeltà? -
- Giuralo, Clarissa. -
- Non ce n'è bisogno. Hai la mia parola. -
- Non essere sciocca. Non sono un allocco, da poter essere ingannato da una ragazzina: giuralo, Clarissa, oppure ti ucciderò seduta stante nonostante tu sia mia figlia. -
Clary non disse nulla.
- Non mi sfidare: non sono come tua madre, così incline al perdono. I traditori e i bugiardi sono allo stesso livello per me, vanno subito eliminati con un veloce colpo di spada. Non sarai mica una bugiarda, Clarissa? Ma che cosa ti hanno insegnato tua madre e quel Nascosto con il quale è fuggita? -
- Non ti permettere di dire queste cose su mia madre e su Luke! -
La spada le ferì lievemente la gola ed un rivolo di sangue le colò giù sulla pelle.
- Giuralo allora, sul tuo sangue e in nome dell'angelo. -
Clary non aveva vie d'uscita: era stata sciocca a dire quelle parole senza pensare. Ma d'altronde, se voleva vivere, non poteva far altrimenti.
- Lo giuro. -
- Giuri di perseguire la mia causa fino alla morte, senza indugio alcuno? -
- Lo giuro. -
Un attimo di pausa, poi le parole che l'avrebbero legata a quel giuramento in modo strettamente vincolante.
- In nome dell'Angelo? -
Clary respirò profondamente, prima di rispondere.
- In nome dell'Angelo. -
  
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