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Autore: Kvistor    04/06/2011    1 recensioni
In questa FF del genere What if? vedremo i nostri eroi in una situazione cupa dove il male sembra imperante...
Rating Arancione per diverse scene cruente.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2  Il Tranello

<< La partita è avviata >> disse fra sé è sé Atena mantenendo lo sguardo fisso su una scacchiera quadrata fatta in marmo e onice nero le cui pedine erano state mutate dalla dea in piccole rappresentazioni dei “Protagonisti” della vicenda imminente da un lato lei, recante il solito sorrisetto soddisfatto, Efesto, rappresentato forse con un aspetto più accettabile del solito,  ed Ares, la cui pedina brandiva un’ascia a doppio taglio sopra la testa e negli occhi aveva lo sguardo di chi sta per fare un eccidio; Dall’altra parte quello stolto seduttore che era Jackson, la cui pedina somigliava stranamente alla pietà di Michelangelo con la sola differenza che anziché raffigurare i soggetti originali raffigurava una Annabeth riluttante stretta anzi tenuta prigioniera dal figlio di Poseidone mostrato quasi come un molestatore con negli occhi uno sguardo che non voleva dire nulla di buono, le palpebre spalancate le pupille ridotte a due fessura e una luce negli occhi paragonabile a quella che avrebbe avuto un lupo trovandosi davanti un innocente agnellino indifeso dopo mesi di digiuno. Dopo una breve attese rise carica di freddezza e di disprezzo, tanto che una ninfa addetta al servizio della divinità, che si trovava nella stanza accanto, sentitala credé che fosse giunto Ade in persona per condurre un malcapitato , o forse lei stessa?, nel Tartaro.

Il piano era ormai pronto e avviato non c’era che da aspettare << semplice ma geniale >> pensò malignamente la dea, il ragazzo stava trascorrendo la mattinata con Ermes ed Apollo che avevano insistito per insegnargli a tirare con l’arco, ennesimo tentativo patetico di insegnare qualcosa al ragazzo-merluzzo, verso l’ora di pranzo sarebbero tornati verso il campo e lei trasformatasi nella figlia avrebbe fatto da contatto fra l’impudente giovane e il bellicoso Ares che avrebbe finito il lavoro in fretta e senza fare troppe domande, l’ennesimo guerriero tutto muscoli e niente cervello, Perseus figlio di Jackson avrebbe raggiunto i suoi fratelli “estinti” prima di sera. Aveva pensato proprio a tutto e quelle che altri dei avrebbero definito le sottigliezze erano state le prime a cui aveva rivolto la sua meticolosa attenzione:Il luogo, doveva essere isolato e insonorizzato così che se Ares si fosse voluto “divertire” un po’ nessuno avrebbe udito le urla del ragazzo, il posto per i resti, la dea in questo caso scelse la più indegna delle sepolture avrebbe dato il suo corpo sporco e corrotto per metà alle cavalle di Diomede e per metà ai cani del dio della guerra,  affinché lo scannassero e si nutrissero delle sue carni morte e putrescenti, infine la scusante, era risaputo che Ares odiava il ragazzo ma ciò non l’avrebbe giustificato e non fosse stato per la profezia che a conti fatti faceva sì che quel gesto fosse visto come una “garanzia” per la salvezza degli dei stessi, semplice e diabolico...

P.O.V. (Percy)

Che giornata! Non immaginavo nemmeno lontanamente cosa fosse passare una mattinata da solo con due dei! Ed io che mi ero lamentato del fatto che noi mezzosangue non venivamo considerati abbastanza... Eravamo in quel bosco da oltre quattro ore e stavamo correndo dietro a un cinghiale da almeno la metà del tempo probabilmente Apollo ed Ermes lo avrebbero preso in circa tre minuti ma con una frana come me appresso... con l’arco ero totalmente NEGATO ed ero stato fortunato a non beccarmi le zanne di quella bestiaccia dritte nello stomaco; finalmente lo raggiungemmo in una radura di aceri e pioppi si era rifugiato fra le radici di un albero, era infatti appena un cucciolo ed effettivamente in quanto a zanne era carente, ed in cuor mio sapevo che non avrei mai potuto colpirlo neppure per errore, nonostante tutta quella gita avesse l’aria di essere un errore mostruoso mi piaceva quella foresta il caldo arancione di inizio autunno e il frusciare delle foglie mi avvolgevano e riuscivo a sentire tutto quello che accadeva nella piccola radura nascosta dalle fronde degli alberi ad un tratto sentii un fremito stava accadendo qualcosa i miei due accompagnatori erano immobili, davanti a noi si  era palesato un lupo grigio che fino a poco prima era stato in paziente attesa, probabilmente di mangiare il povero cinghialetto, dietro il nodoso tronco di un acero centenario lì vicino sapevo che non mi avrebbero aiutato ero lì per imparare e così fu; vinta la paura ed incoccata una freccia presi un bel respiro incurante dei paurosi versi del predatore aspettai tre, quattro, cinque secondi ed infine scoccai la punta bronzea del mio dardo si andò ad infilare nella cavità oculare sinistra del lupo fuoriuscì molto sangue e sentii la bestia guaire di dolore, alla fine decisi di porre fine alle sue sofferenze estrassi il mio coltello, che avevo ricavato dal corno del primo minotauro che avevo uccisi e lo colpii, infilai il coltello nell’arteria regalandogli per così dire una morte rapida ed indolore  << Bravo ragazzo hai imparato! >> mi sentii dire poi dai miei accompagnatori e dopo un momento di pausa per riprendere fiato tornai a fissare il cucciolo di cinghiale e dissi << E’ così necessario ucciderlo? >> << In fondo è un animale innocente >> aggiunsi subito dopo << E sia >> disse beffardo il dio dei viandanti << Lo prenderò con me e ne farò un mio simbolo>> continuò sorridendo << Ma gli servirà un nome >> fece notare il dio della poesia << Un baldo nome vessillo di...  >> << Ok abbiamo capito non partire con gli haiku >> ribatté scorbutico l’altro poi si guardarono risero e dissero all’unisono << Il suo nome sarà PERCY! >> io di fronte a due divinità dovetti accettare e detto questo raccogliemmo il nostro nuovo amico che anche se all’inizio era un po’ riluttante a farsi prendere dopo due o tre ghiande  offertegli da noi fu ben felice di posare la sua peluria scura sulle mie, comode, braccia in fondo era carino con quel musetto che sembrava dire << che fame! >> e gli occhietti scuri e pieni di vita, mi era simpatico. Adesso sembravamo una combriccola di folli, in fondo un postino, un diciottenne biondo con la polo ed un ragazzino vestito come un cacciatore del Maine tutti armati di archi, frecce e coltelli e con in più una pelliccia di lupo appena scuoiata ed un cinghiale da passeggio sono uno spettacolo comune in America no?

Alla fine per mia fortuna giunse il momento di tornare per pranzo, avevo la testa completamente svuotata ed ero esausto mi sedetti anzi mi buttai sui sedili del pick-up-carro del sole di Apollo e dormii una ventina di minuti poi fui svegliato da Ermes << Il campo è in vista sveglia! >> io mi sgranchii e guardai fuori, ebbi una sensazione come di acqua fredda c’era Annabeth su un dirupo e stava piangendo! Allora mi rivolsi di nuovo ai miei divini compagni << non è che potreste farmi scendere qui c’è Annabeth e vorrei parlarci >>  i due risero << certo e siamo sicuri che userai molto la lingua ma sta attento Atena e molto gelosa di lei e non sarà contenta di sapere che te la fai con sua figlia, ma tranquillo da noi non saprà niente, allora alla prossima ragazzo! >>.

Le scesi affianco e la chiamai dolcemente, ma non rispose singhiozzava come se le fosse successo qualcosa di male, o come se qualcuno le avesse fatto del male... solo a quel punto gettai un occhio all’ambiente circostante un alto dirupo circondato da boschi e a picco sul lago, l’aria era calma troppo calma, a quel punto mi dimenticai di tutto e feci la cosa che mi veniva più naturale le sfiorai una spalla, ma era inconsistente come una nuvola allora mi voltai sentendo qualcuno che rideva alle mie spalle aveva i suoi stessi occhi ma non era lei << Atena! >> urlai sconvolto mentre delle pesanti catene di ferro di avvolgevano i polsi e le caviglie, sembravano avere una volontà propria si contorsero fino a che non mi trovai come legato ad un muro invisibile allora comincia a dimenarmi per liberarmi ma senza successo poi il mio sguardo tornò alla dea << che vuol dire tutto questo? >> le dissi queste parole quasi con un ringhio << vuol dire che adesso paghi per ciò che hai fatto alla mia Annabeth... addio Perseus >>  mi rispose gelida, in quel momento avrei potuto dire mille cose per discolparmi come da mio solito ma invece tacqui pensai a come gli dei fossero crudeli e ingannatori sentii crescere una forte rabbia dentro di me rabbia che poi sarebbe diventata odio. Prima ancora che potessi reagire mi si parò davanti Ares << Ora regoliamo i conti Jackson >> fu l’unica cosa che mi disse prima di iniziare a colpire, sentii un dolore mai provato e credetti che ogni fibra del mio corpo avrebbe preso fuoco emisi le urla più strazianti della mia vita ma nessuno mi ascoltava, neppure mio padre gli dei mi avevano tradito. Non so dire per quanto andò avanti ma mi sembrarono dei momenti lunghi quanto dei giorni e quel tremendo supplizio sembrava non dover mai finire fui colpito con ogni tipo di arma e fu usata su di me ogni tecnica di tortura ma sopravvissi. Alla fine il Dio nella sua lucida armatura da battaglia mi liberò barcollai per qualche momento e poi caddi in ginocchio avrei voluto combatterlo ma non potevo sentivo l’Ade che mi richiamava a se e quando capì che ero in procinto di morire la crudele divinità mi “congedò” per così dire con un calcio in pieno petto che mi scaraventò giù dal precipizio credetti di essere morto, finché non caddi nel lago.                                 

   
 
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