Una ragazzina viziata.
Questo pensava la gente quando vedeva Bellatrix Black.
Urlante e capricciosa. Decisamente detestabile, si diceva.
Ma sotto quella folta chioma di ricci neri come la pece, si nascondeva un'anima in fermento.
Bella era di una purezza quasi sublime, sinistra.
Fin dalla giovanissima eta', sviluppo' un fascino in grado di incutere timore: l'ammirazione per la Magia Oscura e quella Sperimentale, la sua forza e determinazione, i suoi pensieri perversi.
Chiunque esitava ad avvicinarsi. I suoi compagni erano, in qualche modo, sottomessi ai suoi desideri.
Se qualcuno osava contraddirla, allora scoppiava il finimondo.
Era il settimo ed ultimo anno della Strega, alla Scuola di Magia e Stergoneria di Hogwarts.
Un pomeriggio freddo e umido di fine Novembre.
Bellatrix vagava per i corridoi del castello, pensando, a voce alta.
Un urletto di gioia, una scossa di testa, una smorfia.
Era felice, ma sentiva che, per essere completa, le mancava qualcosa.
Non era completamente libera, finche' avrebbe vissuto in quella scuola.
Sbuffo' sonoramente.
"E' pazza, quella!"
Un bisbiglio lontano irruppe nei pensieri contorti della giovane Black.
I suoi occhi cominciarono a roteare, furtivi. La mano destra volo' alla Bacchetta, nascosta nella tasca interna della divisa.
Le gambe si mossero, decise.
Fu una questione d'istanti.
Di fronte a lei, un'ombra si mosse.
Una risatina acuta e terribile si sparse per tutto il corridoio semi-deserto.
Alzo' la Bacchetta e...
"CRUCIO!"
Le sue orecchie si riempirono di un urlo straziante.
Era la prima volta, da quando ne venne a conoscenza, che Bella si serviva di una delle tre Maledizioni Senza Perdono.
Pian piano, quelle grida divennero, per lei, una melodia dolce e coccolante.
Il suo corpo divenne leggero, come se stesse volando, sentiva il Potere scorrere nelle sue vene.
Le piaceva, la sensazione che provava nel torturare.
Infinitamente.
Da quel giorno, infatti, comincio' la sua ascesa, fino a divenire la prediletta del Signore Oscuro, la piu' spietata tra tutti i Mangiamorte.