Ice Skating Lessons
Ginny finì di allacciarsi velocemente i pattini, le guance arrossate per il freddo e l’eccitazione, i capelli scomposti stretti nella treccia che si era fatta prima di correre giù al lago, per poi buttarsi seduta nella neve per sistemarsi ai piedi i pattini.
Si alzò ridacchiando come una bambina per la felicità,
spazzolandosi via dal retro della gonna la neve; si era bagnata, ma non le
importava proprio niente. Da quanto tempo era che non pattinava sul ghiaccio?
Le era sempre piaciuto un mondo, ma da quando aveva cominciato Hogwarts non
l’aveva più fatto; e poi il piede le era cresciuto – spropositatamente, tra
l’altro, visto il suo Piedino Da Fata Numero 41 – e non aveva più avuto
occasione e soldi per comprarsi i pattini nuovi.
Ma finalmente era riuscita a comprarsi in segreto
l’attrezzatura – non sapeva come mai, ma si sentiva come se fosse una cosa solo
ed unicamente sua, non voleva che suo fratello e Harry ed Hermione o uno dei
suoi amici venisse a saperlo. Per questo aveva scelto di non andare ad
Hogsmeade questo week end, così avrebbe potuto pattinare tranquilla senza
essere disturbata.
Spostandosi una ciocca di capelli dalla faccia con la mano
guantata, scese sul lago ghiacciato; inizialmente si sentì instabile, ma la
felicità superava la paura di cadere, quindi non si spaventò. Poi cominciò a
prendere velocità, il vento che sfrecciava con lei mentre scivolava esperta e
ogni tanto faceva delle piccole piroette. E fu proprio in quel momento che vide
qualcuno sul ciglio della sponda del lago.
Stupita, si fermò per scoprire chi fosse. Quando capì,
sbuffò infastidita.
-
Che palle, Malfoy! – gli urlò, - proprio oggi che ho
deciso di pattinare dovevi venire a farlo anche tu? Vedi almeno di stare
dall’altra parte del lago, per favore...-
Lui incrociò le braccia al petto, e gridò di rimando, la
voce beffarda un po’ più insicura del solito: - Non ti preoccupare, Weasley,
non ne ho mai avuta nessunissima intenzione! – e cominciò ad allontanarsi
deciso. Ginny si avvicinò.
-
E allora perchè hai portato i pattini, scusa? – chiese
perplessa, indicandoli. Lui si fermò, ma subito non disse nulla. Ginny si stava
incuriosendo davvero: - Allora? –
Malfoy si girò nuovamente verso di lei; aveva la faccia
pallida arrossata, ma Ginny non era sicura che fosse per il freddo. E proprio
mentre lui stava aprendo la bocca per ribattere, capì:
-
Non sai pattinare!
Lui la fissò imbambolato, come incapace di muoversi,
ancora con la bocca aperta, mentre Ginny rideva con una pazza. Quando finì,
chiese, ancora ridacchiando: - E allora cosa ci fai con i pattini in mano? Ah,
e non volevi provare perchè c’ero io, eh? E io sono brava! – disse
facendo una piroetta, pensando che era vero e quindi, con tutte le volte che
lui si era pavoneggiato lui di fronte a lei, per una volta poteva concedersi di
fare l’arrogante.
Malfoy si riscosse dal torpore in cui sembrava essere
caduto: - Me li hanno regalati... volevo provare... – disse a bassa voce,
evitando accuratamente la seconda domanda. Poi si girò di nuovo e cominciò
ancora a dirigersi verso il castello. Ma nella testa di Ginny si era oramai
fatta strada un’idea (malsana, pensò). Scivolò più veloce che potè verso
di lui, poi si sporse dalla riva del lago e gli afferrò un braccio. Malfoy si
voltò verso di lei di scatto, ma prima che potesse pronunciare una parola, lei
gli aveva dato una spinta facendolo cadere all’indietro sulla neve. Gli fece un
sorriso perfido – almeno questo fu quello che percepì lui – e disse: - Forza. Infilati i pattini, t’insegno.
Malfoy la fissò strabuzzando gli occhi per qualche attimo.
Poi scoppiò a ridere. Vedendo che lei non sembrava cambiare idea, disse,
improvvisamente terrorizzato: - Stai scherzando, eh? –
Ma Ginny, spinta da non sapeva neanche lei quale impulso,
si era gettata a sedere vicino a lui sulla neve, gli aveva strappato i pattini
dalle mani e aveva cominciato a sfilargli le scarpe a forza.
-
Ehi, ehi! Fermati! Sei pazza!
Ginny non l’ascoltava; oramai gli stava già allacciando
alla velocità della luce i pattini, e prima che se ne potesse accorgere Malfoy
si ritrovò ai piedi quei cosi che lui considerava degli strumenti di tortura
regalatogli da sua madre.
-
Io non voglio pattinare – protestò ancora una volta,
debolmente; lei lo stava tirando per le mani, cercando di farlo alzare. Non l’aveva
mai vista così decisa su qualcosa, così trascinante e convincente.
Non aveva mai visto nessuno comportarsi così, in realtà,
pensò; il suo era un mondo in cui tutti erano composti e posati, e in cui non
aveva mai visto fare una cosa così, d’istinto. Per quello non seppe come
reagire quando lo portò piano piano sul ghiaccio, sempre tenendolo per mano.
E si ritrovò in men che non si dica lì, in piedi con
addosso quei cosi; sono in equilibrio su una lama, pensò, in preda al
panico; su una stupida sottile piccola lametta che divide la mia vita da
questo grande grosso profondo e ghiacciato lago!
E perse l’equilibrio colto dalla paura, e Ginny colta alla
sprovvista non seppe reggere il suo peso quando lui cadde di lato,
trasportandola giù, sopra di lui. Dopo un secondo di smarrimento, cominciò a
ridere come una pazza, senza muoversi da quella posizione; Draco si stava
irritando e contemporaneamente imbarazzando, con la su testa poggiata sul suo
petto. La spinse via, cercando di essere più brusco possibile, ma lei non
sembrò affatto offesa, anzi, continuava a ridere, con le lacrime agli occhi.
Lui stette in silenzio, senza sapere cosa dire.
-
Okay, okay – disse Ginny asciugandosi gli occhi – Non c’è
problema, capita... ti sei suggestionato da solo, mhm? – e ridacchiò di nuovo.
Lui arrossì violentemente, ma lei non ci fece caso e lo aiutò a tirarsi su.
-
Non voglio pattinare – ribadì più a se stesso che a lei,
mentre acquistava equilibrio. Ginny ridacchiò nuovamente, scoccandogli
un’occhiata, ma senza rispondergli. Lui si irritò di nuovo. – Io non sono così.
Non faccio mai niente di botto... non sono come quella gente che fa
così. –
Lei strabuzzò gli occhi divertita da quelle parole: - Quella
gente che fa così?
-
Sì, sai – cercò di spiegarsi – così. Agire d’impulso...
quella gente lì.
-
Ah, quella gente come me? – rispose. Lui non seppe cosa
dire, perchè stranamente non voleva offenderla. Forse perchè si stava
prodigando tanto per aiutarlo ad imparare. Anche lui aveva un cuore, in fondo.
Ma lei non sembrava affatto offesa, anzi. – Eddai, sembri
un vecchio. Assurdo. Continuiamo che è meglio... –
E prima che lui si potesse sentire offeso l’aveva
di nuovo preso per le mani saldamente e gli spiegava come mettere i piedi, come
muoverli, guidandolo mentre lei pattinava all’indietro. Via via che il tempo
passava si sentiva più saldo sulle
gambe, e cominciava a piacergli; forse non era stata un’idea così cattiva,
pensò.
-
Sei carino –
La sua voce lo colpì come uno schiaffo in faccia, e si
fermò. Alzò lo sguardo su di lei, che era diventata rossissima, e aveva la
faccia di una persona che si sta pentendo amaramente di ciò che ha fatto.
-
Cosa? – chiese, incredulo.
Lei preso un respiro profondo. – Sei carino, - ripetè, e
Draco sentì affluirgli per l’ennesima volta in quella giornata il sangue alle
guance, incredulo. Ginny proseguì, come persa nei suoi pensieri.
-
Hai il viso tutto concentrato, ma anche un po’ pauroso –
-
Ho paura – disse lui, senza volerlo. Lei continuò come se
niente fosse.
-
Ti mordi un labbro per la concentrazione, e corrughi la
fronte, così – e lo imitò, per poi scoppiare in una risatina. – E non mi sei
mai sembrato così espressivo, seriamente. Anche se di solito non ci faccio
caso, alla tua faccia.
Si guardarono un attimo in silenzio.
-
Comunque... – disse lei, per interrompere quel silenzio
imbarazzato. – non hai più bisogno che ti tenga le mani, adesso, hai imparato.
Lui si fece cogliere di nuovo dal panico e le strinse le
mani più forte che potè: - No! Non farlo. Non sono ancora così capace! – ma
Ginny non l’ascoltò e si divincolò dalla presa. Malfoy vacillò un attimo poi
riacquistò l’equilibrio e cominciò a pattinare lentamente.
-
Visto, ce la fai! – gli gridò da lontano Ginny,
fieramente. Lui sorrise orgoglioso, e piano piano acquistò velocità, cercando di
raggiungerla. Ma si accorse che stava andando troppo forte, e perse il
controllo dei pattini; così cadde proprio sopra Ginny, vicina alla riva, e si
ritrovarono tutti e due distesi l’uno sopra l’altro nella neve.
-
Te l’avevo detto che non ero ancora così capace. – disse,
per una parte contento di aver avuto ragione. Lei ridacchiò.
Lui avvicinò una mano al suo viso e gli sistemò una ciocca
rossa dietro l’orecchio. – Anche tu sei carina – sussurrò, prima di
avvicinarsi. E senza realizzare che anche lui era entrato a far parte di quella
gente che fa le cose d’istinto, la baciò.
FINE
Che fine brusca, che fine brusca, eh? XD vabbè, ecco cosa fuoriesce dalla mia testa dopo un pomeriggio passato a pattinare con le mie amiche....commentateeeeeee!
Lollo