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Autore: Lollo    26/02/2006    16 recensioni
Ginny decide di andare al lago a pattinare sul ghiaccio. Draco decide di andare al lago per provare a pattinare sul ghiaccio. E Ginny si mette in testa di insegnargli come si fa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ginny finì di allacciarsi velocemente i pattini, le guance arrossate per il freddo e l’eccitazione, i capelli scomposti strett

Ice Skating Lessons

 

Ginny finì di allacciarsi velocemente i pattini, le guance arrossate per il freddo e l’eccitazione, i capelli scomposti stretti nella treccia che si era fatta prima di correre giù al lago, per poi buttarsi seduta nella neve per sistemarsi ai piedi i pattini.

 

Si alzò ridacchiando come una bambina per la felicità, spazzolandosi via dal retro della gonna la neve; si era bagnata, ma non le importava proprio niente. Da quanto tempo era che non pattinava sul ghiaccio? Le era sempre piaciuto un mondo, ma da quando aveva cominciato Hogwarts non l’aveva più fatto; e poi il piede le era cresciuto – spropositatamente, tra l’altro, visto il suo Piedino Da Fata Numero 41 – e non aveva più avuto occasione e soldi per comprarsi i pattini nuovi.

 

Ma finalmente era riuscita a comprarsi in segreto l’attrezzatura – non sapeva come mai, ma si sentiva come se fosse una cosa solo ed unicamente sua, non voleva che suo fratello e Harry ed Hermione o uno dei suoi amici venisse a saperlo. Per questo aveva scelto di non andare ad Hogsmeade questo week end, così avrebbe potuto pattinare tranquilla senza essere disturbata.

 

Spostandosi una ciocca di capelli dalla faccia con la mano guantata, scese sul lago ghiacciato; inizialmente si sentì instabile, ma la felicità superava la paura di cadere, quindi non si spaventò. Poi cominciò a prendere velocità, il vento che sfrecciava con lei mentre scivolava esperta e ogni tanto faceva delle piccole piroette. E fu proprio in quel momento che vide qualcuno sul ciglio della sponda del lago.

 

Stupita, si fermò per scoprire chi fosse. Quando capì, sbuffò infastidita.

 

-          Che palle, Malfoy! – gli urlò, - proprio oggi che ho deciso di pattinare dovevi venire a farlo anche tu? Vedi almeno di stare dall’altra parte del lago, per favore...-

 

Lui incrociò le braccia al petto, e gridò di rimando, la voce beffarda un po’ più insicura del solito: - Non ti preoccupare, Weasley, non ne ho mai avuta nessunissima intenzione! – e cominciò ad allontanarsi deciso. Ginny si avvicinò.

 

-          E allora perchè hai portato i pattini, scusa? – chiese perplessa, indicandoli. Lui si fermò, ma subito non disse nulla. Ginny si stava incuriosendo davvero: - Allora? –

 

Malfoy si girò nuovamente verso di lei; aveva la faccia pallida arrossata, ma Ginny non era sicura che fosse per il freddo. E proprio mentre lui stava aprendo la bocca per ribattere, capì:

 

-          Non sai pattinare!

 

Lui la fissò imbambolato, come incapace di muoversi, ancora con la bocca aperta, mentre Ginny rideva con una pazza. Quando finì, chiese, ancora ridacchiando: - E allora cosa ci fai con i pattini in mano? Ah, e non volevi provare perchè c’ero io, eh? E io sono brava! – disse facendo una piroetta, pensando che era vero e quindi, con tutte le volte che lui si era pavoneggiato lui di fronte a lei, per una volta poteva concedersi di fare l’arrogante.

 

Malfoy si riscosse dal torpore in cui sembrava essere caduto: - Me li hanno regalati... volevo provare... – disse a bassa voce, evitando accuratamente la seconda domanda. Poi si girò di nuovo e cominciò ancora a dirigersi verso il castello. Ma nella testa di Ginny si era oramai fatta strada un’idea (malsana, pensò). Scivolò più veloce che potè verso di lui, poi si sporse dalla riva del lago e gli afferrò un braccio. Malfoy si voltò verso di lei di scatto, ma prima che potesse pronunciare una parola, lei gli aveva dato una spinta facendolo cadere all’indietro sulla neve. Gli fece un sorriso perfido – almeno questo fu quello che percepì lui – e disse: -  Forza. Infilati i pattini, t’insegno.

 

Malfoy la fissò strabuzzando gli occhi per qualche attimo. Poi scoppiò a ridere. Vedendo che lei non sembrava cambiare idea, disse, improvvisamente terrorizzato: - Stai scherzando, eh? –

 

Ma Ginny, spinta da non sapeva neanche lei quale impulso, si era gettata a sedere vicino a lui sulla neve, gli aveva strappato i pattini dalle mani e aveva cominciato a sfilargli le scarpe a forza.

 

-          Ehi, ehi! Fermati! Sei pazza!

 

Ginny non l’ascoltava; oramai gli stava già allacciando alla velocità della luce i pattini, e prima che se ne potesse accorgere Malfoy si ritrovò ai piedi quei cosi che lui considerava degli strumenti di tortura regalatogli da sua madre.

 

-          Io non voglio pattinare – protestò ancora una volta, debolmente; lei lo stava tirando per le mani, cercando di farlo alzare. Non l’aveva mai vista così decisa su qualcosa, così trascinante e convincente.

 

Non aveva mai visto nessuno comportarsi così, in realtà, pensò; il suo era un mondo in cui tutti erano composti e posati, e in cui non aveva mai visto fare una cosa così, d’istinto. Per quello non seppe come reagire quando lo portò piano piano sul ghiaccio, sempre tenendolo per mano.

 

E si ritrovò in men che non si dica lì, in piedi con addosso quei cosi; sono in equilibrio su una lama, pensò, in preda al panico; su una stupida sottile piccola lametta che divide la mia vita da questo grande grosso profondo e ghiacciato lago!

 

E perse l’equilibrio colto dalla paura, e Ginny colta alla sprovvista non seppe reggere il suo peso quando lui cadde di lato, trasportandola giù, sopra di lui. Dopo un secondo di smarrimento, cominciò a ridere come una pazza, senza muoversi da quella posizione; Draco si stava irritando e contemporaneamente imbarazzando, con la su testa poggiata sul suo petto. La spinse via, cercando di essere più brusco possibile, ma lei non sembrò affatto offesa, anzi, continuava a ridere, con le lacrime agli occhi. Lui stette in silenzio, senza sapere cosa dire.

 

-          Okay, okay – disse Ginny asciugandosi gli occhi – Non c’è problema, capita... ti sei suggestionato da solo, mhm? – e ridacchiò di nuovo. Lui arrossì violentemente, ma lei non ci fece caso e lo aiutò a tirarsi su.

 

-          Non voglio pattinare – ribadì più a se stesso che a lei, mentre acquistava equilibrio. Ginny ridacchiò nuovamente, scoccandogli un’occhiata, ma senza rispondergli. Lui si irritò di nuovo. – Io non sono così. Non faccio mai niente di botto... non sono come quella gente che fa così. –

 

Lei strabuzzò gli occhi divertita da quelle parole: - Quella gente che fa così?

 

-          Sì, sai – cercò di spiegarsi – così. Agire d’impulso... quella gente lì.

-          Ah, quella gente come me? – rispose. Lui non seppe cosa dire, perchè stranamente non voleva offenderla. Forse perchè si stava prodigando tanto per aiutarlo ad imparare. Anche lui aveva un cuore, in fondo.

 

Ma lei non sembrava affatto offesa, anzi. – Eddai, sembri un vecchio. Assurdo. Continuiamo che è meglio... –

 

E prima che lui si potesse sentire offeso l’aveva di nuovo preso per le mani saldamente e gli spiegava come mettere i piedi, come muoverli, guidandolo mentre lei pattinava all’indietro. Via via che il tempo passava si sentiva  più saldo sulle gambe, e cominciava a piacergli; forse non era stata un’idea così cattiva, pensò.

 

-          Sei carino –

 

La sua voce lo colpì come uno schiaffo in faccia, e si fermò. Alzò lo sguardo su di lei, che era diventata rossissima, e aveva la faccia di una persona che si sta pentendo amaramente di ciò che ha fatto.

 

-          Cosa? – chiese, incredulo.

 

Lei preso un respiro profondo. – Sei carino, - ripetè, e Draco sentì affluirgli per l’ennesima volta in quella giornata il sangue alle guance, incredulo. Ginny proseguì, come persa nei suoi pensieri.

 

-          Hai il viso tutto concentrato, ma anche un po’ pauroso –

-          Ho paura – disse lui, senza volerlo. Lei continuò come se niente fosse.

-          Ti mordi un labbro per la concentrazione, e corrughi la fronte, così – e lo imitò, per poi scoppiare in una risatina. – E non mi sei mai sembrato così espressivo, seriamente. Anche se di solito non ci faccio caso, alla tua faccia.

 

Si guardarono un attimo in silenzio.

 

-          Comunque... – disse lei, per interrompere quel silenzio imbarazzato. – non hai più bisogno che ti tenga le mani, adesso, hai imparato.

 

Lui si fece cogliere di nuovo dal panico e le strinse le mani più forte che potè: - No! Non farlo. Non sono ancora così capace! – ma Ginny non l’ascoltò e si divincolò dalla presa. Malfoy vacillò un attimo poi riacquistò l’equilibrio e cominciò a pattinare lentamente.

 

-          Visto, ce la fai! – gli gridò da lontano Ginny, fieramente. Lui sorrise orgoglioso, e piano piano acquistò velocità, cercando di raggiungerla. Ma si accorse che stava andando troppo forte, e perse il controllo dei pattini; così cadde proprio sopra Ginny, vicina alla riva, e si ritrovarono tutti e due distesi l’uno sopra l’altro nella neve.

 

-          Te l’avevo detto che non ero ancora così capace. – disse, per una parte contento di aver avuto ragione. Lei ridacchiò.

 

Lui avvicinò una mano al suo viso e gli sistemò una ciocca rossa dietro l’orecchio. – Anche tu sei carina – sussurrò, prima di avvicinarsi. E senza realizzare che anche lui era entrato a far parte di quella gente che fa le cose d’istinto, la baciò.

 

FINE

 

 Che fine brusca, che fine brusca, eh? XD vabbè, ecco cosa fuoriesce dalla mia testa dopo un pomeriggio passato a pattinare con le mie amiche....commentateeeeeee!

 

Lollo

 

  
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