Silvia ha una stanza con le pareti color cielo estivo.
È molto luminosa e appena ci entra si sente immediatamente libera.
Non è molto grande, anzi, ma è veramente graziosa.
E soprattutto è sua.
Ha mobili verde cedro come i frutti saporiti e i prati rigogliosi, e lilla come la lavanda e i fuori profumati dei campi.
La camera di Silvia sembra un parco.
Ci sono fiori, poster colorati e adesivi che brillano al buio.
Ma c’è anche una scatola sul fondo della stanza.
È nascosta tra la parete e il letto.
Spicca come un papavero in un campo d’erba verde.
Il coperchi è rosso scarlatto.
Dentro ci sono pochi oggetti messi alla rinfusa.
Dei fogli sgualciti, una foto sbiadita dal tempo, una bustina di carta colorata, un pacchetto di gomme da masticare ancora a metà e un cellulare con un grande adesivo a forma di gattino sopra.
Ricordi dolorosi come lividi.
Ogni tanto, quando è sola in casa, Silvia la guarda dall’alto del suo letto.
Chiude a chiave la porta e la sfila dal suo introvabile nascondiglio.
La apre e le lancia un’occhiata di sfuggita buttandoci dentro qualcosa.
Altri ricordi brutti, altre lame affilate che la distruggono.
Poi la richiude subito, intimorita, spaventata.
La rimette al suo posto, nascosta tra la parete e il letto e tira un sospiro di sollievo tornando a sorridere.
Silvia ha una stanza con le pareti color cielo estivo.
In fondo a quella stanza, nascosta tra la parete ed il letto, si è assopita una scatola rosso scarlatto, cullata dalla polvere e dal tempo.