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Autore: ChimicalLove    04/06/2011    2 recensioni
" Ero una normale ragazza di diciotto anni quando Mussolini salì al potere. Non vedi mai la cosa di buon occhio "
Questa storia narra di una donna vissuta nel periodo della seconda guerra mondiale.
Molti non pensano ai partigiani come donne, eppure molte italiane diedero la vita per liberare il loro paese.
Bene, questa è la storia di una di quelle donne. Un eroina che nessuno conosce. La sua vita è cambiata dopo che sono arrivati i tedeschi, e con ciò ripercorro tutta la sua storia, iniziando da un fatto che avviene poco prima della sua morte.
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Aprì gli occhi verdognoli piano. Non si ricordava dov'era. Che cosa aveva fatto per essere rinchiusa in quella stanza buia, senza pavimentazione. 
Si alza. Le doleva tutto il corpo. Ogni singolo muscolo doleva se si muoveva.
Si guarda meglio attorno. La poca luce che c'era era data da una piccola finestra con le sbarre.
Riprova ad alzarsi, e questa volta ci riesce. Si avvicina alla finestra, guardando fuori. La poca luce che filtrava da essa,  Risveglia lei e i suoi ricordi.
Si ricordava ora perchè era lì. Si ricordava di essere stata catturata perchè era una partigiana.
Una delle tante donne che combattevano. Sospira, guardando la porta, chiusa.
Sapeva che ormai aveva poche ore di vita. Magari aveva ancora qualche giorno. 
Sente dei passi e delle voci che parlavano velocemente in tedesco. 
La porta si apre, e un uomo, con la divisa nazista, alto e biondo la guarda. Gli lascia una pagnotta e una bicchiere d'acqua. 
Solo allora si accorge di avere fame. La pancia emetteva degli strani brontolii, che si andavano a sommare ai suoi pensieri.
La pagnotta rotola a terra, tra la polvere. 
La prende e l'addenta. Sembrava una selvaggia. I capelli sporchi, luridi Sembravano confermare quell'idea.
Sente il tedesco avvicinarsi e vede anche la punta degli stivali lucidi sotto di se. 
Con voce cupa e con un accento strano. Infondo aprlava perchè voleva qualcosa*
 
<>
 
Le prese il viso tra le mani, alzandolo
 
<< Me dispiace che tu domani essere morta>>
 
Non era mai riuscita a stare zitta a osservare qualcuno che si prendeva gioco di lei. 
Così parlò, con la sua voce alta e limpida
 
<< Brutto tedesco! Vai a fare le moine ad un tuo superiore!>>
 
Sputò a terra, anche se sapeva che non era buona cosa per una donna. Ma che le importava, tanto tra poco sarebbe morta. Stupidi tedeschi. Avevano rovinato la sua vita.
Lo schiaffo del tedesco arrivò dritto e preciso sulla sua guancia destra.
 
<< Hure /Puttana/ ! >>
 
Il dolore della manata sul viso viene quasi nascosto dalla ferita all'orgoglio. Quel tedesco avrebbe avuto quello che meritava all'inferno. Anche se sapeva fin troppo bene che quello che stavano vivendo ora era un inferno per tutti, tranne forse per quegli uomini con gli occhi azzuri che seguivano ideali stupidi, di superiorità.
Lo guarda sbattere la porta. Sembrava abbastanza arrabbiato, ma che le importava. Finalmente poteva sfogare tutta la sua rabbia in quelle poche ore di vita che le rimanevano. 
Strinse la pagnotta tra le mani, poggiandosi al muro.
La morse. Sapeva proprio di muffa, ma aveva fame, e anche un pezzo di pane rinsecchito e ammuffito le bastava. 
Finì velocemente il pane, per poi prendere un sasso, cominciando a scrivere sul muro. Ogni lettera era una faticcacia, ma alla fine riesce a scrivere Maria Evelina Bianchi  17 Gennaio 1994 sul muro.
Voleva che il suo nome fosse ricordato, e magari, delle persone che sarebbero entrate lì tra anni, avrebbero visto il suo nome con sotto quella data e avrebbero ricordato gli orrori di quella guerra, ricordando le storie dei nonni, se fossero stati liberi, o magari pensando alla propria orribile vita, se ancora erano prigionieri di quella pazzia
 
 
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Rieccomi con una nuova storia. 
Quello che leggete è solo il prologo, ma spero che continuerete a seguirla in tanti.
Il prossimo capitolo sarà molto più lungo, almeno spero.
Non mi dispiacerebbe vedere anche qualche vostro commento, se non vi dispiace.
 
Baci e biscotti al cioccolato
  
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