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Autore: Moon    05/02/2004    6 recensioni
Fic con protagonisti Orlando Bloom, Dominic Monaghan e Elijah Wood. Tre amici incotrano tre amiche,scontato direte voi, può darsi rispondo io.... non ci guireri però!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Monaghan, Elijah Wood, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta per divertimento

● Capitolo VENTITRE ●

 

 

Per un tempo che a loro, era parso quasi interminabile, Orlando e Angela erano rimasti per terra seduti, abbracciati l'uno all'altra, baciandosi appassionatamente. Fino a che sentirono partire un applauso.

Orlando aprì gli occhi, e si ritrovò davanti una comitiva di giapponesi sorridenti che stavano fotografando a più non posso, annuendo soddisfatti.

Oh Merda! Fu la prima cosa che gli venne in mente, E questi da dove cazzo sbucano!

Si staccò bruscamente da Angela e in fretta e furia afferrò il suo cappello, si calò la visiera sul naso, poi afferrandola per un braccio le disse “ Presto, andiamocene di qui in fretta ”.

Lei che era abbastanza stordita e decisamente molto in confusione, lo seguì senza fiatare. Fecero un bel pezzetto di strada molto velocemente e solo quando lui fu certo che non ci fosse nessuno che li seguiva, si fermò e le chiese “ Tutto a posto? ”.

“ Si..si ” rispose lei abbastanza imbambolata, perché non si era affatto ripresa da quello che era accaduto.

“ Sicura? ” le chiese lui avvicinandosi un poco.

“ Sicura ” confermò lei sempre fra le nuvole.

Allora lui, sorridendo con aria complice, le mise una mano dietro la nuca e disse “ Molto bene, allora ricomincio, del resto non avevo affatto finito! ” e così dicendo le passò l'altra mano dietro i fianchi, avvicinandola a se fino a farla aderire al proprio corpo, e riprese a baciarla con più foga di prima. Angela era davvero fortemente turbata, forse anche più che dal primo bacio, se prima erano in una posizione strana e quasi precaria, ora erano in piedi e le sensazioni che lei provava a quel contatto di aderenza erano davvero notevoli. La bocca di lui stava letteralmente divorando la sua, e Angela avvertì molto bene l'acuta consapevolezza di prepotenza maschile che emanava quel corpo appiccicato al suo, senza parlare della mano di lui che si era insinuata sotto la maglietta accarezzandole la schiena. Tutto ciò le stava facendo scoprire cose nuove e decisamente molto piacevoli, per un secondo, in un raro momento di lucidità, aveva pensato di farlo smettere, ma ora non ci pensava proprio più. Era completamente persa, e non voleva proprio che smettesse, si sorprese a scoprire che forse avrebbe addirittura voluto di più. Quello che provava lei era perfettamente recepito da Orlando, il quale a sua volta si stupì e non poco di come quella ragazza, decisamente strana, ritrosa e a volte addirittura scontrosa, si stesse invece rivelando molto sensuale. Rispondeva in maniera molto intensa ai suoi baci, per niente inibita e anzi, sembrava quasi che con il linguaggio del corpo lo volesse spingere ad andare oltre. Quello che stava accadendo andava ben al di là di qualsiasi immaginazione e Orlando si chiese se non fosse il caso di smettere, o avrebbero finito per fare qualcosa di decisamente sconveniente e magari anche passivo d'arresto, visto che erano in un parco pubblico. Per di più c'era il rischio che quella comitiva di giapponesi riapparisse da qualche parte. Riluttante, la scostò gentilmente da se. Entrambi avevano il fiato corto e lei istintivamente si passò la punta della lingua sulle labbra, proprio come a volte capita di fare dopo aver mangiato un dolce.

“ Oh mamma! ” scappò dalla bocca di Orlando “ Ma tu da che pianeta vieni? ”.

“ Io? Co...come? ” chiese lei.

“ Dovresti imparare a contenerti un pochino ” le disse lui sorridendo. Quella ragazza era decisamente unica nel suo genere, ma soprattutto era davvero una fonte inesauribile di sorprese.

“ Che ho fatto di male ora? ” chiese Angela che stava lentamente riacquistando lucidità.

Lui la prese per mano e cominciando la risalita del sentiero le disse “ Ora te lo spiego ” cercò di riordinare un poco i pensieri, dato che anche lui era abbastanza scombussolato, cercando di trovare le parole adatte, altrimenti quella era capacissima di ricacciare subito fuori gli aculei. “Allora, quando siamo in posti pubblici, soprattutto dove può arrivare improvvisamente delle persone….  ” e fece una pausa cercando di esprimersi al meglio “ Se dovesse capitare, e capiterà di sicuro, che ci dovessimo baciare di nuovo, per favore evita di passarti la lingua sulle labbra in quel modo. Una volta, può andare liscia, forse anche una seconda, ma alla terza non so proprio che potrebbe accadere! ” si fermò nuovamente e guardandola dritto negli occhi gli disse “ Tu mi piaci troppo e se mi provochi, non so quanto potrò resistere senza portarti a letto! ”.

Angela rimase sconvolta, sì d’accordo si era decisamente lasciata andare, le era piaciuto anche parecchio, ma lei non si era minimamente resa conto di avere fatto qualcosa di così provocante, anzi, il suo era stato un gesto spontaneo, del tutto involontario. Quel ragazzo, per i suoi gusti, era veramente troppo esplicito nel parlare e nel dimostrare certe cose, decisamente la metteva in non poca difficoltà. Lei si sentiva una scema, insomma parevano un uomo adulto che frena i bollenti spiriti della lolita appena adolescente, e invece avevano quasi la stessa età.

Ora sembrava che fosse colpa sua se lui voleva fare sesso con lei. Ma che bel modo di rigirare la frittata! Angela si irrigidì, e lasciò la mano di lui. Aveva provato delle emozioni veramente violente, che l'avevano per la prima volta portata a lasciarsi andare quasi completamente. Di tutto questo cominciava ad esserne consapevole a pieno solo in quel momento, quando il rimescolamento che l'aveva pervasa, stava lentamente scomparendo. All'improvviso le venne una gran rabbia e anche voglia di piangere, fu così che rigirandosi in malo modo gli disse “Scusami tanto! Capisco perfettamente che non sono esattamente il tipo di ragazza che sei solito frequentare, ma non c'è bisogno che ogni volta che accade qualcosa tu mi debba fare la paternale!  E poi è troppo comodo dare la colpa a me di quello che VUOI fare te! ”.

Era davvero adirata, e nel suo interno forse anche ferita.

Lui si fermò di colpo “ Lo sapevo!” scrollò la testa e continuò “ Ma è mai possibile che tu riesca a prendere tutte le cose che dico alla rovescia? Lo fai apposta?”.

“ Perché stavi forse facendomi i complimenti?” gli chiese lei serrando le braccia al petto.

Lui roteò gli occhi esasperato “ Porca Puttana: SI!”.

Lei aprì la bocca e poi la richiuse aggrottando la fronte quindi gli disse “ Ah si?  Mi prendi per scema? Impara ad esprimerti meglio! E smetti di usare quelle frasine ammiccanti! Non fare questo altrimenti…. Non fare quell’altro che è pericoloso… E’ molto frustrante oltre che umiliante!” Angela aveva omesso di proposito di citare nuovamente la frase choc di Orlando: Tu mi piaci troppo e se mi provochi, non so quanto potrò resistere senza portarti a letto! Pensò che glissare era la cosa più giusta da fare, non aveva la ben che minima intenzione di affrontare quel genere di argomento.

Lui decise di adottare la tattica dell’indifferenza e la riprese per mano obbligandola a riprendere a camminare. Ci voleva pazienza, con lei, una pazienza da certosino e mentre camminavano Orlando si chiese se mai sarebbe riuscito a farla rilasciare del tutto. Forse sarebbe stato meglio, non dire più niente? Non ne era del tutto convinto. Insomma il tacere porta spesso a grossi equivoci, a volte a anche a fraintendimenti irreparabili, bisognava che le parlasse seriamente quando fosse stata nuovamente calma.

 

Il momento opportuno arrivò circa un ora dopo quando erano in macchina sulla via del ritorno.

Angela sembrava nuovamente calma e Orlando decise di farle un bel discorsetto.

“ Vorrei parlarti, ti va di ascoltarmi senza arrabbiarti? ” le disse con tono suadente.

Lei rimase come sempre silenziosa.

“ Mi spieghi con parole tue di che cosa hai paura? ” esordì lui.

La domanda era, come sempre, decisamente diretta e Angela entrò subito in agitazione. Che cosa avrebbe dovuto fare? Vuotare il sacco e mettersi a nudo davanti a lui? Non ci pensava proprio, era impossibile. Non nutriva una fiducia così grande nei suoi confronti e non poteva certo ammettere le sue debolezze in fatto di stima verso se stessa. Non parliamo poi del fatto della sua inesperienza e dei suoi dubbi riguardo agli approcci uomo donna.

Orlando aspettò un po’ la sua risposta, che ovviamente non ebbe, poi le chiese “ Non ti va di rispondere? ”.

Ancora silenzio.

“ Non risolverai mai niente se ti ostini a stare muta come un pesce” le disse lui, sempre molto calmo.

Lei sbuffò  “ Non c'è proprio niente da risolvere! Sei tu che sei abituato a fare e a dire le cose a modo tuo ” gli rispose lei, in un tono non proprio conciliante. Del resto l'attacco è la miglior difesa.

“ Le cose a modo mio? Ma che discorsi fai? Che significa? ” le chiese lui davvero stupito.

Angela, non voleva proprio affrontare quel discorso e il fatto di essere obbligata a farlo, dato che erano in macchina ed era impossibile allontanarsi e smettere di ascoltarlo, la fece innervosire di nuovo, e gli dette una rispostaccia “ Ma insomma, che ti sei messo in testa di giocare allo psicanalista? Non voglio parlare con te di certe cose. E' chiaro il concetto? ”.

“ Credi che stando zitta le cose si risolvano da sole? ”. Lui non demordeva.

“ Quali cose? Ma che dici? ” gli si rivoltò lei.

“ Oh andiamo Angela! Sai benissimo che sto dicendo, la vuoi smettere di giocare a nascondino, si o no? ”.

Lei era veramente esasperata dall’incessante pungolio operato da lui e sbottò “ Insomma si può sapere che accidenti vuoi? Vuoi che ti dica che sono imbranata? Ti accontento SONO imbranata ora spero che tapperai quella boccaccia! ”.

“ Siamo del tutto fuori strada! Io cerco di provare a capirti e di farti parlare e tu ti incazzi, come se cercassi di farti chissà quale dispetto. Così non arriveremo mai a nulla ”.

Lei sospirò. Stava cercando di capirla? Ma se non si capiva nemmeno lei! Era un bel casino. Angela cominciò a chiedersi se non  fosse stato il caso di smettere immediatamente di vederlo. Decisamente le sembrò la cosa più saggia che le fosse mai venuta in mente. Per l'ennesima volta si chiese che cosa facessero insieme loro due, era una cosa che non avrebbe funzionato mai. Sicuramente lui era attratto da lei, per qualche motivo che Angela non capiva, ma era certa che ben presto si sarebbe stufato, perché lei non aveva intenzione di dargli ciò che lui voleva. Le cose stavano senz'altro così, del resto non riusciva a vedere altre spiegazioni. Durante quella giornata aveva capito una cosa fondamentale. Lei con Orlando era in pericolo: se fossero stati da soli e non in un parco, forse non ce l’avrebbe fatta a resistere e avrebbe finito con il fare qualcosa di tremendamente sbagliato. Qualcosa che avrebbe avuto delle conseguenze molto dolorose e forse anche devastanti. Bisognava porvi rimedio subito e categoricamente, Angela decise che quella sarebbe stata l'ultima volta che sarebbe uscita con lui.

“ Allora? Continui a non parlare? ” le chiese Orlando interrompendola dal corso dei suoi pensieri.

Lei aveva girato la testa e guardava fuori dal finestrino, chiusa nel suo mutismo difensivo. Si disse che se lui si fosse arrabbiato per quel suo atteggiamento, sarebbe stato anche meglio, le avrebbe facilitato il compito, perché dovergli dire che non lo voleva più vedere le costava una grande fatica. Era quasi certa che le sarebbe mancato, quelle ultime settimane erano state a loro modo grandiose, ma se già adesso era faticoso staccarsi, figuriamoci come avrebbe potuto esserlo dopo.

Intanto era già rientrati a Los Angeles e si stavano dirigendo verso Melrose, Angela pensò che doveva parlare in fretta e togliersi quel maledetto dente.

“ Ti devo dire una cosa ” gli disse tormentandosi i capelli.

“ Aventi ti ascolto ” rispose Orlando fiducioso.

“ Credo, no anzi sono sicura, insomma penso….  ” fece una pausa prese fiato e la sputò lì, tutta d'un fiato “ Non uscirò più con te! ”.

Silenzio.

Ad Orlando stava salendo un incazzatura da manuale, se avesse dovuto dare sfogo al suo istinto l’avrebbe strozzata con immenso piacere. In vita sua non aveva conosciuto una persona tanto contorta quanto lei, ma che andasse al diavolo, si era veramente rotto le palle. Angela gli piaceva, magari gli piaceva anche parecchio, ma per lei aveva fatto anche troppo, evidentemente non c'era via d'uscita con quella ragazza. Non aveva la minima intenzione di darle soddisfazione, non voleva più uscire? Bene chi se ne frega! Uscirò con qualcun'altra, ma figuriamoci se ora uno come me si deve fare tutti questi problemi! Si disse risoluto.

Era veramente arrabbiato e come suo solito, quando l'arrabbiatura era profonda, non disse una sola parola, continuò a guidare imperterrito e imperturbabile, come se la cosa non lo avesse minimamente toccato.

Angela rimase non poco stupita di quella reazione, come minimo si sarebbe aspettata che dicesse qualcosa, certo non sperava che la pregasse, ma quel silenzio condito d'indifferenza la fece rimanere decisamente male. Che cosa si aspettava? Era come aveva sempre pensato, fu felice della decisione presa e cominciò a pensare ad un modo efficace e soprattutto veloce per levarselo definitivamente dalla testa.

Quando arrivarono a Melrose lei scese e cercò di salutarlo normalmente. Lui, non senza fatica, visto che avrebbe ancora avuto voglia di prenderla a sberle, si produsse in un cordialissimo quanto mai indifferente Ciao. Quindi si allontanò in fretta, voleva andare via il prima possibile.

  
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