Chapter two
Faceva un freddo da morire,fuori. Eravamo a metà marzo,in teoria la primavera doveva già essere arrivata da qualche giorno. Ma invece,niente. Solo vento,nebbia,gelo. Sembrava che anche il cielo avesse capito in quale situazione ci trovavamo e che fosse triste come lo eravamo noi. Faceva freddissimo,il cielo era pieno di nuvoloni neri. Ero quasi certa che di lì a poche ore si sarebbe scatenato un temporale. Fiutando aria di pioggia,accelerai il passo. Il mercato era molto affollato. Mi avvicinai al banco di Peter. Dopo che lui ebbe servito due signore anziane,fui in grado di parlargli.
- Ciao Norah - mi salutò,sorridendo- Come stai? E i tuoi genitori come se la passano? E la tua sorellina?
-Ciao Peter - gli sorrisi a mia volta- Stiamo tutti abbastanza bene,grazie per avermelo chiesto. E tu come stai? E la tua famiglia?
- Io e Emily stiamo abbastanza bene.
- E Grace? Come sta?
- Lei…lei…- la sua espressione si rattristò,era come se volesse piangere,ma si trattenesse dal farlo-Lei non sta molto bene.
-Oh,mi dispiace. Mi dispiace tantissimo.
E mi dispiaceva davvero. Peter era un uomo onesto,un grande lavoratore e una persona molto gentile e generosa. Aveva circa venticinque anni e gestiva il banco della frutta e della verdura da sempre,almeno per quanto ricordavo io,che avevo nove anni meno di lui. Era sposato con una ragazza che si chiamava Emily,che aveva la sua stessa età e che molto spesso lo aiutava con il lavoro. Avevano una bimba di appena cinque anni,Grace. Era bellissima,aveva i capelli biondi della madre e gli occhi verdissimi del padre. Era anche molto sfortunata,poverina. Era molto debole,si ammalava molto spesso. I medici che l’avevano visitata credevano che questa sua debolezza dipendesse dal fatto che,a causa di un mancamento accusato da Emily, era venuta al mondo prima che scadesse il tempo. Per lei era molto facile ammalarsi,bastava che prendesse un colpo di vento per sviluppare una febbre altissima che ci metteva giorni e giorni ad andarsene. Le erbe e le essenze che servivano per curarla erano molto costose. A volte Peter e Emily,oltre a gestire il banco del mercato,facevano anche altri lavori,come ad esempio fare i domestici nelle grandi case del centro della città,proprio per cercare di racimolare qualche soldo in più e per poter comprare le medicine che potevano lenire la sofferenza del loro piccolo angelo.
-Come posso aiutarti?-mi sorrise di nuovo- Di cosa hai bisogno?
-Mi servirebbero un po’ di carote e qualche patata a pasta gialla.
-Ecco a te- infilò le verdure nel mio cestino- Metto sul vostro conto?
-No.-gli diedi alcune monete che avevo messo da parte per comprarmi un libro che mi piaceva -Prendi queste monete e,per favore,salutami Grace e Emily.
- Norah…
-Sì?
-Non posso accettarle…sono troppe. La merce che hai comprato costa molto meno.-mi mise in mano metà delle monete che gli avevo dato- E’ il tuo denaro,io non posso accentarne più di quanto me ne devi.
-Sì che lo puoi fare.-gli porsi di nuovo il denaro e gli sorrisi per rassicurarlo- Prendile.
Norah, io sono povero,ma non voglio fare l’elemosina,se posso farne a meno. Grazie infinite,ma…non posso.
- Non è elemosina. Ti prego,accetta questo denaro. Prendilo come un favore,o un regalo da parte di un’amica. Fallo per Grace. Ti prego. Lei ne ha bisogno per guarire. Le serve la belladonna e so per esperienza che è molto costosa. Ti prego,Peter. Accettale. Fallo per il bene della tua bimba.
Peter aveva gli occhi pieni di lacrime. Se li asciugò e poi si infilò le monete nella tasca dei pantaloni.
Norah…io…io…- i suoi occhi erano di nuovo lucidi di lacrime- non so come ringraziarti. Non vi farò più pagare nulla quando verrete da me,te lo prometto. Non sai quanto hai fatto per me,per Emily e per Grace. Non so davvero come ringraziarti,credimi.
-Non devi ringraziarmi Peter.- gli sorrisi- Spero che Grace si rimetta presto.
-Lo spero anch’io.
-Verrò a trovarla appena mi sarà possibile,è una promessa. E porterò con me anche Isabelle.
-Le farà molto piacere vedervi se verrete. Ne sono sicuro.- mi porse il mio cestino con dentro le verdure che avevo comprato-A presto Norah. Porta i miei saluti alla tua famiglia,per favore.
-Lo farò. -mi sistemai meglio la mantellina sulle spalle- Grazie Peter.
Dopo aver dato un’ultima occhiata alla piazza dove era situato il banco di Peter,mi girai dall’altra parte e corsi verso casa.