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Autore: ShunLi    05/06/2011    0 recensioni
“E alla fine siamo sempre qui. Tendo la mia unica mano, stringendo quello che per te è un simbolo, mentre per me è l’unico appiglio rimastomi a questo mondo. Aiutami.
Aiutami”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Malik Al-Sayf
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E dire che era rimasto via solo due settimane. Al Mualim aveva preteso da lui fin troppe missioni, che lo tenevano lontano dal villaggio in un modo che ad Altair non piaceva per nulla. Cercò di accontentare il vecchio come poteva, anche se cominciava ad odiarlo. Lo odiava anche se era suo Mentore, Maestro di Vita, Padre. Era un sentimento che gli nasceva dalle viscere. Qualcosa stava per cambiare ne era sicuro.
E dopo tanto viaggiare, con la mente desiderosa solo di poter riposare tra i cuscini del bureau, ecco che trovava Malik in condizioni pietose. Svenuto, febbricitante, non era da lui trascurarsi a quel modo. Era forse la troppa mole di lavoro a ridurlo in quello stato? La mancanza di cibo? Lui sapeva bene cos'era che lo faceva far stare male, ma cercò di negarlo a se stesso e a Malik per quando si sarebbe risvegliato.
Il corpo di Malik, che bruciava in modo impressionante, fu subito sbarazzato delle vesti più pesanti e poggiato sul suo giaciglio. Altair  si premurò di posargli una pezza imbevuta d'acqua fredda sulla fronte e riempì il cesto della frutta con alcuni cibi e datteri che aveva portato dal suo viaggio. Sperò con tutto se stesso che non fosse grave, sapeva che suo fratello Malik era forte e avrebbe superato anche questo momento.
All'improvvisò un urlo fece sussultare Altair dallo spavento. Malik si muoveva come un ossesso, delirando del dolore che l'arto mancante gli procurava. Altair cercò di tenerlo fermo, premendo con una mano sulla spalla sinistra e con l'altra sul suo torace.
Le grida dell'uomo erano strazianti. Mai aveva visto Malik sfogare la rabbia e il dolore in quel modo. Gli esseri umani, si rese conto Altair, erano solo contenitori di sentimenti impuri, quando subivano una grave perdita. Altair non seppe quantificare i minuti del delirio di Malik. Seppe solo che per farlo stare fermo, aveva dovuto premere il suo corpo contro il suo. L'assassino poteva sentire sotto il palmo della sua mano, il cuore e il suo ritmo galoppante. Cominciò a sentire caldo, tanto era bollente la febbre che gli sondava il corpo. I suoi lamenti e grida cessarono quando Altair, reso più dal panico che da una risoluta lucidità, gli strinse l'arto con il drappo rosso. Glielo strinse così forte, che temeva di avergli aperto le ferite, ancora fresche.
I primi raggi del sole cominciavano a spuntare dentro il bureau e Altair, per quel giorno, fece le veci di Malik. Quest'ultimo, inconsapevole degli avvenimenti che gli accadevano mentre era incosciente, continuava a sognare strani fantasmi, suo fratello Kadar e tante altre cose legate alla sua attività di Assassino. Altair, nel frattempo, si mosse con grande maestria nella gestione delle missioni da dare ai novizi e agli Assassini di grado più alto. Tutti si meravigliarono nel trovare quell'Assassino a cui Al Mualim aveva tolto i poteri. Ma l'aquila non ci fece caso agli sguardi attoniti dei suoi fratelli.
In realtà, stare nel bureau, gli fece capire più o meno come fosse la vita di Malik, dopo quell'evento nefasto.  Vita fin troppo piatta, un cambiamento repentino che poteva odiare con tutto se stesso.
Quando constatò che altri assassini non dovevano più entrare nel bureau, Altair chiuse la grata e la porta che portava direttamente al banco.
Ritornò da Malik, che di febbre non aveva quasi più. Il suo respiro era regolare, ma sfortunatamente, la ferite sull'arto sinistro, si erano aperte comunque. Con quelle poche nozioni di medicina che Altair aveva appreso nel tempo, si mise all'opera. Lavò, disinfettò e rifasciò l'arto con bende pulite. Il viso di Malik sembrava più sollevato. Chissà quando si sarebbe risvegliato.
L'unica cosa che poteva fare in quel momento, non era di certo agire o parlare, indispettirsi o maledirsi. Prese l'unica mano fra le sue e attese. Pregò il buon Dio per il suo risveglio,  cosa che accadde qualche ora dopo, quando Altair dormiva, continuando a stringere la sua mano, la mano di suo fratello, con segreta speranza, e di cui Malik, forse, non avrebbe apprezzato, da un traditore come lui. Quando Malik si accorse di tale premura, l'odio si sostituì al compiacimento.
"Grazie Altair." Disse. Era sicuro che l'avrebbe sentito.
  
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