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Autore: ShunLi    03/06/2011    2 recensioni
“E alla fine siamo sempre qui. Tendo la mia unica mano, stringendo quello che per te è un simbolo, mentre per me è l’unico appiglio rimastomi a questo mondo. Aiutami.
Aiutami”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Malik Al-Sayf
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno successivo Malik ebbe a che fare con altri assassini, affidò loro compiti  che Al Mualim aveva commissionato tramite lettera.
"Salute e Pace, Fratello." Disse l'ultimo novizio, prima di sparire con un balzo dal bureau.
Malik ricambiò il saluto.
I raggi del sole entravano in modo strategico nella piccola stanza, in modo da illuminare il tavolo dove Malik lavorava. Sembrava che il tempo si fosse fermato. Lui, assassino di tutto rispetto, adesso si trovava a compilare carte e a rimpiangere la perdita del fratello minore.
Altair non si fece vedere quel mattino. Nè per tutta la settimana successiva.
Per un attimo, si chiese dove fosse finito. Mise la mano dentro il cesto della frutta, ma si accorse che era vuoto."Merda." Imprecò e andò nell'altra stanza con l'intento di riempirlo. Ma la scorta stava dolorosamente scarseggiando. Non era rimasto nemmeno un dattero.
"..." Forse mangiare era l'unica occupazione che gli permetteva di far qualcosa, oltre ad attendere l'arrivo degli assassini che reclamavano la loro missione oppure facevano rapporto.
Era stanco. Dannatamente stanco.
Tornò nella stanza principale, e si sdraio tra i cuscini di stoffa pregiata. Con gesti secchi si tolse le scarpe e rimase là, accoccolato tra i cuscini e i suoi pensieri. Aveva in mente solo il viso di Kadar. Era passato poco dalla sua morte e non gli sembrava vero tale avvenimento. Per quanto Al Mualim lo avesse rincuorato del fatto che era morto per il Credo, non poteva comunque accettare la sua scomparsa. Era giovane, capace, innocente... Avrebbe fatto grandi cose, Malik l'avrebbe visto e gli avrebbe augurato buona fortuna.
Si addormentò, stanco di quella realtà così dura, stanco di dover accusare ogni giorno quel gran fardello ad Altair, stanco di tutto...
Dopo un bel pezzo però, una voce lo destò dal suo sonno.
Due occhi azzurri lo guardavano con notevole sollievo. Malik riconobbe l'incarnato di colui che lo stava chiamando. Tese una mano, per dare conferma ai suoi dubbi più atroci. Sul suo viso si formò una smorfia di dolore, quando si accorse di poter toccare il viso di suo fratello.
"Kadar!" Singhiozzò Malik, felice di rivedere il volto innocente che adorava tanto. Kadar sorrise, e ricambiò il gesto. Anche il giovane posò la mano sulla guancia del fratello maggiore, ma non gli riuscì.
Kadar fece un "oh" dispiaiuto, mentre Malik assunse un aria veramente ferita.
"Quanto mi manchi, fratello mio..." Malik non faceva altro che ripeterlo.
"Anche tu mi manchi Malik. Ma sono qui per un altro motivo, Fratello, e voglio che tu mi ascolta attentamente." Disse in tono serio.
"Tutto quello che vuoi Kadar, tutto quello che vuoi..."
Sapeva che Malik avrebbe risposto a quel modo, così il ragazzo dagli occhi azzurri si fece più coraggio.
"Fratello, non è il caso di smetterla?" Domandò quindi l'A-Sayf più piccolo.
"Smettere di fare cosa?" Disse Malik, tra i singhiozzi. Strinse forte la mano di quel giovane strappato alla vita e che misteriosamente era dinnanzi a lui.
"Smettere di punire Altair."
"Cosa dici fratello? E' stata la tua rovina! A costo di non avere un posto tra i prescelti  del buon Dio, io non potrò mai perdonarlo!" Sbottò Malik. Piegò la testa, singhiozzando.
"Kadar... Lo odio... E odio me stesso. Sono diventato inutile alla confraternita. L'unica cosa che posso fare ora è guidare e vedere altri giovani novizi che rischiano di non tornare mai più... Ti prego Kadar... Torna a casa... Ritorniamo a quei giorni di calma e pace."
"Fratello mio, un giorno potremo. Ma non è adesso il tempo. Per te questo momento sarà un cammino costellato di insidie. E non puoi attraversarlo da solo. Vedrai che Fratello Altair avrà la soluzione. E saprà essere il tuo braccio destro." Disse il giovane. I suoi occhi brillavano di speranza serafina.
Malik si godette quello spettacolo. Sapeva che quella era veramente l'ultima volta che li poteva osservare.
"Fratello mio..." Invocò ancora Malik. La presa sul fratello più piccolo si faceva più debole. L'evanescente figura così com'era apparsa, stava scomparendo dalla mente dell'uomo.
Così si risvegliò.
Era sera. Il vento gelido come la Morte sfiorò il viso del moro, portando via con sè anche quello strano sogno. Ripensò alle parole di Kadar. Erano veritiere? Quanto Altair avrebbe aiutato l'A-Sayf nel suo cammino per raggiungere un futuro migliore? Scuotendo la testa e riprendendosi da uno strano intorpidimento che gli coinvolgeva il corpo, si alzò in piedi.
Raggiunse il banco, non realizzando però che, stiracchiandosi, come aveva fatto prima, gli aveva provocato un dolore là dove mancava il braccio. Portò l'unica mano a quello che rimaneva del suo arto, stringendo più forte che poteva. Il caldo lo avvolse, mirò alla testa in men che non si dica. Stava per svenire. O morire, il dolore era così potente da fargli pensare che nulla l'avrebbe trattenuto nel non farlo.
Prima di cadere di peso sul pavimento, qualcuno prontamente lo afferrò. Delle braccia forti lo tenevano sospeso a mezz'aria e una voce (che aveva qualcosa di familiare) lo esortava a non arrendersi.
Ma poco dopo, non sentì più nulla. Solo il buio.
  
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