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Autore: Macchia argentata    05/06/2011    20 recensioni
Malinconici pensieri di Girodelle, nella notte più cupa della sua vita.
Si dice che, con il tempo, la realtà sfumi e tutto divenga memoria.
Non voi, mio amato amore.
Voi resterete in questo cuore, in questo sangue, in questa anima inconsolabile.
Per l’eternità.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: * Victor Clemente Girodelle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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star Oh Starlight, don’t you cry we gonna make it right before tomorrow.
Oh Starlight, don’t you cry we’re gonna find a place where we belong.
And so you know, we’ll never shine alone. (Slash)


Le candele ardono nell’oscurità. E’ umido, nonostante la calura estiva, e c’è puzzo di sangue.
Avanzo nella navata, stordito da quanto i miei occhi scorgono. Non dovrei nemmeno essere qua…
Sono venuto per voi, per dirvi addio.

Ricordo la prima volta che vi vidi. Eravate una bambina.
Ricordo la vostra sagoma, scorta in lontananza, la schiena poggiata al tronco di un albero, tranquilla, sicura, imperturbabile.
Ricordo la vostra audacia quando mi sfidaste.
Il vostro sguardo…
Sono passati vent’anni, eppure non l’ho mai potuto scordare.
Non posso dimenticare il vostro sguardo. So bene che lo porterò con me, fino alla fine.
Ho lavorato al vostro fianco, giorno dopo giorno, e vi ho amato, forse dal primo momento.
E adesso, cosa mi resta di voi?

Mi inginocchio al vostro fianco. Ma voi non siete realmente qui. Non più.
Che ne è stato del vostro spirito, Oscar?
Le mie ragioni, sono morte in questo giorno, con voi.
Quel che siete stata, che non riconosco in questo corpo freddo, privo di vita, massacrato dal fuoco nemico, rimarrà dentro me.
I vostri capelli dorati, le vostre iridi color del cielo, la vostra pelle candida come latte, rimarranno nei miei occhi.
I nostri duelli, rimarranno nelle mie mani.
Il vostro sorriso, raro ma indescrivibile, rimarrà nella mia anima.
E se dovessi vivere altri mille anni, amore sarebbe per sempre l’ultima immagine che ho di voi, sotto quella pioggia battente.
Anche allora eravate con lui, come siete sempre stata, come siete anche ora.
Vi vedo, fianco a fianco, nell’abbraccio inconsolabile della morte, che vi ha congiunto come eravate in vita, e vi invidio.
Si, invidio due cadaveri, perché hanno quel che io non ho mai avuto, che mai avrò.
Perché per me non ci sarà consolazione. Non ci sarà fine al tormento.
Vi ho amata da sempre, Oscar.
E’ il vostro nome quello che ho invocato nelle notti buie della mia vita, e che continuerò ad invocare, perché chissà, dove siete ora, potreste anche udirlo.
Porto i pugni chiusi al viso, e sento le lacrime rigarmi le guance.
Non posso sopportare la vista del vostro corpo straziato.
Mi accascio al vostro fianco. Non riesco a credere che non vi vedrò più, che mai più udirò la vostra voce, che mai più attenderò il vostro arrivo col cuore trepidante.
Ve ne siete andata, in un giorno nefasto per molti, seguendo l’uomo che amavate, che avete sempre amato.
E avete lasciato in me un vuoto che nulla colmerà, perché eravate unica, e sapere che non siete più, brucia l’aria nei miei polmoni, e stringe il mio cuore in una morsa di ghiaccio, senza requie.
Lascio scorrere la mano sulla vostra, fredda e incrostata di sangue.
I ricordi più dolci che ho di voi splendono davanti ai miei occhi velati di lacrime.
Ricordo le giornate di sole a Versailles.
Ricordo le misurate chiacchiere scambiate quando mi concedevate il permesso di accompagnarvi a casa.
Lui, sempre un passo dietro.
Io ricordo il suono della vostra risata, quando scoppiava senza preavviso, inaspettata.
Ricordo la sera che vi vidi con quell’abito. Vi riconobbi prima di tutti.
Il vostro sguardo, impresso per sempre nel mio cuore.
Ricordo il vostro turbamento, quando vi chiesi in moglie.
Lo amavate già, solo, non ne eravate consapevole.
Ma io sapevo che era il solo ad aver sempre avuto il vostro cuore.
Siete morti insieme, perché questo era il disegno di Dio.
Io non ero contemplato nel progetto della vostra vita, Oscar. Ma questo non significa che non abbia vissuto per una vostra parola, per un vostro gesto.
Siete l’ultimo baluardo di una vita ormai finita. Quando uscirò da questa chiesa, sarò un uomo morto anch’io.
Cosa ci ha regalato questa esistenza, Oscar?
Cosa resterà dopo di noi?
Guardo i corpi abbondanti nella chiesa. Sono i vostri uomini, gli uomini che avete comandato fino all’ultimo.
E’ per questo che vi siete battuta?
E’ da tutto questo sangue e questa miseria che sorgerà una nuova Francia?
Se foste divenuta mia moglie, vi avrei risparmiato tutto questo, vi avrei condotta lontana, avrei vissuto per la vostra felicità.
Ma questo non poteva essere, perché c’era lui, e voi non l’avreste mai abbandonato.
Lo guardo.
E’ più composto di voi. Ma altrettanto freddo.
Eppure, lui vi avrà per l’eternità.
Vorrei che non mi aveste lasciato. Vorrei che qualcosa di voi fosse rimasto, per me.
Datemi un segno, in questo silenzio, io lo sentirò.
Basterà un soffio, un alito leggero su questo cuore che brucia senza conforto.
Una carezza su questa anima ferita, prossima a spegnersi.
Vi poterò in ogni istante, in ogni respiro, come il segreto più inconfessabile, perennemente in bilico tra ricordi e sogni.
Mi sollevo.
Indosso degli sgualciti abiti dismessi che ho indossato per non farmi riconoscere mentre attraversavo le barricate del popolo, cui vi siete unita per la giustizia e la libertà di una Francia ormai boccheggiante.
Il sole sta sorgendo, come sempre, indifferente al fatto che andrà ad illuminare un giorno in cui voi non esistete più.
Non so cosa sarà di me, domani. Se Dio sarà clemente, vi raggiungerò il prima possibile.
Ora che è tutto finito, sfumato per sempre, svanito nel nulla, vivere non ha più alcun senso.
Con il dorso dell’indice seguo la curva della vostra guancia. Dio solo sa quanto avrei voluto farlo quando c’era la vita in voi.
Mi piego su di voi, posandovi un ultimo bacio sulle labbra bianche e gelide.
Lui mi perdonerà per questa libertà che mi sto prendendo, ne sono sicuro.
Chiunque vi abbia amato come vi ha amata lui, come vi amo io, non potrebbe non capire.
Le candele ormai consumate, sono prossime a spegnersi.
L’odore di morte avvolge ogni cosa.
Non riesco a lasciarvi. Vorrei portarvi via, via da questo luogo intriso di miseria e disperazione, abbandonata tra questi corpi sfatti.
Ma so che non vorreste.
Il vostro posto è accanto a lui. Così sia.
Addio, angelo mio.
La vostra luce ha guidato la mia vita. Ora è tempo che cammini tra le tenebre.
Se c’è giustizia, la morte calerà presto anche su di me la sua mano pietosa.
Conserverò per sempre il ricordo dell’audace bambina che mi sfidò in un giorno di marzo. Resterà impressa come un’orma, inchiodata alla mia mente.
Mi volto, allontanandomi lentamente.
Si dice che, con il tempo, la realtà sfumi e tutto divenga memoria.
Non voi, mio amato amore.
Voi resterete in questo cuore, in questo sangue, in questa anima inconsolabile.
Per l’eternità.

Nota dell’autore
Fic tristissima, nata e scritta in poco tempo sull’ispirazione della canzone che le dà il titolo.
Ringrazio Crissi per le dritte, e per avermi consigliato di pubblicarla, nonostante i miei dubbi, perché ‘è la giornata giusta per un racconto così, con tutta questa pioggia!’.
Ringrazio come sempre chi avrà il tempo e la gentilezza di farmi avere la sua opinione^^

  
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