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Autore: Emily Kingston    05/06/2011    0 recensioni
Tratto dall'omonimo film: Ricatto d'Amore.
- E’…è una pazzia, Hermione, mi meraviglio che proprio a te sia venuta un’ide del genere –
- Dovresti solo fingere di essere il mio ragazzo, non mi sembra così terribile – sbuffò.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ricatto d’Amore

 
 
Una bugia
è solo una grande storia
che qualcuno
ha rovinato con la verità

- Barney Stins
 

Capitolo uno
(Posta via gufo)

 
 

Cara Hermione,
Ci manchi molto, non ti vediamo dal tuo ultimo giorno di scuola e, speriamo, tu ti stia divertendo alla Tana. Ringrazia tanto la signora Weasley da parte mia.
In proposito volevo chiederti di tornare a passare le ultime due settimane di vacanza a casa.
La zia Adelaide arriverà tra qualche giorno da Edimburgo con Sophia e gradirebbe tanto vederti.
Puoi invitare anche Harry, Ginny e Ron, se ti va.
Spero, inoltre, che inviterai il tuo amico Viktor, ne ho parlato talmente tanto alla zia che non vede l’ora di conoscere, cito le sue parole, “il giovane uomo che ha rubato il cuore della mia piccola Hermione”.
Ti vogliamo bene,
Mamma e Papà.
 
Hermione, seduta sul suo letto nella camera di Ginny, leggeva e rileggeva la lettera di sua madre con sguardo ormai vacuo, sperando che, riscorrendola, le parole vergate sulla carta sarebbero cambiate.
Sospirò sconfitta quando, dopo alcuni minuti, le parole restarono le stesse così come il loro significato.
Si lasciò cadere sul letto, sbattendo la schiena contro il materasso, ed appoggiò la lettera sul comò; si posò le mani sugli occhi ed inspirò profondamente assaporando il silenzio che in quel momento avvolgeva la Tana.
Ron e i gemelli erano a giocare a Quidditch al campo, Molly stava cucinando, Arthur era al Ministero e Ginny era andata a Diagon Alley con Harry.
Si scoprì gli occhi e lanciò nuovamente un’occhiata interrogativa alla lettera che si era arrotolata sul comodino sgangherato alla sua sinistra.
Un raggio di sole morente colpì la pergamena, illuminando le poche parole che Hermione riusciva a leggere in quella posizione : La zia Adelaide arriverà tra qualche giorno da Edimburgo con Sophia…
Fece una smorfia.
Sua cugina Sophia era quanto di più fastidioso e detestabile ci fosse sulla terra.
Aveva un paio di anni meno di lei, lunghi capelli biondi e grandi occhi verdi-azzurri.
Era bella, spesso le era costato molto ammetterlo, ma si era trovata costretta a confrontarsi con l’evidenza dei fatti ed essa, quasi urlando, diceva che sua cugina era proprio una bella ragazza.
Tra di loro non c’era mai stato un grande rapporto, diciamo che non si erano mai prese per il verso giusto, ecco.
Quando erano piccole Sophia la prendeva spesso in giro perché leggeva tanto e non voleva mai giocare, oppure amava deriderla per il modo in cui vestiva “poco raffinato e femminile, sembri un maschio, Jean “ e poi aveva quell’odiosa mania di chiamarla con il suo secondo nome, Jean.
Ogni volta che lo faceva, Hermione stringeva i denti dalla rabbia.
Sospirò di nuovo, lanciando uno sguardo distratto fuori dalla finestra.
Il sole era quasi del tutto tramontato dietro le colline di Ottery e la luna si vedeva pallida nel cielo, ora tinto dei colori del tramonto.
Tra non molto la signora Weasley li avrebbe chiamati per la cena.
Si alzò svogliatamente dal letto, sbuffando, ed afferrò una delle pergamene che custodiva sulla scrivania.
Intinse la punta della piuma nel piccolo barattolo d’inchiostro che giaceva sul suo comò ed iniziò a scrivere, passando freneticamente la piuma sulla carta, la quale l’incideva con uno sfrigolio familiare che le ricordava tanto la biblioteca di Hogwarts.
 
Cari mamma e papà,
sarò molto felice di tornare a casa per il resto delle vacanze, sono molto emozionata all’idea di rivedere zia Adelaide e anche Sophia, ovviamente.
 
Il suo volto si trasfigurò in una smorfia infastidita, ma la scacciò subito via.
 
Chiederò a Ron, Harry e Ginny di venire con me come mi hai chiesto e non penso avranno da ridire in proposito.
Ci vediamo presto,
Hermione.
 
Rilesse la missiva con calma, controllando la grammatica e la punteggiatura.
Era chiara e diretta, poco prolissa e coincisa al punto giusto.
La lesse una volta ancora e, mordendosi il labbro sovrappensiero, intinse di nuovo la punta nell’inchiostro e riprese a scrivere.
 
PS. Io e Viktor siamo solo buoni amici, non è lui che mi ha rubato il cuore.
 
Soddisfatta ripiegò accuratamente la pergamena e scese in cerca di un gufo.
La signora Weasley trafficava in cucina controllando una pentola auto mescolante ed una padella che le volteggiava accanto con alcune frittelle.
- Ehm, signora Weasley? – pigolò Hermione, soffermandosi sulla soglia.
Molly volse lo sguardo su di lei, sorridendole maternamente.
- Dimmi, Hermione cara –
- Potrei prendere uno dei vostri gufi per far recapitare una lettera a mia madre? – chiese, abbassando lo sguardo.
La donna le sorrise amabilmente.
- Certo, cara, certo. Prendi Leotordo, dovrebbe essere nella sua gabbietta –
Hermione annuì e sorrise, sparendo su per le scale di legno.
Entrò in camera di Ron, che si trovava all’ultimo piano, e si guardò intorno, alla ricerca del piccolo gufetto grigio.
Trovò Leo nella sua gabbia che si puliva le penne con minuzia, mordicchiandosi qua e là.
- Ehi, piccolo – gli sussurrò, sorridendogli.
Leotordo alzò il muso e la guardò; appena vide la pergamena tra le sue mani iniziò a svolazzare allegro dentro la gabbia, sbattendo forte le ali.
- Calmo, calmo – ridacchiò Hermione dandogli la libertà di uscire.
Gli legò la pergamena alla zampetta e poi, prima di dirgli di portare la lettera a sua madre, gli dette uno dei Biscotti Gufici che gli aveva comprato Ron.
Leotordo volò via emettendo un basso e roco gorgoglio, che a Hermione ricordò tanto il suono delle fusa di Grattastinchi.
 
Pochi giorni dopo il gufo tornò con la risposta di sua madre, non che Hermione si aspettasse una qualche risposta, ovviamente, le pareva di essere stata chiara nella sua precedente lettera.
Staccò la pergamena dalla zampa del gufo e si sedette sul divano a leggere.
 
Cara Hermione,
saremo ben felici, quindi, di ospitare i tuoi amici.
Mi dispiace se ho frainteso ciò che c’è tra te e Viktor, è che ne parli talmente tanto e talmente tanto bene che non ho potuto fare a meno di immaginare che tra voi ci fosse qualcosa.
Non volermene se ne ho parlato con la zia.
A questo punto, dopo il post scriptum della tua lettera sia io che la zia ci aspettiamo che tu ci presenti colui che, veramente, ha rubato il tuo cuore.
Sophia non sta nella pelle, ha detto che non vede l’ora di conoscere il tuo fidanzato e, devo confessarti, che anche io sono emozionata.
Comunque, mi sono messa in contatto con la signora Weasley; il signor Weasley vi accompagnerà qui tra due giorni.
Quindi ci vediamo presto,
Mamma.
 
Gli occhi di Hermione si dilatarono e tornarono a rileggere i punti salienti della missiva di sua madre.
Lei credeva che le avrebbe presentato il suo fidanzato.
- E’ una lettera di Viky?– la voce scocciata di Ron la colse di sorpresa facendola sobbalzare.
Si portò una mano al petto e gli lanciò uno sguardo tagliente.
- No, è mia madre – rispose, inviperita, tornando a rimuginare sulla lettera.
- Oh – sussurrò Ron, sedendosi sul divano al fianco di Hermione.
- Si aspetta che presenti a lei ed alla zia il mio fidanzato – disse, osservando Ron con la coda dell’occhio.
- Fidanzato? – chiese, sbalordito – Ah, e come si chiama? –
- Nessuno – rispose, Hermione.
Ron la guardò inarcando un sopracciglio.
- Nessuno, Ron – sbuffò Hermione – vuol dire che non esiste –
- Ah –
Il silenziò si protrasse tra loro, avvolgendoli.
Ron si lasciò sprofondare tra i cuscini del divano, mentre Hermione si tormentava un povero ricciolo sfortunato.
- Beh, non vedo il problema allora. Digli che non hai nessun fidanzato – disse Ron, risoluto.
Hermione si voltò verso di lui, sospirando.
- Il fatto è che…- inspirò e poi abbassò lo sguardo – se mi rimangiassi ciò che loro credono che io abbia detto mia cugina mi prenderebbe in giro fino alla morte – disse, tutto d’un fiato.
Ron scoppiò a ridere.
- Non. È. Divertente – sillabò Hermione, sottolineando ogni parola con un colpo sul braccio di Ron.
Il ragazzo smise di sghignazzare e la guardò di sottecchi.
- Non credevo che Hermione Granger si facesse confondere da simili stupidaggini – la canzonò.
Hermione incrociò le bracci al petto e sbuffò.
- Sei incredibile! –
- Lo so, è per questo che non sai resistermi – Hermione avvampò, cercando di nascondere il viso tra i capelli mentre Ron, il quale doveva essersi accorto di ciò che aveva appena detto, sperò di essere diventato parte integrante della tappezzeria.
Poi, però, il volto di Hermione si girò lentamente verso Ron e gli occhi della ragazza si restrinsero, osservandolo minuziosamente, preoccupandosi di non lasciare inviolato neanche un centimetro del suo corpo.
Le orecchie del ragazzo quasi fumavano quando lo sguardo penetrante di Hermione ebbe smesso di osservarlo.
- Ron – disse, un sorriso compiaciuto che le danzava sul volto – dovresti farmi un favore –  

   
 
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