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Autore: wordsaredeadlythings    05/06/2011    7 recensioni
[Ambientata in Harry Potter e I Doni della Morte]
[Remus Centric]
Remus/Tonks, Ted Lupin | Fluff, Malinconico | Verde | Missing Moment, One-Shot
Remus, Dora e Teddy.
Una famiglia.
Ma come avrà preso Remus tutte queste novità?
Una breve One-Shot per descrivere i sentimenti di Lupin, a partire dal suo matrimonio con Dora, fino ad arrivare a prima di morire.
Cit: /"Le labbra di Remus si spalancarono, formando una grossa O di stupore. Appoggiò l’orecchio alla pancia di Dora e si mise in ascolto, in silenzio. Il bambino colpì ancora, e Remus ebbe la sensazione di sentire un leggero Tock provenire da lì dentro. Forse era solo la sua impressione, ma fu la cosa più bella a cui avesse mai assistito."
Spero che vi piaccia
Cris
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Teddy Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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~ La Più Bella

 

 

Remus cominciò a farsi il nodo alla cravatta in silenzio. Si guardava allo specchio mentre lo faceva, come al solito, ma questa volta l’occasione era speciale: stava per sposarsi. Proprio lui che aveva giurato a se stesso che non lo avrebbe mai fatto, proprio quello che con le donne faceva proprio schifo, proprio lui, Remus Lupin, stava per sposarsi.

Non era ancora riuscito a comprendere appieno la grandezza della cosa. Sapeva solamente che stava per ‘ufficializzare la sua relazione sentimentale con Dora’. Sì, l’aveva sempre pensata così: era solo un’ufficializzazione, niente di molto importante. Ma ora, mentre si guardava allo specchio grande e scintillante di quella minuscola e sobria stanzetta, si rese conto dell’enormità della cosa.

Stava per sposarsi, per diventare un marito. Da quel momento non sarebbe mai più stato solo, perché Dora ci sarebbe sempre stata. Quell’anello che le aveva messo al dito l’aveva legata a lui con un filo rosso scintillante e perfetto, e quel filo stava per diventare concreto con quel matrimonio.

Trattenne il fiato per qualche momento, guardandosi allo specchio. Sembrava un uomo vecchio e stanco in confronto alla sua splendente e meravigliosa Dora. Guardò le cicatrici sul suo volto, segno indelebile dell’attacco di Greyback quando ancora era un bambino. Guardò i suoi occhi velati di malinconia per la perdita di tutte le persone che amava e si rese conto che stava per sposarsi. Si sarebbe legato inesorabilmente ad un’altra persona.

In quel momento una violenta voglia di scappare, fuggire e correre via nella pioggia che scrosciava fuori quella mattina fu tanto grande che mosse qualche passo verso la porta. Ma poi si fermò, rendendosi conto che non era così codardo. Non avrebbe abbandonato Ninfadora, non dopo quella promessa che si erano fatti, che lui stesso aveva siglato quando le aveva chiesto di sposarlo. Non si sarebbe mai tirato indietro.

Sospirò e si controllò il nodo alla cravatta. Quel matrimonio portava con sé non solo una marea di responsabilità, ma anche un mare di ricordi. Il matrimonio di James tornava a galla in minuscoli brandelli di ricordi, pezzo per pezzo, a mano a mano che quella cosa andava avanti.

Ricordava perfettamente quella sera di novembre, quando James lo aveva letteralmente trascinato in un negozio Babbano di oreficeria per comprare l’anello nuziale per Lily. Ricordava le gran risate e prese per il culo di Sirius a James quando provava davanti allo specchio la sua proposta di matrimonio, e gli strilli entusiasti di Lily che accettava, urlandolo a mezzo mondo. Ricordava quando la stessa donna dai capelli rosso rubino le chiese di accompagnarla all’altare, visto che i suoi genitori erano morti, e come lui aveva sentito le gambe molli in quel momento, mentre accettava.

Si guardò alle spalle, e la consapevolezza di essere nuovamente solo gravò su di lui come un macigno enorme e pesantissimo, quasi impossibile da cancellare. Sirius non avrebbe cercato di soffocarlo con un abbraccio un po’ troppo caloroso, James non gli avrebbe scompigliato i capelli con un gesto affettuoso, Peter non si sarebbe quasi strozzato con la torta nuziale: loro non c’erano. Uno era sepolto sotto tre metri di terra ghiacciata, l’altro era svanito dietro un velo con dolce eleganza, e l’ultimo era come se fosse morto.

Uscì dalla stanzetta con un sospiro e si diresse verso l’altare ad ampi passi, sotto gli sguardi eccitati di quei pochi che avevano invitato. Il suo testimone di nozze era Kingsley Sachelbot, che gli sorrideva pacato e sorridente accanto ad Hestia Jones. Erano pochi intimi, ma loro non c’erano. Cercò di cancellare quel pensiero dalla sua testa, mentre si fermava proprio sull’altare, voltandosi verso la navata principale.

E Dora era lì, più bella e splendente del solito, con i lunghi capelli – occasionalmente – biondi lungo le spalle ed un sorriso radioso sul volto a forma di cuore. Il cuore di Remus prese a scalpitare nel suo petto, cancellando anche la marcia nuziale. Le orecchie di Remus erano piene di quel rapido tum-tum-tum che produceva il suo cuore. Perché Dora splendeva come il sole, in quella giornata di pioggia, ed era bella come non mai.

Si affiancò a lui e la cerimonia iniziò. Remus la prese per mano e strinse il guanto bianco in cui era fasciata, sorridendole mestamente. In un tratto si ricordò tutti i momenti buffi e divertenti che aveva passato con Dora: la prima volta che si erano visti (quando aveva fatto cadere per la prima volta in assoluto il portaombrelli a forma di zampa di Troll nell’ingresso), il loro primo bacio (pioveva ed erano sotto la pioggia: la cosa più bella ed emozionante che Remus visse in quella vita) e quando gli aveva chiesto perdono in ginocchio, implorandola di sposarla (“Guarda che non c’è bisogno di mettersi in ginocchio per avere il perdono da una Hufflepuff, Lupin. E comunque sì, ti sposo” aveva risposto lei, con un sorriso radioso).

Capì, forse per la prima volta, in quanti modi molteplici e perfetti Tonks aveva riempito tutta la sua vita di gioia ed amore. Comprese perché le aveva chiesto di sposarlo, e scoprì che quel matrimonio non era solamente la banalissima ufficializzazione di una stupida relazione: era molto di più.

Era l’inizio della sua nuova vita.

 

***

 

«Remus! Remus!» strillò Tonks, correndo verso di lui.

Remus riuscì ad uscire in tempo dalla cucina per afferrarla al volo: a causa della gran fretta, Dora era inciampata – come al solito – su un risvolto praticamente insignificante del tappeto.

«Accidenti!» esclamò la ragazza, reggendosi su Remus per rimettersi in piedi. Gli sorrise e lo abbracciò talmente tanto stretto che l’uomo divenne cianotico. Poi lo lasciò respirare.

«È meraviglioso, vero?» trillò ancora Dora, con occhi che scintillavano di gioia sopraffina.

«Sono certo che sì, ma vorresti dirmi cosa dovrebbe essere meraviglioso?» le domandò Remus, con voce leggermente rauca per colpa del tentato soffocamento di prima.

«Sono incinta! Remus, aspettiamo un bambino!»

Remus la guardò preoccupato. Il terrore si fece strada nel suo essere, e tutto si trasformò in una certezza: aveva rovinato un’altra vita con il suo terribile difetto. Aveva rovinato la vita di suo figlio, quel figlio che non doveva esserci.

Remus sorrise ugualmente a Dora e la strinse forse a sé, fingendo una gioia che non aveva. Come poteva essere felice per questo? Stava condannando un bambino ad un’esistenza da reietto! Non aveva abbastanza rovinato la vita di Tonks, sposandola? Doveva anche darle un mostro per figlio?

Remus sentì l’odio e il rimorso per se stesso fluire in sé come un fiume in piena.

 

***

 

Ninfadora era ormai diventata parecchio grossa. Il suo pancione sembrava un cocomero maturo, e spesso e volentieri Remus l’aveva vista mentre lo accarezzava e gli sussurrava qualcosa. Il licantropo non capiva cosa dicesse, ma sicuramente erano quelle parole sussurrate a mezza bocca da una madre a suo figlio, come quelle che sua madre gli sussurrava quando era bambino.

A volte sentiva Dora canticchiare una ninnananna al bambino, quando pioveva e tuonava. Non sapeva se il piccolo riuscisse a capire le parole della mamma, ma non aveva mai visto uno spettacolo simile. Era così bella quando parlava con il suo pancione! I suoi occhi scintillavano di dolcezza e sembrava emanare una strana aura di pace interiore che, a volte, colpiva persino lui.

La notizia della morte del padre di Dora fece deprimere la ragazza, che mangiava comunque molto perché amava quel bambino. Remus le stava accanto più che poteva, e di notte la stringeva a sé, nel tentativo di confortarla. Piangeva spesso, quando era certa che nessuno la sentisse o la vedesse, ma anche Remus se ne era accorto, e vederla in quello stato era una sofferenza terribile. Sperava che tutto questo finisse alla svelta, mentre consolava Dora il più che poteva.

Stavano lavando i piatti insieme quando lei, con un guanto di gomma sulla mano, lo prese per un braccio e lo scrollò. Il piatto che Remus stava asciugando gli scivolò di mano e cadde a terra, rompendosi in milioni di pezzi che rotolarono sul pavimento senza sosta. 

«Dora, ma che…»

«Non adesso! Il bambino! Remus, si sta muovendo!» esclamò lei, prendendo la mano di Remus con il guanto zuppo e insaponato e appoggiandola sul pancione scoperto di lei.

Remus inizialmente non sentì niente, poi riuscì a percepire un lieve calcetto provenire da dentro, da sotto la pelle. Un calcio dolce e leggero, morbido e delicato, senza alcuna intenzione di ferire.

Le labbra di Remus si spalancarono, formando una grossa O di stupore. Appoggiò l’orecchio sulla pancia di Dora e si mise in ascolto, in silenzio. Il bambino colpì ancora, e Remus ebbe la sensazione di sentire un leggero Tock provenire da lì dentro. Forse era solo la sua impressione, ma fu la cosa più bella a cui avesse mai assistito.

Dora sorrise con dolcezza, notando la gioia negli occhi dell’uomo che amava. Era la prima volta dopo la morte di Sirius che lo vedeva così felice e gioioso, e quando Remus sorrideva anche lei si sentiva meglio.

«Remus?» mormorò. L’uomo, chiamato in causa, si rimise in piedi e prestò tutta la sua attenzione alla sua Dora, ai suoi capelli rosa cicca, al suo sorriso raggiante e a quei grandi occhi scuri che tanto amava. Ninfadora abbozzò un sorrisetto, prendendo le mani di Remus e stringendole nelle sue. «Voglio chiamarlo Ted» mormorò.

Remus sorrise «Tutto ciò che vuoi» sussurrò.

Tanto ci avrebbe pensato Harry a chiamare James suo figlio.

 

***

 

Remus odiava quella situazione.

Da più di due ore era seduto su quella maledetta sedia, nel corridoio, e sentiva gli strilli e le imprecazioni di Dora addirittura da lì. I Medimaghi avevano scelto di buttarlo fuori dopo che Dora gli aveva quasi spezzato una mano. “Siamo già pieni di lavoro, non vorremmo aggiungere anche lei alla nostra lista di attesa!” aveva esclamato l’infermiera bionda, scarmigliata e pallida. Gli avevano assicurato che si sarebbero presi cura della sua Ninfadora, e lui ne era praticamente certo, solo che odiava quella situazione d’attesa.

“Ricordati, Moony, durante il parto sono solo le donne a fare tutto. Noi dobbiamo solamente aspettare”. Ricordò le parole di James come se le avesse dette il giorno prima, e non così tanti anni prima. Abbozzò un sorrisetto ansioso, pensando che James sarebbe stato fiero di lui, in quel momento.

Finalmente, dopo due ore e mezza di travaglio, la stessa infermiera scarmigliata di prima venne a chiamarlo.

«Signor Lupin, è un Metamorfomagus! Il suo bambino!» esclamò la donna, saltellando per l’euforia «È il nostro terzo caso di Metamorfomagus negli ultimi tre anni! Sbalorditivo!»

Ma Remus non la ascoltava. Si fermò all’entrata della sala, e guardò la sua Dora. Era sudata, pallida ed evidentemente stanca, eppure teneva tra le mani un dolce fagotto di coperte, e gli sembrava più bella che mai. Da lì Remus riusciva solamente a notare un ciuffetto di capelli multicolore che continuavano a virare su tantissimi colori. Verde, azzurro, rosso, nero, bianco, blu… gli veniva il mal di testa a guardarlo. Dora lo notò e gli rivolse il sorriso più bello che ebbe mai visto sul suo volto.

«Remus!» esclamò «Vieni, vieni… c’è una persona che vuole conoscerti, qui…» aggiunse, abbassando gli occhi sul fagotto di coperte.

Remus si avvicinò quasi con cautela, lentamente, come se avesse paura di trovare qualcosa di orribile dietro quelle coperte. E invece… quando vide il volto del suo bambino, rimase senza fiato per la meraviglia.

Era il suo Teddy, il suo piccolo e meraviglioso Ted Remus Lupin. Aveva il volto rotondo e paffuto, meraviglioso, e gli occhi aperti sul mondo, identici a quelli di Dora. I suoi capelli continuavano ad assumere tutti i colori più disparati, e le sue labbra sembravano incrinate in un tenero e stanco sorriso.

«Ecco il tuo papà, Teddy… vedi quanto è bello? Ti abituerai alle cicatrici come mi sono abituata io… è una persona stupenda!» esclamò Dora, per poi guardare Remus «Vuoi prenderlo?»

«P-Posso?» balbettò Remus, ancora travolto dalle mille emozioni che quel piccolo fagotto portava con sé.

«Certo che sì!» esclamò Dora, e gli diede il bambino, con tutta la dolcezza ed attenzione del mondo. E Remus lo prese in braccio.

Era leggerissimo, non poteva pesare più di tre chili. Teddy rise, e Remus lo sentì muovere i piedi sotto la coperta. Guardò il suo bambino e finalmente capì. Capì che tutto ciò che aveva condiviso con Dora, tutto l’amore, e lacrime, la gioia, le risate e il resto, era convogliato nell’anima di quel bambino così piccolo e prezioso. Fin dal primo momento in cui immerse i suoi occhi in quelli scuri di suo figlio – era ancora strano pensarlo – promise a se stesso che lo avrebbe protetto a qualsiasi costo, e che avrebbe perso persino la vita per lui.

Per la prima volta, comprese fino in fondo lo spirito che animò Lily quando si parò davanti ad Harry, tanti anni prima.

Era suo figlio, il suo bambino. Era la sua famiglia, la parte di anima più bella di sé, l’unica cosa che voleva possedere.

La risata-latrato di Sirius esplose nei suoi pensieri come un ricordo lontano, e sorrise ancora di più. Il bambino rispose al sorriso con altrettanta enfasi.

«Ted Remus Lupin» mormorò Ninfadora, guardando l’uomo che amava e la concretizzazione del loro amore con orgoglio. Pensò a suo padre, al buono e gentile Ted Tonks, ed ebbe una fitta al cuore, ma la gioia era troppo grande per smettere di sorridere. Era certa che sarebbe stato fiero di lei, di ciò che era riuscita a fare. C’era riuscita anche per lui.

Remus lasciò il bambino a sua moglie e gli posò un tenero baciò sulla fronte.

Finalmente poteva dirsi ancora felice.

 

***

 

La porta della stanzetta cigolò con forza.

Remus entrò nella stanza di Teddy facendo meno rumore possibile. Fortunatamente quel bambino aveva il sonno pesante come Dora. Era disteso nella sua culla, ed indossava il suo pigiama con le lune e le stelle. Dormiva beato, con i capelli di quella sfumatura turchese che suo figlio assumeva spesso quando era sereno e felice.

Remus sperò con tutta la sua anima di rivedere quella sfumatura di turchese. Sperò di rivedere il sorriso del suo bambino, di vedere i suoi occhi scuri. Voleva vederlo crescere e stargli accanto in qualsiasi momento della sua vita. Voleva vederlo quando avrebbe preso in mano la lettera di Hogwarts, voleva sentire la sua risata mentre saliva sull’Espresso di Hogwarts per la prima volta.

Accarezzò con la punta delle dita i ciuffi turchesi dei capelli di Teddy e sorrise. Quel bambino era la cosa più bella che avesse.

Forse fu in quel momento che ebbe la certezza che non lo avrebbe rivisto. Una lacrima gli scivolò lungo il viso, ma la cancellò prima che potesse cadere sul piccolo. Non voleva interrompere i suoi dolci sogni di zucchero.

Posò un bacio delicato come il tocco di una farfalla sulla fronte del suo piccolo Ted Remus Lupin, e si voltò.

Remus Jhon Lupin sperò con tutto il cuore di tornare per riabbracciare il suo bambino.

Ma, nel contempo, ebbe la certezza che, se fosse morto, aveva vissuto la vita più piena e bella di tutte.

 

 

 

| Spazio Autrice |

 

Salve salvino a tutti!

Ho scritto questa shot a notte fonda e mi è piaciuta così tanto che ho deciso subito di postarla il giorno dopo!

Sono certa che Remus deve aver avuto dei dubbi per tutto il suo tragitto con Dora, ma alla fine deve aver capito che faceva la cosa giusta, no? E sono anche certa che James abbia provato mille volte la sua proposta di matrimonio con i suoi amici, e che Sirius deve averlo preso per il culo a vita. Remus è quello che ha un po' più di tatto tra tutti e quattro i malandrini, quindi sono sicura che James lo abbia trascinato da un orefice per l'anello di Lily.

Beh, spero di ricevere qualche piccola e dolce recensione!

Sempre vostra

Cris

   
 
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