La
Sala Grande era gremita di persone pressoché immobili.
Questo perché stavano tutti osservando, trattenendo il
respiro, i due ragazzi dai capelli scuri che si stringevano la mano.
Uno felice, l’altro diffidente.
Quello diffidente che sembrava essere in posizione di attacco era Harry
Potter, Grifondoro.
L’altro, dai freddi occhi Viola e dal ghigno gentile e un
po’ bastardo, era Timothy Houston,
Serpeverde, ma ancora quasi nessuno lo conosceva.
Dopo la sorpresa iniziale, i ragazzi cominciarono ad avere reazioni
diverse: i maschi stavano cercando la bacchetta, nel caso ce ne fosse
stato bisogno, mentre le ragazze facevano gli occhi dolci allo
sconosciuto.
Blaise, già teso e arrabbiato per il gesto di Timothy,
scoccò uno sguardo infuriato a tutti, che, allarmati, si
diressero verso i loro Dormitori.
Tutti tranne Harry, Timothy, Ron, Hermione, Draco e
Theo.
Sembravano tutti molto preoccupati, soprattutto Ron, Hermione e Theo,
mentre Malfoy era allibito e Zabini arrabbiato.
Dopo un tempo che parve lunghissimo, Harry Potter sciolse la stretta,
continuando a scrutare il ragazzo strano che gli aveva porso la mano
senza un motivo apparente e che ora gli stava sorridendo.
“Piacere di conoscerti, Harry Potter” disse allora
Timothy, che aveva atteso invano che Harry dicesse qualcosa.
Il ragazzo non tradiva alcuna traccia di imbarazzo, anche se le sue
guance si stavano colorando di un bel rosa acceso.
“Scusa se mi sono presentato in questa maniera improvvisa, ma
ero curioso di conoscerti di persona.
Sai, sono nuovo di questa scuola e ho sentito tanto parlare di te, ma mi hanno insegnato che per conoscere veramente una persona bisogna parlarci. Spero che la cosa non ti dispiaccia” concluse tutto d’un fiato, guardandolo negli occhi, mentre le sue guance si coloravano sempre di più.
A Harry non sarebbe affatto dispiaciuto se quel ragazzo dal piccolo neo
vicino al labbro non avesse portato sulla tunica lo stemma di
Serpeverde.
Alla vista dello stendardo Verde-Argento si ritirò, quasi
raggomitolandosi su se stesso.
Timothy lo guardò intimorito e po’ deluso.
In fondo però, pensò Harry,
quel ragazzo non gli aveva fatto niente, o almeno non ancora, per cui
si sforzò di rispondere gentilmente.
“Piacere mio, Timothy, sono felice di fare la tua
conoscenza” Harry sorrise.
E il suo non era un sorriso forzato.
Per qualche strana ragione, quel ragazzo gli ispirava fiducia.
Sembrava di animo buono, anche se pareva strano.. non sarebbe stato
smistato a Serpeverde se fosse stato gentile, no?
Come a ‘punirlo’ sentì la voce di
Hermione sussurrargli in un angolino del cuore
*Non giudicare della apparenze, Harry! Non farti abbagliare dai pregiudizi!*
come per un riflesso involontario, il ragazzo si voltò a incrociare lo sguardo del’amica, che gli sorrise incoraggiante.
Proprio in quel momento però, Blaise, accecato dalla rabbia,
afferrò Timothy per il braccio, trascinandolo dietro di se
verso i dormitori, borbottando “Timothy, ma che ti
è saltato in mente? Stringere la mano a un Grifondoro? E
proprio a quel Grifondoro?
Ma ti è dato di volta il cervello?! Allora non hai capito
niente di quello che ci siamo detti sul treno!”
“Blaise, lasciami! Io faccio quello che voglio, capito?
Lasciami subito! Nott! Theo! Aiuto!” Timothy urlava mentre
cercava di liberarsi, ma la morsa di Blaise era troppo forte per lui,
così cercò con occhi di supplica quelli di Nott,
che scosse la testa dispiaciuto e li seguì giù
nei sotterranei.
Per un attimo le persone restanti si guardarono sorprese, poi Ron
scoppiò in una fragorosa risata, guadagnandosi gli sguardi
disgustati di Draco e Hermione.
“Cos’hai tanto da ridere, Feccia?” chiese
Malfoy aggressivo, avvicinandosi al rosso, che ancora continuava a
ridere senza ritegno
“Malfoy! Non ti azzardare a chiamarlo
così?” si intromise Hermione, sfoderando la
bacchetta e mettendosi davanti a Ron, che ancora rideva.
La ragazza si voltò disgustata verso di lui.
“E tu.. smettila di ridere, scemo! Cos’hai tanto da
ridere?”
“Certo, Granger, evviva la coerenza. Prima lo difendi, poi lo
aggredisci come ho fatto io” disse Malfoy, con un ghigno,
avvicinandosi alla ragazza con l’intenzione di spostarla e
fronteggiare Weasley.
Harry se ne accorse e lo intercettò, mettendosi davanti a
lei.
“No, Malfoy. Non azzardarti ad avvicinarti” disse,
minaccioso.
Malfoy parve spiazzato per un secondo, mentre le sue guance perdevano
il loro già tenue colorito. Decise però di non
ribattere.
Non voleva litigare.
“Ok, Potter, sto fermo. Però ora voglio sapere che
ha da ridere Weasley” disse infine, dopo aver misurato
attentamente le parole.
Ora era il turno di Harry ad essere spiazzato.
Malfoy che stava alle sue condizioni?
Che non chiamava Hermione Mezzosangue, ma semplicemente Granger?
Ma quello era veramente Malfoy?
Draco Malfoy?
Harry stava per parlare, ma Ron lo Interruppe.
“Non ho mai visto scena più patetica”
sentenziò, perfido “siete così
orgogliosi da cercare di incantarci col coglione di turno per tenderci
una trappola.. Meno male che quel negro l’ha fermato.Stava
facendo una figura mi merd... ” e avrebbe anche continuato,
se Malfoy non lo avesse interrotto spostando di lato Harry e Hermione e
mollandogli un pugno sulla mascella.
Ron cadde al’indietro, toccandosi il punto
dove Malfoy lo aveva colpito.
Lo guardava con odio, ma non fece niente.
Sapeva che non gli conveniva.
Harry e Hermione guardavano la scena, basiti.
”Stai zitto!” sibilò Malfoy a un
spaventato Ron “punto primo: non ti azzardare mai
più a dire queste vigliaccate. E non osare chiamare
Zabini negro.
La prossima volta te la farò pagare cara. Punto
secondo” abbassò un po’ i toni
“non vogliamo tendervi nessuna trappola. Non ci importa.
Timothy era solo curioso. Non è mai stato ad Hogwarts ma ha
sentito molto parlare di Harry. Lui non.. comprende.. la
rivalità tra Grifondoro e Serpeverde. Così voleva
solo conoscervi di persona. Non prendetevela con lui” chiese
infine, quasi gentilmente, con solo una leggera punta di pretesa nel
tono della voce.
Questo spiazzò definitivamente i 3 Grifondoro.
Malfoy
si stava comportando in modo troppo strano.
Sembrava più tranquillo del solito.
A parte quel pugno non aveva fatto altro.
E diciamocelo, Ron quel pugno se lo meritava.
Ma non era solo questo.
Malfoy sembrava anche più gentile rispetto agli anni scorsi.
Che la Guerra lo avesse cambiato?
In fondo, erano passati dalla loro parte.
Inoltre, non la smetteva di fissare Harry.
Il ragazzo in questione si sentiva leggermente in imbarazzo.
Ma doveva ammettere che gli facevano piacere quelle ‘attenzioni’.
“Tranquillo, Malfoy” disse Hermione dolcemente,
mentre si accucciava accanto a Ron.
“Ci dispiace per quanto successo. È che non ce lo aspettavamo. Non ne rideremo più, vero Ron?” l’ultima parte della frase era rivolta al rosso accanto a lei, che annuì senza alzare la testa, umiliato.
Hermione puntò la bacchetta sulla sua mandibola e gli fece
sparire il grosso livido che si stava formando nel punto in cui Malfoy
lo aveva colpito, poi si alzarono in piedi.
“Grazie” sussurrò Ron
all’orecchio di Hermione, prima di scoccarle un dolce bacio
sulle labbra, che lei ricambiò.
“Oh, per favore” disse Malfoy, chiudendo gli occhi
“Non qui! Grazie! Il mio stomaco non è abbastanza
forte”
Ron ed Hermione lo ignorarono e continuarono a baciarsi, per cui fu
Harry a rispondergli.
“Sai, Malfoy, invece è una cosa bellissima. lo so
che sei troppo orgoglioso per capirlo, ma come diceva
Dumbledore, L’amore
è la cosa più bella e potente che
esista.”
“Potter, ma non mi sembra che sia stato l’amore a
salvarvi 3 mesi fa, no? Se non sbaglio, è stata la violenza
a salvarvi le penne” disse un Malfoy irritato, in modo
ironico “Non mi pare che avete risposto al Signore Oscuro
con l’amore. L’amore
non serve a niente. Servono gli incantesimi.. e vi siamo
serviti noi.”
Concluse il biondino lanciando la frecciatina ad Harry, che si
maledisse.
Però Draco aveva ragione.
I
Serpeverde erano stati fondamentali nell’esito finale della
Battaglia.
Harry fissò intensamente Malfoy, che arrossì.
“Su questo punto sono d’accordo con te”
disse, sempre tenendo i suoi occhi verdi fissi in quelli grigio-verde
di Malfoy.
“Vi dobbiamo la vita. Gr..” gli costava dire quella
parola proprio a Malfoy.
Ma doveva “Grazie,
Malfoy.”
Ce la fece a dirlo.
A quelle parole il volto di Malfoy si illuminò e
gli sorrise.
Non era un ghigno.
Era un sorriso.
Harry non aveva mai visto Malfoy sorridere. Non era forzato, non era
falso.
Era un sorriso.
Sembrava strano essere scandalizzati per un sorriso, ma per Malfoy non
era una cosa normale. Perché sorridere era una cosa che
facevano gli umani. I comuni mortali.
E Malfoy non lo era...
... o si?
Incredibile
da pensare.
Malfoy un essere umano come gli altri?
ma la cosa più incredibile era.. perché Harry
appena Malfoy gli aveva sorriso aveva provato una fitta al cuore?
Aveva provato una sensazione bellissima e il suo sguardo si era
soffermato sulle labbra del Serpeverde.
E non ne avrebbe più staccato gli occhi, se in quel momento
la McGonagall non li avessi interrotti.
“Allora, ragazzi! Cosa fate ancora qui? Non starete mica
già bisticciando?! Andate subito nei vostri
dormitori!”
“Si, Professoressa” si affrettarono a dire i
ragazzi.
Poi i Grifondoro salirono le scale che portava alla loro torre, mentre
Malfoy scese quelle che lo portavano ai suoi sotterranei.
Sia
Malfoy che Harry avevano la sensazione che quell’anno le cose
sarebbero state molto diverse per tutti loro.
E chissà perchè, entrambi sapevano che sarebbe
stato un cambiamento in meglio.