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Autore: Rima_    05/06/2011    7 recensioni
Merope Gaunt è una ragazza sola, bistrattata dalla sua famiglia e innamorata di un babbano che non la ricambia e per di più la disprezza. Ho voluto far raccontare a lei la sua storia: di come è riuscita a farsi amare e di come è stata poi di nuovo abbandonata.
Storia che ha partecipato al "Mythological Creatures Contest" di elelele.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merope Gaunt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Dunque, due parole prima di lasciarvi alla storia vera e propria e al giudizio della giudicia (si vabbè sorvoliamo sulla ripetizione xD): è solo un appunto sugli avvertimenti, infatti la mia storia conta di 570 parole circa, cioè 70 parole in più di una Flashfic, quindi secondo i canoni dovrei inserire l'avvertimento One-shot, tuttavia mi sembrava un po' cortina per essere una One-shot, quindi ho deciso di inserirli entrambi.

Ah, giusto: "I personaggi non sono miei ma di mamma Row e niente è stato scritto a scopo di lucro".

Detto ciò, buona lettura :D

R.

 

 

Ero sola, eravamo insieme.

 

 

Eravamo insieme, tutto il 
resto del tempo l'ho scordato
.

(Walt Whitman)

 

Ero sola quando ti vidi per la prima volta: era primavera e tu come un principe delle favole babbane, eri sul tuo cavallo bianco, e portavi con te quell’altra ragazza, la guardavi come se fosse per te la cosa più bella e più importante del mondo. Quando ti girasti per caso verso di me, il mio cuore mancò un battito, nonostante lo sguardo di disprezzo che mi rivolgesti. 

Ero sola quando, affacciata alla finestra della mia camera, ti spiavo di nascosto mentre passavi davanti a casa mia, sempre a cavallo, sempre con quella ragazza.

Ero sola quando fui sorpresa da mio fratello a guardarti, e quando lui per puro dispetto ti affatturò.

Ero sola, senza più nessun vincolo con la mia famiglia e libera dall’oppressione di mio padre, quando trovai il modo per legarti per sempre a me.

Ed ero sola quando attuai il piano: l’Amortentia era lì pronta, in casa mia, e non mi ci volle molto tempo o fantasia per convincerti a bere qualcosa in quella calda giornata d’estate.

Eravamo insieme quando decisi di scrivere una lettera a mio padre annunciando la mia decisione, ormai presa, di andarmene via con te.

Eravamo insieme quando, timorosa di salire su un cavallo, mi sorridesti incoraggiante per la prima volta e mi aiutasti a salire davanti a te, come se fossi stata la principessa di una di quelle fiabe babbane che mio padre tanto detestava.

Eravamo insieme in quell’autunno a Londra: non ci conosceva nessuno, e potemmo sposarci in gran segreto, senza che nessuno dei nostri sapesse niente, coronando il mio sogno d’amore.

Eravamo insieme e tutto il resto del tempo - le angherie di mio padre, la brutalità di mio fratello, … -  l’avevo scordato, ero riuscita a rimuoverlo.

Eravamo insieme quando, dopo aver fatto l’amore per la prima volta, io piansi per il senso di colpa di averti soggiogato a me con la magia e tu mi consolasti credendo che le lacrime fossero dovute ad un dolore molto più fisico.

Eravamo insieme quando, dopo un anno di matrimonio, scoprii di essere incinta e tu dicesti di essere l’uomo più felice della terra: allora piansi di nuovo e decisi di smetterla con tutte quelle bugie.

Eravamo insieme quando, benché l’Amortentia funzionasse ancora un po’, ti confessai quello che avevo compiuto, sperando che avresti capito, sperando che ti fossi almeno un po’ innamorato di me sul serio nel frattempo, sperando che, almeno per amore del figlio che portavo in grembo, non mi avresti abbandonata.

Eravamo insieme quando mi urlasti contro tutto il tuo disprezzo, e, prendendo tutte le tue cose, te ne andasti via da me, per sempre e definitivamente, lasciandomi di nuovo sola.

 
Ero di nuovo sola, incinta di un figlio che non volevo più, che mi ricordava continuamente di te, che mi ricordava continuamente i miei sbagli. Fu allora che presi la decisione di non usare più la magia.

Ero di nuovo sola quando, in pieno inverno, ormai prossima al parto e senza più un soldo, bussai alla porta di un orfanotrofio a Londra e venni accolta.

Ero di nuovo sola quando, nel momento del parto, senza sapere bene cosa dovevo fare, mi fu intimato di stare tranquilla in attesa della levatrice, che arrivò troppo tardi per salvare me.
Ero di nuovo sola quando, in punto di morte, guardai mio figlio e in lui riconobbi suo padre: l’immagine del mio grande amore fu l’ultima cosa che vidi prima di scivolare, esausta, nel sonno eterno.








Piccolo angolino buio dell'autrice:

Come già scritto nell'introduzione questa storia ha partecipato al "Mythological Creatures Contest" di  elelele, classificandosi sesta - chiaramente dire sesto fa più figo che dire ultima, però non mi lamento visto il punteggio alto che ho comunque ottenuto. :D -
Sono comunque soddisfatta del risultato perché, come ho detto anche alla Giudicia, per essere il mio primo contest ho avuto un buon punteggio. u.u

Ora basta blaterare, lascio il pacchetto, il giudizio e poi bon :D

Rima.

 

Pacchetto Basilisco:

Protagonista: Merope Gaunt

Citazione: "Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato" (Walt Whitman) 

Stagione: Inverno

VI classificata: Ero sola, eravamo insieme di Rima_ 

Grammatica e ortografia: 10/10 

Grammatica perfetta in questa flash, perché penso che sia più una flash che una shot. Non ci sono errori di battitura, né di punteggiatura, i tre punti di sospensione sono stati utilizzati solo una volta e sono stati usati alla perfezione. Un piccolo appunto è dato dal fatto che, se la parola che segue non incomincia con la a, non si usa ad ma semplicemente la a.

Stile e Lessico: 9/10

Semplice e scorrevole, anche lo stile è perfetto, un po' pragmatico per la presenza di punti fermi a presenza costante che frammento la lettura. I capoversi sono molto ben strutturati e il lessico è perfetto per il personaggio che hai trattato. 

Originalità: 8/10 

Ho letto davvero pochissime storie per questo personaggio che, a mio avviso, è molto interessante e tutte trattano dell'innamoramento forzato e del successivo abbandono di Tom Riddle ed è per questo che non hai preso il punteggio massimo. 

IC: 10/10 

L'IC è perfetto. Merope è perfettamente caratterizzata nella sua tristezza e nella misera condizione di vita che ha avuto per colpa della famiglia. Tom, anche se presente solo sullo sfondo della storie, è anch'egli ben caratterizzato nella sua decisione di abbandonare moglie e figlio. 

Utilizzo degli elementi facoltativi: 2.5/5 

Avresti sicuramente potuto utilizzare meglio gli elementi facoltativi. La citazione è stata usata nel testo e ha una valenza notevole, per quanto riguarda la stagione ha solo fatto da sfondo alla vicenda mente sarebbe potuta essere citata maggiormente. Poi hai usato solo parte della citazione e questo ha influito parecchio sul giudizio. In sintesi avresti potuto dare una valenza maggiore alla stagione e avresti potuto utilizzare interamente la citazione. 

Gradimento Personale: 5/5

Sarebbe riduttivo dire che mi è piaciuta davvero. Merope Gaunt è un personaggio davvero molto trascurato e nelle fic è quasi sempre presente solamente come madre di Voldemort. Mi è piaciuta molto la divisione in paragrafi fra la solitudine e la felicità, sempre oscurata dal dolore di mentire al marito, di Merope. In sintesi una storia molto piacevole e ben scritta. 

Totale: 44,5/50

   
 
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