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Autore: Nackros    05/06/2011    2 recensioni
Quando arrivammo al porto di Anchorage erano appena sorte le prime luci dell'alba.
[...]
Non c'era vento, ma l'aria pungente attraversava senza alcuna difficoltà la stoffa della giacca.
Salutai tutti e quando fummo al completo ci preparammo per l'imbarco.
[...]

E se i nostri personaggi fossero ambientalisti in missione nel mar Artico per evitare il massacro delle balene?
Primo tentativo di long-fic... Siate clementi, vi prego ;P
Dal capitolo 8:
«Senti Izzy...» disse richiamando la sua attenzione, «io e Duncan abbiamo paura che quella donna voglia veramente lanciare la fiocina. Se prendesse la balena la ucciderebbe... Noi non vogliamo che succeda, quindi pensavamo di usare dei fumogeni per impedire che qualcuno la veda e la uccida. Noah, però, non vuole che li usiamo... Puoi aiutarci a convincerlo? »
Quando finì il suo discorso mi premetti il palmo della mano sulla fronte.
Izzy si voltò nella mia direzione con un'aria di rimprovero.
«Perché non vuoi usare i fumogeni, vuoi uccidere la balena?» domandò incrociando le braccia.
Scorsi Duncan dare una leggera gomitata a Gwen, ed entrambi soffocarono una risatina.
Era piuttosto snervante.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Courtney P.oint O.f V.iew 



Un rumore fortissimo; Solo questo sentii.

Poi non riuscii più ad udire nessun altro suono; potevo solo vedere ciò che stava accadendo intorno a me.

Venni scaraventata ad un angolo del gommone, cadendo a terra. Nell'urto battei un fianco contro qualcosa di duro e metallico che non riuscii a definire.

Una fitta di dolore mi fece ripiegare su me stessa.

Sentivo il punto in cui avevo battuto pulsarmi e tentavo di contrastare quella sensazione premendo una mano sulla parte dolorante.

Pian pianino iniziai a riacquistare gradualmente l'udito.

Incominciai a sentire delle voci in lontananza, come un brusio, che divenne sempre più nitido finché non distinsi delle urla.

Alzai lo sguardo, in preda al panico, e vidi Bridgette urlare e piangere disperatamente, tendendo le mani davanti a se, quasi stesse cercando di prendere qualcosa di irraggiungibile.

Rapidamente alzai gli occhi ed incontrai l'espressione soddisfatta della donna a bordo della baleniera. In quell'attimo ebbi la conferma di tutti i miei sospetti.

Mi bastò osservare l'acqua per ottenere la certezza definitiva.

Una chiazza rossa si stava espandendo intorno al piccolo gommone ed il grande cetaceo si dimenava disperatamente nell'inutile tentativo di salvarsi dall'arpione metallico che gli aveva perforato il fianco.

Sentii la testa iniziare a girare e diventare pesante.

Potevo sentire un ronzio, ma questa volta non era causato da nessun rumore.

Mi sentivo debole ed un forte senso di nausea mi assalì.

Appoggiandomi ad un angolo dell'imbarcazione, ispirai lentamente ed osservai Dj.

Mi osservò come per chiedermi conferma all'orrore che stava avvenendo intorno a noi, con uno sguardo scioccato quanto il mio.

Ad un certo punto sentii una sensazione di gelo ai piedi.

Abbassai lo sguardo e vidi che l'acqua rossa mi raggiungeva già le caviglie.

“Stiamo affondando!” urlai automaticamente.

Dj mi guardò sorpreso, Bridgette, invece, sembrò non accorgersene; continuava a gridare contro quel massacro.

La presi dalle spalle e la feci girare con la forza.

“Smettila, stiamo affondando, Bridgette! Stiamo affondando!” continuavo ad urlare scuotendola e cercando di distoglierla dal suo pianto.

Dovette intervenire Dj per bloccarmi.

Avrei voluto piangere anch'io, lo ammetto. Ma io dovevo rimanere calma. Perché io sono sicura, decisa di me. Non potevo cedere proprio in quel momento, dove mantenere la calma era fondamentale, vero?

“Courtney! Dj! Bridgette!” qualcuno ci chiamò.

Ci girammo tutti a guardare.

Eva stava conducendo un gommone verso di noi. A bordo, insieme a lei, c'era Gwen.

Si accostarono alla nostra imbarcazione, dove oramai l'acqua rossa aveva quasi raggiunto le ginocchia. Probabilmente stavamo imbarcando l'acqua perché durante il lancio l'arpione aveva sfiorato la fiancata, danneggiandola.

Aveva danneggiato irreparabilmente la nostra barchetta toccandola a malapena ; non osai immaginare cosa potesse fare ad una balena.

Eva si accostò a noi e ci ordinò bruscamente di salire a bordo.

Velocemente passammo al sicuro. Bridgette inizialmente provò a ribellarsi.

Lei voleva rimanere su quello che un tempo era un gommone a morire con la balena.

Dovemmo letteralmente trascinarla con la forza.

Quando mi girai per vedere ciò che ci lasciavamo alle spalle vidi Gwen salire sull'altro gommone, che era quasi totalmente ricoperto dall'acqua.

“Che cavolo stai facendo? Vuoi morire annegata?!” sbraitò Eva.

La ragazza dai capelli azzurrini non rispose, continuando a trafficare assiduamente con qualcosa.

Quando l'acqua gli arrivava ormai alla vita risalì al sicuro, lasciandosi alle spalle quello che stava per diventare il prossimo relitto sul fondo dell'oceano.

“La telecamera! Non potevo lasciarla affondare!” Si giustificò.

Poi anche lei si girò verso l'orrore che noi non eravamo riusciti ad evitare.

Osservò con sdegno i vestiti macchiati dal sangue lasciandosi scivolare sul fondo del gommone.

Mi sembrò vederla asciugarsi di sfuggita una lacrima, dopo si rialzò in piedi porgendoci delle coperte asciutte.

Passammo tutto il breve tragitto nel silenzio più assoluto, interrotto soltanto dai singhiozzi di Bridgette.

Non riuscivo a non staccare gli occhi dall'immagine della balena morente.

Quando arrivammo alla nave Noah ed Izzy ci aiutarono a salire; quest'ultima, in particolare, non l'avevo mai vista così silenziosa.

Udii un gemito soffocato di Bridgette e quando mi voltai a verificare la causa, un brivido mi percorse la schiena.

L'enorme animale stava venendo caricato sulla baleniera.

La ragazza dai capelli biondi si girò verso Dj, anche lui con le lacrime che gli rigavano il volto, e lo abbracciò scoppiando in un pianto liberatorio.

“Tornate pure nelle vostre cabine..” disse in modo afflitto Noah, incrociando con l'espressione triste lo sguardo di Izzy, che gli rispose con un sorriso di rassegnazione, inarcando appena gli angoli della bocca.

Con i piedi pesanti mi diressi alla mia stanza. Presi i vestiti e li gettai a terra come per poter cancellare tutto. Mi spogliai ed andai in bagno per farmi una doccia calda.

Nuda, davanti allo specchio potei vedere un lungo taglio sul fianco, dove prima avevo preso un forte colpo.

Il sangue non fuoriusciva più, ma aveva lasciato una traccia rossa lungo il corpo.

Non potevo piangere; non dovevo. Io ero forte.

Entrai nella doccia.

Con gli occhi chiusi, appoggiata alle piastrelle del bagno, ispirai lentamente.

Presi lo shampoo e lo strofinai forte sui capelli.

L'acqua vermiglia scorreva sul fondo della doccia.

Non feci neanche in tempo a raggiungere il lavandino; alla vista della schiuma scarlatta mi ripiegai su me stessa e vomitai.


 

   
 
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