Fanfic su artisti musicali > Green Day
Segui la storia  |       
Autore: Neal C_    06/06/2011    4 recensioni
Virginia Foster si trasferisce in una cittadina anonima, Rodeo, in California. Abituata ad essere sempre la prima della classe neppure alla Pinole Valley High School si smentisce e così non può rifiutare una richiesta della cordinatrice del suo corso: aiutare un compagno di classe particolarmente refrattario allo studio, con la testa perennemente nella musica, spesso assente e in continuo conflitto con i professori a cui si rivolge con linguaggio piuttosto colorito, contestando tutto.
Saprà rimettergli la testa a posto o verrà trascinata nel suo mondo di insoddisfazione, di ribellione e continuo rifiuto?
Ha solo cinque mesi per convincerlo* che la scuola non è tutta da buttare, lei che nei libri e nella cultura ci naviga fin da bambina.
*(Armstrong abbandonerà il liceo il 16 febbraio 1990, il giorno prima di compiere diciott'anni.)
[Rating Giallo: linguaggio colorito]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Virginia Foster 1989-2004'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Primo giorno di scuola




Mi sveglio e la mia camera è illuminata di giallo.
Tutta colpa di questo trionfo di beige.
Io odio le cose gialle.
Mi ricordano il risotto allo zafferano: questo piatto dovrebbe scomparire da tutti i libri di ricette della terra.
Forse con il tempo anche la mamma se ne scorderebbe e così vivrei cene più tranquille.
La sveglia segna le sette e un quarto.
Non mi sono mai svegliata così tardi per andare a scuola.
Però, mi ha rassicurato la mamma, la Pinole Valley School non è lontana da casa nostra e la notizia originale è che è a cinque minuti da qui, andando a piedi, sulla Pinole Valley Road.*
Chi l'avrebbe mai immaginato. Questo posto è davvero un buco senza speranza.

***********************

La mamma mi ha preparato i toast con burro e marmellata d'arancia, il caffellatte, i cereali al cacao e una mela.
Spazzolo via tutto e la mela me la porto a scuola per merenda.
E sì, sono come i bambini dell'asilo che devono portarsi la merendina a scuola.
La verità è che a metà mattinata mi viene fame di dolce; la brioche non mi piace, non voglio mangiare tante schifezze e non mi va di delapidare la mia paghetta al bar della scuola.
Là al massimo ci prendo il caffè quando sto cadendo dal sonno. E poi ho una predilizione per le mele.
Sono comode da trasportare, le mangi dovunque, a morsi, senza bisogno di posate, tanto la buccia non solo è commestibile ma è anche la parte più saporita della mela!
Ok, torniamo a cosa mi dovevo mettere.
Come d'accordo, sono in Jeans, in camicetta bianca e in giacca, quella blu.
Se non fosse per il mio fido Eastpack* mi sentirei anonima. è verdescuro, pieno di scritte, stralci di canzoni in inglese o in tedesco, tutta musica pop che andava molto di moda nel mio Gymnasium*.
A differenza della mia vecchia classe, io non ho mai amato particolarmente la musica, anzi non la ascolto quasi.
In casa mia entra spesso il Jazz e il Blues perchè mamma e papà sono patiti di Miles Davis e simili.
Penso che gli ricordi la loro infanzia, la giovinezza o quel che è.
In fondo non sono poi così vecchi. La mia isterica mammina è appena quarantenne e mio padre ha cinque anni più di lei.
Preferisco che nessuno lo scopra.
Non voglio sentirmi uno sbaglio anche se, a parte la versione ufficiale della mamma "ho-sempre-desiderato-una-figlia-come-te", so benissimo che si erano semplicemente dimenticati il profilattico.
E li capisco. Io non farei mai un figlio a ventitre anni, neppure se mi pagassero.

Ho salutato, ho preso i soldi per il pranzo e mi sono avviata, tranquilla e rilassata.
Si, mi sento proprio serena...CAZZO!
Ho dimenticato il cellulare a casa!
Pazienza, ormai sono già al primo semaforo della "Contrada della Valle del Pinolo".
Si, avete capito bene. Nel paese dei balocchi.
Intorno a me, invece di pigne e pinoli, vedo intere scolaresche che passeggiano; i bambini corrono, vogliosi di raggiungere l'asilo nido, e i genitori chiacchierano amabilmente, lanciando ogni tanto un'occhiata ai figli.
Poi, pian piano, la fauna cambia.
I bambini diventano liceali che camminanoa gruppetti; le ragazze, da una parte, ridacchiano fra loro e i ragazzi, dall'altra, si spintonano e urlano parole incomprensibili, ad una mezza straniera quale io sono.
A Berlino potevo vantarmi di essere praticamente una madrelingua inglese, tanto che, quando andammo in gita alla caserma del Check Point Charlie*, io chiacchieravo tranquillamente con le sentinelle americane e mi divertivo a prendere in giro Hana che si era follemente innamorata di un biondino in divisa.
Oddio, quanto mi divertii quella volta. Spiattellai la cotta di Hana al soldato e ci mettemmo a sghignazzare come matti. Quando lo rivelai alla mia amica non mi parlò pr tre giorni, poi siccome non riuscivamo a fare l'una a meno dell'altra, avevamo finito per fare pace.
Ok, non divaghiamo.
Pensavo di considerarmi una buona madrelingua inglese...almeno fino a quel momento.
Con quello strano accento, quelle abbreviazioni, quelle espressioni e quello strano gergo giovanile non ci capivo un accidente.
Uhm...
Mio Dio, quest'uniforme è tristissima.
Per le ragazze, gonna blu, calze blu, camicetta bianca, maglioncino grigio con lo stemma della Pinole Valley: una pigna in filo verde e relativa scritta.
è davvero un orrore.
Intanto non amo le gonne, ma poi quello stemmino lì è semplicemente osceno.
Ci fa sembrare gli adepti della Guardia Forestale.
Le ragazze hanno tutti i capelli vaporosi, gonfi e cotonati, biondi, color del grano, gialli, neri, color cioccolato, rossastri. Molte contenevano quella massa informe con un frontino.*
I ragazzi hanno tutti i capelli a spazzola, tipo il Frankenstein di Mary Shelley, alcuni più corti, alcuni meno, alcuni con il ciuffo altri con una fronte altissima: stessi colori delle ragazze.
Diamine, io vestiti, accessori, style, tagli di capelli li ho sempre ignorati ma stavolta davvero mi pareva di assistere al passaggio di una mandria di buoi della stessa pezzatura, con gli stessi zoccoli, le stesse corna, lo stesso modo di sbuffare e far fremere le narici quando si fermano.
[Un centinaio di percore Dolly*.]
Mi sentivo osservata perchè non avevo pigne verdi sulla giacca, la mia camicetta aveva le punte del colletto più morbide della loro e la mia gonna era più corta.
Stavo attraversando la strada per infilarmi nel cortile quando sento un SUV* che bussa il clacson e mi frastorna.

"Virginia!"

Mi fermo interdetta. Ma chi potrà mai conoscermi in questo buco da telenovela americana?
Mi volto. Davanti a me c'è un tizio alla guida che mi sembra familiare.
Forse risale al periodo in cui ho vissuto a Los Angeles, quando avevo dieci anni. A dodici poi siamo tornati in Germania.
Eppure ricordo di averlo visto spesso, praticamente tutti i giorni, in quel periodo. E cucinava benissimo la pizza...
Oh mein Gott!!!* Frank!
Mi doveva venire a prendere stamattina e portarmi a scuola!!!
Scheiße!!!*
Vedo scendere dal SUV un ragazzo, deve essere Dominick; un mulatto con cortissimi rasta neri, leggermente spettinati e un sorriso imbarazzato.

"Ciao"
"Ciao"

Oddio, non mi sono ancora preparata l'espressione amichevole per rompere il ghiaccio.
Grazie al cielo c'è Frank che mi apostrofa così:

"E brava la nostra Virgin, s'è fatta grande! E forse non tanto virgin!"

Ridacchia con un vocione che riempie praticamente tutto il cortile.
Altro che rompere il ghiaccio. Mi fa arrossire fino alla radice dei capelli.
E anche Dominick vorrebbe sparire.

"Radio Virgin*, è meglio che vi date una mossa. Tu devi ancora ritirare l'uniforme"
"Ok, ciao Frank! Buona giornata!"

Finalmente esco dalla catalessi post-stupore. Dominick mi guarda riconoscente.
Ci avviamo verso l'ingresso.

"Senti, dov'è l'ufficio della cordinatrice, Ms. Lexington? Altrimenti richio davvero di fare tardi."
"Secondo piano, primo corridoio a destra, quarta porta."

Lo guardo stupita.
[Meglio di Google Map*]

"Leggi le targhette"
"Grazie"

Ci sorridiamo a vicendo, poi prendo le scale di marmetto e mi metto a correre, contando i piani, i corridoi e le porte.

*************************

Ho l'uniforme e il mio orario.
Magnifico, qui in America la scuola finisce alle quattro e non alle cinque e l'ultima ora, il più delle volte, è quella di educazione fisica.
Adesso devo solo trovare la classe, quella d'inglese.
Quando raggiungo l'aula, la lezione è cominciata da cinque minuti.
Mrs Carson mi saluta affabile, con un mezzo sorrisetto di circostanza, poi torna seria.

"Ragazzi, diamo il benvenuto ad una nostra nuova studentessa, Ms Foster. Virginia Foster."

Accento British. Accidenti, che ci fa un'inglese di Cambridge in un posto sperduto della California?
Le mie riflessioni sono interrotte dall'entrata di un ragazzo, evidentemente in ritardo, che non ha affatto l'aria di quello che si è sbracciato per arrivare in tempo.
Borbotta un "scusi il ritardo" e si va a sedere in ultima fila, dove c'è un unico banco vuoto.

"Giovanotto, è questo l'orario di presentarsi in classe?"

Tutti gli occhi sono puntati su di lui, inclusi i miei.
è...curioso.
Pensavo che in quella scuola fossero tutti uguali.
Lui non centra assolutamente niente.
Sembra uno di quegli ubriaconi che girano per i parchi di Berlino con le bottiglie di birra in mano, qualcuno con una cresta verde in testa.
Lui non ha creste ma i capelli sembrano bagnati o sporchi, trasudano gel, e hanno un colore indefinito, una specie di nero striato di blu. Tintura da supermercato*.
A dargli un'aria decisamente dark è il trucco pesante intorno agli occhi: matita nera.

"Perchè non indossa l'uniforme, Mr...?"

Solo allora mi accorgo che ha addosso dei Jeans consumai, un doppio giro di cintura di piccole borchie, e la felpa della Pinole Valley*, scolorita, con il logo rovinato.
Sotto, una maglia nera, e con sè, uno zaino che deve avere una decina d'anni, un tempo verde militare.

"Armstrong"
"Mr Armstrong, questo non è il modo di presentarsi a scuola. Sono trent'anni che gli studenti adottano l'uniforme dell'istituto. Ripeto: ha una buona ragione per presentarsi in ritardo e senza uniforme?"

Non risponde.
La Carson si è fatta paonazza e la sua faccia da aquila, con quel nasino all'insù, la rende simile ad una frittella al pomodoro.

"Armstrong!"

Starnazza come un'oca, nel silenzio più totale.
Vedo tutti disorientati; alcune ragazze sono scioccate, i ragazzi si dimenticano persino di bisbigliare.
Da quel poco che so di questo paese, mi pare che l'uniforme sia un obbligo quasi morale prima che istituzionale.
O qualcosa del genere. Fatto sta, che non è contemplato che uno studente si rifiuti di indossarla.

"Armstrong! in piedi! e risponda alla mia domanda!"

Cominciano a sentirsi bisbiglii e commenti vari ma non riesco a coglierli.
Armstrong si alza in piedi con aria di sufficienza.

"Perchè? Perchè è una merda. è una cosa idiota. Sono 100 dollari buttati nel cesso. Ecco perchè. Ho finito."

Detto questo torna a sedere, lo sguardo perso nei suoi pensieri.
Da parte mia lo guardo sbigottita. Ma è completamente impazzito? Si vuole far sospendere prima di incominciare l'anno?
Ma i suoi occhi verde intenso sono vacui, indifferenti, come se stessimo parlando ad un muro.
La Carson lo osserva, allucinata, con la sua faccia disgustata.

"Armstrong, come si permette?!?!? FUORI DI QUI!!!"

Come una furia, quella donna si precipita alla cattedra, frugando nella borsa e ne tira fuori una penna nera.

"Mi porti immediatamente la sua agenda!* "
"Non ce l'ho. L'ho persa."
"L'HA PERSA?!?!?! COME L'HA PERSA?!?!?!?
BASTA!!! FUORI!!! SUBITO!!!"

Me lo vedo passare davanti, quasi annoiato, mentre esce dall'aula con indolenza, salvo dare poi un segno di vita sbattendo la porta.
La Carson allora si rivolge a me che fino a quel momento ero rimasta ferma, di fianco alla cattedra.

"Si sbrighi a sedersi, Ms Foster. Ho perso già abbastanza tempo per oggi."

Aspra e velenosa, come una vipera.
Mi affretto a sedermi al posto di Armstrong mentre quella distribuisce dei test di ingresso.
Quando ricevo il mio, mi scocca un'occhiataccia di fuoco e non oso neppure ringraziarla

*********************




Note

* Controllato su Google map.


* Il marchio Eastpack nasce come produttore di borse e bagagli per la US Army, nel 1976 comincia a produrre una collezione per il mercato americano e diventa subito popolare nei campus universitari e nei college americani.


* Gymnasium: così è chiamato il liceo classico/ scientifico in Germania (molto simile al nostro s'altronde). Comunque quando parlo di scientifico intendo uno scientifico un po' blando. Per quelli più specifici esiste il tecnico che da loro è piuttosto complicato. Altrimenti ce ne è un terzo che è simile ad un alberghiero e che ti da, in pochi anni, la possibilità di lavorare.


* Check Point Charlie: Fino all'89 Berlino era divisa in due, Berlino Ovest, sotto gli americani, e Berlino Est, sotto la Russia sovietica. A separarli c'era il famoso Muro di Berlino e la frontiera era proprio il Check Point Charlie, ovviamente sorvegliato a vista da un lato da soldati americani e dall'altro da militi russi. Era assolutamente vietato tentare di varcare la frontiera senza un lasciapassare che si dava solo in pochi casi. Se si provava a oltrepassare il muro si veniva sparati a vista.


* Ebbene no, nemmeno la moda per capelli mi sono inventata. Erano esattamente così le capigliature dei diplomati dell'epoca. Se siete curiosi guardate l'album della classe 1989, dall'archivio della Pinole Valley High school.


* Ecco! questo è assolutamente ANACRONISTICO però era troppo bella per non metterla! Quindi consideratelo un mio commento fra le righe e se non sapete chi è la pecora Dolly, dovete assolutamente scoprirlo qui.

Vi anticipo che è il primo caso di clonazione animale e risale al 1996
(Quanto amo Google e Wikipedia!!!!)


*Probabilmente si trattava di una Toyota Land Cruiser, un SUV diffuso negli anni '80.


* Altro ANACRONISMO. Radio Virgin sarà lanciata in Inghilterra solo nel 1993. Accidenti, tutte le mie battute sono fuori luogo. Licenza d'autore? *_*


* ANACRONISMO. Ormai li metto fra parentesi quadra, và.


*Una citazione di un bel racconto di ginnix "Il primo giorno di scuola" E una seconda di un racconto altrettanto bello di Amy Jay Ramone "L'uomo nello specchio" .

* Non so se si usa in America, ma al College inglese ti danno loro un'agenda-diario che ti servirà per tutto l'anno scolastico dove i docenti possono scrivere ai genitori comunicazioni varie, segnare i buoni e i cattivi voti e firmarli pretendendo poi la firma dei genitori.



Glossario

*Mein Gott: Oh mio Dio (sempre meglio ripeterlo xD)
*Scheiße: Merda


Angolo dell'autrice


Così presto questo secondo capitolo? Ebbene si!
Lo avevo scritto in viaggio a Trieste in questi giorni e ora che ho finalmente Internet posso pubblicarlo, senza far aspettare chi legge e così ringrazio i quattro che hanno subito recensito la storia: Sociopath_ , Sidney22, Icegirl46, LoveLaw93.
Ringrazio quelli che si sono fermati a leggerla e quelli che seguono in silenzio:
bea_weasley e Lils_
Mi avete molto stimolato benchè non sapessi che avevate lasciato un commentino. Almeno fino ad oggi xD
Ho inserito oltre che il glossario anche le note per specificare alcune cose, giusto per rendere meno inverosimile la vicenda.
Purtroppo, siccome siamo nel ventunesimo secolo non ho potuto evitare alcuni ANASCRONISMI, sopratutto nelle battute, ma credo di averli segnalati tutti. Se trovate qualcosa che non quadra non esitate a segnalarlo!
Non vorrei che le note fossero scambiate per pedanteria ma serve a me per inquadrare il tempo e a voi per assicurarvi che non vi stia raccontando solo frottole.
A proposito del Check Point Charlie volevo aggiungere un'altra cosa: ho reputato verosimile che una scuola media fosse portato in visita alla frontiera con la DDR (Deutsche Demokratische Republik, parte est-sovietica) pensando allo spirito un po' patriottico-militare americano.
In quegli anni, durante la Guerra Fredda, fra i due blocchi, quello occidentale e quello sovietico, si faceva a gara a chi era più potente, a chi sfoggiava armi più letali, economie più ricche e di conseguenza lo sfoggio di una scolaresca occidentale, figlia della piccola borghesia tedesca, con una miriade di facce paffute, dovevano rappresentare una specie di manifesto del benessere che in teoria si viveva nel settore americano. Ecco perchè tutto il giro, la chiacchiera e la familiarità con i soldati americani, proprio sotto gli occhi delle sentinelle russe.
Era anche per rimarcare che, ora che erano lì, gli americani non si muovevano, anzi, erano amati dal popolo.
MA QUANTO SONO BRAVA A FARMI STE' SEGHE MENTALI !!!!!
E così ho introdotto il nostro BJ! Non so come ve lo immaginavate, io spero di essere rientrata nell'IC e di non essere stata troppo frettolosa nel volerlo inserire z.z
Ragazzi miei, verranno tempi duri per la nostra Vig...ma non anticipo niente! Nicht! Nada! Niet!
Non aspettate che pubblichi prima della settimana prossima e aspettatevi modifiche su modifiche, controlli su controlli ecc.
Bye Bye

Misa


p.s Oddio è cortissimo ò.ò E le note sono pure più lunghe del capitoloooo!!! Perdonate <.<

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Green Day / Vai alla pagina dell'autore: Neal C_