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Autore: minimelania    06/06/2011    3 recensioni
Elfric Arthur Philip Louis Wellington-Ingraham, quattordicesimo Duca di Therringham, fratello dell'erede al trono di Inghilterra, è esattamente come ci si aspetta che uno scapolo d'oro sia: bellissimo, mondano, perfetto, riservatissimo, miliardario e soprattutto libero. Ignora il fatto che tra poco sarà Re. E che gli serve maledettamente una moglie per diventarlo.
Wisteria Winnie Merryweather, sua cugina, è esattamente il tipo di cugina che nessuno mai vorrebbe avere. E' bellissima, petulante, testarda. Ma è anche la protagonista indiscussa di qualsiasi ricevimento di Londra. E soprattutto, da quando è nata, sa per certo che lei ed Elfric sono fatti per essere la coppia del secolo.
Millicent Bloom, grassoccia neo-laureata in lettere senza alcuna speranza di carriera, ha appena coronato il suo sogno: è stata assunta come guida turistica nella tenuta in cui abita Elfric. Non sa che c'è un trono che l'aspetta. Basta soltanto chiudere gli occhi e cominciare a credere nei sogni ...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Royal wedding
Quadri royal wedding

Royal Wedding  

Passarono una bella serata, come Elfric non ne passava da un po'. In effetti il thé del pomeriggio si trasformò velocemente in buffet, e da buffet in aperitivo, e poi in cena sulla terrazza ed infine in dopo cena per uno dei tanti vialetti del parco. Avevano preso con loro una bottiglia di vecchio whisky di marca, che Elfric provvedeva a rinnovare appena il livello nei bicchieri calava anche solo un pochino. Molly, oltre che una chiacchierona instancabile e una commensale di tutto rispetto, era anche una bevitrice instancabile: dopo il terzo calice di Borgogna, a cena, Elfric aveva cominciato a percepire vaghi giramenti di testa. Al sesto non stava in piedi e adesso - col whisky riserva speciale che una casa di Edimburgo produceva solo per la Famiglia Reale - era decisamente in imbarazzo quando provava a camminare in linea retta. Fortuna che i vialetti erano curvi e c'erano sacco di panchine.
- Vuoi che ci fermiamo un attimo a sedere? - propose mentre Molly continuava a spiegargli la genealogia di famiglia. Sembrava incredibile, ma i Bloom di Therring House - paesino a due miglia da Therringham - erano più complicati dei Coburgo-Gotha.
- Eh? Oh, sì, se vuoi. Ma io non ne ho bisogno. Tu sei stanco?
Elfric guardò pieno di ammirazione la dea che torreggiava davanti a lui nella frescura dei grossi larici. Solo un gagliardo rossore delle guance, solo un velo di liquido negli occhi lasciavano - forse - indovinare gli ettolitri di alcool che era riuscita a tracannare. Lui per sé si sentiva uno straccio.
- Sì, ehm, io … preferirei se ci sediamo un attimo.
Lei gli sorrise e si lasciò sedere assestandogli una pacca sulla spalla. Un'altra cosa che faceva impazzire Elfric- perché forse non l'abbiamo detto,  ma nella sera più di una volta lui si era trovato letteralmente ammaliato dal fascino di quella donna - era l'estrema naturalezza con cui Molly governava la sua stazza considerevole. A vederla urlante, o sulla mini, uno non l'avrebbe mai detto. Ma bastava seguirla mentre portava avanti un discorso, o spiare da dietro un tovagliolo i gesti con cui prendeva il bicchiere tra le lunghe, curate dita cicciotte. Ecco che allora avveniva un miracolo: la vera natura, quella di dèa antica e vicinissima, si profilava in tutta la sua chiarezza, rendeva impellente il desiderio, e tutto il resto andava a farsi benedire.
- Sei sbronzo, eh, vecchio mio? - buttò lì Molly, vedendo che Elfric sorrideva come un ebete alle stelle - Tutti così, lo dice sempre mia nonna. Ai nobili il blu è di sangue, a noi di Curaçao - poi chiuse gli occhi, con una certa solennità.
- Perché, avete origini caraibiche?
Lei scoppiò a ridere.
- Ma ti sembra? - tirandosi su la manica scoprì un braccio pieno di efelidi. E latteo, com'era giusto che fosse ogni buon braccio di onesto ceppo anglosassone - Solo che nonna andava a letto per un periodo con un tenente di stanza alle Antille. Quando lui si stabilì là tentò ogni cosa per portarsela dietro. A quel tempo arrivavano sempre casse piene di conchiglie, regali, cartoline, liquori … ma puoi mia nonna disse di no, e il tenente di dovette arrendere. Mia nonna è un tipo testardo, sai? Interessante da conoscere.
- Anche la mia - mormorò Elfric. Poi, tanto per cambiare discorso, le fece un complimento - Lo sai che sei davvero molto bella?
E Molly rise di nuovo. Sembrava che quella splendida dea conoscesse solo due stati: adirato/brusco e meravigliosamente sereno. Adesso eravamo nel secondo.
- Lo sai che sei ubriaco, vecchio mio? Mio nonno Barry racconta sempre la storia del fuciliere di Dublino, che a forza di dire scemenze da ubriaco cadde dentro una botte di sherry e ci annegò.
- Una bella morte - commentò Elfric.
- Davvero - annuì Molly, seria. Poi, per un lunghissimo lasso di tempo, fu solamente il fruscio delle foglie.
- Meglio di certo di quella che sto per fare io, tra una settimana - disse poi Elfric.
La ragazza lo guardò interrogativa.
- Sai tenere un segreto?- fece lui, chiudendo gli occhi e abbandonandosi alla spalliera della panchina. Senza attendere che lei rispondesse, sospirò  piano - Lo avrai saputo che devo fare il Re, perché mio fratello è scappato. Lo sanno tutti ormai. Beh, io … mia nonna vuole che io faccia il Re e io morirei prima di farlo. Mi capisci? Scappare, uccidersi, tutto quanto. Tutto per non diventare quel maledetto Re. Non voglio, non voglio, non voglio, eppure …
Molly trasse un lungo respiro. Gli passò una mano sulla spalla.
- Ma sei obbligato, vero? La vita non è sempre perfetta come sembra. A volte bisogna buttare giù bocconi amari. A volte tocca, caro mio.
- A te è successa una cosa del genere? - chiese lui. Gli era parso di percepire qualcosa, come un brivido, quando lei gli aveva toccato il braccio. Lei lo guardò, coi suoi occhi silenziosi. Poi si alzò.
- Può darsi. Ma ora è tardi. Lo sai che questa foresta è stregata? Forse dovremmo chiedere agli spiriti di farti passare la sbronza. C'è un po' di strada da qui alla tenuta, forse dovremmo rientrare.
- Non stiamo bene, qui?
- Sì - fece lei, tendendogli una mano e sospirando - Ma io ho una casa, e una famiglia, e domani devo tornare al lavoro, vecchio mio. E tu sei sbronzo come di più non si può. Dobbiamo riportarti a letto, e in fretta. Avanti, su.
Elfric emise un mugolio basso. Di fastidio, forse. O forse di estremo piacere per quella mano confortante e calda che gli veniva offerta. E non che Elfric fosse a digiuno di mani femminili, tutt'altro. Da quando era nato, a cominciare dalla Duchessa che gli faceva da tata fino alle governanti e poi alle tate, per finire alle modelle francesi dalle unghie lunghe e dalle mani setose, gli sembrava anzi di non aver mai fatto altro che essere toccato da donne. Ma Molly era diversa, Molly era sincera.
- Andiamo, vecchio, ti vedo male. Appoggiati. Che altrimenti mi cadi a faccia in giù come quel vecchio fuciliere di Dublino.
- Aveva un nome?
- Non lo so. Forse Sean. O forse John, chi lo sa. Ora cammina.
Elfric si lasciò finalmente sollevare, si fece passare una mano intorno al collo e si appoggiò alle spalle possenti di lei, che era alta più o meno quanto lui e larga il doppio.
- Mi piaci un sacco, Molly Bloom, lo sai? - biascicò lui - Giuro che sei la prima donna che mi tocca per riportarmi a letto sbronzo.
- Davvero? Non sai quanti mi tocca riportarne nel Pub di mio padre!
- Tuo padre ha un pub?
Lei alzò gli occhi al cielo.
- Ti dice niente il cognome Bloom, cocchino? Stradine stette, flussi di coscienza, Trinity College …
- Eh? No, veramente, no …
Lei sospirò.
- Siamo Irlandesi, caro. Nemici acerrimi della Corona. Di Dublino. Mio padre si trasferì qui anni fa, ma ha conservato l'impronta di famiglia. Pub da quasi sei generazioni.
- Accipicchia. E' una cosa importante. Impegnativa - rise lui. Lei si concentrò per spostare un poco il peso da un braccio all'altro e avere modo di affrontare l'ultima parte del vialetto.
- Quello che mi ripete anche lui più o meno da quando sono al mondo. Secondo lui io dovrei fare la cameriera al pub, spostare bestioni ubriachi, riempire boccali di Guinness e farmi toccare il culo dagli sbronzi finché lui non sarà abbastanza vecchio da sbronzarsi una volta per tutte e decidersi a tirare le cuoia. Dopo di che, nei suoi ordinati progetti, dovrei essere io a sostituirlo. Come ostessa. Ti rendi conto che meraviglia?
- Perché, non ne sei convinta? Non ti piace? Deve essere uno splendido mestiere.
Lei lo guardò, con un lampo di ironia negli occhi verdi.
- Metà del mondo è convinta che fare il Re sia un mestiere ancora migliore. Ma il punto è un altro, il punto è: a te piace che qualcun altro decida il tuo destino?
Ci misero molto, moltissimo tempo a tornare. Quando Molly raggiunse la Mini erano quasi le due di notte. Elfric aveva ripreso un po' di colore. La passeggiata gli aveva fatto bene.
- Allora, ci rivediamo … domani?  - balbettò.
Molly aprì la portiera e si infilò dentro il piccolo trabiccolo.
- Forse - disse mentre si allacciava la cintura. Dopo l'ultima battuta di Elfric si era notevolmente rabbuiata. Poi chiuse lo sportello, armeggiò con una leva polverosa e riuscì ad abbassare il finestrino - Rientra in casa. Altrimenti ti prendi un accidente.
Lui fece per obbedire. Ma poi gli successe qualcosa, si pentì.
Forse fu il vino, e forse la consapevolezza che un momento così poteva anche non ripresentarsi mai più, fatto sta che tornò indietro, infilò tutta la testa dentro il finestrino. Prese tra le dita una ciocca dei morbidi capelli ramati di Molly. La odorò, ci dette un bacio, spinse più che poteva a fondo il suo naso.
- Ohi, ma che … - protestò lei, ma si trovò la sua bocca a un centimetro da quella, delicatamente dischiusa, dell'Erede - Per le budella di San Wulstan, io …
Probabilmente San Wulstan, quella sera, stava guardando da un'altra parte e non si avvide del casino che stava succedendo a metà tra il Parco Reale di Therringham e una Mini dal tetto color melanzana, fatto sta Elfric si infilò in macchina passando direttamente da sopra, poi aderì con tutto il corpo a quello morbido di Molly e non fece in tempo a sussurrarle: - Conosci mica un posto carino … - che lei aveva già ingranato la marcia.
Quando quelli sella Security si avvidero che il Principe non era più a palazzo, loro erano già molto, molto lontani.

  
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