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Autore: SeverusF    06/06/2011    1 recensioni
Maria, un nome importante, una famiglia disastrata, una concezione sicuramente non immacolata. Riuscirà un'adolescente, con una vita passata difficile, a terminare la gravidanza e a non soccombere alle cattiverie della gente troppo impicciona?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Nuovo capitoloooo :)
Spero sia di vostro gradimento u.u




 -Quindi in questi giorni sarai a casa tutta sola? – mi chiese Marco, con un’espressione piuttosto strana, non sembrava preoccupato, ma molto curioso.

-Non credo di tornare a casa, posso rimanere qui? Vorrei restare vicina a Phill.

-Beh si, non credo che qualcuno ti cacci, ma non so se è molto comodo…

-Grazie.

Chiacchierammo per l’intera mattinata, quando arrivò l’ora della pausa pranzo mi invitò a pranzare con lui, perché io non conoscevo quella zona della città e ci divertimmo molto.
Aspettai l’ora di cena per tornare a casa, quando lui aveva già finito il turno da un po’, per evitare che mi offrisse un passaggio. Non so come mi era venuta quell’idea, ma ero convinta che ci stesse provando, Dio! Aveva vent’anni più di me, ero incinta, ma non cambiava la mia condizione, così decisi di evitarlo per un po’ giusto per essere sicura, non volevo altri guai.


Il giorno seguente ero nella stanza di Phill, seduta sulla sedia accanto il letto, ascoltavo i “bip” prodotti dalla macchina che gli avevano attaccato, erano scostanti e deboli. Lui non era forte, anche se voleva esserlo, non lo era mai stato.
Stavo ripensando alla nostra infanzia, quando Marco entrò. Subito mi alzai e mi diressi verso il bagno, con lui che mi seguiva. Feci finta di non averlo notato e mi rintanai nella toilette per una mezz’ora buona, quando ne uscii, lui era ancora lì, ad aspettarmi, le braccia conserte sul petto, probabilmente muscoloso, gli occhi persi nel pianificare un discorso, forse importante.

Quando mi vide, si avvicinò, guardandomi fisso negli occhi, senza lasciarmi la possibilità di evitarlo.
Quando fummo abbastanza vicini da poter parlare senza essere sentiti, allungò un braccio e lo fece passare dietro la mia schiena, in una sorta di abbraccio, fra il fraterno e il romantico. Il cuore iniziò a battere veloce, sempre di più, ero stregata dagli smeraldi che si ritrovava al posto degli occhi, così magnetici.
Dopo qualche istante mi lasciò andare, sembrava imbarazzato.

-Oh scusa, è che mi dispiace davvero molto per la situazione in cui ti trovi e mi sono lasciato andare…

-Non preoccuparti, ho apprezzato il gesto – cos’avevo appena detto? Ho apprezzato il gesto? Ma da dove mi era uscita quella frase? Volevo sotterrarmi, ma lui non la pensava come me, infatti sorrise

-Ne sono felice – sussurrò, avvicinando pericolosamente il suo bel viso al mio, sembrava andare a rilento, come nei film, ma forse era solo una mia illusione.

Quando potei sentire il suo respiro unirsi al mio, una voce proveniente dall’altoparlante ci interruppe, chiamandolo per un’urgenza nella stanza 19.
Dopo qualche attimo mi si fermò il cuore in petto, proprio lo stesso che prima batteva ai 1000 all’ora, quella era la stanza di Phill!
Prima di lasciare andare Marco, lo supplicai:

-Ti prego, fai tutto il possibile per lui, merita una vita migliore di quella che ha avuto.

-Te lo prometto

Dopodiché, si allontanò di corsa, diretto da mio fratello, per cercare di salvarlo, anche se io ero conscia del fatto che forse gli avrebbe ridato la vita, ma non sarebbe comunque riuscito a salvarlo da se stesso.

  
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