Non vi
spaventate! All'inizio può sembrare un pelo "tragica", l'ho
scritta perché qualche volta a questi due bisogna complicare un
po'la vita, noXD?
Una litigatina ogni tanto ci sta...poi la mia fagianataggine ha preso
il sopravvento...perdonatemi...
Spero che vi
piaccia!^^
I personaggi sono maggiorenni ed appartengono ad Eiichiro Oda (tranne
Eos).
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno!^^
Le nuvole non si muovono, se non
c'è vento
Una notte senza stelle, coperte impietosamente dalle nuvole
che soffocavano il cielo scuro.
Eustass Kidd sedeva sul ponte scricchiolante con la testa tra le mani.
Non piangeva, la sua dura corazza da pirata impediva alle lacrime di uscire dagli occhi stanchi e chiusi.
Però il suo cuore urlava di dolore, rinchiuso nel torace.
Solo il rosso poteva sentire quelle grida che rimbombavano nella mente e lo straziavano.
Perché Kidd rimaneva seduto su quel ponte, di notte?
Perché a quell’ora non era nel letto, con accanto la sua Costa di Sedano?
Una sola risposta, semplice ma al tempo stesso lacerante, come un coltello arroventato tra le viscere che si rigirava convulsamente.
Perché
la sua Costa di
Sedano se n’era andata.
***
Erano
in una locanda,
a fare bisboccia come al solito.
Eos
era uscita per
andare a prendere le sigarette nella nave.
I
fumi dell’alcol si
erano impossessati del rosso.
Tra i
canti d’osteria
e gli innumerevoli litri di rhum, Kidd si ritrovò circondato in
pochi minuti da
bellissime ragazze, affascinate dal capitano dai capelli rossi.
L’istinto
del galletto
che ogni uomo cela nel proprio cuore aveva preso il sopravvento.
Quando
Eos ritornò,
trovò il suo uomo con due ali di donne stupende in delirio.
Una
di loro, dai
lunghi e ondulati capelli neri, sedeva sulle ginocchia di lui, e gli
circondava
il collo con le braccia ambrate.
La
bruna sapeva che un
pirata come lui aveva un nugolo di ammiratrici.
Ma il
fatto che lui le
accogliesse tra le sue braccia in barba al loro fidanzamento la fece
uscire dai
gangheri.
Sentì
il cuore
mancarle un battito, un’orrenda sensazione le percorse il corpo come
una folata
di vento gelido.
Il
suo uomo teneva
un’altra donna in braccio.
Anche
se la situazione
fortunatamente non era degenerata, la ragazza non poteva sopportare una
cosa
del genere.
Uscì
dal locale, le
lacrime scivolavano sulle sue guance.
Kidd
si accorse di
quello che aveva fatto, con un gesto repentino spinse via la donna che
teneva
sulle gambe, facendola cadere a terra, e si precipitò dalla sua
Costa di Sedano
che singhiozzava.
Cercò
di scusarsi, ma
la ragazza non volle sentire ragioni.
Cominciarono
a
litigare, una discussione accesa, Killer dalla porta della locanda
riuscì solo
a vedere Eos che si sbracciava con le lacrime agli occhi e la pelle che
diventava
sempre più rossa.
Il
rosso gesticolava
animatamente, cercando di giustificarsi, per cercare di porre fine a
quel
diverbio, gridò una frase che secondo lui poteva sistemare tutto.
“Ma
mica ci sono
andato a letto!”
Eos
lo guardò con gli
occhi arrossati, le labbra le tremavano.
“Non
stasera, ma un
giorno ci andrai” singhiozzò per un istante “Sono tutte ragazze
bellissime, che
pagherebbero per una notte con te, sei un uomo, dopotutto”
Poi
aprì le braccia,
rassegnata, e andò verso la nave.
Tolse
la sua roba
dagli armadi per infilarla nella sua valigia alla rinfusa, sotto gli
occhi
attoniti del rosso.
La
giovane non lo
degnò di uno sguardo, mentre scendeva dalla nave.
Incrociò
Killer per
strada, lo abbracciò dicendo che era stata benissimo, e che gli
sarebbe
mancato, prima di sparire nell’oscurità della piccola isola.
Il
biondo, allarmato,
salì di corsa sulla nave, trovando il suo capitano in piedi sul
ponte, lo
sguardo assente.
“Kidd…”
lo chiamò a
bassa voce “La lasci andare via, così? L’ultima volta ha quasi
rischiato la
pelle”
“Che
cazzo posso
fare?” mormorò il rosso “Ha preso la sua decisione, chi sono io
per fermarla?”
Il
massacratore volse
lo sguardo verso l’isola.
“Sei
il suo uomo”
Il
rosso scosse la
testa.
“Adesso
non lo sono
più” disse deglutendo, prima di gridare “PORCA PUTTANA!”
Diede
un pugno contro
il parapetto della nave, incrinandolo.
Alcune
schegge si
conficcarono nella sua mano, ma era un pizzicore fastidioso in
confronto al
dolore che gli dilaniava l’anima.
Come
se il suo cuore
si fosse tuffato nell’acqua gelida.
Killer
sospirò:
“Se
non fosse arrivata
Eos, saresti andato a letto con una di quelle ragazze?”
Il
rosso non rispose.
“Kidd,
dimmi la
verità”
Eustass
si trincerò
dietro un mutismo assoluto.
“Allora
te ne saresti
fregato?” chiese il biondo, rissoso “Avresti buttato al vento una
storia
importante solo per scoparti una sgalletta…”
“CHIUDI
QUELLA CAZZO
DI BOCCA!” urlò Kidd “NO! NON LO AVREI MAI FATTO, E LO SAI! IO
SONO INNAMORATO
DI LEI!”
Il
massacratore
incrociò le braccia, guardandolo fisso.
“Se
sei veramente
innamorato di lei perché non vai a riprenderla? Hai forse paura?”
Eustass
respirò
profondamente.
“Pensi
che mi
rivoglia?”
“Non
lo saprai mai se
non muovi il culo e non corri da lei”
Killer
sparì
sottocoperta, lasciando a Kidd il tempo di pensare.
Il
rosso si sedette
sul ponte, posò la testa tra le mani.
E
lì rimase.
***
Nella mente di Kidd riaffioravano i ricordi della sua storia con Eos.
Il suo viso.
Le sue braccia sottili.
Il suo sorriso.
Quando si rannicchiava accanto a lui durante la notte.
Quando facevano l’amore per intere giornate.
Il modo in cui chiudeva gli occhi, rilassata, sotto i raggi del sole.
Il modo in cui lo svegliava la mattina, scuotendolo con dolcezza.
Ricordava i suoi piedi gelidi, le sue piccole manie.
Il tatuaggio nero che portava il suo nome.
Si ritrovò a chiedersi se Eos lo avrebbe cancellato, quel tatuaggio.
Un forte vento fece frusciare la sua pelliccia.
Il rosso alzò lo sguardo verso quel cielo senza stelle.
Buio, come adesso era il suo cuore.
Un luccichio attirò la sua attenzione.
Poche stelle cominciarono ad occhieggiare nel cielo, le nubi lentamente scorrevano nel cielo sospinte dal vento.
“Le nuvole non si spostano da sole, il vento deve spazzarle via. Eos non tornerà mai, se io non vado a cercarla, se non le dimostro tutto l’amore che provo per lei.” Mormorò il rosso tra sé e sé.
Si alzò di scatto, scese velocemente dalla nave.
Voleva averla di nuovo tra le sue braccia.
Killer lo guardò attraverso la finestrella della stanza dell’equipaggio, annuendo.
“Così si fa, Kidd” bisbigliò.
Kidd girava per le strade dell’isola con un groppo alla gola.
Aveva paura di non trovarla più.
Passò davanti alla locanda da dove tutto era cominciato.
La bellissima donna che sedeva sulle sue ginocchia si lamentava ad alta voce, davanti all’entrata, coprendosi il naso sanguinante con le mani, mentre altre ragazze cercavano invano di consolarla.
“Quella stronza!” gridava “Avete visto? Mi ha dato un pugno e se n’è andata! La sua pelle bruciava come l’inferno! Ma se la ribecco la rovino!”
Il rosso capì che era stata Eos.
Con malgarbo prese la mora per un braccio, strattonandola.
“Dov’è andata?”
“Chi?” chiese la donna con voce lamentosa.
“La ragazza che ti ha dato il pugno”
“Ma che ne so! Avevo la vista annebbiata per il dolore! Mi sembra che sia andata verso quelle case laggiù!” Esclamò la ragazza indicando un punto in lontananza, spaventata dall’espressione dell’uomo che prima venerava come una divinità.
Poi il suo sguardo ritornò languido per un istante.
“Era la tua ragazza, vero? Non mi sembrava molto felice…avete per caso rotto?” toccò il braccio del rosso con una mano “Dammi il tempo di trovare un fazzoletto per pulirmi, poi potrei consolarti…”
“ ‘fanculo” Kidd la spinse via, per poi andare verso il punto che la mora aveva indicato.
La trovò.
Seduta in un vicolo deserto e semibuio.
La ginocchia premute al petto, la valigia abbandonata lì vicino.
Gli occhi gonfi di lacrime e rabbia, le nocche sporche del sangue di quella ragazza.
“Eos” sussurrò il rosso piegandosi sulle ginocchia.
La ragazza non rispose.
Lui cercò di scostare una ciocca di capelli sfuggita alla coda di lei che le ricadeva sul viso.
Eos scostò la testa con un movimento repentino.
“Io non mi muovo da qui senza di te” mormorò deciso Kidd “Non ci sarei mai andato a letto”
“Chi me lo dice?” chiese la bruna dopo un lungo silenzio, la voce rotta da un singulto spezzato “Lo ripeto, sei un uomo, e se una bella donna te la tira con la fionda a lungo andare ci caschi”
Il risolino roco del rosso la fece voltare.
“Pensi davvero che io sia come tutti gli uomini? Mi deludi, Costa di Sedano”
La ragazza si morse il labbro inferiore.
“Alla fine della fiera siete tutti uguali” disse, disillusa.
“Testona come sempre, eh? Non ti schiodi mica” Kidd prese il mento di lei per sollevarle il viso “Ma se fossi come tutti gli uomini, pensi che sarei uscito da solo in piena notte in un luogo che non conosco per cercarti?”
Eos non seppe rispondere a quella domanda, cercò di abbassare lo sguardo, ma quello di Eustass era così profondo che non riuscì a divincolarsi.
Puntò le iridi d’ebano arrossate dalle lacrime contro di lui.
“Quando ti ho visto con quella lì era come se mi avessero centrato il petto con un proiettile” sussurrò.
“Si chiama gelosia, Costa di Sedano” rispose il rosso “Ho fatto una cazzata, vero?”
“Decisamente”
“Suppongo che tu non mi perdonerai tanto facilmente, vero?”
“Giusto”
“…ma mi perdonerai?”
Eos riuscì ad abbassare lo sguardo, e in un istante fece mente locale.
In fin dei conti aveva solo fatto il galletto.
Però la visione di lui con una bella mora sulle ginocchia la faceva ribollire di rabbia.
Rabbia che per metà aveva scaricato sulla ragazza che aveva visto fuori dalla locanda, con i suoi vestitini succinti e il suo sguardo strafottente.
Le aveva dato un gran pugno sul naso, la mano ancora le faceva male.
Ma perlomeno quella donna aveva capito con chi aveva a che fare.
La bruna alzò il viso verso il rosso.
“Guardami negli occhi e giura sulla tua testaccia che non hai desiderato quelle donne neppure per un istante!”
Kidd si alzò in piedi senza dire una parola, prese per una spalla la ragazza, la spinse con veemenza contro il muro e la baciò, bloccandola con le grandi e forti braccia.
Una mano di lui scivolò verso il basso, carezzando uno dei fianchi di Eos, arrivò fino alla gamba che sollevò fino a cingergli il fianco.
In quella posizione la giovane poté sentire chiaramente l’erezione di lui premere sul suo bacino.
“Ti basta come risposta?” sussurrò il rosso poggiando la fronte contro la sua “Io voglio scopare solo te fino alla fine dei miei giorni”
Anche se detta in modo abbastanza indelicato, la ragazza si sentì ardere dentro ancora una volta.
Rabbia, tristezza, felicità e passione si mescolarono nel suo corpo, tante emozioni diversissime che le mozzarono il respiro.
“Io ti amo, cazzo!” esclamò il rosso, tuffandosi nel suo collo e succhiandone avidamente la pelle chiara.
Eos gemette, prima di prendere tra le mani la testa di lui, cercando le labbra dipinte per baciarle.
Poi si allontanò da lui, prese la valigia.
“Ritorniamo alla nave” sussurrò con il volto tracimante di desiderio.
Passarono nuovamente davanti a quella locanda, dove la bellissima mora, con due bei tamponi nel naso, li guardava storto.
Eos si riavvicinò a lei, guardandola con occhi furbetti:
“Tu l’avrai anche usato come divanetto, ma sono io che me lo scopo!” ridacchiò, con una punta di soddisfazione nella voce.
La donna rispose con uno sguardo stizzoso, senza proferire parola per paura di un altro pugno.
Rientrarono nella nave avviluppati in un abbraccio che aveva ben poco di pudico, divorandosi le bocche vogliose.
Killer, disteso sul letto, sentì la porta della camera di Kidd chiudersi, il tonfo della valigia di lei, i gemiti cominciarono a sovrapporsi.
“Ragazzi” disse, attirando l’attenzione del resto della ciurma “Come al solito, avevo ragione io, buonanotte”
Si mise un paio di paraorecchie azzurri e si addormentò, con un gran sorriso sotto la maschera.
Intanto, i cigolii dalla stanza del capitano si facevano sempre più poderosi.
Fecero l’amore per tutta la notte, tutta la rabbia, la tristezza, la paura si dissolsero in un orgasmo; mentre le insaziabili onde del mare s’infrangevano sulla nave.
Il rosso si svegliò a mattino inoltrato, la sua Costa di Sedano era di nuovo accanto a lui, dormiva placidamente con volto rilassato.
La baciò sulla guancia, e lei aprì dolcemente gli occhi.
“Buongiorno, Costa di Sedano” sussurrò lui.
“Buongiorno” rispose, stiracchiandosi.
La ragazza si alzò dal letto, ancora completamente nuda, illuminata dal sole mattutino.
“Sono perdonato?” chiese Kidd con la voce ancora impastata.
Eos per tutta risposta lo guardò per un istante, con un sorrisino stampato in volto.
Un sorriso sempre bellissimo, ma strano.
Si chinò per cercare qualcosa, dopo pochi minuti sia rialzò con in mano gli eccentrici pantaloni di lui.
Prese dal comodino un paio di forbici, e, sotto gli occhi attoniti del rosso, ridusse quei pantaloni che tanto amava in un mucchietto informe di striscioline gialle e nere.
Poi camminò fino al comò, dove trovò gli occhialoni del rosso, che gettò a terra e cominciò a pestare impietosamente fino a distruggerli.
Infine la bruna si avvicinò al suo uomo, con un sorriso ancora più largo.
“Ora sei perdonato, ti amo, tesoro!” rispose con dolcezza baciandogli il naso. “Se ci riprovi ti brucio la pelliccia” continuò con la sua voce soave.
Si rivestì e rimise a posto i suoi vestiti nell’armadio.
Kidd rimase di sasso.
La sua Costa di
Sedano faceva sempre sul serio, per questo la
amava così tanto.
NdA: La tirata
d'orecchio a Kidd è d'OBBLIGO, quindi fate la fila pleaseXDXD