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Autore: manubibi    06/06/2011    4 recensioni
(Crossover Iron Man/AI - Intelligenza Artificiale) Cosa succederebbe se Tony Stark, in un giorno più sforturnato che fortunato, si imbattesse per caso in un robot? O meglio in un mecha costruito appositamente per sedurre? E se il suddetto mecha prendesse una cotta per lui? Una grossa, enorme scocciatura.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over, Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sono pochi i momenti in cui Tony può dire di non essersi pentito di aver riacceso Joe, eppure ci sono. Per esempio, ora che porta una traversina bianca - invece del solito poncho - e gli sta portando un bel tacchino, tagliandolo a fette precise in pochi movimenti esperti. Grattandosi la barba ed alzando le sopracciglia in segno di riflessione, Tony si dice che questa sua capacità di usare così bene le lame di tutti i tipi potrebbe tornargli utile. Aggiunge alle ipotesi l'idea di convincere Joe che si innamorerà di lui se rimarrà in cucina a fargli da mangiare mattina e sera. E se non lo seguirà più a convention importanti come l'altra volta... Si passa una mano sul viso solo a pensarci.

- Va tutto bene, Tony? - Chiede la voce gentile di Joe. Lo guarda ed annuisce, osservando come il robot riesca a tagliare la carne perfettamente, anche senza guardarla. - Sembri stanco. Sei stanco? - Insiste il mecha, sempre fissandolo, senza cambiare espressione.

- Sì, sì, Joe, non ti preoccupare, guarda quello che fai invece - Replica, rendendosi conto che non ce n'è nessun bisogno, ma non gli piace che si metta a fissarlo ed un giorno glielo dirà! 

Finalmente il pranzo è pronto e Tony sta contemporaneamente mangiando e digitando sul suo cellulare, lasciando chissà quali direttive a Pepper o a qualcun altro. Joe, con un moto di ammirazione, mormora che Stark è proprio un uomo intelligente. Riesce persino a fare due cose insieme! Se Pepper fosse lì gli direbbe che per una donna il multitasking è normale amministrazione, ma in quel momento non c'è e non può smontarlo. Metaforicamente.

Se c'è una cosa che irrita tantissimo Tony Stark è... Beh, un sacco di cose. Joe, i politici, i malanni, . Insomma, quello che irrita Tony e che si applica alla circostanza è essere interrotto mentre mangia.

In questo momento, dal richiamo alla porta.

- Jarvis, chi è.

- Sono degli agenti della Strategic Homeland Intervention, Enforcement--

- Lo SHIELD, okay, che vogliono - Lo interrompe, continuando a masticare, annuendo a Joe per mostrare apprezzamento; quest'ultimo che batte le mani contento, sorridendo apertamente mentre Tony lo segue con lo sguardo ironicamente.

Stark? Chiama una voce fin troppo conosciuta, attraverso l'altoparlante. Tony sospira, poggiando la forchetta sul piatto e le mani sul tavolo, con aria scocciata.

- Agente Coulson, qual buon vento? Le sono cresciuti i capelli?

Stark, ci faccia entrare, dobbiamo parlarle di una cosa, insiste la voce, ignorando completamente la provocazione.

- Non credo proprio, sto mangiando - Ghigna il magnate, ricominciando a mangiare.

Tony, si tratta di Joe, aggiunge una voce femminile ancora più familiare.

- Pepper, bravissima, mandali via, possono tornare domani - Esclama, sospirando mentre Joe torna da lui, guardandolo con aria un po' sinistra. Più del solito, insomma.

Fai entrare almeno me?, lo apostrofa la voce risentita della CEO delle Stark Industries, facendo pesare tutta la sua nuova autorità. Tony sospira di nuovo, guardando Joe. - La facciamo entrare? - Chiede con un ghigno. Joe si limita a fissarlo, senza cogliere la minima traccia di ironia. - Ah, al diavolo. Jarvis, apri la porta - Concede infine, alzandosi dal grande tavolo e passando davanti al robot, che si limita a guardare lui e poi il piatto, apparentemente confuso.

Tony, con uno sguardo sarcastico, appare alla porta che si sta aprendo proprio in quel momento, sorridendo cauto alla fidanzata - che chiaramente gli lancia uno sguardo scocciato per poi entrare - e guardando impaziente l'agente di fronte a sé. 

- Allora? Che c'è stavolta? Non ho sentito niente alla tv... O c'è qualche crisi internazionale che mi è sfuggita? Oh, no, ma siete qui per Joe. Che c'entra lui con voi? Pensate che sia una spia, o--

- In verità siamo qui per sequestrarlo - Lo sovrasta Phil Coulson, con l'espressione irritata che esprime perfettamente il suo pensiero, cioè che sia ridicolo che sia stato mandato da Tony per una bazzecola simile. Quest'ultimo alza un sopracciglio, preparandosi a ridere. 

- Scusi? Quel robot è mio - Risponde strafottente, pronto a chiudergli di nuovo la porta in faccia.

- No, vede, quel robot appartiene alla Artificial Intelligence, che ne ha reclamato il possesso. Vogliono rottamarlo, perché è stato progettato male - Replica l'altro, annoiato, sperando di sbrigare la faccenda il prima possibile. Tony, diventando improvvisamente più serio, si accarezza il mento, riflettendo. Senza tenere conto delle mille domande che gli sono venute in mente su come un'industria possa sapere che Joe è da lui - tutte domande fin troppo stupide, dato che sicuramente il robot ha qualche chip che lo tenga sotto traccia coi satelliti o chissà cos'altro.

Da quanto tempo aspettava un'occasione simile di liberarsi di quel robot inopportuno? Troppo. Quanti guai gli ha creato da quando l'ha acceso la prima volta? Tantissimi. Quant'è inquietante nel suo modo di porsi? Immensamente. Quanto lo scoccia... Insomma, sono molti più i pro che i contro. Anzi, già il fatto che si sia messo a soppesare la propria decisione è preoccupante.

- Certo, va bene. Entrate - Risponde, facendosi da parte e lasciando passare anche tre tizi dall'aria sterile e matematica. Sì, insomma, scientifici fino alla punta dei capelli. Magari sono dei mecha anche loro, gli viene da pensare. 

Mentre avviene il "sequestro", che in realtà avviene in modo molto pacifico e, anzi, entusiasta, Coulson mormora ad alta voce mentre firma un foglio.

- Anthony... Edward... Stark. Va bene, Tony, tutto in regola.

- Anthony? - Chiede la voce svampita di Joe, che di tutto questo ha solo realizzato il vero nome di Tony.

- Sì, Joe, è il mio nome - Risponde il magnate con aria ironica.

- Oh! Anthony! Mi piace Anthony! Anthony è il tuo nome e non lo sapevo! - Esclama entusiasta il robot, mettendosi a ripetere il nome di Tony per minuti interi, facendo capire a tutti il motivo per cui l'Oramai Anthony sia così felice di liberarsene.

Cinque minuti dopo la figura bizzarra di Joe oltrepassa la soglia, sospinta gentilmente dai figuri anonimi, senza protestare. Cammina dritto, sparando domande a raffica sul dove stanno andando e cosa succederà, senza però sembrare particolarmente allarmato. Tony rimane a guardarlo, sovrappensiero, mentre sale sul furgone nero dello SHIELD. E coglie lo sguardo di Joe che nonostante la propria artificiale tristezza lo colpisce, anche se ancora non se n'è reso conto. E la vettura scompare velocemente in un polverone sollevato dal vento e dalle ruote che sgommano portando via Gigolo Joe.

 

All'inizio Tony si occupa di tutt'altro, a mente finalmente libera, come progettare applicazioni per il proprio sistema informatico, ascoltare le notizie alla tv e chiacchierare con Pepper, dato che entrambi sono notevolmente più rilassati. 

- Beh, finalmente il problema è sparito, no? - Chiede lei, oltrepassandolo sorridente e con una pila di vestiti stirati in braccio. - Oh, ma aspetta, si è portato via il poncho e i tuoi pantaloni aderenti - Aggiunge, ridacchiando fra sé e sé. 

Tony, alzando gli occhi al cielo, sparisce al piano interrato senza una parola, come capita spesso per via del suo occasionale carattere lunatico.

Lavorando ad un'armatura, si rende conto che ha disegnato un modello sottile, le fessure per gli occhi con un taglio che conosce bene. Sbatte le palpebre e cancella tutto, ricominciando. E disegna di nuovo una figura simile. I tentativi vanno avanti per un pezzo, ma il suo subconscio non vuole saperne di collaborare. Perciò, in un breve scatto di nervosismo, straccia tutti i fogli scarabocchiati, facendo qualche tiro al cestino. Accende un sigaro e, poggiandosi alla superficie metallica del tavolo di lavoro, riflette.

Non è normale che si sia messo a fare disegni di robot inquietantemente somiglianti a Joe. Non è proprio cosa buona e giusta, ci vorrebbe uno psicologo. Insomma, Coulson l'ha solo liberato di un peso, no? Com'è possibile che ora il senso di colpa si faccia un po' strada nei pensieri? Joe era solo un peso. Solo un peso.

Solo un peso, pensa, mentre sospira infilandosi nella propria armatura.

Ha deciso, ma spera solo di non pentirsene in futuro. Di nuovo.

 

NdA: E siamo già al penultimo capitolo D: non pensavo fosse già quasi finita! Comunque questo è il capitolo che mi ha divertita di più XD e spero piaccia anche a voi!

   
 
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