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Autore: Something Rotten    06/06/2011    2 recensioni
Le strade erano deserte, quasi fosse suonata una sirena, quasi fosse giunta l'ora di rincasare per chissà quale coprifuoco. Non c'era nessuno, tranne lui, ancora intento a fissare la strada, lui con le sue maledette tele sparse per tutto il marciapiede ed illuminate da un paio di lumini. Uno scenario tetro, se non fosse per i quadri stessi, così colorati, accesi e vivi, se non fosse stato per quei colori nessuno si sarebbe avvicinato a quel ragazzo, smunto, bianco e terribilmente tetro, come se avesse donato il suo colore ai quadri rimanendone sprovvisto.
Lui lo guardava sempre quel ragazzo. Quando le strade ed il locale si svuotavano se ne stava seduto al tavolino vicino alla vetrata per guardarlo. Non era uno stalker, soffriva solamente della "sindrome della portinaia", doveva sapere qualsiasi cosa di qualsiasi persona, la loro storia, le loro disavventure, ma non lo faceva per cattiveria, lo faceva per egoismo. Quando ascoltava le sventure altrui riusciva a rimpicciolire, a denigrare le proprie, era una sorta di contentino, una sorta di felicità apparente.
« Dovresti tornare a casa. Non voglio che per colpa mia tu venga nuovamente sospeso o messo in punizione. » il ragazzo gli aveva dato una pacca sulla spalla, incitandolo ad uscire « Qui continuo io. Questo è il bello di non essere più un liceale sfigato e di non avere genitori o insegnanti fra i piedi. »
L'altro gli aveva sorriso, distogliendo lo sguardo dal ragazzo delle tele.
Genere: Fluff, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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lslsls Come al solito vi ringrazio per commentare o solamente leggere questo schifo *-*
E non ho niente da dire, stranamente, tranne che "ci vediamo alla prossima" ù_ù
<3

We are like Dominoes. I fall for you. You fall for another.


Capitolo 6°


« Piacere, Shaun. » gli aveva testo la mano sorridendogli, il ragazzino l'aveva stretta con titubanza, ogni poro del suo corpo trasudava timidezza.
« Spencer, piacere mio... »
Shaun l'aveva guardato per un po, prima di chiedergli che università frequentasse. C'era qualcosa in quel ragazzino che lo attirava, forse era il contrasto tra i capelli - non poi così chiari- e quella pozza celeste degli occhi. Come se gli occhi appartenessero ad un'altra persona, non che stonassero, ma rendevano strano ed intrigante l'effetto finale, era come se qualcuno avesse scambiato i suoi occhi con quelli del ragazzino.
« Io.. veramente ho accompagnato un mio amico qui, non vado all'Università. » aveva ammesso grattandosi la nuca e guardandolo di sottecchi.
« Ah, bene perché neanche io ci vado... cioè fingo di andarci. Ma non lo dire a nessuno, altrimenti dovrò ucciderti. » aveva commentato serio.
Spencer, per un attimo, aveva avuto paura che quella minaccia fosse seria, ma il sorriso che l'aveva seguita gli aveva fatto togliere dalla mente quel pensiero. Avevano chiacchierato per un po su un muretto poco lontano dall'ingresso del locale - troppo affollato e rumoroso per riuscire a sentire persino la loro stessa voce-.
« Vuoi qualcosa? Che ne so una red bull? Un qualcosa d'alcolico? » gli aveva chiesto Shaun mentre scendeva dal muretto.
« Quello che vuoi tu, non ho preferenze strane. » aveva risposto sorridente.
« Vieni dentro?! Ho un paio d'amici che credo siano stati risucchiati da un vortice spazio-temporale. »
Spencer aveva annuito mentre si dirigeva verso l'entrata.

[..]

Gerard e Frank erano gli unici due che erano rimasti al tavolino, non perché mancassero le "probabili" vittime, ma perché non avevano alcun motivo di provarci, ognuno per un motivo diverso.
« Cosa è successo tra te e Shaun? Cioè.. ieri sera eravate così affiatati e poi questa mattina vi siete lanciati certe occhiatacce, o meglio lui a te.. » aveva commentato Gerard mentre sorseggiava il suo caffè « Sempre se posso saperlo, puoi sempre dirmi di farmi gli affari miei. »
« No, no. Tranquillo, niente di che. Eravamo soltanto ubriachi e... si beh, ci siamo baciati. » aveva commentato scrollando le spalle « Solo che io pensavo... si, che fosse un'altra persona e.. »
« L'hai detto ad alta voce, eh? Classico, ed è per questo che ho lasciato perdere l'alcol. » aveva commentato mentre un velo di tristezza gli copriva parzialmente quelle pozze verde lucido degli occhi.
« Oh... Allora... si cioè stasera... se non te la senti non c'è bisogno che vieni.. » aveva commentato Frank in preda al panico, non aveva mai pensato che un festino potesse creare problemi ad un ragazzo, non che conoscesse il genere di rapporto che aveva quel moretto con l'alcol, ma dalla tristezza e dal tono di voce si poteva capire che non era stato uno dei rapporti migliori.
« è acqua passata, ora mi so controllare. Sono passati tanti anni... »
« Vuoi parlarne? » aveva chiesto Frank spinto da una qualche forza interiore che non sapeva neanche di avere.
« Magari non qua dentro, che ne dici di un posto più tranquillo? Tanto non credo che sentano la nostra mancanza. » aveva commentato guardandosi intorno per vedere Neil appiccicato a quel Pete e Mikey che chiacchierava con un paio di ragazze.
« Dico che va benissimo, avviso Shaun sempre se lo trovo.. » aveva commentato alzandosi dal tavolino e cercando la figura dell'amico con gli occhi. L'aveva visto in uno dei tanti tavolini più appartati, quelli che si trovavano nella stanza adiacente.
« Shaun... io e Gerard andiamo a fare un giro. Quando volete andare via fai uno squillo sul mio, okay? » aveva chiesto ignorando il biondino dagli occhi azzurri che lo scrutava.
« Okay. Anche se non credo che mi servirà un passaggio molto presto. Buon divertimento. » l'ultima parola suonava più acida di quanto avesse voluto, ma era normale, era una reazione istintiva al fatto che fosse il tassello precedente, al fatto che si fosse innamorato - quasi perdutamente di lui- e che lui, invece, fosse innamorato del tassello successivo. Era una reazione istintiva all'effetto domino, ne erano tutti e due coscienti e l'accettavano, per quanto duro potesse essere.
Frank non aveva detto nient'altro, si era limitato a tornare da Gerard e a seguirlo fuori, all'aria aperta. Avevano camminato in silenzio per un po, finché non erano arrivati in un parchetto abbastanza tranquillo nel quale potevano parlare liberamente. Si erano seduti sull'erba in assenza di una panchina che non fosse occupata da una coppia o da un barbone.
« Forse quando avrò finito avrai la sensazione di avermi idealizzato, lo sai questo, vero? » aveva chiesto mentre  Frank cercava un motivo valido per il quale avesse dovuto ricredersi su quel ragazzo « Beh, sempre se tu mi abbia mai idealizzato! Ci conosciamo da due giorni o forse tre! Comunque... quando lavoravo da Toro ero simile a te, sai un ragazzino pieno di aspettative per il futuro e tutte quelle stronzate là, non avevo mai toccato un goccio d'alcol e Ray faceva in modo che io non lo toccassi per nessun motivo. Amavo stare in quel bar, anche perché conoscevo Ray dai tempi delle medie e mi trovavo bene con lui. Mikey era troppo piccolo persino per ricordarselo quel locale, ecco perché non ti ha detto nulla. Neanche mia madre sapeva che lavoravo lì. Lo facevo per mettere  da parte un paio di soldi per comprarmi una chitarra, strano eh? Io che non ho mai suonato e che amo disegnare volevo comprarmi una chitarra! Era una mia fissa, pensavo che con un chitarra da strimpellare qualche ragazza mi avrebbe degnato d'attenzione. Così avevo chiesto aiuto a Ray. Comunque, tornando al mio lavoro, i primi tre mesi sono stati semplici, mi trovavo bene con i clienti, sapevo come conquistarli e mi sentivo libero di poter essere qualcuno diverso dal "ragazzo chiuso e strano con tendenze omosessuali che nessuno aveva il coraggio di guardare o di calcolare". Mi piaceva stare sveglio fino a tardi, quando la maggior parte dei miei compagni aveva orari per rincasare, mi piaceva comportarmi da grande ed un po come faceva Shaun fingevo di essere un universitario. Quando ho cominciato il quarto mese di lavoro è entrato un gruppo di persone nuove, una delle quali era un vecchio amico di Toro, non sapevo neanche chi fosse nonostante fossimo amici da tanto tempo. Era un ragazzo apposto - o almeno così sembrava- era carino, simpatico ed avevamo preso a frequentarci. Tutti e tre, che poi sarebbe anche il ragazzo della foto che ha messo Ray sulla parete. Diciamo che alla fine... beh, si, insomma eravamo una coppia. » aveva smesso di parlare dopo la definizione di coppia. Si era acceso una sigaretta guardando un punto impreciso del parco.
« Se non te la senti non è necessario che continui, okay? »
« Ho deciso che devi sapere tutto, non so bene il perché ma devi saperlo. » aveva commentato risoluto mentre scuoteva la testa e riprendeva a parlare al passato « Eravamo una coppia ed era bello, sai tutte quelle cose che si fanno, le passeggiate, il cinema, la casa libera. Prime esperienze e cazzi vari. Era una sottospecie d'idillio, ma lui aveva anche un altro gruppo con il quale uscivamo abbastanza spesso, ma che non era proprio come noi, cioè si lasciavano andare in varie cazzate, comprese pasticche e alcol. Noi eravamo lì e per le prime volte abbiamo lasciato perdere, ma poi sai come si è quando si è giovani, no?! Una volta dici di no, ma alla terza volta ti senti fuori posto, anzi ti fanno sentire così gli altri. Così dopo un paio di uscite abbiamo cominciato a prendere quello che capitava. Un circolo vizioso, finché lui non è stato coinvolto in un omicidio, una rissa che poi è finita in un omicidio. Lui e altre persone sono state prese e in assenza di prove che inchiodassero uno di loro e per via della quantità di droga e d'alcol che si trovava nei loro corpi li hanno rinchiusi in una di quelle cliniche per riabilitazione, è successo un paio d'anni fa e di lui non ho più notizie. Non è stata colpa mia, questo lo so, ma comunque se fossi stato capace di darmi un freno forse anche lui se lo sarebbe dato e ora non si troverebbe chissà dove... »
Frank non sapeva cosa dire, non sapeva quello che fare. Non era il tipo che si scandalizzava per quei racconti, conviveva bene in un mondo pieno di droga e d'alcol, non si faceva troppi problemi, ma c'era qualcosa negli occhi di quel ragazzo che lo destabilizzava, forse il fatto che lasciavano trapelare - ancora- una certa quantità d'amore nei confronti di quel ragazzo senza nome, o forse perché nonostante avesse detto che non si dava la colpa, il tono della sua voce, la postura del corpo e tutto il resto lasciavano trapelare che invece era proprio quello che stava facendo da qualche anno a questa parte.
« Io... cioè... mi dispiace. Non so bene che dire in queste circostanze, ma sicuramente non è stata colpa tua. » aveva commentato guardando il terreno.
« Stai continuando ad idealizzarmi. » aveva commentato ironico cercando di alleggerire l'aria.
« No, sto solo cercando di dire quello che penso. Che non è colpa tua. »
Gerard gli aveva sorriso scrollando le spalle.
« Ormai è successo, non è che posso fare poi molto, no? L'unica cosa che posso fare è abbandonare l'impulso di bere e cercare di evitare che qualche altro ragazzino  si distrugga come abbiamo fatto noi. »
Frank aveva annuito, sentendosi un po colpevole, lui e l'alcol andavano perennemente a braccetto. Non riusciva neanche a ricordare un giorno nel quale non aveva bevuto almeno una birra. A dire la verità non ricordava nulla dei giorni nei quali usciva con Neil e Shaun per bere o per divertirsi. Non era che, forse, anche lui era sulla via della distruzione proprio come Gerard ed il suo ragazzo?
« Se stai pensando che anche tu possa finire come me, non è possibile. Tu hai persone pronte a raccoglierti, nonostante i sbagli che hai fatto. »
« Forse. » aveva risposto mentre nella sua mente si riaffacciava il ricordo dell'espressione ferita dell'amico. Ma non ne aveva fatto parola, aveva continuato a parlare di altre cose, chiedendo al ragazzo come fosse la sua vita ora o di come fossero i corsi all'università e come domandone finale se avesse mai avuto un altro ragazzo dopo di quel tizio che ora era chissà dove. La risposta glaciale e fredda, quella negazione perentoria, non aveva fatto altro che farlo sprofondare nella depressione più acuta. Quel "no" lasciava intendere che non aveva nessuna voglia di uscire o innamorarsi di nessun altra persona. Decisamente c'era qualcosa che gli andava contro.

[...]
« Hai la T-shirt al contrario. » aveva commentato Mikey osservando l'espressione trasognata di Neil tramutarsi in un'espressione terrificata.
« Non è possibile! » aveva esclamato guardandosi il petto, fortunatamente era solo uno scherzo - ai limiti del bastardo-  dell'occhialuto « Mikey vaffanculo! Che ti dice il cervello... »
« A quanto pare hai fatto colpo, eh? » aveva chiesto divertito.
« Colpo? No, credo che mi tratti alla stregua di una puttanella, ma diamine... non era proprio da buttare. » aveva commentato riprendendo l'espressione trasognata « Te invece? »
Mikey lo aveva guardato, poi si era voltato intorno fino a quando non aveva trovato la figura di Shaun appollaiata completamente sulle gambe del biondino. Aveva sbuffato e commentato con un semplice "no". Neil non aveva ancora tutte le connessioni celebrali funzionanti per poter capire il senso di quelle parole e di quel "cattivo umore" improvviso, così aveva lasciato correre, ordinando a Pete due "vodka e red bull".
« Tieni, dolcezza. Sullo scontrino c'è il mio numero. » aveva commentato tirandogli un bacio e facendogli l'occhiolino. Mikey si era quasi strozzato con la bibita per via delle risate che premevano sulle labbra. Quel tizio era tutto meno che discreto e, come se non bastasse, aveva davvero un bel culo!
« Dolcezza... » aveva commentato ridendo, mentre Neil cercava di ucciderlo con lo sguardo senza avere i risultati sperati « Credo che dovremmo andare, che ne dici? »
« La trovo un ottima idea, prima che mi viene in mente di fare il secondo giro! Shaun l'hai visto in giro?! »
« è lì con un cicciobello. » aveva commentato sarcastico indicando un tavolino poco lontano dalla loro postazione.
Neil si era avvicinato dicendo che era ora di andare, bisognava preparare il festino e vedere se mancava qualcosa da bere o da mangiare prima che tutti i negozi chiudessero.
« Ah, vuoi venire questa sera? » aveva chiesto Shaun rivolgendosi verso di Spencer che aveva annuito porgendo un fazzoletto a Shaun per scriverci la via.
« Non ha perso tempo, eh? » aveva chiesto Mikey all'orecchio di Neil che aveva scosso la testa commentando con un "è il solito Shaun".
Avevano fatto squillare più volte il telefonino di Frank, conoscevano quanto ci metteva ad accorgersi che era il suo a suonare, soprattutto se distratto da uno come Gerard.
Shaun gli aveva seguiti fuori dal locale, osservando le occhiatine che Pete mandava in direzione di Neil.
« A quanto pare è andato tutto bene, eh? » aveva chiesto mentre Neil annuiva, tornando alla sua solita espressione trasognata « E te? Non hai trovato nessuno? »
« Beh, si potrebbe dire di no. » aveva commentato facendogli l'occhiolino  « Qualcuno d'interessante c'era. E spero che ci sia questa sera al festino, che ne sai per puro culo?! »
« Potevi invitarlo. »
« Non credo che ce ne fosse bisogno. » aveva commentato criptico prima di chiedersi dove fossero suo fratello e Frank.


   
 
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