Ready to love somebody.
« Be’,
questo credo di averlo capito.
»
Il modo in cui
Dorothy dondolava le gambe, seduta sullo steccato che delimitava il suo vecchio
campo di grano, doveva avere ancora qualcosa a che fare con la magia, forse con
le scarpette d’argento o con la cintura magica del Re delle Rocce;
perché lui non riusciva a
distoglierne lo sguardo.
« Non mi
sorprende » sorrise la ragazzina, i lunghi capelli scossi dal vento;
« con un cervello come il tuo, non puoi non capire una cosa così semplice. »
Magico... Sì,
doveva trattarsi di un qualche incantesimo, perché in tutta
onestà non riusciva proprio a ricordare cosa gli avesse appena spiegato.
«
Però ci sono tante cose che ancora non capisco » si lamentò,
dondolandosi sulle gambe molli.
« Davvero?
Quali cose, ad esempio? »
« Ad
esempio... » La tela del volto gli si raggrinzì tutta, mentre rifletteva
profondamente. « C’è una cosa di cui il Boscaiolo parla di
continuo e che io non ho mai sentito nominare dai corvi. Dorothy, che cosa
significa amare? »
Il visetto di Dorothy
diventò molto rosso. Forse era solo il riflesso del tramonto; ma lo
Spaventapasseri conosceva troppo bene ogni dettaglio del suo viso per non
notare che la differenza nasceva da dentro.
« Oh...
Be’, quando ami qualcuno... Be’, è quando sai che non potresti
mai stare senza di lui. Quando la cosa che conta di più è vedere
che ti cammina accanto. E vorresti... vorresti che per lui fosse lo stesso.
» Sorrise, timida, alzando un po’ le spalle. « Lo zio Henry
dice che per lui e la zia Emma è così. »
Lo Spaventapasseri
ci mise un po’ per notare che le sue gambe avevano smesso di dondolare.
C’era qualcos’altro, ora,
a fargli dimenticare tutto: forse il rossore del suo viso, o forse
semplicemente il modo in cui gli sorrideva, dallo steccato del campo di grano,
dallo stesso punto in cui si erano
conosciuti.
« Oh.
» E avvertì una cosa strana, anche, come di un topo di campo che
gli rosicchiasse la paglia nello stomaco. « E... tu pensi che io potrei amare te? »
Dorothy
saltò giù dallo steccato, così, di colpo, e gli corse tra
le braccia.
Di quello che
successe dopo non capì moltissimo – già, neppure di questo; ma, oh, gli piaceva così tanto che
Dorothy fosse lì a spiegargli le cose che un cervello non poteva capire.
[ 382 parole ]
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Credits: Somebody like you, Keith Urban
Contestualizzazione: volume III, ‘Ozma
of Oz’, durante la
permanenza di Dorothy a Oz dopo la missione a Ev
Questa è una delle canzoni più Spaventapasseri/Dorothy
che abbia mai sentito. Li rispecchia appieno. Appieno. Ci farò anche un video, presto, perché merita
troppo. ♥
Il riferimento allo zio Henry? Sarà anche un po’
OOC, ma dovevo scrivere di un
insegnamento che lui avesse dato a Dorothy sui sentimenti. Per me quell’uomo
è la dolcezza fatta persona. Parla poco, sorride meno, ma un singolo
abbraccio che dà alla nipotina è in grado di farmi sciogliere.
Grazie, come sempre, a chiunque passi da queste parti :)