Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: CowgirlSara    06/02/2004    1 recensioni
Potrà il re di Rohan affrontare questa ennesima sfida come le altre battaglie che ha combattuto? O essere traditi dalla persona amata è una ferita troppo dolorosa anche per un guerriero come lui? Arriverà infine il riscatto, per una donna che non spera più? La vita della sposa di Legolas dipende da loro... Una specie di seguito di "It looks like you".
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Eomer, Legolas, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
10 - Per raggiungerti

10 - Per raggiungerti

 

Now there's a million questions

I could ask about our lives

But I only need one answer

To get me through the night...

(Living in sin - Bon Jovi)

 

Il cielo stava appena schiarendosi, lei lo osservava da qualche minuto, rannicchiata tra le lenzuola; le candele sul tavolo vicino alla finestra si erano completamente consumate. Sentiva freddo, aveva dubbi; le braccia le facevano male... Si guardò i polsi, erano arrossati, le doleva anche la spalla, ma non si poteva lamentare, glielo aveva chiesto lei.

Lo sentì muoversi, ma non si voltò, almeno finché non si accorse che si era alzato dal letto; voltò appena il capo, e lo vide in piedi, si stava infilando i pantaloni.

"Io sto partendo con gli altri." Le disse, senza voltarsi, mentre afferrava la camicia; Serena si sollevò seduta, coprendosi con le coperte.

"Sì, lo so." Mormorò la ragazza; lui aveva raggiunto la porta. "Eomer..." Lo richiamò; combatteva col desiderio di sapere il motivo di quel bacio.

"Cosa c'è?" Domandò lui, girandosi; si guardarono negl'occhi, Eomer sembrava triste. La ragazza non riuscì a dire nulla.

"Niente..." Negò lei, chinando la testa; lui sospirò e uscì.

Serena si rigettò sui cuscini, coprendosi gli occhi con il braccio; tra poco avrebbe dovuto alzarsi anche lei, se voleva seguirli. Si girò nel letto e si ritrovò nel punto in cui aveva dormito Eomer; le lenzuola conservavano ancora il calore del suo corpo. La ragazza afferrò il suo cuscino e lo strinse tra le braccia, cercando nel suo odore il conforto che le sue braccia non le avevano dato...

Meno di un'ora dopo, Serena era ferma in cima allo scalone principale di Meduseld; indossava dei pantaloni, stivali e una casacca di velluto nocciola, si era fatta una treccia coi lunghi capelli castani. Stringeva nervosamente un paio di guanti.

"Serena?" Eowyn era sinceramente stupita di vederla lì, vestita in quel modo poi; la ragazza si voltò, guardando sorpresa la principessa.

"Oh, Eowyn, sei tu..." Balbettò.

"Non vorrai venire con noi?" Le domandò la fanciulla dai capelli biondi, guardandola negl'occhi incuriosita.

"Credo di sì... Sì, vengo con voi." Rispose Serena, da prima titubante, poi con sicurezza; Eowyn la fissò per un attimo, in silenzio.

"Beh, allora sbrighiamoci, non ci aspetteranno all'infinito." L'incitò poi, con una leggera spinta sulla schiena ed un sorriso; Serena si sentì rassicurata, così la seguì per le scale.

"Ieri sera sono venuta da te, ma non eri in camera tua." Le disse la principessa, mentre scendevano le scale; l'altra ragazza la guardò, arrossendo. Pregò che non se n’accorgesse.

"Sono andata a parlare con Eomer." Confessò con voce flebile; Eowyn si fermò, guardandola stupita.

"Sei andata da lui? E che cosa vi siete detti?" Le chiese, ferma tra uno scalino e l'altro.

"Beh, a dire il vero... la discussione non è stata molto costruttiva..." Si limitò a rispondere Serena; Eowyn aggrottò le sopracciglia.

"Voglio sapere cosa vi siete detti." Dichiarò la principessa, risalendo il gradino, per fermarsi accanto all'altra ragazza.

"Ma niente..." Biascicò Serena, che non sapeva più dove guardare. "Ho solo chiarito alcune cose..." Aggiunse titubante.

"Ti ha trattata male? Per questo non vuoi dirmelo?" Ipotizzò Eowyn.

"Ma no..."

"Allora perché non vuoi confidarti con me... Io voglio solo aiutarti..." Affermò la ragazza bionda, e mentre lo faceva afferrò il braccio destro dell'altra.

Serena, a quella stretta, seppur leggera, non poté fare a meno di lamentarsi stringendo i denti, e sottraendo l'avambraccio per stringerselo con l'altra mano.

"Che c'è?" Domandò subito Eowyn.

"Niente." Replicò la ragazza castana, lasciando il braccio.

"Non mentirmi, fammi vedere." Le ordinò la principessa, ma lei si ritrasse; l'altra però aveva i riflessi più pronti, e le afferrò l'avambraccio, tirandole su la manica della casacca. Il polso ed il braccio, anche oltre il gomito, erano arrossati e segnati da lividi ancora freschi; erano anche chiari i segni di dita, la stretta di una mano forte.

"Te li ha fatti lui?!" Chiese Eowyn, con espressione torva.

"Non pensare male..." Mormorò Serena, ricoprendosi il braccio segnato.

"E' stato lui?!" Insisté la principessa; la ragazza dagli occhi grigi confessò col silenzio. A quel punto Eowyn prese a correre giù per le scale, precipitandosi nel cortile dove aspettavano gli altri; Serena la seguì preoccupata.

La dama di Rohan si piantò davanti al fratello, che era fermo vicino al suo cavallo; l'uomo la guardò, stupito dalla sua espressione severa.

"Che cosa vuoi?" Le domandò sprezzante.

"Che cosa le hai fatto?" Ribatté Eowyn stringendo i pugni; Eomer sollevò le sopracciglia senza capire.

"Non capisco di cosa parli..." Mormorò il re del Mark.

"Sei stato tu a conciarla così, ammettilo!" Esclamò la sorella, indicando un punto alle spalle dell'uomo; lui si voltò e vide Serena ai piedi delle scale. Capì immediatamente a cosa si riferiva Eowyn, di certo aveva visto i segni sulle braccia della ragazza; la guardò con occhi tristi, poi chinò la testa.

"Eomer!" Lo richiamò la principessa; lui rialzò il capo, con aria più decisa.

"Non le ho fatto niente che non volesse anche lei." Dichiarò infine, tornando ad occuparsi della sella. "E, se vuoi saperlo, non è l'unica che si è fatta male ieri sera." Aggiunse senza girarsi; Eowyn era allibita, ma non soddisfatta, lo lasciò, riavvicinandosi alla ragazza.

"E' così?" Le domandò decisa; Serena strizzò i guanti che aveva tra le mani, poi sollevò gli occhi su di lei.

"Glielo ho chiesto io." Rispose la ragazza castana, fissandola; Eowyn spalancò gli occhi. Serena tornò a guardarsi le mani; era calato il silenzio.

"Piuttosto..." Eomer fu il primo a tornare a parlare, girandosi verso Serena. "Che cosa ci fai qui?" Le chiese.

"Vengo con voi." Rispose la fanciulla; lui aggrottò le sopracciglia e si voltò verso i compagni.

"E chi l'ha deciso?!" Esclamò; l'elfo e il ramingo lo guardarono.

"Io e Legolas." Dichiarò Aragorn, mentre stringeva le cinghie della sua sella.

"Da quando non mi s’interpella più?" Protestò il re di Rohan, osservando gli amici condurre i cavalli nel cortile esterno.

"Non era necessario." Intervenne Legolas, poi si girò verso Serena. "Ti ho sellato il cavallo." Le disse; lei fece un cenno col capo, sorridendo timidamente.

Eowyn, in mezzo a tutto questo, era rimasta immobile, stupita e muta; a che punto fossero arrivati quei due lo poteva solo immaginare, dal basso della sua poca esperienza in fatto di relazioni intime. Ancora una volta arrivava tardi, ancora una volta quello che sapeva era troppo poco; e ora aveva centinaia di domande, senza risposta.

"Io volevo solo una risposta, solo sapere la verità..." Mormorò a voce bassa; Eomer, Serena e gli altri non la sentirono, la voce era coperta dallo scalpiccio dei cavalli.

"Volete sapere la verità?" La principessa si voltò di scatto, sorpresa dal fatto che qualcuno l'avesse sentita; si trovò davanti il volto nobile e serio di Faramir.

"Io..." Non sapeva proprio cosa rispondergli.

"Pretendete sempre troppo, e anche cose che non potete avere." Affermò il cavaliere, con chiaro riferimento al suo interesse per Aragorn. "Volete sapere la verità?" Insisté lui; lei lo guardava indecisa. "La verità è che voi mi piacete, Eowyn... e parecchio." Confessò il principe dell'Ithilien, con tono calmissimo; la donna spalancò gli occhi, ma lui non rispose, anzi si allontanò verso il cortile esterno. "Ah, il vostro cavallo è pronto." Aggiunse prima di sparire dalla sua vista. Adesso sì, che era esterrefatta.

 

FORSE HAI RAGIONE LA NOTTE FA PAURA

MA SIEDI ACCANTO AL FUOCO E IL BUIO SI DIRADA

CREDIMI AMORE IL SOLE ARDE SOLO

PER CHI SI SA SCALDARE LASCIATI ANDARE

(LA VITA CHE SEDUCE - NOMADI)

 

Le elfiche dita di Legolas passavano l'unguento curativo sul suo braccio malandato con una delicatezza quasi irreale; lui e Enid erano gli unici elfi che conosceva, ma gli erano bastati per capire in che modo si era costruita la fama dei Luminosi. Non c'era un gesto, in lui o nella sua sposa, che non fosse fatto con grazia infinita, la loro voce melodiosa era estremamente rassicurante e la loro luce infondeva un calore profondo, anche in un'anima segnata come la sua. Serena alzò gli occhi sull'elfo e gli sorrise timidamente.

"E' meglio non fasciarlo." Le disse, sorridendo a sua volta.

C'erano dei momenti in cui era talmente bello da togliere il respiro; per un umano era difficile abituarsi al fascino di un elfo. Certo a lei piaceva anche Eomer, era molto bello, virile e dolce allo stesso tempo, ma la bellezza di Legolas poteva oscurare perfino la luna, che pure splendeva argentea nel cielo. Sentiva di provare per lui solo un grande affetto, anzi il suo primo desiderio era quello di rivederlo con Enid; avrebbe combattuto per questo, doveva troppo ad entrambi.

"Grazie." Mormorò la ragazza; l'elfo le fece una carezza sul volto.

"Domani starai già meglio." Affermò Legolas.

"Ieri sera, noi..." Riprese Serena, chinando gli occhi; l'elfo le prese le mani.

"Non devi spiegarmi niente." La interruppe.

"Il fatto è che, forse, non abbiamo risolto nulla." Si rammaricò la ragazza, tornando a guardarlo negl'occhi.

"Non dire così." Intervenne Legolas. "E' servito a capire che provate le stesse emozioni, siete solo confusi, perché non capite come l'amore possa sopravvivere a tutto quello che vi è successo." Le spiegò; lei ascoltava attenta. "Ma devi sapere che l'amore è forte, Serena, e può sopravvivere ad eventi che non puoi nemmeno immaginare."

"E nascere nei terreni meno fertili..." Sussurrò la fanciulla, continuando a guardarlo negl'occhi; l'elfo sorrise.

"Non credere che il tuo cuore sia arido, devi solo lasciare che la luce lo raggiunga." Dichiarò Legolas.

"Le stesse parole di Enid..." Si stupì Serena.

"Noi siamo un'anima sola." Affermò lui, alzando gli occhi alla notte azzurra intorno a loro, che profumava come il dolce elfo dai capelli rossi.

 

Vicino al fuoco, distanti qualche metro dall'elfo e dalla ragazza, stavano Aragorn e Eomer; il re del Mark ogni due minuti si voltava verso i due, sperando che l'amico non se n’accorgesse, ma non è tanto facile sfuggire all'attenzione di un ramingo.

"Che avranno tanto da parlottare quei due..." Commentò Eomer poco dopo, gettando un altro ceppo sul fuoco; Aragorn sorrise tra se, avendo la conferma alle sue osservazioni.

"Devi capire che Serena, ora come ora, è l'unico collegamento con Enid per lui." Gli spiegò il re di Gondor. "Non devi essere geloso..." Aggiunse con un sorrisetto malizioso; Eomer gli diede un'occhiata offesa.

"Bada a quello che dici..." Minacciò il re del Mark.

"Eomer..." Riprese comprensivo Aragorn. "Credevo avessi superato il rancore, che ieri aveste parlato." Aggiunse guardandolo negl'occhi.

"Lei mi ha detto delle cose, io ho solo perso il controllo..." Confessò Eomer, chinando lo sguardo.

"Il desiderio a volte è difficile da tenere a bada." Commentò Aragorn, rivolgendo l'attenzione al fuoco.

"Specie se provocato." Rincarò l'uomo dai capelli biondi, sbirciando Serena.

"Ad ogni modo, il desiderio è solo una forma amico mio, l'amore è molto più complesso, e tu lo stai scoprendo proprio ora..." Gli disse il ramingo, ma si accorse che l'amico non lo stava ascoltando, assorto nella contemplazione della fanciulla alla luce della luna.

"Ma dov'è mia sorella?" Chiese all'improvviso Eomer alzandosi; Aragorn risollevò lo sguardo, seguendo i suoi movimenti. Era chiaro che voleva cambiare discorso.

"Mi ha detto che andava a fare un giro di controllo." Gli rispose. "Puoi stare tranquillo, con lei ci dovrebbe essere Faramir." Aggiunse il re di Gondor.

"E' proprio per questo che mi preoccupo..." Borbottò Eomer guardandosi intorno, mentre si allontanava.

Continuava ad avere paura che qualcuno gli leggesse dentro quello che provava, e che lo facesse più chiaramente di quanto non riuscisse a fare lui stesso. Dove nasceva la capacità di perdonare? Superare il rancore... Lo aveva fatto? Forse... per un attimo... All'improvviso risentì la sua pelle sotto le mani, il suo corpo sotto di se, il suo profumo... e quel bacio sulla guancia di Serena...

 

La luce di una luna particolarmente splendente filtrava tra i rami degli alberi; Faramir stava pattugliando i dintorni dell'accampamento, quando un rumore lo fece mettere in guardia. Il cavaliere si voltò con la mano sull'elsa della spada.

"Oh, Eowyn, siete voi..." Mormorò, appena si accorse che era la principessa, lasciando l'impugnatura dell'arma.

La ragazza si avvicinò in silenzio, mentre lui tornava a darle le spalle; Eowyn fece qualche passo e vide che Faramir restava immobile, così si appoggiò ad un tronco.

"Dicevate sul serio, stamani?" Gli domandò la principessa, dopo infiniti minuti di silenzio; lui si girò piano e la guardò negl'occhi.

"Può darsi." Rispose poi evasivo. "Vi interessa... davvero?" Aggiunse, calcando le parole; lei lo osservava, incerta sulla reazione da avere.

Faramir era abbastanza alto, snello, capelli castano chiaro che gli arrivavano alla base del collo in morbide onde, con i tratti del viso affilati e severi e due penetranti occhi grigio verdi, simili a quelli di un gatto; aspettava serio, con il capo reclinato di lato e le mani appoggiate sull'elsa della spada.

"Io... il fatto è che... non ho molta esperienza con le faccende di corteggiamento..." Balbettò Eowyn, voltando lo sguardo.

"Credevo foste più disinibita." Commentò il principe dell'Ithilien; lei gli lanciò un'occhiata di fuoco.

"Non confondete l'ardore in battaglia con la mancanza di pudore!" Gli gridò; lui rise. "E non ridete di me!"

"Oh, perdonatemi!" Esclamò il cavaliere alzando le mani. "Non vi volevo offendere."

"Ma ci siete riuscito... e non siete nemmeno il primo uomo che lo fa..." Ribatté Eowyn, ma terminò la frase abbassando il capo. Non vide che mentre lo faceva l'espressione di Faramir si era indurita.

"Smettetela di crogiolarvi nella vostra sconfitta sentimentale." Le disse secco; lei tornò a guardarlo. "Vi siete innamorata della persona sbagliata, ma non dovete farvelo pesare per tutta la vita." Continuò deciso. "Siete troppo giovane e bella per sprecare il cuore dietro ad un uomo che non vi vuole, pur pieno di qualità che sia." Dichiarò infine, coi pugni stretti ed il respiro affannato.

"Faramir..." Riuscì soltanto a dire la principessa.

"Tanto più che questo vi distrae da obiettivi ben più vicini, e raggiungibili..."

"Faramir, io..." Riprese Eowyn, staccandosi dal tronco e facendo qualche passo verso di lui. "Io sto tentando di guarire da questa malattia, ma è difficile..." Continuò. "Lui è il primo uomo che io abbia amato, e l'ho fatto con una tale intensità che ha spaventato anche me. E' come un morbo, è entrato dentro di me, e mi sto disintossicando lentamente." Aggiunse seria, arrivandogli accanto. "Avrei bisogno di aiuto, ma sono sola. Enid, la mia più cara amica, se i Valar me la faranno ritrovare, vive lontano, le sue lettere mi hanno dato conforto e aiuto, ma ho dovuto combattere le battaglie più dure da sola, ed è difficile quando il cuore vorrebbe uscirti dal petto e gridare ARAGORN TI AMO..." Il fiato sembrò finirle, quando pronunciò quelle ultime parole; poi si voltò all'improvviso, facendo un passo, come per nascondersi nell'oscurità.

Faramir la guardava, comprendendo quanto poteva essere veramente arduo strapparsi dal cuore un amore tanto grande; ma lui era pronto a sacrificarsi, ad essere la medicina che questa donna cercava, avrebbe sopportato di non essere amato quanto Elessar, pur di rendere felice lei...

"Fa freddo..." Mormorò Eowyn, stringendosi nelle braccia; il cavaliere, quando realizzò le sue parole, si slacciò subito il mantello e, dopo essersi avvicinato, lo depositò sulle sue spalle, avvolgendola delicatamente anche con le braccia.

"Non siete sola, Eowyn, perché io ci sarò sempre se avrete bisogno, anche se dovessi fare cento volte la strada tra Minas Tirith e Edoras sotto la neve..." Le sussurrò, stringendo a se il suo corpo sottile; lei socchiuse gli occhi, assaporando la tenerezza di quell'abbraccio e di quelle parole.

"Grazie, è molto bello quello che avete detto..." Bisbigliò la fanciulla, appoggiando il capo sulla spalla del cavaliere.

"Non c'è niente che io desideri di più che starvi vicino." Dichiarò Faramir, senza slacciare le braccia da lei.  

"Allora cominciamo a darci del tu." Suggerì Eowyn, alzando gli occhi sul viso dell'uomo e sorridendo.

"Come vol... come vuoi tu." Rispose Faramir, facendole un timido sorriso; poi le si accomodò tra le sue braccia, e rimasero così, a contemplare la luna.

 

CONTINUA…

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: CowgirlSara