...Because it's over

but

smile because it

HAPPENED

~ Facile. Troppo facile a parole. Dire di non piangere,
di non battere istericamente i piedi per terra.
Perché ormai ci siamo. Trentasei giorni. Trentasei giorni
terribilmente angoscianti.
E poi...la fine.
Fine, fine, fine fine!
Sembra perdere significato se la si ripete tante volte, vero?
Queste misere quattro lettere che ti fanno cadere
il mondo addosso.
Entrando nello specifico, la tua fine lascerò per sempre
una cicatrice nel mio cuore.
A forma di saetta?
Probabile.

~ “Mamma che libro è quello?”
chiese stupita una bambina sui sette anni,
guardando la madre con un sopracciglio alzato
e indicando un libro
dove in copertina c'era un ragazzino con dei topi in testa.
Assurdo, no?
“Oh, questo? Dicono che è un libro per bambini,
però lo voglio leggere prima io,
per vedere se va bene per te e..”
“Poi posso leggerlo anche io?”
la interruppe la bambina, curiosa.
“Forse”
 

~ “Non aspettarti che ti riapra” dice
la quattordicenne,
spostandosi una ciocca di capelli,
che le era caduta davanti al volto,
rivolgendosi al libro buttato
malamente a terra.
Non ottenendo risposta dall'oggetto, continua.
“Non dopo quello che mi hai fatto.
Non dopo.... Fred...”
la voce le si spezza, mentre pronucia
queste ultime parole, e le salgono le lacrime agli occhi.
Si mordicchia il labbro inferiore, esitante,
guardando il libro buttato ai suoi piedi.
Poi, con un sorriso, lo raccoglie, lo pulisce dalla polvere inesistente,
e si riimmerge nella lettura.

~ Ciao Harry.

E che rimanga una 'ciao'.
E non diventi mai un addio.
Però ormai ci siamo, eh?
Alla fine.
Lo percepisci anche te? Certo, la fine c'è già stata,
ma io non l'ho voluto ammettere,
e dubito che lo farò mai.
Perchè.. io non la volevo, la fine.
Non volevo leggere l'ultima parola
del libro che mi ha accompagnato per tutta l'infanzia.
Curiosità? Stupidità?
Probabilmente entrambe.
E adesso, l'unica cosa che mi rimane da fare è
scappare dal cinema due minuti in anticipo.
Ma non avrà lo stesso significato.
La versione cartacea di te è quella più importante.
Ma lo sia cosa c'è di strano?
Io non ti ho mai, mai, immaginato.
Certo, eri comunque il ragazzino fuori dagli schemi,
da capelli spettinati e gli occhi verdi,
ma quando correvi a perdifiato la strada che portava da Hagdrid,
o quando facevi capriole a cavallo di una scopa volante,
eri solamente una figura umana non bene definita.
Costantemente di spalle.

Scusa, ma sopratutto grazie.
Grazie e te,
grazie a Jo, per aver creato questo fenomeno,
grazie al 'forse' di mia madre, che è diventato un 'si',
e grazie anche al gufo, che becchetta fuori dalla mia finestra,
con una lettera nel becco.
Con in allegato le scuse per i quatto anni di ritardo.