Ed
eccomi qui
di ritorno con un’altra….cosa?
O.O
Boh
non so
manco come chiamarla e non so da dove è uscita,so solo che
me la volevo
togliere da davanti alle scatolette per poterne scrivere
un’altra.
(Ancora!?!
ND
Tsurugi)
Si
perché io
vi torturerò fino alla morte! MUHAHAHAHA
Dopo
Hidden
Darkness beccatevi questa,e come sempre a dopo le spiegazioni e le
fucilate^^’’
A
voi.
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...COUNTDOWN...
10:
Come le volte che abbiamo dormito insieme.
Oh
le ricordo tutte con ogni singolo particolare perché
la sola tua
presenza
me li faceva imprimere a fuoco. Ricordo quando ti
raggomitolavi su te stesso perché dicevi di avere paura del
buio e
successivamente ti tiravi su le coperte. Mormoravi imbarazzato qualcosa
sul
fatto che quelle calde mante di stoffa ti facevano sentire al coperto.
Allora
io sorridevo e ti abbracciavo dolcemente,sussurrandoti
che sarei stato meglio di una semplice coperta perché io ti
avrei protetto
col mio corpo. E
dopo quelle parole
sussurrate con affetto finalmente riuscivi ad addormentarti sereno.
9:
Come
il numero
della mia maglia.
Quella
stessa maglia che ti affretti ancora oggi a
stringere ogniqualvolta ne senti il bisogno,per un aiuto,per un
consiglio o per
un semplice abbraccio. La maglia gialla e azzurra che ci faceva e ci fa
realizzare di essere uniti
in ogni situazione,nel bene e nel male.
8:
Come i
puntini della coccinella che trovammo nel giardino di casa tua.
Chissà
se te lo ricordi. Eravamo piccoli – quanto
potevamo avere – sei anni? Eravamo entusiasti della nostra
scoperta. Guardavamo
quel piccolo insetto come dei pirati potevano guardare il loro
tesoro,con gli occhi che brillavano di gioia e...possessività.
Si,perché
alla fine decidemmo di nascondere la coccinella dagli altri
bambini,perché
quella doveva essere il nostro piccolo segreto tinto di rosso.
7: Come le nostre
“case”.
Rido
ancora adesso sentendo il loro nome e ripensandoci.
Non
erano delle case,bensì dei semplici nascondigli che
custodivamo gelosamente
alle elementari. Uno era il vecchio albero cavo
dietro il cortile. In primavera ci rintanavamo spesso al suo interno
per
assaporare meglio l’odore dei fiori e ascoltare il canto
degli uccelli o
semplicemente per passare del tempo da soli indisturbati. Da
bambini ci
si accontentava di questo in fondo no? Delle piccole cose. Poi
c’erano
l’armadio in disuso dell’aula di scienze,il
finestrone nascosto dietro la tenda
dell’aula di musica e il vecchio magazzino delle scope. Che
poi non c’erano
solo le scope...c’era anche quel maledetto scheletro finto
che la prima volta
mi cadde addosso facendomi,per la prima volta,urlare in tua presenza.
Che
più,fammi pensare...ah! L’angolo dietro le gabbie
dei conigli. Era pieno di
sabbia da essere un terreno facilmente modellabile per le farci le
piste delle
biglie...biglie che puntualmente,non si sa come,finivano proprio nella
gabbia
dei conigli. Poi c’era il mio preferito,quello che avevi
trovato tu per caso.
Ci credereste se vi dicessi che la nostra scuola ha una soffitta? Beh
è così e
in realtà scoprimmo anche perché,alla fine.
Inizialmente la nostra scuola
elementare doveva essere una villa moderna ma il progetto venne
cancellato e
sostituito,in seguito,con quello della scuola. E la soffitta
rimase,probabilmente per un errore di calcolo. Ma io adoro
quell’errore. La
soffitta era il posto più fresco,riparato e tranquillo di
tutta la scuola,un
vero paradiso per chi ha bisogno di un posto quieto per riflettere. E
io ne
avevo spesso un terribile bisogno dovendo sempre riflettere sui miei
sbagli per
poi finire col
piangere solo
ed esclusivamente
per essere
consolato da
te. Infine l’ultimo
posto non si trovava nella scuola,ma in giro per la città.
Lo cambiavamo sempre
perché ci piaceva esplorare ogni singolo antro della nostra
città,perciò i
posti che trovavamo sono ancora segnati su quel vecchio pezzo di carta
confinato
nel cassetto della mia scrivania,proprio come un tesoro.
6:
Come l’età
in cui ci siamo conosciuti.
Avevamo
incominciato la prima elementare e sia io che tu
eravamo due bambini dai caratteri completamente diversi.
Tu
sicuro,calmo e socievole.
Io
orgoglioso,riservato
e timido.
Eppure
fui io a fare la prima mossa,perché ero attratto –
anche se non è la parola più giusta da usare in
quel caso – da te e dai tuoi
modi di fare eleganti e amabili.
5:
Come le
dita di una mano.
Un
dettaglio strano vero? Eppure è un tuo segno
particolare. Te lo porti dietro da sempre forse,il vizio di contare usando
solo una mano,e quindi di cinque in cinque. Sei sempre stato tu quello
più
attento perché io perdevo sempre il conto,troppo concentrato
ad osservare ogni
tuo più semplice gesto.
4:
Come le
volte in cui mi sono nascosto nella giostra nel parco.
Da
bambino lo facevo spesso quando pioveva. Lo ammetto
sono sempre stato molto empatico ed emotivo. Mi era tanto semplice
ridere e
scherzare quanto lo era piangere a dirotto e auto-commiserarmi. Odiavo
me
stesso per essere troppo insicuro,odiavo me stesso per essere troppo
accondiscendente e odiavo me stesso per esistere. Ciò
nonostante era sempre
il tuo il viso su cui alzavo gli occhi umidi stupito. Arrivavi,prima o
poi
arrivavi,costantemente bagnato dalle punte dei già allora
lunghi capelli in giù
e affannato. Portare un ombrello no eh? Tsk,in fondo che
importava,tanto poi ci
scaldavamo a vicenda.
3:
Come il
numero della tua maglia.
Fui
io a consegnartela di persona,fui io a scegliere
proprio quel numero tre. Fu una scelta stupida,dettata da un mio
stupido
capriccio. “Tre” è il numero perfetto.
Il numero delle parole che formano
quella maledetta frase che avrei voluto dirti. Ti voglio bene.
Che sciocco,a quel tempo volevo
davvero dire quello ma adesso...adesso la musica è cambiata.
Totalmente. Più ti
guardo e più quelle parole scendono giù per la
gola,stringendosi attorno al mio
cuore per essere modificate. Quel “ti voglio bene”
adesso non esiste più. Ora
c’è solo “io ti amo”.
2:
Come noi.
Saremo
sempre e solo noi.
Noi continuamente insieme,noi
contro tutti. E che cosa c’è di strano? Siamo
amici o no? Ed è questo il punto.
Non voglio che quel “noi” significhi essere
migliori amici,voglio che quel “noi”
significhi essere due persone che si amano,due persone che sono
perennemente
unite per stringersi nelle fredde notti,due persone che ridono dei
momenti
felici e piangono in quelli tristi,uniti,indissolubili. Due persone che
vivono
nel battito e nel respiro di un solo cuore.
1:
Come il bacio
che si stiamo scambiando ora.
Pensiamo
le stesse cose,dunque? Perché anche io stavo per
avvicinarmi alle tue rosee labbra per farle mie,per trasmetterti con il
mio
tocco ogni singolo momento che ho trascorso con te. Tutti quei momenti
rimarranno imprigionati nelle nostre menti per
l’eternità,in modo che nessuno
possa rubarli e distruggerli,sigillati da questo bacio puro e sincero.
Perché
questa
è la nostra vita.
Perché
noi
stiamo insieme.
Perché
noi
siamo uno.
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ANGOLO
DELLE
SPIEGAZIONI:
Allora
come da intuizione il titolo sta per “conto alla
rovescia” ed è legato al
fatto che
ai numeri da 10 a 1 ho inserito degli elementi che...beh per trovarli
ci è
voluta la mano di Byron^^’’
L’idea
mi è nata qualche giorno fa mentre la qui presente
quindicenne giocava a nascondino con i suoi cuginetti dai 5 ai 10
anni,e
soprattutto perché io conto all’incontrario avendo
anche il cervello all’incontrario
u.u
Questa
fic in teoria doveva essere,e ripeto doveva
essere ,una Shindo*Kirino,coppia
di IE GO che sostengo e che amo,quasi a pari merito con la
Endo*Kazemaru.
Ma
alla fine mi è venuta più una cosa incentrata su
Shindo...vabbè,si sa che sono una pippa a scrivere fic T.T
Detto
questo un grazie infinito a chi ha letto e a chi
farà la carità ad una povera pazza sclerotica di
commentare^^’’
See
ya,
-Ro -