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Autore: miss_girl    07/06/2011    4 recensioni
La festa è in pieno svolgimento,ma Isabella Swan,la solare infermiera della cittadina di Forks,preferisce fare ritorno a casa.Sembra che tutti i suoi amici abbiano trovato la felicità...E lei cosa sta cercando?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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"Bene,è tempo che vada,gente."
Isabella Swan,infermiera distrettuale della cittadella cumbra di Forks,prese la borsa e si avviò alla porta.
"Ti ho detto di passare da Jack Marsh e cambiargli la fasciatura alla gamba,vero?"le chiese Emmet,uno dei tre soci dello studio medico.
Lei si fermò sulla porta."Sì.Ci vado oggi pomeriggio.Quell'ulcera era davvero brutta.ma ora grazie al cielo sta guarendo."
"Hai messo in nota anche Isaac Shepherd?"domando Jasper,un altro socio dello studio,alzandosi per posare la tazza nel lavandino.
Mancavano pochi minuti all'apertuta dell'ambulatorio e,come consuetudine,erano riuniti nella sala caffè per fare quattro chiacchere prima dell'arrivo dei pazienti.
"Ho visto suo figlio ieri.Frank è preoccupato,teme che il padre possa affaticarsi troppo,ora che non c'è lui a dare una mano alla fattoria."
"Ci vorrà parecchio prima che Frank possa tornare a fare lavori pesanti"dichiarò James,il giovane sostituto temporaneo dello studio.
"Qualunque sforzo,potrebbe compromettere seriamente la sua ripresa."
"E' stato fortunato a a cavarsela con così poco"commentò Isabella,ripensando a quanto era successo qualche settimana prima.
C'era stata un'esplosione alla locale fabbrica di ceramiche e Frank vi era rimasto coinvolto.Se non era perito era solo grazie al coraggio di Jasper e James.Incuranti del pericolo,i due si erano introdotti nell'edificio in fiamme per trarre in salvo lui e due ragazzi che là dentro si nascondevano.
"Molto fortunato"convenne Laurent"Speriamo che non accada mai più nulla del genere,anche se in questo caso non tutto il male è venuto per nuocere."
"Che cosa intendi dire?"chiese Isabella,prima che potessero farlo gli altri.
"Oh,solo grazie ai nostri due eroi qui,ora abbiamo un finanziatore per il nuovo sistema computer"spiegò lui con un largo sorriso.
"Il proprietario della fabbrica si è offerto di pagare l'equipaggiamento e di coprire le spese di gestione per un anno,come piccolo gesto di gratitudine per quel che Jasper e James hanno fatto.
"Stai parlando sul serio?Ma è una notizia fantastica!"esclamò James deliziato.Era stata sua l'idea di installare un nuovo sistema che li mettesse in collegamento diretto con l'ospedale,ma sinora non avevano avuto i soldi necessari per attuarla.
"Più che fantastica!"gli fece eco Isabella."E quando verrà effettuata la consegna?"
Laurent rise."Pensavo di telefonare ai fornitori proprio questa mattina.Suppongo che potremo essere operativi entro la fine del mese."
"Bisogna festeggiare allora"propose subito Isabella.
Jasper ridacchiò."Qualcosa del tipo:"Dio benedica i computer e tutti quelli che navigano in Internet"?Bè,se si tratta di stappare una bottiglia di champagne,io ci sto."
"Negli ultimi mesi qua dentro sono state stappate più bottiglie che in qualunque altra parte del paese!"ribattè lei allegramente."Per ora abbiamo due matrimoni,u fidanzamento e un bambino in arrivo...Forse dovremmo metter su un'agenzia per cuori solitari!"
Un coro di risate risuonò nella stanza mentre Isabella apriva la porta."Vi saluto, o farò tardi coi miei pazienti."
Stava ancora sorridendo mentre sui affrettava alla macchina.Era una giornata ventosa di fine ottobre e le nubi striavano il cielo sopra i picchi delle montagne che circondavano Forks.Avevano previsto pioggia,ma per ora il tempo reggeva.
Prima di salire in macchina,Isabella si fermò un istante a inspirare a pieni polmoni i profumi d'autunno portati dalla brezza.Era stata una decisione azzeccata quella di tornare a Forks dopo il divorzio.Lì aveva trovato quel che cercava:un lavoro che amava e delle persone che le volevano bene.Gli amici le erano stati di grande conforto,l'avevano aiutata a superare il dolore...
"Isabella,aspetta."
Nel sentire il suo nome, lei si voltò.Piantandosi le mani sui fianchi torniti,fulminò con lo sguardo la giovane donna che veniva di corsa nella sua direzione."Ho già una lista di pazienti lunga quanto un braccio,perciò spero non vorrai aggiungerne qualcun'altro,o potrei pensare di dare le mie dimissioni,Alice!"
"Lo sappiamo tutte e due che ti piace da matti essere presa fino al collo!"scherzò Alice sorridendole cattivamente.Era la terza socia dello studio e,oltre che colleghe,erano grandi amiche.
"Si tratta di una cosa veloce,comunque.pensi di riuscire a inserirla tra le altre visite?"
"Immagino di sì"rispose Isabella con un sospiro rassegnato,prendendo posto al volante."Da chi devo passare?"
"Dai Cullen."Alice stava guardando la scheda per cui non la vide trasalire."Quando ho visitato il maggiore,la settimana scorsa,aveva la pressione alle stelle,così gli ho prescritto un farmaco più forte dei diuretici che stava già assumendo.Dovrebbe aver avuto effetto,ma per sicurezza,vorrei che andassi a dargli un occhiata."
"Lo stress cui è stato sottoposto ultimamente ha lasciato il segno"osservò Isabella pacatamente.
"Si."Alice sospirò."Deve avere un gran dispiacere per il figlio.Edward cos'ha...24 anni?Essere costretto su una sedia a rotelle a quell'età è difficile da accettare.Sia per lui che per la sua famiglia."
"Ha 26 anni."Isabella arrossì quando l'amica incontrò i suoi occhi.Evitando il suo sguardo,prese la scheda e la infilò nella borsa .
"Oh,certo.Avete più o meno la stessa età,giusto?Dimenticavo che siete praticamente cresciuti insieme.Tua madre era la governante dei Cullen,vero?"
"Sì,ma per la maggior parte dell'anno Edward era a scuola"disse Isabella sbrigativa.Parlare di Edward Cullen non le era facile e le dispiaceva che l'amica avesse tirato fuori l'argomento."Non ci vedevamo granchè quindi."
"Lo immagino.."ribattè Alice.Poi James la chiamò per dirle che c'era una telefonata per lei.
"Devo andare"concluse in fretta."Ci vediamo più tardi.Oh,se vedi Edward,porgigli i miei saluti." "E' a casa?"domandò Isabella senza riuscire a nascondere la sorpresa.
Alice corrugò la fronte."Non lo sapevi?Lo hanno dimesso dall'ospedale una settimana fa ed è venuto a stare dai suoi.Gli farà piacere vederti,Isabella.In circostanze del genere si ha bisogno del calore degli amici,no?"
Alice sparì in ambulatorio e Isabella mise in moto,pronta a iniziare al giornata.Molti dei pazienti stavano a parecchi chilometri dal centro,per cui non poteva permettersi di perdere altro tempo.
Mentre guidava,tuttavia,non fu a loro che pensò,ma a quanto le aveva appena detto Alice.Edward Cullen era a casa.Non aveva preso in considerazione la possibilità che potesse tornare a Forks e non era certa di quel che provava nel saperlo lì.Non che importasse,naturalmente.Lei e Edward erano stati amici un tempo,ma dubitava che ora lui la considerasse tale.Anni addietro,aveva reso ben chiaro che non c'era posto per lei nella sua vita.
Isabella sospirò rendendosi conto di aver imboccato la strada che portava in centro,anzichè quella che usciva dalla cittadina.Sarebbe stato assurdo tornare indietro per poi ripassare da lì più tardi,per cui decise di andare subito dai Cullen e dedicarsi poi agli altri pazienti delle fattorie in aperta campagna.
Le vi vollero solo pochi minuti per raggiungere la bella villa circondata dal verde,nella zona residenziale di Forks.Una volta davanti al portoncino,rimase seduta in macchina un istante,mentre un'ondata di ricordi la travolgeva.Conosceva bene quella casa,visto che sua madre vi aveva lavorato sino a che non era andata in pensione.E aveva trascorso parecchio tempo con Edward,nonostante avesse detto il contrario a Alice.Durante le vacanze estive,infatti,erano stai per anni inseparabili.Lui era stato il fratello maggiore che non aveva mia avuto.Il suo più caro amico,l'unica persona in cui credesse e di cui si fidasse ciecamente.L'estate del suo diciottesimo compleanno però le cose erano cambiate.Dopo di allora niente era stato più come prima.
Un'ombra di dolore velava gli occhi cioccolatosi di Isabella quando scesa dall'auto.Tuttavia,mentre suonava il campanello,si ricompose rapidamente.
Nessuno avrebbe mai dovuto indovinare quanto si sentiva nervosa e confusa in quel momento.
Venne ad aprirle la signora Cullen."Entra,cara"le sorrise cordiale."Ti stavamo aspettando.Alice ci ha avvertito che saresti venuta.Mio marito dovrebbe essere nella serra.Ti spiace se non ti accompagno?Ero in procinto di fare una telefonata quando hai suonato.Se non provvedo subito,me ne scorderò di sicuro."
"Non si preoccupi"rispose Isabella con un sorriso avviandosi nell'atrio.Conosceva così bene la casa che non c'era bisogno che qualcuno le facesse strada.La serra,un padiglione ricolmo di fiori che si affacciava sui giardini curati della villa,era sul retro.Il maggiore Cullen aveva l'hobby delle orchidee e ne coltivava di ogni tipo,dedicando alle loro necessità gran parte della sua giornata.
Dopo essersi chiusa la porta alle spalle,Isabella avanzò lungo il vialetto lastricato tra file di piante rigogliose di colori.Il caldo era intenso.l'aria umida.Il fitto fogliamo rendeva difficoltoso vedere lontano,ma immaginò che il maggiore fosse nel suo punto preferito,al centro di quel paradiso tropicale,per cui andò dritta in quella direzione.Pochi istanti e scorse una testa tra le piante.
"Buongiorno,come si sente...?"cominciò sorridendo per poi bloccarsi di scatto,il cuore in tumulto ,quando l'uomo sui voltò si rese conto che non era il maggiore ma suo figlio,Edward.Nello spazio di una manciata di secondi,i suoi occhi sgranati rilevarono i cambiamenti che erano subentrati neL corso degli anni,dall'ultima volta che lo aveva visto.Edward aveva ancora ciglia e sopracciglia scurissime,ma i folti capelli ramati erano più scuri del solito.E gli occhi verdi erano segnati da ombra scure che rendevano il suo sguardo più penetrante,più cupo.Era lui,non era come lo ricordava e Isabella sentì le lacrime salirle agli occhi.Nonostante quello che era avvenuto tra loro,non avrebbe mai voluto vederlo ridotto così.
"Guarda,guarda...Isabella.A che devo l'onore della tua visita?"
Anche la voce pareva cambiata.Isabella ebbe l'impressione che fosse più dura,più aspra.Serrò le mani per contenere l'ondata di emozioni che l'aveva colta del tutto impreparata e rispose con voce controllata:"Sono venuta per tuo padre.Tua madre mi ha detto che l'avrei trovato qui."
"Capisco.Dunque questa non è una visita di cortesia.Avrei dovuto immaginarlo."Un sorriso incurvò le labbra di Edward,ma non vi era traccia di calore in esso.Il suo sguardo la percorse lentamente,dai lucenti capelli castano boccolato,alla punta delle comode scarpe nere."Ti trovo in forma,Isabella.Allora,come ti va la vita?Meglio di quanto vada a me ovviamente."
Una risata secca gli salì ala gola mente lei si scervellava per trovare qualcosa da dire."No,non farlo!Ti prego!Non voglio sentire altre frasi di circostanza e non mi va che mi venga ricordato quanto sono stato fortunato.Se vuoi la verità,non mi sento affatto fortunato.Ma immagino che ti dia fastidio che lo dica,che ti faccai sentire a disagio."Povero Edward Cullen,lo sapevi che è su una sedia a rotelle?Però almeno non è rimasto ucciso in quell'incidente e deve ringraziare il Signore per questo."
Isabella era scioccata da quel tono amareggiato e sarcastico.Forse avrebbe dovuto aspettarselo ,dopo quello che gli era capitato,ma l'Edward che lei conosceva non avrebbe reagito in quel modo."Sì,devi ringraziare il Signore"ribattè con forzata pacatezza"Sei vivo ed è ovvio che la tua mente non ha riportato danni.Ma se non vuoi sentire le solite frasi banali,per me va bene,Edward.Restatene lì seduto a piangerti addosso.Mi sembri bravissimo in questo."
Isabella si voltò per andarsene,disgustata di se stessa.Come aveva potuto dire una cosa tanto orribile?,si chiese.Come si sarebbe sentita lei se si fosse trovata nella sua situazione?
Si stava domandando se non fosse il caso di scusarsi quando lui riprese a parlare.
"Perlomeno sono ancora bravo a fare qualcosa."A quella nota di asciutto umorismo,Isabella si girò.
"Avrei dovuto saperlo che l'ultima persona da cui avrei potuto ricevere compassione saresti stata tu,Isabella Swan"continuò Edward con un alzatina di spalle.
"Se solo pensassi che ne avessi veramente bisogno..."relicò lei con un timido sorriso,il cuore stretto in una morsa di dolore mente girava la sedia a rotelle in modo da trovarsi faccia a faccia con lui.Senza che potesse impedirselo,lo sguardo le cadde sulla coperta che celava le gambe inerti.
Edward trasse un profondo respiro."Fratture multiple alle vertebre,legamenti rotti e contusioni varie alla colonna"recitò neutro.
"E la prognosi?"volle sapere Isabella in modo forzatamente privo di emozioni.
"Trenta per cento di possibilità di recuperare l'uso delle gambe nei prossimi dodici mesi"Edward si strinse nelle spalle."Ma credo che la percentuale sia ottimistica."
"I medici non te l'avrebbero prospettata se non la ritenessero possibile"obiettò lei."Che motivo avrebbero di creare false speranze?" "Oh,non succederà"rise lui amaro."Non dal momento che c'è il settanta percento di probabilità che debba passare il resto dei miei giorni su questa sedia."
Per Isabella era lacerante e al tempo stesso frustrante sentirlo così...sconfitto.Drizzò le spalle e lo guardò dritto negli occhi."Allora cosa intendi fare?"
"Tu cosa suggeriresti?"ribattè Edward inarcando un sopracciglio,derisorio "Direi che non sono nella posizione di poter fare molto."
"C'è la fisioterapia.Sai meglio di me che è importante mantenere tonici i muscoli.Potrebbe aumentare di parecchio le tue possibilità di ripresa."
"Lo pensi davvero?Il danno alla colonna era esteso.Sono davvero minime le probabilità che possa camminare di nuovo"asserì lui piatto,i begli occhi verdi duri e taglienti.
"Quindi non tenterai nemmeno?"lo sfidò Isabella."Qual'è il problema, Edward?Non vuoi aggrapparti a questa possibilità?"
"Non voglio vivere sotto false illusioni"rispose lui con un sorriso cinico."E tu meglio di chiunque altro puoi capirlo,visto che hai sempre voluto mille garanzie per ogni cosa."
Le aveva gettato in faccia quell'accusa nel modo peggiore e Isabella dovette distogliere lo sguardo perchè non vedesse quanto l'aveva ferita.Era stato il suo rifiuto a correre rischi che aveva causato al rottura del loro rapporto e il fatto che ora Edward gliela ritorcesse contro le faceva più male di quanto avrebbe pensato.Era anche un segno di come lui fosse cambiato.L'Edward che ricordava non l'avrebbe mai fatta soffrire deliberatamente.
"Ovviamente sta a te decidere quel che vuoi fare"replicò rigida."Ora sarà bene che cerchi tuo padre .Ho parecchie visite oggi e..."
"Mi dispiace"si scusò lui inaspettatamente."Non avrei dovuto sfogare su di te la mia frustrazione"
Isabella si fermò e si volse lentamente."No,non avresti dovuto,ma ti capisco"Trasse poi un rapido respiro,che però non servì a placare il suo dolore.Edward era sinceramente contrito.Poteva esser cambiato esteriormente,ma quando la guardava era quel ragazzo che rammentava,quello che sapeva toccare le corde del suo cuore.
"Dev'essere dura"mormorò dolcemente.
Una miriade di emozioni passò sul volto di lui.Poi,però,Edward distolse il capo."Sì"disse in tono nuovamente incolore."Ma devo imparare ad accettarlo no?Mi ha fatto piacere rivederti,Isabella.Abbi cura di te."
Con ciò Edward girò la sedia e si avviò verso al porta che conduceva alla terrazza.Ebbe difficoltà ad aprirla,tuttavia Isabella non si mosse perchè intuiva che il suo intervento l'avrebbe infastidito.Era sempre stato così orgoglioso ,così determinato nel raggiungimento dei suoi scopi...Era proprio grazie a questa sua volontà di ferro che era diventato uno degli psichiatri più stimati e famosi del paese.oltre a lavorare in un ospedale universitario,teneva conferenze in tutto il mondo.Doveva aver lavorato sodo per conseguire un tale risultato alla sua età,il che rendeva ancora più incomprensibile il suo attuale atteggiamento.
Perchè Edward non lottava?,si chiese Isabella mentre tornava in casa.Era davvero stano che avesse gettato la spugna in quel modo.
Isabella trovò il maggiore nel suo studio,intento a leggere il giornale.Su cinquant'anni ,il maggiore conservava la postura fiera e autoritaria da militare.
Sentendola entrare,alzò lo sguardo e le sorrise."Ah,non c'è pace tra noi poveretti,eh?Ti ha mandato la dottoressa Alice,vero?
"Sì"rispose Isabella posando la borsa per trarne lo sfigmomanometro."Vuole che le controlli la pressione per vedere se il nuovo farmaco è efficace"
"Bè,devo lasciarti fare,immagino,ma non era proprio il caso"borbottò il maggiore togliendosi la giacca e arrotolandosi spazientito la manica della camicia."Naturalmente è stata Esme a insistere perchè mi facessi vedere da un dottore.Per quel che mi riguardava,andava tutto a merviglia!"
"Via,Carlisle,non puoi negare di aver avuto dei capogiri di recente"disse nel mentre la signora Cullen entrando nella stanza"E la dottoressa ha confermato che non è un buon segno"
"Certo che no"convenne Isabella,avvolgendo la fascia attorno al braccio del maggiore e cominciando a pompare,per poi rilevare una pressione minima e massima."Bene,va molto meglio"commentò infine"Immagino che non le farà piacere sentirselo ripetere, ma gli ricordo di non mangiare carni rosse e di assumere alcoli e se sta ancora fumando la pipa le consiglio si smetterla."
"Di questo passo,non mi rimarrà più nulla per cui valga la pena di vivere"protestò lui burbero rimettendosi la giacca.
"Non badargli cara.Il problema di Carlisle è che è tanto abituato a dare ordini che detesta riceverne"rise con affetto la signora Cullen precedendola alla porta.
Invece di accompagnarla nell'atrio,la scortò nel salottino limitrofo."So che sei molto impegnata,ma volevo parlarti di Edward"le disse"L'hai visto?"
"Sì"Isabella cerco qualcosa di diplomatico da dire,ma la signora Cullen scosse il capo.
"Non preoccuparti cara.So cosa stai pensando e hai ragione.Edward non si comporta come noi ci saremmo aspettati, vero?
"Sembra...amareggiato"replicò Isabella."Ma forse la sua reazione è normale.Dev'essere rimasto sconvolto dalla prognosi."
"Ne siamo rimasti sconvolti tutti...siete sempre stai amici tu e Edward,mio figlio rifiutava sempre gli inviti di altre persone per poter tornare a casa e passare il suo tempo con te w proprio per questo motivo voglio chiederti:sei disposta ad aiutarlo?Mi si spezza il cuore al pensiero che si sia arreso."
Isabella disse "Sì volentieri ma sono certa che non gradirebbe il mio aiuto..."
"Edward ha deciso che non vuole l'aiuto di nessuno a so che troverai il modo di aggirar l'ostacolo..tu lo conosci come nessun altro"
Ritenendo conclusa la conversazione la signora Cullen l'accompagnò alla porta.
Isabella salì in macchina e prima di andare via si voltò indietro vedendo Edward sulla terrazza che però non si era accorto di lei.
Si mise in strada con il cuore gonfio di pena.L'Edward che aveva amato non c'era più.Quel pensiero le diede la sensazione che qualacosa di molto prezioso dentro d lei fosse andato perduto.
  
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