“A cosa pensi?” chiese Mercedes con fare allegro.
“Um…ah sì…io…niente”
“Puckerman non mentire, uno con quella faccia sta per forza pensando a qualcosa.”
“Pensavo … all’amore …” rise.
“Sì certo, e io sono Naomi Campbell..”
“No Mercedes sono serio … insomma quei due si amano così tanto che non riescono a stare lontani per più di poche ore e ogni loro decisione e iniziativa dipende sempre e comunque dall’altro. Condividono qualcosa di speciale ed è … stupendo. Non trovi?”
“Eh? Ah sì scusa, ero sconvolta dal fatto che tu avessi parlato di sentimenti… ho sempre dubitato che tu fossi in grado di provarne..”
“Sì che lo sono..a volte..ma non sono capace di dimostrarli, ecco tutto.”
Il Puck che aveva in macchina non sembrava affatto quello del liceo, o almeno non in quel preciso istante: fisicamente non era cambiato poi molto, a parte per la cresta che non aveva più, ma era evidente quanto fosse maturato, e fosse diventato più dolce, sensibile, romantico e …
Ma cosa le passava per la testa? Noah Puckerman era il ragazzo che aveva frequentato per pochissimo tempo al liceo quando era entrata a far parte dei Cheerios, ma con cui non aveva nulla in comune. Però lì, in quel momento... no, no, no, no, no…e poi no!
Si risistemò il colletto della camicia, guardandosi nello specchietto, senza accorgersi che Puck la stava osservando: Mercedes non gli aveva mai fatto né caldo né freddo, e si era presto dimenticato della sua esistenza. Però forse non l’aveva mai conosciuta davvero, e qualcosa dentro di lui gli diceva che era arrivato il momento di farlo. Mercedes aveva alzato la testa e, accortasi degli occhi di Puck su di lei, si era girata a sua volta per guardarlo. I loro sguardi si incrociarono rapidamente e sembrarono sorridersi a vicenda, uno di quei sorrisi gentili che si fanno quando si conosce una persona interessante con la quale si vuole approfondire il proprio rapporto.
“Attenta!” Il grido di Puck interruppe il loro fugace, ma intenso scambio di sguardi.
Un gatto nero era appena passato, e per poco non era finito sotto le ruote della distratta Mercedes, che fermò di colpa la macchina.
“Ok, ormai ha attraversato, possiamo andare.”
“No assolutamente, bisogna aspettare che passi qualcun altro.”
“Non ti facevo così superstiziosa …”
“Siamo artisti, ovvio che siamo superstiziosi.”
“Artisti?”
“Certo, facciamo parte di un coro scolastico, se non è arte quella” Gli fece l’occhiolino, aspettò che passasse un motorino, e rimise in moto.
*
Si avvicinò di pochi passi e lo abbracciò silenziosamente. Niente baci, per quelli avrebbero avuto una vita intera. Solo un abbraccio per respirare il suo profumo e farlo sentire al sicuro, protetto, amato. Niente parole, in quel momento non c’era niente da spiegare e forse non ci sarebbe mai stato. Solo un abbraccio per promettere che niente li avrebbe più tenuti lontani.
“Ti amo Kurt” sussurrò la voce del cuore di Blaine.
“Andiamo a casa Finn, ora è tutto a posto per entrambi.” Rachel prese per mano il suo fidanzato e uscirono. Già si vedevano le prime luci dell’alba.
Ok ho diverse cose da dire.
Prima di tutto, GRAZIE a tutti coloro che seguono la mia storia: nella voce “visite” ci sono cifre che non mi sarei mai aspettata di vedere e tantomeno di meritare.
Secondo: non so se c’è una lieve OOC in alcuni dei personaggi, ma penso sia inevitabile, essendo i ragazzi cresciuti di alcuni anni rispetto a come li conosciamo nel telefilm.
Terzo: la scelta di raccontare di Kurt e Blaine che si ritrovano solo dal punto di vista di Blaine, mi è sembrata istintivamente più…giusta…era quello che doveva chiarire più cose.
Quarto: penso che tutti, superstiziosi o no, sappiano della storia del gatto nero che ti attraversa la strada...
Ok penso di avervi rotto abbastanza le scatole! Se avete commenti, consigli, critiche, ecc., non esitate a recensire.
Un abbraccio!