Incantesimo: Reparo
Turno: Secondo
Elemento:Felicità
Frammenti di felicità
Hogwarts gli era mancata, finalmente poteva rivedere l’unico posto in cui si fosse mai sentito a casa, l’unico in cui fosse mai stato felice, l’unico in cui avesse mai trovato degli amici.
Dopo tanti anni aveva potuto fargli ritorno, mai avrebbe pensato che un giorno avrebbe varcato quelle mura come insegnante e invece era lì, pronto a diventare il nuovo docente Di Difesa Contro Le Arti Oscure.
Il suo studio era un po’ più piccolo di quanto si aspettasse, ma, per quel poco che aveva, gli sarebbe bastato. Svuotò lentamente la valigia, ricordando giorni passati, ricordando com’era abitare qualche piano più su e dividere il dormitorio.
Per ultima posò una foto sulla scrivania, quattro ragazzi gli sorridevano spensierati, quella foto era stata scattata nel giorno dei M.A.G.O quando loro ancora si sentivano al sicuro, quando ancora credevano di essere amici e non sapevano che due di loro sarebbero morti da eroi e che uno li avrebbe traditi. Al pensiero strinse troppo forte la cornice, che si frantumò tra le sue mani.
Incurante del sangue che gli colava tra le dita si apprestò a raccogliere i frammenti.
Aveva undici anni, sua madre gli aveva regalato le Gobbiglie di vetro che aveva desiderato tanto. Quanto avrebbe voluto avere qualcuno con cui giocarci, avrebbe raggiunto il culmine della felicità.
Troppo perso nei suoi pensieri andò a finire contro un altro ragazzino del primo anno, lo conosceva, tutti lo conoscevano a dire il vero, era Sirius Black. Le Gobbiglie gli caddero di mano e finirono in mille pezzi. Tutta la gioia provata fino in quel momento era sparita, era stata portata via per fare posto di nuovo a delusione e tristezza. Pregando perché Black non gli prestasse troppa attenzione si chinò a raccogliere i pezzi di quella che poco prima era stata la sua felicità.
“Perché li raccogli così?”
A parlare era stato James Potter, l’inseparabile compagno di Sirius. Si chiese cosa volesse dire con quella frase, come avrebbe dovuto raccoglierle?
Vide Potter puntargli la bacchetta contro, sapeva che di tanto in tanto combinavano qualche guaio, ma sperava non volessero punirlo solo perché era stato un po’ sbadato.
“Reparo!”
Le Gobbiglie tornarono come nuove, erano intere, più perfette di prima.
“Piacere io sono James e lui è Sirius, tu sei Remus Lupin vero?”
E mentre stringeva il suo tesoro in una mano e porgeva l’altra ai primi due amici che avesse mai avuto pensò che quell’incantesimo non riparasse soltanto gli oggetti ma anche la felicità.
Si accorse che delle lacrime calde, gli erano scese prepotentemente dagli occhi, quello era il ricordo di un’altra vita, una migliore, una vita senza rimpianti e che rimpiangeva ogni giorno.
Puntò la bacchetta verso la cornice in frantumi.
“Reparo!”
Sotto i suoi occhi ogni piccola scheggia, riprese il suo posto. Osservando la foto si chiese se quell’incantesimo avrebbe mai funzionato come una volta, se sarebbe mai riuscito ad aggiustare ancora il suo cuore e a riunire i frammenti della sua felicità.